Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Shona    13/04/2010    19 recensioni
I lunghi capelli rossi mi impedivano di vederne il volto e la barba lasciata crescere lo faceva somigliare ad un vecchio eremita. L’unica cosa che riuscii a notare furono le sue mani grandi e dalle lunghe dita bianche, se non mi avessero detto che era un pianista lo avrei potuto notare benissimo da sola.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Carissimiiiii! Ma quanti bei commentini che mi avete lasciato! *Me very very happy!* Sono più happy di un happy hippo! *O*

Vabbè basta cazzate XD

Che dire... Edward ha lasciato un fiume di lacrime dietro di se! E per il passato di Bella... be dai vi farò attende poco! Il prossimo capitolo sarà rivelatore!

Sappiate che amo particolarmente questo capitolo. Non c'è un perchè, è semplicemente così! Mi è piaciuto scriverlo e mi sono divertita ad immaginare ogni scena come se fossi anche io li con loro!

Perciò basta parlare e... Buona Lettura!

PS: SPOILER!

Risposte alle recensioni

ada90thebest: la vita è dura... per loro forse un pò di più in questa storia e, magari... chissà forse hai ragione tu =P

harrytat: Come ho detto un po' di righe sopra... il prossimo chap vi renderà tutto più chiaro ù.ù

Fuffy91: Grazie per la tua bella recensione! Mi hai fatto sorridere di cuore! X3

grepattz e Giova71: Purtroppo la mente umana è geneticamente tarata male, alcuni di più altri meno. Hannabel ha ben visto di essere un'egoista totale privando Edward della loro futura famiglia.

Goten: Biscottina mia <3 Io sono sempre felice degli aggiornamenti delle tue lo sai... perciò muoviti a scrivere! è___é (XD)

chi61: Grazie! Non posso dire altro se non questo! Sono lieta che il mio semplice stile ti piaccia! Non sono mai stata prolissa, infatti sono molto sintetica nel parlare (come puoi ben vedere dalle risposte ai commenti XD) o nel descrivere luoghi persone e città XD


plubuffy: Giusy <3 Ormai ti ho intrappolato nelle spire delle mie parole! Mahuahuahuahua! ù-ù

Piano

Capitolo 4

Non mi ha chiesto niente. Non ha domandato nulla a riguardo. Si è limitato a starmi accanto carezzandomi i capelli mentre nuove lacrime mi riempivano gli occhi.

Sono riuscita ad entrare in camera sua pochi giorni dopo.

Mi sono messa le mani nei capelli non appena le finestre si sono aperte e ho potuto vedere tutto quello che c’era nella stanza.

I pentagrammi avevano lasciato posto ad un disastro nucleare.

Sono ancora indecisa sulla causa del caos che regnava in quella camera. Una bomba? Un tifone? Un terremoto? Uno tsunami? Sicuramente è stata colpa di un disastro naturale tutto quel casino!


Edward mi sta accanto rosso come un pomodoro maturo e si tortura i capelli nervosamente.

<< Tu vuoi farmi intendere che hai vissuto in questo… qui da quanto tempo? >> Armata di un sacco per la sporcizia mi avvicino alla scrivania iniziando a buttare scatole del cinese e lattine vuote.

<< Ehm… beh non saprei… quando lavoro perdo la cognizione del tempo. >> Vicino al letto tira via le coperte e le lenzuola sporche.

Mi avvicino a lui liberando il comodino da un portacenere pieno di mozziconi, alcuni finiti anche per terra.

<< Ma fumi? >> Svuoto i mozziconi nel sacco nero guardandolo mentre litiga con il cuscino e la federa.

<< Ho smesso. >> Liberato il primo cuscino passa all’altro.

<< Da quanto? >> Lo aiuto a togliere le federe anche agli altri cuscini del letto.

Da quello che posso vedere dormirebbe per terra con duemila cuscini come un maharaja .

