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Autore: CherryBomb_    13/04/2010    3 recensioni
[Il ritratto di Dorian Gray] E se Dorian non avesse pugnalato il quadro uccidendosi e fosse vissuto fino ai giorni nostri??? Cosa sarebbe successo se sotto un falso nome si fosse trasferito in una città italiana, incontrando Chiara e volendo fare solo sesso con lei?? E se lei avesse cominciato ad indagare??? Cosa sarebbe successo??
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Che l'indagine abbia inizio
Chia POV
 
Si, lo sapevo, sembravo una pazza che non si era ancora fatta una ragione di essere stata usata e buttata come una pezza, ma non era colpa mia se ero perennemente curiosa. Se non avessi letto quella lettera, quel giorno di una settimana fa non ci avrei nemmeno fatto caso e me ne sarei fatta una ragione, mi sarei incazzata altamente, ma me ne sarei fatta una ragione. 
Invece, siccome quella lettera l’avevo letta, eccomi lì, davanti al computer, a fissare il logo di Google.
Volevo cercare “Hubbard spedizioni”, ma non avevo il coraggio.
Dovevo farlo. Se volevo scoprire cosa quello stronzo nascondesse, dovevo farlo.
Scrissi “Hubbard spedizioni” nella barra della ricerca.
Niente. Non c’erano risultati su “Hubbard spedizioni”.
Ma in compenso c’era un “Hubbard Corniciaio dal 1896.”
Aprii per curiosità la pagina.
Lo sfondo sembrava antico, tipo le vecchie pergamene.
Lessi un po’ la storia di questo “Hubbard Corniciaio”.
Era un lavoro di famiglia che ormai si  tramandava da…….mmmmm… tre generazioni? Si, più o meno. O no? Va be, qualcosa del genere.
A quanto pare il bis bis bis nonno di questo signore che ci lavora dentro adesso, aveva fondato questa piccola azienda di famiglia.
Spostavano anche quadri a Londra e dintorni, lo facevano anche al di fuori dell’Inghilterra, ma solo se i quadri partivano o avevano destinazione Londra, se no, non se ne faceva niente.
Si, va be. Potevo girare pagina. Non mi interessava di questo corniciaio che stava portando avanti la piccola azienda di famiglia. Tanto di cappello, né, ma chi portava avanti il lavoro del proprio bis bis bis nonno? Doveva davvero essere onorato di questa cosa.
Avevo chiuso la pagina.
Avevo spento il computer e me ne tornai giù a guardare la televisione insieme a mia sorella.
Stavamo guardando un telefilm, non lo stavo seguendo molto, in quell’ultima settimana non seguivo molto quello che facevo, pensavo sempre a lui, Enrico. Mi sentivo patetica quando lo pensavo, ma non riuscivo a farne a meno.
Fu in quel momento che mi accorsi di una cosa.
Corsi in camera mia e accesi il computer.
Cercai “Hubbard corniciaio”.
Il primo sito disponibile era quello che avevo visitato poco tempo prima.
Allora, stavo cominciando a trovare una pista.
Il signor Hubbard era un corniciaio che spostava quadri da Londra a fuori e viceversa. Da quanto avevo letto nella lettera, Enrico si era fatto consegnare un quadro che non doveva vedere assolutamente nessuno. Dato che questo signor Hubbard faceva solo consegne da Londra ad un altro paese, Enrico era stato a Londra.
Mmmmm. Londra. Signor Hubbard.
Avevo già sentito quel nome, ma dove?
Ma no impossibile, non conoscevo nessuno che abitasse a Londra, forse in qualche libro, ma anche se fosse stato, sarebbe stata solo una coincidenza.
Spensi il computer e tornai a guardare il telefilm.
Signor Hubbard. Signor Hubbard. Hubbard. Dorian. Dorian. Hubbard. Dorian.
Perché quei due nomi insieme mi suonavano bene? Come se li avessi già sentiti.
 
 
 
