Capitolo
16
Al peggio non c’è mai fine
Ormai
eravamo a Rochester da due giorni e non si
era sistemato un bel nulla. Rosalie e Emmett passavano tutto il tempo
in camera
da letto e io ringraziavo il cielo che ci fosse Esme a tenermi
compagnia.
Non mi ero mai annoiata tanto!
Edward continuava ad essere latitante e io iniziavo a preoccuparmi.
-Perché non chiama?- domandai a Esme mentre guardavamo un
film, l’ennesimo.
-Non lo so tesoro. Ma vedrai che chiamerà presto-
-Me lo ripeti da due giorni- borbottai tornando a guardare la tv.
-Bella, devi avere pazienza-
-E se gli fosse successo qualcosa? Sappiamo tutti quanto siano stronzi
quei tre
vampiri!-
Esme mi guardò per qualche secondo, poi scattò in
piedi –Chiamo Carlisle-
“Buona idea. Perché non l’ha fatto
prima?” pensai.
-Carlisle.. si, noi stiamo bene.. no- parlava a monosillabi
–Si annoia. E ha
ragione, povera cara- e si stava riferendo a me. Di certo non stava
parlando di
Rosalie! –Certo.. i ragazzi stanno bene?.. si, adesso le
passo il telefono-
mise la mano sulla cornetta –Vuole parlarti-
-Carlisle?- domandai confusa.
-No, Edward- sorrise mentre la fiammella di rabbia che albergava dentro
di me
si trasformava in un rogo.
Presi il telefono e presi un profondo respiro –Pronto?-
< Bella >
-Allora sei ancora vivo- risposi acida, forse un po’ troppo
acida.
< Amore, ma che succede? > domandò lui confuso.
-E non chiamarmi amore! Quando torno a casa facciamo i conti- ringhiai
assottigliando lo sguardo.
< Potrei sapere cosa ti succede? > si alterò.
Ma con quale diritto alzava
la voce? Ero io quella che aveva tutti i motivi per essere infuriata!
-Proprio un bel niente! Sono partita da due giorni e tu non hai
chiamato
nemmeno una volta. Ci godi a sapermi preoccupata?-
< Lo so, scusa. È solo che.. >
-Niente, Edward. Sono stata due giorni a preoccuparmi pensando che ti
fosse
successo qualcosa. Sono andata via perché in
città ci sono tre vampiri
assassini, ricordi? Cos’avrei dovuto pensare?- scostai
nervosa la mano che
Rosalie mi aveva poggiato sulla spalla. Dovevano aver sentito le mie
urla,
perché si erano precipitati entrambi in salotto.
Emmett mi prese il telefono dalle mani e crollai in lacrime sul divano.
La
rabbia mi faceva sempre un brutto effetto: piangevo come una fontana.
-Shh, tesoro, dai. Sta bene, l’ha detto anche lui- Rosalie mi
cullava tra le
sue braccia.
-Edward si, adesso ci sono Rose e Esme con lei- disse Emmett al
telefono
–Tranquillo, è al sicuro. Ma ha ragione, potresti
farti sentire ogni tanto- si
voltò a guardarmi e sorrise, facendo comparire due tenere
fossette sulle guance
pallide. Sorrisi di rimando e allungai la mano per riavere il telefono
–Sembra
che si sia calmata. Vuole parlare con te, te la passo- mi porse il
telefono e,
con la moglie e la madre lasciò la stanza.
< Ti sei calmata un po’? > mi
domandò Edward.
-Si. Scusa, ma non so proprio cosa mi è preso- mi scusai
arrossendo. Mi sentivo
tremendamente in colpa. Non eravamo lontani per puro divertimento, ma
per la
mia sicurezza.
< Non fa niente, ti capisco. Come stai? >
-Bene, ma voglio tornare a casa-
< Non immagini quanto vorrei che tu tornassi, ma non
è possibile lo sai >
-Ma non puoi fare cambio con Esme o con Rosalie e Emmett?-
< E’ troppo pericoloso >
-Ma magari non vogliono uccidermi, nemmeno sanno che esisto- tentai di
convincerlo. Non volevo stare lontana da lui un giorno di
più. E mi rendevo
conto di essere diventata più appiccicosa della vera Bella,
ma non potevo farci
niente. Ormai Edward Cullen mi era entrato dentro, era diventato
più importante
dell’aria che respiravo. Senza di lui mi sentivo niente.
