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Autore: Kobato    13/04/2010    13 recensioni
Storia ambientata ai giorni nostri: Rin, una diciassettenne vispa, dolce e solare, vive felicemente con sua sorella maggiore Kagome a casa del ragazzo di quest'ultima: Inuyasha. Tuttavia poichè Kagome ed Inuyasha devono andare a studiare all'estero, negli USA, la ragazza sarà costretta a trasferirsi (costretta dai due) per andare a vivere a casa del fratellastro di Inuyasha... Purtroppo, però, la convivenza con il glaciale ma altrettanto affascinante Sesshomaru non sarà affatto facile! (Spero possa piacervi! ^-^ Vi auguro buona lettura!)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kobato è risorta una settimana dopo Pasqua ed anche più XD
Scusate il ritardo ma causa-traslochi e tutto il resto… beh hanno influito su questo enorme e stratosferico ritardo. Che dirvi? Spero che vi piaccia e grazie per il vostro continuo supporto! Arigatougozaimasu!!!
Scusate ancora il ritardo ^-^”

@marrion: mi hai mandato un sacco di mail e devo dire che è anche grazie a te che mi sono data una svelta XD Grazie ^-^ Spero che l’aver atteso tanto questo capitolo te lo faccia godere un po’ di più XD Un bacione!
@Marie16: tutti vorremmo un Sesshomaru-crocerossina… vabbè XD ci acconentiamo! XD Spero ti piacerà questo nuovo chappy! ^-^
@blu rose: grazie per i complimenti!!! Contentissima che ti piaccia! ^-^ Un kiss grosso grosso!
@lirinuccia: ed ecco qui l’altra spinta che mi ha fatta andare avanti e decidere di finire questo benedetto capitolo! XD Se non ci fossi stata tu!!! Eccomi qui e scusa il ritardo! Grazie ancora per esserti preoccupata per me! ^-^ Spero ti piacerà questo chappy!
@mew paddy: dunque… i tuoi complimenti mi fanno sciogliere XD grazie grazie grazie e comunque per quanto riguarda la musica anche io ce l’ho, però non suonata al piano e la sento molto anche io XD appresso ad altre 2 canzoni che la prossima volta ti darò il link XD Ispirazioni di musica, eh? XD
@samirina: grazie x i complimenti! Grazie davvero per essere immancabile, come al solito XD spero ti piaccia questo chappy!
@celina: sì Rin è così ottusa che sta iniziando a dare fastidio anche a me XD comunque questo chappy è incentrato su altro, ma il prossimo… beh ti svelo che l’ottusità di Rin avrà finalmente fine XD
@smile: waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!! La mia onee-chan!!!!! No purtroppo non sono di Napoli ma sono anch’io del Sud (di puglia XD). Comunque… mi spiace di aver fatto così ritardo e che stavi demoralizzata T-T Ho avuto tanto da fare… Spero di risentirti presto e spero che ti piaccia anche questo chappy e che se sei ancora in questo stato (ma onestamente non credo ^-^”) ti tiri su di morale! ^-^
@mikamey: ma va! L’importante è che ci sei sempre e come al solito, immancabile! Grazie mika! Sempre mitica come al solito XD grazie del tuo continuo appoggio, scusa il ritardo e spero che questo capitolino ti piaccia ^-^
@sara: non importa quanto sia lunga. Grazie della tua recensione ^-^ grazie infinite!!! Spero che questo chappy ti piaccia! Un bacione grosso grosso! ^-^
@elenasama: il mio prima possibile è stato un fallimento totale. Spero di non dover essere così ritardataria la prossima volta, ma per ora non dovrebbero esserci in programma altri traslochi XD (mai dire mai U.U) sono contenta ti sia piaciuta la mia storia e spero continuerà a piacerti! Un bacione!
@oneechankitzune: beh che dire? Tu sei colei che mi ha messa un gradino in alto alto, quando chissà se lo merito XD tutta la fiducia che hai in me mi mette in agitazione! Sono davvero contentissima e non so se meritarla o meno! So solo che te ne sono immensamente grata! ^-^ Spero che questo chappy sia di tuo gradimento! Un bacione! ^-^

Vi auguro dunque buona lettura! ^-^


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I cinguettii degli uccelli si fanno sempre più insistenti… Sempre di più, sempre di più, sempre di più, fin quando, nervosamente, non mi costringono ad aprire un po’ gli occhi.
Per mia fortuna le tapparelle sono chiuse e la luce del sole è appena percettibile, la stanza è quasi completamente al buio. Ciò mi permette di aprire gli occhi del tutto e di fare il resoconto della situazione.
Mi ci vuole qualche secondo in più, ma riesco a muovere le gambe sotto le coperte, indi faccio per darmi una spinta sia con esse che con il bacino per mettermi seduta sul letto, appoggiando la schiena allo schienale.
Ecco che riprende il mal di testa. Possibile che non mi sia ancora passato?!?