 
Il giorno dopo, stavo facendo una passeggiata, avevo bisogno di muovermi, di uscire da casa.
E casualmente mi accorsi di essere nella via di Enrico.
Dovevo tornare indietro.
Cominciai a sentire delle voci.
Cazzo, mi serviva un nascondiglio.
A pochi passi da me c’era un cespuglio.
Mi nascosi li dietro.
E le due voci si fecero sempre più vicine.
Ad un certo punto vidi arrivare Enrico con una ragazza.
Da quando avevamo fatto l’amore insieme, Enrico era andato a letto con altre 7 ragazze, cioè 7 erano quelle che sapevo, poi potrebbe benissimo essersene scopate altre.
Ogni volta che lo vedevo con una ragazza diversa, qualcosa in me si strappava. Mi ero innamorata di lui, del classico stronzo, che ne ha una diversa a giorno e che non si fa problemi a farsi vedere in giro, ma non pensava a quello che poteva pensare la gente?
A quanto pare non gli interessava e faceva bene.
Li vidi fare la strada ed entrare nel suo cancello.
Avrei dovuto tornare indietro sui miei passi e tornare a casa da dove ero venuta, ma per andare a casa e fare meno strada, dovevo passare davanti alla casa di Enrico.
Mi incamminai, provando a vedere che nessuno mi guardasse mentre uscivo dal mio nascondiglio momentaneo.
Cercai di camminare tranquillamente, nel modo più naturale possibile.
Ma con la coda dell’occhio vidi qualcosa che attirò la mia attenzione.
Un incisione sulle colonne del cancello.
Mi avvicinai e lessi “Villa Doriana 1866.”
Sull’altra colonna, nascosta da un po’ di rampicanti, c’era una frase che diceva “Colui che vende l’anima, avrà per sempre la sua vita tra le mani.”
Mi aveva spaventato quella frase.
Allora, dovevo ricordarmi “Villa Doriana 1866” e la frase.
Be, non era poi così difficile.
Erano le 5 di pomeriggio.
Potevo andare in biblioteca a fare un salto, a vedere se trovavo qualcosa.
 
 
 