E questo, me ne rendevo conto, non era un bene. Perché
sarebbe arrivato in
giorno in cui sarei dovuta tornare nel mio mondo e avrei dovuto
lasciare lui e
tutti i Cullen. E Charlie e Jake. E avrei sofferto, questo era certo.
< Bella, credi che io non ci stia male? Credi che mi piaccia
saperti così
lontana? E io stupido che volevo che andassi in Italia >
-Già, proprio uno stupido- risi.
< Bella, aspetteremo che se ne vadano. E dopo verrò a
prenderti >
Sbuffai contrariata. Quella frase l’avevo già
letta, o almeno il significato
era sempre quello. Stavo per ribattere, ma mi dovetti sedere a causa di
una
fitta allo stomaco.
< Bella, Bella, ci sei? > chiese preoccupato.
Presi una boccata d’aria –Si, ci sono- rantolai.
< Che succede? >
Strinsi i denti e cercai di non pensare al dolore. La fitta si faceva
sempre
più dolorosa < Bella, cos’hai? >
-Niente, è solo.. Rosalie- chiamai a bassa voce, certa che
poteva sentirmi.
< Che c’entra Rosalie? >
La vampira bionda arrivò subito e prese il telefono che
stava per cadermi dalla
mano –Edward, Bella si sente poco bene. Adesso la porto in
camera- disse
pratica prendendomi in braccio –Si, tranquillo. A dopo-
chiuse la chiamata e in
un lampo fummo in camera mia.
-Emmett, portami un analgesico e un bicchiere d’acqua- disse
a voce un tantino
alta –Bella- mi chiamò allarmata.
-Fa male- mi lamentai contorcendomi sul letto.
-Ecco le pillole- Emmett entrò in camera seguito da Esme.
-Bella tesoro, dove hai male?- domandò Esme sedendosi vicino
a me, mentre
dall’altra parte del letto c’era Rosalie.
-Qui- mi toccai il fianco destro.
-Quando c’è bisogno di lui, Carlisle non
c’è mai- sbottò Emmett, guadagnandosi
un’occhiataccia dalle due vampire.
-Intanto prendi queste- Rosalie mi fece prendere le pillole e bere un
sorso
d’acqua.
-Ha la febbre- disse Esme toccandomi la fronte –Chiamo
Carlisle-
-Adesso cerca di riposare. Noi siamo qui- disse Rose mentre il buio mi
inghiottiva.
Esme
POV
Della serie: al peggio non c’è mai fine.
Quella povera ragazza non aveva mai un attimo di pace. Prima quei tre
nomadi
pronti a ucciderla, e adesso l’ignoto.
Provava dolore alla pancia, e io e i ragazzi non sapevamo cosa fare.
L’unica soluzione era chiamare mio marito < Dimmi,
cara > rispose al
primo squillo.
-Carlisle, Bella sta male-
< Cos’ha? > domandò assumendo il suo
atteggiamento professionale.
-Ha la febbre e dolore allo stomaco- mi portai una mano alla bocca
–Oddio
Carlisle, se le dovesse succedere qualcosa- singhiozzai.
< No, tu devi essere forte. Ascoltami Esme >
-Si- mormorai.
< Quella ragazza è tutta la vita di nostro figlio.
Devi essere forte per
lei. Se ti lasciassi andare, sarebbe tutto perduto. Adesso ascolta bene
cosa ti
dirò > Carlisle sospirò e
ricominciò a parlare < Esattamente
dov’è il
dolore? >
-Al.. al fianco destro-
< Non dovrebbe essere nulla di grave. Ma dovete subito portarla
in ospedale.
Secondo i sintomi dovrebbe trattarsi di appendicite >
Sbarrai gli occhi immediatamente sollevata. Non era niente di grave.
