Alcune volte gli era capitato di pensarci, non poteva negarlo, ma soltanto in poche occasioni e per un tempo brevissimo.
Gli era capitato perché Dick, nel bene o nel male, non smette davvero mai di pensare. Qualsiasi cosa, anche la più insignificante, deve prima analizzarla, studiarla ed essere sicuro di possedere tutti gli elementi a disposizione per decidere che si tratta di un fatto di poco conto. Solo così sente di avere il controllo della situazione, di ogni situazione.
Eppure a questo non pensa quasi mai, anche se non è da lui lasciare un ipotesi aperta, anche se vorrebbe concentrarsi e arrivare ad un punto anziché dirottare ogni volta i suoi ragionamenti su altro, senza arrivare ad una conclusione, abbandonando quell’idea in un angolo della sua mente, irrisolta.
Ha deciso che si tratta di un pensiero sul quale non si vuole soffermare, un po’ perché se ne vergogna, probabilmente perché immagina che Donna a questo non pensi davvero mai, probabilmente perché gli sembra un’idea talmente bizzarra che anche la sola ipotesi lo imbarazza.
Perché Donna è l’unica della quale non ha mai davvero pensato di innamorarsi, neanche per un attimo, neanche quando ha capito quanto importante fosse per lui, per loro, per tutti loro.

Dick scivola lentamente sulla sedia di plastica del corridoio dell’ospedale indugiando su quelle ipotesi che si ostina a non considerare, a negare e mettere da parte.
Non sa perché lo sta facendo proprio in quel momento, mentre aspetta che la sua amica esca dallo studio medico.

Quando Donna esce dall’ambulatorio con l’impermeabile sottobraccio e la sua appena visibile maternità, Dick si volta verso di lei interrompendo ognuno dei suoi pensieri ed è quando la vede, come ogni volta, che ha la conferma di quanto le è affezionato e di quanto la amerà sempre senza innamorarsene mai.
« Allora? Gli occhi scintillanti di Donna rispondono per lei. « Siamo entrati nel quarto mese belli, grandi e sani. » Dice accarezzando la curva dolce del suo ventre.
« Il prossimo appuntamento? »
« Tra quindici giorni se continuano le nausee, altrimenti tra un mese esatto. Sai, il Dottor Lewis pensava fossi mio fratello. »
Sorride, raggiante mentre Dick la aiuta ad infilarsi il soprabito.
« Di nuovo? » Donna ride, annuisce mentre si Dick la accompagna verso la macchina.
Non gli era mai capitato di vederla così felice, davvero spensierata ed è tutto quello che gli serve per smettere di pensare a cose che, adesso, gli appaiono ancora più assurde e senza senso. Il sorriso materno di Donna e i suoi occhi che guardano già verso il futuro, verso quello ciò che accadrà fra cinque mesi, quando potrà stringere il suo bambino tra le braccia e non può fare a meno di dirglielo.

« Sai, Donna, forse prima o poi la perderò davvero la testa per qualcuna, ma tu resterai comunque quella che ho amato di più. »