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Autore: KikiWhiteFly    13/04/2010    2 recensioni
Raccolta RyouIchigo (Alcune flash saranno Au).
Era divenuto per lei come le tracce sulla neve, non si staccavano dal suolo e continuavano a stamparsi sopra il terreno, incondizionatamente. Sì, presto o tardi sarebbero scomparse, ma nessuno avrebbe potuto cancellare il loro passaggio.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La danza dell'amore




Morirei cento volte piuttosto di rinunciare a questa dolcissima unione con te. Chiunque tu sia, io ti amo, ti adoro come la mia anima, ti preferisco persino a Cupido”

La favola di Eros e Psiche – Apuleio.





Quel giorno i lampi e i tuoni sembravano dover lottare contro il caffè Mew Mew, il campo da battaglia prediletto era l'astuto cielo che, con clemenza, aveva concesso loro quel favore. Al caffè c'era stato un improvviso black out, così come in tutta la provincia di Tokyo. Tutti si erano preoccupati, per quanto Zakuro, Mint e le altre cercassero di calmare gli animi turbolenti dei clienti, questi si erano agitati e adesso correvano a destra e a manca. Dall'altra parte dell'edificio c'erano poche persone, che stavano già provvedendo ai bisogni dei clienti e ai propri.

Ichigo prese un lume dalla credenza – per fortuna Keiichiro conservava quegli oggetti per ogni genere di evenienza – accendendolo; tremava come un pulcino la ragazza, piuttosto intimorita dall'oscurità. Ebbene quella era sempre stata la sua più grande paura, non vedere i tratti reali delle cose la metteva in agitazione. Ryou si accorse di questo suo atteggiamento – criptico come sempre, quel ragazzo – e decise di mettere alla prova la sua percezione visiva.

«Bhu»

Sibilò, facendola scattare. Dopodiché Ryou ridacchiò a bassa voce, mormorandole qualcosa in tono scherzoso. Adorava quando le sue guance si gonfiavano, fino a divenire due palloncini rossi e pieni, le sopracciglia si trasformavano in due cipigli severi, austeri, che sembravano ribollire di rabbia.

«Sei veramente insopportabile, Shirogane!»

Mormorò, inviperita. Ryou non le prestò troppa attenzione – forse troppo occupato a fantasticare sui contorni reali e irreali del suo viso, appena illuminato dalla pallida luce di una candela ormai consumata – e si defilò velocemente con una scusa qualsiasi. Ichigo allora rimase da sola e realizzò solo in quel momento quanto avesse fatto male a non seguirlo, in quanto adesso tutta la paura che prima sembrava essersi smaterializzata di colpo, l'aveva colpita nuovamente. «Ryou? Ryou?» proferì, ma fu solo il silenzio a risponderle.

Poi, improvvisamente, anche il piccolo bagliore del lume morì e adesso Ichigo reggeva tra le dita tremanti una candela inutilizzabile, sentiva perfino la cera scottare sulle nocche e accostarsi malevola alla sua pelle, come una sanguisuga. Un moto di terrore la investì quando sentì due mani cingerle il collo, in modo poco galante. «Chi sei?» riuscì solo a dire, ma le due mani agirono autonomamente sul suo corpo.

A quel punto Ichigo non riuscì più a fermarle, poiché, di chiunque fossero – Ryou? Keiichiro? Masaya... O chi altri? – e, soprattutto, le labbra, non riusciva più ad agire di propria ragione e a fermare lo sconosciuto. Il suddetto individuo, di cui evidentemente non meritava di conoscere il nome, bloccò il suo corpo con una presa felina, sentiva le labbra premute contro il suo ventre e, piano ma sensualmente, scavavano sempre più in basso, fino all'inguine. Trovarsi denudata dei propri vestiti, costretta e ostacolata dal buio le sembravano una pena troppo crudele; eppure chiunque indugiasse le proprie labbra in zone così remote che mai aveva mostrato ad altri, doveva essere qualcuno che l'amava immensamente. Ichigo si sentì venire ancora meno quando l'individuo infilò due dita laddove nessuno si era mai azzardato ad entrare, quasi quel luogo fosse un tabù. Cacciò un urlo a vuoto, qualcosa di nuovo e incommensurabile parvero nascere in lei e, quasi sospinta da una forza sconosciuta, scavalcò il sottile pudore che fino ad allora le aveva impedito di compiere qualsiasi movimento. Baciò l'uomo, sentì tra le proprie dita i suoi soffici capelli e ne stimò la sofficità; i contorni del suo viso erano eleganti, raffinati, così come il suo viso, un'autentica opera d'arte. Ichigo in quel momento abbandonò il raziocinio e diede al cuore tutta la sua anima, trasportandola direttamente sulle labbra del giovane. Lo amò, perlomeno fisicamente, caracollò sopra il suo corpo e a quel punto non le importò più niente, chiunque egli fosse, perché per farle nascere tali e impetuose emozioni doveva esserci qualcosa di più forte del semplice desiderio pulsionale, attrattiva per qualsiasi essere umano.

«Dimmi almeno una cosa: potrò mai sapere chi sei?»

Il viso del ragazzo parve chinarsi verso il basso, le sue mani non compiettero più quelle azioni meccaniche così inclini alla seduzione, parve titubante e intimorito. Le carezzò dolcemente la pelle poi timbrò un bacio dal sapore malinconico sulla sua spalla, facendola fremere.

Ichigo non lo sapeva, ma aveva appena trovato l'amore... E l'amore aveva appena trovato lei. Ryou, il suo bellissimo angelo dalle labbra tentatrici, si sarebbe presto rivelato alla luce del sole.



~





Note:

E qui riterrei doveroso alzare il rating, *_*. La mia natura lemon ahimè prende il sopravvento talvolta, dal momento che è anche il mio genere prediletto *_*. Non ho molto da spiegare, a parte che mi posso fatta trasportare dalla citazione dell'opera di Apuleio che io giudico semplicemente divina... Indi per cui, non poteva che venirne fuori una lemon romantica.

Grazie a tutti coloro che hanno letto, oltre ovviamente a chi ha commentato :). Scusatemi ma non posso ringraziarvi singolarmente, spero che presto mi ritorni l'adsl – ahimè sono senza linea internet in questo periodo, accedo dalle biblioteche – a presto, Kiki :3.

   
 
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