“Finito!!!”
esclamò Sanae buttando i libri sul tavolino
del bar. Era felice e sollevata; aveva superato anche
quell’esame
e con un ottimo risultato, come sempre d’altra parte.
“Beata te!” ribattè Kristine
sospirando rumorosamente “A me toccherà ristudiare
tutto…Accidenti al Professor Jaccard! Accidenti
a lui! Sembrava quasi mi leggesse nella mente;
è riuscito a chiedermi esattamente le tre cose che non avevo
studiato!!”
“Vorrai dire le tre centinaia
di cose che non avevi studiato!” ribattè
Karol ridendo insieme a Sanae.
“Beh
sì…però dovete entrambe ammettere che l’ultima
settimana mi sono impegnata molto, trascurando anche il mio tesoro!”
rispose abbacchiata la bionda.
“Già! Povero tesoro!
Chissà come avrà fatto senza di te per ben sette giorni!!!”
“Smettila di prendermi in
giro Karol, non sai che sofferenza è stata per me
e alla
fine…che cosa ho ottenuto…una bella bocciatura!” Kristine si appoggiò sconsolata allo schienale
della
sedia, mettendo il broncio all’amica di sempre che la stava deridendo.
Sanae guardava divertita la scena.
Conosceva le due ragazze ormai da sei mesi; erano state le prime persone che
aveva incontrato andando all’Università.
Ricordava ancora il
primo giorno di lezione, quando con il batticuore e un po’ di timore,
aveva varcato la
soglia di uno dei più illustri atenei europei di lingue.
Si era seduta nell’aula in una
delle prime file, da sola perché non conosceva nessuno, e si era messa a
leggiucchiare una rivista in attesa che il professore
arrivasse. Accanto a lei si erano sedute due
ragazze, una bionda e con un fisico atletico, l’altra un po’
più bassa, castana e molto carina. Le due stavano discutendo
animatamente: da quel che riusciva a capire, la bionda (Kristine
le era parso di capire) si stava lamentando
vistosamente con l’amica perché non voleva stare nelle prime file
con i secchioni e poi, se il suo “tesoro” l’avesse chiamata
al cellulare, lei non sarebbe potuta sgattaiolare fuori dall’aula
indisturbata. Karol dal canto suo, senza minimamente
scomporsi, guardandola con un’aria quasi materna, tentava di spiegarle seraficamente l’importanza del seguire in modo
adeguato le prime lezioni del corso. Sanae aveva riso divertita di fronte
a
quella scena e quando si era accorta che le due ragazze si erano girate verso
di lei, si era scusata con loro per avere, non intenzionalmente, ascoltato i loro discorsi. Karol le aveva sorriso (un sorriso
molto dolce aveva pensato Sanae in quell’occasione) e si era presentata allungando
la
mano verso di lei, presentandole anche Kristine, che
nel frattempo se ne stava imbronciata, vedendo che l’amica
non aveva la minima intenzione di cambiare posto. Da allora quelle due erano diventate
le sue più care amiche. E adesso osservandole di nuovo battibeccare, non poteva far altro che chiedersi come
potessero andare così d’accordo tra loro pur avendo due caratteri
così diversi. Kristine=
span>: una ragazza esplosiva, con tanta
voglia di divertirsi e, a dire il vero, poca voglia di
studiare e con un chiodo fisso…il suo “tesoro”. Stavano insieme
da un anno circa e lei sembrava non stancarsi mai di parlare di lui. Karol: una ragazza
seria, riservata, posata, molto brava nello studio e soprattutto molto dolce. Sanae in quei pochi mesi trascorsi nella
città tedesca aveva imparato ad apprezzare entrambe, ognuna per le sue
caratteristiche, seppur estremamente diverse. Kristine=
span> improvvisamente saltò sulla
sedia ed esclamò “Ragazze ho
un’idea fantastica, domani per festeggiare la fine degli esami andiamo
tutte insieme a fare shopping e poi al cinema!” Ancora una volta Sanae
si ritrovò a sorridere del carattere esplosivo e così mutevole
dell’amica: fino a due minuti prima aveva il morale a terra e adesso,
felice come una Pasqua, proponeva di festeggiare per un esame nel quale, tra
parentesi, lei era stata bocciata. “Allora Sanae
che ne dici, sei dei nostri domani?” chiese ansiosa
la bionda. “No mi dispiace
ma domani ho già un altro impegno.” rispose
lei. Vide per un secondo la delusione
negli occhi dell’amica che però ben
presto si trasformò in un ghigno beffardo. “Ehmmm…..e si potrebbe sapere come si chiama questo impegno?
Sbaglio o tu sei nuova della città e a parte
noi non conosci nessun’altro?” “Kristine
falla finita, non sono affari tuoi e comunque che cosa
vuoi festeggiare? Ti ricordo che tu l’esame non l’hai nemmeno
passato!” ribattè Karol
mettendo a tacere la curiosa.
Sanae e Karol=
span> si
guardarono un attimo capendosi al volo. Sanae le fece
un cenno per farle capire che le era grata per il suo
intervento, senza il quale la curiosità di Kristine
sicuramente non sarebbe stata rapidamente placata.
Dal canto suo Karol
sorrise in modo impercettibile alla bella orientale:
nemmeno lei sapeva esattamente chi Sanae dovesse
incontrare, ma da quello che l’amica le aveva detto qualche giorno prima,
si trattava di una persona che lei conosceva da tempo e che era stata
fondamentale in un momento buio della sua vita. Karol non le aveva
chiesto altre spiegazioni, non era sua abitudine impicciarsi degli
affari altrui. Sarebbe stata Sanae a parlarle,
se e
quando se la fosse sentita. Si era molto affezionata a
lei in quei mesi; le era venuto quasi spontaneo con quella ragazza straniera,
che all’età di vent’anni aveva
abbandonato il suo paese per andare dall’altra parte del mondo a
costruirsi una nuova vita. La prima volta che aveva visto
Sanae in Università era
rimasta colpita oltre che dalla sua bellezza semplice anche dai suoi occhi:
due
profondi occhi nocciola, che all’apparenza erano scintillanti ma,
osservando più nel profondo, sembravano nascondere un passato lontano,
un passato molto triste. Raccogliendo borsa e libri Sanae si alzò, salutando
con un cenno della mano le amiche e si avviò verso casa, pronta ad
affrontare l’indomani un altro importante esame: rivedere colui che per
lei aveva fatto così tanto e dal quale lei, quasi due anni prima, si
era
allontanata, senza dare nessuna spiegazione.