Presi la prima filo che andava verso la biblioteca, non avevo tempo di tornare a casa e prendere la macchina.
Dovevo fiondarmi.
Mi sentivo tanto un agente investigativo, sulle tracce di qualcuno, peccato che non mi pagassero. -.-
Va be, erano dettagli.
Scegli di corsa alla fermata più vicina alla biblioteca.
Entrai correndo, arrivai al banco dove c’era la bibliotecaria.
E per fortuna, era Marika, la conoscevo, mi avrebbe fatto entrare nell’archivio storico, avrei potuto sapere di più.
Mi guardò sorridendo.
-Chia, stai bene?- mi chiese con un sorriso gentile sulle labbra.
-Benissimo, grazie. Tu?- le chiesi con il fiatone.
-Bene, grazie. Ti serve aiuto?
-Ehm, sì. Per la verità, si. E mi serve un aiuto enorme.
-Se posso ti aiuto.
-Dovrei entrare negli archivi storici. Devo trovare delle informazioni su una villa in Via Roma e mi servono delle informazioni che sono contenute solo lì dentro.
-Sai che dovresti avere un permesso per entrare.
-Si, lo so. Ma devo entrarci. Mi servono quelle informazioni.
-Qual è la villa?
-Villa Doriana. Vorrei sapere chi l’avesse fatta costruire, chi ci vivesse, vorrei sapere le discendenze della famiglia. Cose simili.
-Ti faccio entrare, ma occhio. Se entra qualcuno o se ti vuole controllare qualcuno, questo è il passy. – disse passandomi una piccola targhetta plastificata, legata ad un filo. – intanto che sei giù, cercherò di procurarmi il permesso. Sai come muoverti laggiù, vero?- Non era la prima volta che entravo nell’archivio storico della città, era la seconda, forse la terza volta che ci entravo. Ci ero entrata sempre per una delle mie tante curiosità, quando mi mettevo in testa che dovevo scoprire qualcosa, io lo scoprivo, in un modo o nell’altro e ormai Marika sapeva che io avevo le mie fissazioni e che se non fossi entrate con le buone, avrei trovato un altro modo per entrare.
-Sì, tranquilla. Grazie mille.
Attraversai tutta la biblioteca e raggiunsi la porta che portava agli archivi sotterranei.
Erano bui e l’odore di chiuso era insopportabile, ma piano piano ci avrei fatto l’abitudine.
Allora, da dove potevo cominciare?
Tutte quelle carte erano divise per anno, di qualsiasi tipo esse fossero.
Andai nella zona edilizia.
Cercai 1866.
C’erano 4 faldoni pieni di case costruite in quel periodo.
Da quanto avevo potuto notare, in quell’anno vennero costruite un sacco di case e di ville. Mi aspettava una lunga serata.
Cominciai a sfogliare carte su carte.
Dopo non so quanto tempo, finii il primo faldone, dopo un’altra ora, immaginavo, finii il secondo.
Incominciai il terzo. Sperando che fosse quello buono.
Avevo già guardato più di metà del faldone.
Finché non lessi “Villa Doriana”.
Feci un piccolo sorriso di vittoria.
Cominciai a leggere.
Villa Doriana. Inizio della costruzione nel marzo 1866, terminata nel settembre del 1866 su richiesta di Lady Doriana Devereux, vedova del marito Lord Wetter.” La parte che mi interessava era solo quella, tutto il resto erano carte burocratiche che non mi interessavano.
Andai negli archivi dell’anagrafe.
Sotto in quel luogo sperduto, vi era l’anagrafe di tutta la cittadina dal 1700 fino al 1900, dal quell’anno in poi tutte le carte sono contenute nell’archivio in comune, pensando che alcune persone potrebbero essere ancora vive.
Andai allo scaffale riguardante la D.
Per trovare il faldone che conteneva il cognome ci mise appena mezz’ora.
Sfogliai velocemente, finché non mi soffermai sul cognome Devereux.
L’avevo trovato.
Lady Doriana Devereux, trasferita in questo paesino sperduto, da Londra, nel settembre del 1866, a seguito della costruzione della sua villa, in Via Roma. Fece costruire la casa con i soldi del marito, ormai morto. Decise di vivere in Italia, perché aveva parenti e amici in questo paese e le piaceva particolarmente il paesaggio di quella città.
Aveva una figlia Lady Margaret Devereux, ancora una bambina che ormai stava crescendo.
Questo era quello che avevano scritto in quell’anno.
Venne aggiornata la cartella nel 1904.
La figlia Lady Margaret Devereux ebbe un figlio da Lord Gray e si trasferirono con Lady Doriana Devereux nella villa in Via Roma.
Nacque un maschio Dorian Gray.
Oddio, in quella casa ci era vissuto Dorian Gray.
Colui che aveva venduto l’anima e che possedeva una bellezza innata. Quindi, Dorian Gray era esistito davvero, non era una leggenda, non era la storia di uno stupido scrittore.
Oppure, era solo un caso di omonimia o ancora, Oscar Wilde, aveva solo conosciuto questo ragazzo e ne aveva tratto una storia, magari era eccessivamente bello e ne era stato affascinato.
Venne aggiornata nuovamente nel 1907.
Lady Margaret Devereux e il marito Lord Gray morirono in causa ancora ignote e Lady Doriana Devereux morì pochi mesi dopo di un malessere, lasciando così il piccolo Dorian solo e venne affidato ad un tutore, non ancora conosciuto, che lo fece tornare a Londra con lui e lo fece vivere nella villa di famiglia a Londra.
Pochi anni dopo dalla morte di Lady Devereux venne letto il testamento: Dorian era l’unico erede di tutto il patrimonio di famiglia e delle varie ville sparse per il mondo.
Una domanda mi sorgeva spontanea, ma quanti soldi avevano? In un certo senso poverino, era rimasto solo a soli 3 anni, non aveva né il papà, né la mamma, né la nonna, ma quanti soldi si era ritrovato? E quante ville?
Mi riconcentrai e andai avanti a leggere.
La villa in Via Roma, dalla partenza di Dorian, rimase inabitata.
Fino ad oggi a quanto pare.
Adesso, ci abitava Enrico.
A proposito, albero genealogico.
Data aggiornamento 1977, data di morte di Dorian.
C’erano i bis nonni.
Cercai tra tutti quei nomi Lady Doriana Devereux.
Dovevo partire da lei.
La trovai.
Lady Doriana Devereux, sposata con Lord Wetter, insieme ebbero una figlia Lady Margaret Devereux, sposata con Lord Gray ed ebbero un unico figlio Dorian, che a quanto pare da questo pezzo di carta non aveva avuto figli.
Come aveva fatto la villa ad arrivare ad Enrico?
Poteva essere un lontano parente, ma come faceva ad esserlo?
Dorian non aveva avuto figli e quindi, la generazione dei Gray non era andata avanti.
C’era qualcosa che non andava.
Da quanto dicevano in quelle carte, Dorian era morto nel 1977, aveva vissuto 70 anni, ma non si era mai fatto una famiglia, com’era possibile? Se era così bello, come lo descrisse Wilde, perché non si era mai sposato??
-Chia, devo chiudere.- era Marika che era venuta a chiamarmi.
-Sono già le otto?- le chiesi stupita di essere rimasta chiusa lì sotto così a lungo.
-Per la verità sono le nove. Hai trovato quello che cercavi?
-si, diciamo di sì. Mi è stato molto d’aiuto però.
Misi a posto i faldoni e le carte e tornai in superficie.
Uscii dalla biblioteca, salutai Marika e me ne tornai a casa.
Non appena il cellulare riprese ad avere linea, venni sommersa da messaggi. Tutti che mi avevano cercato.
In quel momento suonò il telefono.
-Pronto?
-Chiara. Dove sei?-era la voce di mio papà, era davvero arrabbiato.
-Ero in biblioteca a fare una ricerca. Scusa, dovevo avvisare, ma ho deciso di andarci all’ultimo minuto e mi sono persa via.
-ok, vengo a prenderti.- abbassò notevolmente la voce.
Sarebbe arrivato di lì a 10 minuti.
Non riuscivo a spiegarmi come Enrico avesse potuto vivere in quella villa, cioè, non la affittavano, era assolutamente proprietà privata.
Arrivò mio papà.
-Scusa, davvero. Non volevo farvi preoccupare. – dissi io cercando di fare la faccia d’angelo che mi riusciva tanto bene.
-No, davvero. Tranquilla. Eravamo solo preoccupati.
-Scusa, davvero.
Ci fu un po’ di silenzio.
-E quel ragazzo?- ruppe il silenzio lui. speravo che non stesse parlando di Enrico, da quel giorno che era entrato in casa mentre ci baciavamo non ne avevamo più parlato e soprattutto dopo un giorno non lo aveva neanche più visto, mi sembrava strano che non mi avesse ancora chiesto niente. Ma a quanto pare era arrivato il momento.
-Quale ragazzo?-  feci finta di niente.
-Enrico Marconi.- Cazzo, si ricordava anche il cognome, brutto segno.
-Basta,è finita.
-E come mai?
-Non lo so, non andavamo molto d’accordo.
-Non ci hai fatto niente insieme, vero?
-No, certo che no.- mi fermai appena in tempo, la voce mi si stava incrinando.
Arrivammo a casa e non parlammo più.
Eravamo tutti insieme a tavola, io, mio papà, mia mamma e mia sorella. Stavamo mangiando, anzi, stavano, perché io non stavo mangiando, stavo giocando con il cibo.
Stavo pensando a “Villa Doriana”.
Avrei potuto chiedere al mio profe di lettere, forse lui sapeva qualcosa di più di quegli archivi, anche se mi erano stati utilissimi.
Il giorno dopo, gli avrei chiesto ogni cosa, di parlarmi di Dorian, delle leggende che circolavano, di quello che pensa lui. Volevo assolutamente sapere tutto.
Avrei ripreso anche il libro. Lo avrei riletto.
 