<< Mhmm… qualche mese. Non avevo voglia di andarle a ricomprare. >> Butta le federe sporche nel mucchio con le lenzuola.

Io sono rimasta un momento basita.

<< Questo vuol dire che sono mesi che nessuno pulisce questa stanza. >> Il cuscino mi cade dalle mani finendo a terra e alzando un po’ di polvere.

<< Beh… ho aperto le finestre qualche giorno fa! >>

<< Edward… >> Mi guarda con una faccia innocente come se fosse la prima volta che entra in questa stanza.

<< Vai a prendere una tanica di benzina e un accendino. Non c’è altra soluzione. >> Esco di camera lasciandolo basito con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

Mi riaffaccio alla porta trovandolo ancora fermo come l’ho lasciato.

<< Stavo scherzando… più o meno. Vado a prendere l’aspirapolvere. >> Mi avvio verso le scale ma il rumore della porta che si chiude e della chiave che gira nella toppa mi fanno correre verso la camera di Edward.

Batto i pugni alla porta urlandogli di aprire.

<< Non entrerai mai più qua dentro! Non ti permetterò di mandarmi a fuoco due anni di lavoro! >>

<< Edward, per l’amor del cielo apri immediatamente questa porta o giuro che chiamo Emmett e la faccio sfondare! >>

<< No! >> Peggio di un bambino ostinato!

<< Ti prometto che non mando a fuoco niente, ma ora fammi entrare o giuro che ti lascio morire di fame chiuso dentro quel porcile! >> Continuo a bussare finché la serratura non scatta e la porta si apre di un soffio.

<< Non lo faresti davvero. >> Vedo solo un occhio verde e un ciuffo di capelli ramati, il resto è nascosto.

<< Oh si che lo faccio! >> In posizione “piccolo generale”, come ho visto fare spesso alla piccola Alice, mi paro davanti a lui con la faccia “cattiva” che usavo quando i fratelli Brandon non mi lasciavano lavorare.

<< Ma non puoi! >> Apre la porta con un broncio adorabile in viso.

<< Se mi fai pulire dopo ti faccio la torta. >> Uomini…

<< Al cioccolato?>> Basta…

<< Al cioccolato. >> Prenderli per la gola!

Il suo solito sorriso gli piega le labbra dandomi il via libero al suo regno del caos.


Da allora è passato diverso tempo. Giorni, settimane, mesi.

Ora pranziamo, ceniamo e facciamo colazione insieme, sempre più spesso accompagnati da Alice e da Emmett lieti di rivedere loro cugino tornato a vivere fuori dalla sua stanza.

Non so se sia effettivamente il suo lavoro ad averlo tenuto rinchiuso o se sia colpa del dolore provato nella perdita di suo figlio. Mi ha spiegato che l’unica cosa che è riuscito a sentire per la sua ex compagna dopo quello che ha fatto è solo disprezzo e tristezza.

Non ha più avuto contatti con lei e si è buttato sul suo lavoro anima e corpo.

Ho anche scoperto quando prova le sue composizioni. Di notte.

Mentre io dormo profondamente lui, in sala, suona per ore.

Come ho fatto a non accorgermene per tutto questo tempo? Le pareti delle stanze sono per la maggior parte insonorizzate.

È stato un puro caso che io l’abbia scoperto. Una notte sono scesa in cucina per prepararmi una camomilla visto che non riuscivo a dormire e sono rimasta incantata nel sentirlo suonare. Mi sono seduta sul divano e l’ho ascoltato per tutta la notte suonare e sistemare le sue composizioni.

Quando l’alba si stava ormai avvicinando, ha coperto i tasti col coperchio e si è stiracchiato le braccia. Senza fare rumore ha spostato lo sgabello e si è voltato verso di me rimanendo di sasso.

Le sue guance si sono arrossate ed ha iniziato a balbettare come un bimbo sorpreso con le mani nel barattolo di marmellata.