–La
portiamo subito. Ti amo, e sta attento-
< Ti amo anch’io. E prenditi cura di Bella >
Chiusi la chiamata e mi sentii subito piena di energie. Entrai nella
camera
dove Bella stava dormendo.
-Ragazzi..-
-Si, abbiamo sentito. Vado a prendere la macchina-disse Emmett e
sparì nel
corridoio.
-Guarda come soffre- disse Rosalie a voce spezzata.
-Lo so, ma si riprenderà presto- sfiorai delicatamente il
viso della ragazza
che, in poco tempo, era diventata come una figlia per me.
-Gli umani sono così fragili. Guardala- mia figlia
indicò Bella che si
lamentava nel sonno e le tamponò la fronte imperlata di
sudore con un panno
umido.
-L’auto è pronta. Dovremmo andare- Emmett si
avvicinò al letto e prese Bella in
braccio.
Insieme ci dirigemmo verso l’ospedale. Emmett alla guida,
Rosalie al suo fianco
e Bella sdraiata sul sedile posteriore con la testa poggiata sulle mie
gambe.
Mio figlio era stranamente silenzioso, e questo mi turbava non poco.
Era raro
non sentire una delle sue battute fuori luogo o la sua risata tuonante.
-Credete che Edward lo sa già?- Emmett ruppe il silenzio.
-Non credo, altrimenti sarebbe già arrivato- rispose Rose
guardando fuori dal
finestrino. Il telefono di Emmett cominciò a squillare e lui
lo porse alla
moglie sbuffando –Quando si parla del diavolo.. è
la sesta volta che chiama-
-Ma allora sa di Bella- dissi spostando una ciocca di capelli dal viso
della
ragazza.
-No, Carlisle non gli ha detto niente-
-Pronto, Edward- Rosalie rispose al telefono –Si, Bella
è qui con noi- coprì la
cornetta con la mano –Cosa devo dirgli?- sussurrò
allarmata.
-La verità- sospirai certa che avrei rivisto presto mio
figlio. Non avrebbe
lasciato la sua Bella da sola in un momento simile. Lo conoscevo sin
troppo
bene.
-Carlisle pensa si tratti di appendicite. La stiamo portando in
ospedale-
< Arrivo il prima possibile > rispose lui concitato.
Rosalie mi lanciò un’occhiata disperata e io
scossi la testa –Non è necessario.
Tu occupati dei nomadi-
< Rose.. >
-Ascolta: in questo momento l’unica cosa che puoi fare per
lei è allontanare la
minaccia. Adesso devo riattaccare, siamo arrivati- velocemente chiuse
la
chiamata e smontò dall’auto.
Emmett aprì lo sportello posteriore e prese Bella tra le sue
braccia –Bellina
siamo in ospedale. Adesso i medici si prenderanno cura di te-
tentò di
rassicurarla.
Un medico molto giovane ci raggiunse nella hole insieme a
un’infermiera –La faccia
stendere su una barella- disse a Emm e iniziò una veloce
visita –Come si
chiama?-
-Bella- rispondemmo all’unisono io e i miei figli.
-Bella, mi senti? Sono il dottor Hale e sei in ospedale-
-Ospedale? Esme- mi strinse la mano, impaurita.
Alle parole del
dottore Rosalie lo fissò
impietrita.
-Rosalie- la chiamai a voce inudibile agli umani.
-E’ tutto a posto. Pensiamo a Bella adesso- rispose lei
mentre il medico
continuava a visitare la ragazza.
-Subito in sala operatoria- sentenziò lui verso
l’infermiera che annuì.
-Siete parenti della ragazza?-
Cosciente che, se avessi risposto negativamente non mi avrebbero dato
informazioni, optai per una bugia –Sono la zia. La ragazza
è sotto la mia
tutela-
-Bene, dovrebbe firmare alcuni moduli all’accettazione.
Adesso mi scusi, va mi
attendono in sala operatoria-
-Certo- annuii mentre il dottore di allontanava.
Fissai in volto i miei figli e quello che vi trovai mi fece stingere il
cuore.
I volo volti erano una maschera di dolore.
-Ragazzi, non è nulla di grave- cercai di tirarli un
po’ su.