 
 
 
 Ciao a tutte. Eccomi con un nuovo capitolo. Da adesso Chiara comincierà ad ingadare, il suo professore le sarà molto d'aiuto. Che ne pensate?? Ringrazio davvero tutte quelle che seguono la storia, che ci hanno dato solo un'occhiata.
Ringrazio quelle che hanno inserito la storia tra le seguite e le preferite, davvero grazie.
Passerò prompi balle, ma esorto sempre a lasciare una recensione, anche se volete dirmi di darmi all'ippica. Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, ve ne sarei davvero grata.
Rispondo all'unico angelo che continua a recensire:
clakki94: Davvero grazie mille per le tue recensioni, mi fa sempre molto piacere leggerle e poi non fai pensieri sconclusionati anzi, mi piace sapere cosa pensano quelli che leggono, le loro domande e le loro conclusioni. E leggere le tue recensioni è sempre un piacere. Ahahahah non è detto che tu ti sbagli, forse si è allontanato perchè ha paura di legarsi o forse no, chi lo sa. XD Davvero il mio modo di scrivere è migliorato? Bene dai, sono felice che a forza di scrivere capitoli il mio modo di scrivere migliora (come minimo in questo capitolo è peggiorato ahahahahaha Cosa ne pensi di questo capitolo? Forse un pò noioso a causa della ricerca che lei decide di fare e soprattutto per tutta la storia di Dorian. Bah, non so, ero indecisa su questo capitolo. Fammi sapere che ne pensi. A presto. Un bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

Percorsi il corridoio non sapendo dove andare, cosa fare, cosa pensare.
Finché non me lo trovai davanti.
Enrico in tutta la sua altezza e bellezza.
Mi guardò, ma non mi rivolse la parola.
Ci guardammo, senza parlare.
Ero ancora scioccata da quello che aveva appena detto il profe e vederlo in quel momento mi aveva reso ancora più confusa.
Ed in quel momento mi venne in mente la frase del libro dove veniva descritto Dorian “Certo, era meravigliosamente bello, con quelle sue labbra scarlatte dalla curva delicata, quei suoi occhi azzurri pieni di freschezza, quei suoi capelli d'oro ondulati. Nel suo volto c'era qualcosa che ispirava fiducia a prima vista. Si sentiva che si era conservato immune dalle porcherie del mondo.

Spero di avervi incuriosito al prossimo capitolo ^^

   
 
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