<< Trovo che l’ultima sia la più bella di tutte. >> Sorridendo mi sono alzata e sono tornata in camera per dormire qualche ora prima di ricominciare con la solita routine.

Sempre più spesso mi ritrovo in sala, nel tardo pomeriggio, a sentirlo suonare mentre mi leggo un libro o rammendo qualche vestito.

Da quando l’ho sorpreso quella notte non si è fatto molti problemi ad esercitarsi con me nei paraggi.

Adesso, ad esempio, il dolce suono del suo pianoforte mi accompagna mentre taglio le verdure per la cena.

La musica scompare e me lo immagino con una mano scompigliarsi i capelli rossi tagliati da poco e la matita che scrive e cancella note.

È incredibile la velocità col quale i suoi capelli crescano in breve tempo.

Più di una volta mi ha chiesto di aiutarlo a sistemarsi “la massa informe”, come la chiama lui, che si ritrova in testa.

<< Non mi piacciono le melanzane. >> Salto letteralmente sul posto facendo cadere il coltello a terra.

La voce non più sussurrata ma limpida mi fa spaventare come ogni volta.

Da quando ci siamo conosciuti è cambiato in maniera impressionante. Piccole cose che nell’insieme però sono tanto.

<< Oh per l’amor del cielo Edward! Non potresti fare un po’ di rumore quando mi vieni alle spalle? Sarò costretta a metterti un campanello come ai gatti. >> Lo minaccio con un dito mentre lui sghignazza e ruba un pezzo di peperone.

<< Ti rovini la cena se mangi prima. >> Si gira dandomi le spalle e facendomi il verso.

<< Edward! >> Arrotolo lo strofinaccio con cui mi pulisco le mani e lo faccio schioccare contro la sua gamba.

<< Ahi! >> Si massaggia la coscia guardandomi con occhi sorpresi e divertiti.

<< Potresti, ma solo se non ti è di disturbo, comportarti come un adulto e smetterla di fare il bambino? >> Arrotolo di nuovo lo strofinaccio minacciandolo.

<< Tu continua così e io chiamo il telefono azzurro! >> Scappa in salotto ridacchiando e io torno alla mia torta salata.

<< E comunque le melanzane non mi piacciono davvero! >> Con un urlo degno di una cantante lirica e l’espressione da psicopatica alla “Shining” mi volto verso Edward che silenzioso come un gatto mi è tornato alle spalle e mi ha afferrato per i fianchi facendomi spaventare a dovere.

Ho il cuore che batte a mille per la paura.

<< Ti diverte così tanto spaventarmi? >> Imbronciata incrocio le braccia sotto al seno.

<< Immensamente. >> Sorride col suo sorriso strano, che negli ultimi tempi è diventato davvero stupendo tanto da illuminargli anche gli occhi.

Le sue mani sono ancora sui miei fianchi, calde e sicure accarezzano la morbida lana del maglione che indosso.

Non siamo mai stati così vicini e la cosa mi imbarazza e mi metto un po’ a disagio.

Non ho mai mentito a me stessa e ho sempre ammesso che Edward sia un bellissimo uomo, ma non sarebbe etico da parte mia lasciarmi andare a questi pensieri da adolescente.

Eppure è così dannatamente bello. Non ha più l’aspetto trascurato di settembre, ora le sue guance sono piene e le occhiaie sotto agli occhi sono praticamente scomparse. La barba, che stamani non ha fatto, gli da un’aria tremendamente sexy, così come il sorriso che ancora gli piega le labbra e gli occhi accesi di divertimento.

Mi sento le guance andare a fuoco. Da quanto non vengo toccata da un uomo, che non sia solo un saluto o un abbraccio fraterno?

Per fortuna il campanello suona salvandomi da questa situazione imbarazzante.

Mi affretto a fuggire dalla sua presa e ad aprire la porta.

Se mai avessi saputo chi avrei trovato sull’uscio non mi sarei mai mossa dalla stretta di Edward.

   
 
Leggi le 19 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Shona