Mi tocco la fronte e mi massaggio le tempie. In questo modo realizzo che la mia fronte non è molto calda, ma neanche troppo fredda. Sarò sui 36,8°, massimo 37°.
Sarà stata anche la cosa più disgustosa che abbia mai mangiato (dopo il miso e i takoyaki cucinati da Inuyasha quando Kagome-onee-chan aveva fatto tardi e non aveva potuto preparare la cena), ma l’erba medicinale che mi ha dato Sesshomaru-san è stata efficace.
A proposito… Mi guardo intorno: la stanza è vuota e la sedia su cui sedeva ieri sera Sesshomaru-san non c’è più.
Che sia stato solo un sogno? Non è che mi sono sognata tutto?  In effetti… che Sesshomaru-san sia stato tanto disposto a sedersi accanto a me e a darmi dei medicinali, come farebbe una perfetta mamma-chioccia-balia, mi risulta alquanto surreale.
Però è stato abbastanza realistico come sogno… Ho sentito anche quel saporaccio in bocca! E poi…
Mi blocco per un istante e, senza pensarci troppo, apro il palmo della mano ed incomincio a fissarlo senza distogliere lo sguardo da esso.
E’ la mano che mi ha preso Sesshomaru-san… è la mano con cui l’ho toccato e l’ho sentito per la prima volta davvero vicino a me…
Quella sensazione di calore, di felicità… Era davvero tutto un sogno?
Faccio per portarmi la mano vicino la guancia e prendo a sfregarmela con essa.
Mi blocco nuovamente e spalanco gli occhi, incredula.
Ma questo… è…
Allora… non è stato un sogno?!
Porto l’indice e il medio, uniti, sotto il naso e incomincio ad odorarmi le dita.
Non ci sono dubbi… Lo riconoscerei tra miliardi di odori… Questo è il profumo di Sesshomaru-san!
Allora mi ha davvero tenuto la mano! Non sono una povera pazza che, presa dallo squilibrio mentale che le ha comportato la febbre, si è fatta fantasie al di là di ogni immaginazione!
Sono normale!!!!
… No, okay… questo non posso proprio dirlo…
Tornano a noi e a questioni un po’ più serie… Sesshomaru-san se n’è andato… Beh, non che mi aspettassi che rimasse tutto il tempo con me, però…
Dove sarà andato? E’ periodo festivo, non c’è più nessuno in giro, se non per fare quattro passi!
E’ andato a farsi una passeggiata? Mhh… Sarò io, ma non ce lo vedo a camminare tranquillamente in mezzo a tanti esseri umani, come se niente fosse e magari prendersi un gelato o fare una corsetta nel parco per perdere tempo.
Ah, già! Ora che ci penso me lo aveva accennato; non ricordo esattamente quando, ma mi aveva detto che avrebbe lavorato tutti i giorni festivi.
Che diamine! Non si ferma mai! Capisco che le parole “stanchezza”  e “feste di Natale” non fanno parte del suo vocabolario, ma… Santa Luminosa… persino Inuyasha certe volte si sente stanco e figurati se studia durante le feste di Natale! Beh… è anche vero che non studia neanche i giorni che dovrebbe… ma questa è un’altra storia…
Ora che ci penso (mmm… sto pensando più del solito ultimamente, o è solo una mia impressione?) è da parecchio tempo che non pulisco, faccio il bucato, o mi occupo di faccende domestiche…
La casa sarà sicuramente così sporca che troverò addirittura dei topi a cibarsi del divano del salotto e, perché no, anche del tappeto persiano!
Mi do, senza pensarci più di tanto, un buffetto sulla testa, aumentando così a dismisura il mio mal di testa: è assodato, sono scema. Ma, a prescindere da questa cosa risaputa, l’ho fatto perché sto senz’altro mischiando le mie fervide fantasie l’una con l’altra.
Da quando ho incominciato a vivere da Sesshomaru-san non ho mai visto la casa in disordine o sporca. E quando dico mai, intendo dire MAI!!! E con MAI intendo anche quando, per un qualsiasi motivo, non potevo pulire tutti i giorni, o per qualche giorno di seguito.
Certo, sui mobili la polvere si annida, ma se non vado a vedere con la lente d’ingrandimento non direi mai, entrando in questa casa, benché sia enorme e paragonabile ad una reggia, che sia sporca… e figuriamoci, poi, disordinata! E’ l’ordine in persona!
Già… ma che pulisco a fare? Quasi quasi è pure inutile!
Stavo mischiando l’ordine di Sesshomaru-san con la fetenzia di Inuyasha! Il ché non so come sia possibile… =.=  La febbre deve farmi proprio un brutto effetto.
