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Autore: KittyPryde    12/04/2010    4 recensioni
[Raven/Garfield Logan]
- comic!verse
Per questo, pensa Gar, lui è lì: per riportarla tra loro quando si allontana per troppo tempo, perché lui è quello fastidioso, quello spudorato, quello che certe cose se le può permettere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui la guarda girare il cucchiaino dentro la tazza, raccolto sulla sua immagine quanto lei è concentrata sul punto indefinito del muro che continua a fissare di fronte a se.
Si chiede cosa stia pensando con tanta profondità, si chiede cosa le passa per la testa, cosa la rende così impenetrabile, cos’è che trasforma ogni suo movimento in un gesto intenso e indecifrabile, cosa nasconde, con quali e quanti sentimenti si confonde.
Gar studia il suo profilo, la linea decisa del naso, la fronte alta, saggia, lo spigolo rigido delle sue labbra e intanto cerca di capire quello che pensa, quello che vedono i suoi occhi in quel punto indefinito del muro che Rae non smette di guardare.
Ci prova con tutte le sue forze, stringe gli occhi tanto forte da aggrottare la fronte, come se così facendo potesse entrare fin dentro la sua testa distratta, si impegna con tutte le sue energie fino a chiudere gli occhi per avere più chiaro l’obbiettivo.

« Potresti spiegarmi che stai facendo? »
La voce di Rae interrompe i tentativi del ragazzo in modo brusco. E’ bassa, e avvolgente. Calda ed affettuosa anche se lei si ostina a credere il contrario.
« Mi concentravo su di te. Ma non mi riusciva poi così bene. » Ammette Garfield senza un briciolo di vergogna; ma d’altra parte, Beast Boy non sa nemmeno cosa sia, la vergogna. « A cosa stavi pensando? »
« Quando? » Rae risponde d’istinto, la sincerità di Gar la disorienta a volte, ma sono la sua premura ed il suo costante calore ad affascinarla, i lati di Garfield che solo chi sta molto attento è in grado di vedere.
« Prima, adesso, sempre. » Le scappa un sorriso, breve, è solo un attimo, ma Gar riconosce tutti i movimenti minuscoli del suo corpo e lo vede.
« Niente… » Afferma, poi aggiunge. « Niente di importante. » Già, perché Rae è in grado di non pensare a niente, lo fa spesso. Rae è in grado di non sentire niente, di estraniarsi completamente da tutto ciò che la circonda.
Lo fa d’abitudine, lo fa anche quando non è davvero necessario. Lo fa perché Rae ha troppe emozioni da gestire, troppe sensazioni, troppi sentimenti; lo fa perché a volte ha bisogno di fare pulizia per essere sicura di poter distinguere le proprie emozioni da quelle degli altri e nonostante ciò non ne è mai del tutto sicura. E non soltanto perché è un empate, perché Rae sentirebbe tanto anche se fosse un essere umano normale. Rae sentirebbe tutto.

Per questo, pensa Gar, lui è lì: per riportarla tra loro quando si allontana per troppo tempo, per interromperla quando si emargina dal resto del gruppo, perché lui è quello fastidioso, quello spudorato, quello che spesso non capisce la gravità delle situazioni, il buffone, quello che certe cose se le può permettere.
   
 
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