-Lo spero, altrimenti Edward ci fa a pezzi- borbottò Emmett
accasciandosi su
una sedia in sala d’aspetto.
Nonostante il momentaccio, ridacchiai. Mio figlio non aveva proprio
perso la
sua inarrestabile verve. Era capace di far ridere la gente anche in
momenti
critici e, a dire il vero, prima mi ero anche preoccupata. In tanti
anni non
l’avevo mai visto tanto serio. Bella doveva aver avuto un
effetto benefico su
di lui, così come per tutti noi.
-Sei sempre il solito scimmione!- Rosalie gli diede una gomitata e
sbuffò.
-Ragazzi- li richiamai continuando a firmare le carte. Bella era in
sala
operatoria ed era arrivato il momento di avvisare Charlie Swan. Era il
padre e
aveva tutto il diritto di sapere cosa stava succedendo alla figlia
–vado a
chiamare Charlie- mi allontanai con il telefono in mano.
Tre ore dopo stavamo ancora aspettando che l’operazione
finisse.
Rosalie rischiava seriamente di procurare un fosso nel corridoio da
tanto
camminava. Avanti e indietro. Avanti e indietro. Stava iniziando a
stressare
anche me.
Edward aveva chiamato ogni dieci minuti e ormai stava per arrivare con
Charlie.
Pover’uomo, al telefono mi era sembrato davvero sconvolto.
-Signora Cullen- il giovane medico, il dottor Hale mi chiamò.
-Allora, come sta?- Rose partì all’attacco.
Ragazze..
allora, come sta Bella??
Tre ore per un'appendicectomia non sono un po' troppe??
Cosa succederà adesso?
E i tre nomadi??
Ahah.. vi lascio con il dubbio!!
KriRob: ciao, questa storia di chiama “Scambio di
vite”.
E sono contenta che il pov di Rosalie ti sia piaciuto. Sono curiosa se
ti ha
fatto piacere leggere quello di Esme. È la prima volta che
mi cimento dal punto
di vista della mamma vampira, e sono un po’ insicura su
questa mia scelta. A
presto.
shasha5: Ciao carissimaaaa!!!
Eh si, hanno risolto tutto, ma.. gli imprevisti sono sempre in agguato.
Della serie: le disgrazie non vengono mai sole.
Rosalie mi è sempre piaciuta, non posso farci nulla. E
Emmett.. come si può non
adorarlo? Vorrei essere al posto di Bella (con annessa appendicite)
solo per
farmi prendere in braccio da lui!!
Non so ancora se qualcuno dei nomadi entrerà in contatto con
Bella.. ma le
possibilità sono davvero remote. E poi.. del famoso trio,
l’unico a non
piacermi è Laurant! Quindi.. non credo che James
farà la stessa fine che ha
fatto in Twilight. Anche perché non ci sarebbe nessun
motivo. Se non vuole
ammazzare Bella perché dovrebbe perire? E poi.. ci sono
talmente tanti cattivi
che potrei ideare.. ormai quelli della Meyer non li vedo più
come acerrimi
nemici. E ricorda che siamo ancora alla fine di Twilight! Ancora deve
iniziare
New Moon e quindi Jake è ancora umano. E ho detto tutto..
Un bacione one one..
ClaudiaSv16: Ciao!! Purtroppo il modem è stato davvero
cattivo con me, quindi
non ho potuto pubblicare.. spero potrai perdonarmi!
E come hai potuto leggere.. Bella riesce a mettersi nei guai anche
quando non
fa niente! Ma poverina.. questa volta non è stata colpa sua!
Sebbene sia di mentalità antica (e quindi vittima perfetta
per le prese in
giro), Edward ha un qualcosa che riesce ad attirare perfino me!
Ed è tutto dire, visto che ragazzi con il suo carattere (o
almeno con accenni
del suo carattere) non mi sono mai piaciuti.
Ma staremo a vedere cosa succederà.. A presto.
barbidoluzza: vorrei tanto rispondere alle tue recensioni in questo
capitolo.
Ma aspetterò il prossimo.. perché ho una sorpresa
per te!!
Alla prossima, Alessia.