Ricordo solo che quando Kagome-onee-chan aveva un corso speciale ed era il giorno delle pulizie, non poté farle; neanche io potetti farle, perché avevo le lezioni supplementari, e quando tornammo entrambe a casa, la sera tardi… beh, che dire? Mancavano solo i maiali e la casa poteva definirsi un bel porcile. Ah, no, sbagliato! Il maiale c’era, ed era seduto sul divano con la pancia all’aria e con una birra in mano a guardare la partita di baseball alla tv (Homer Simpson style): Inuyasha!
Tanti giornali a terra, sparsi sul pavimento, birra e snack sparsi ovunque, formaggio fuso sul soffitto e sul lampadario di cristallo (non so come ci sia finito lassù e non ho il minimo interesse nel scoprirlo!).  Insomma… un vero letamaio!
Ed era stato da solo per sole 9 ore!!! Non voglio immaginare se l’avessimo lasciato da solo per più di un giorno… L’avremmo visto al telegiornale: casa diventata una fattoria in meno di 24 ore! Signori, un nuovo guinness dei primati!!!
Mmm… Come sono arrivata alla sozzeria di Inuyasha? Ah, sì, giusto, per il fatto che non pulisco casa da un po’…
E’ un po’ malinconico stare nella propria stanza per tanto tempo… Mi manca il salone e il divano del salone dove mangio la mia adorata nutella!!!
Ah!!! La nutella! E’ da tanto che non la mangio! Mhh… Il mio stomaco brontola! Devo proprio mangiarne un po’. Ne ho una voglia matta!
Sai che faccio? Ora mi alzo, scendo le scale e vado a mangiarmi la nutella!
Rin Higurashi pronta all’azione!
Ahi… Che mal di testa! Ok… forse non poi così tanto pronta, in fin dei conti…
Con uno sforzo che non mi è indifferente, faccio per spostare le gambe da sotto la coperta in giù e i miei piedi cercano furtivamente e velocemente le pantofole, per non rischiare di toccare il freddo pavimento, e, con brividi che mi percorrerebbero la schiena, farmi salire la febbre, o peggiorare la mia situazione.
Ed ecco che, dopo un grandissimo sforzo, riesco a mettermi in piedi.
Barcollo.
Sono costretta ad appoggiarmi alla ringhiera del letto per non cadere all’indietro. Sono ridotta davvero così male?
Continuo a rimanere ferma, in piedi, ancora per un po’, cercando di riabituarmi a stare in piedi e a riprendere l’equilibrio che, evidentemente, è andato a farsi benedire. Indi mi decido a muovermi, tenendomi sempre ben salda o ad un mobile, o alle pareti. Ho la netta sensazione che se non mi mantenessi a qualcosa, cadrei inesorabilmente come un salame.
Waaaah! Mi sta venendo più fame, pensando a roba da mangiare! Devo sbrigarmi e raggiungere la cucina!!!
Forza!
E con tanta forza di volontà, ed eguale brontolio di pancia esco finalmente dalla mia stanza e incomincio a percorrere, pian piano, il lungo corridoio, appoggiandomi alla parete. Ed ecco che giungiamo alla cosa più difficile: LE SCALE!!!
Bene… Se fino ad ora ciò che mi ha spinto fin qua è stata la mia forza di volontà e la fortuna, adesso mi ci vorrà un vero e proprio miracolo per scendere sana e salva senza capitombolare giù come una palla.
Santa Luminosa, potresti attivarti un attimino? So che hai molto da fare e che sei andata a litigare col centro della Vodafone perché ti hanno scalato ingiustamente un euro dal traffico telefonico, ma ti prego… Se ci tieni a me (e so che non ci tieni), aiutami!!!
Ti prometto che se lo fai, non solo ti risarcisco di quell’euro, ma ti abbono ad alice e ti regalo la chiavetta USB per usare internet! Conveniente, eh?
Deglutisco… e il mio stomaco brontola ancora di più.
Ho capito, ho capito! Adesso scendo! Ma poi è colpa tua se non torno vivo! Peggio per te, che non potrai più assaggiare la nutella e il bentou preparato da Kohaku-kun!
Certo che sono veramente disperata, eh? Sto parlando al mio stomaco e non solo! Ci sto pure litigando… Certo che la pazzia è proprio brutta…
Deglutisco nuovamente e dopo aver pregato e detto l’atto di dolore per almeno una decina di volte (non si sa mai… se muoio, almeno Kami-sama mi accetta in paradiso), decido di scendere: mi aggrappo con tutte le forze al poggia-mano. Inutile dire che scendo un gradino alla volta e che ci impiego circa 20 secondi per ogni gradino. In un minuto scendo 3 scalini, tanto per rendere l’idea… Quindi ci impiego circa 10 minuti per raggiungere con calma e sana e salva il pian terreno.
Non ho mai adorato questo pavimento tanto quanto ora. È che troverei sicuramente qualche difficoltà a rimettermi in piedi, altrimenti mi metterei in ginocchio e lo bacerei una decina di volte.  Mi limito a mandargli un bacio volante e a ringraziare con occhi sbrilluccicosi e pucciosi (*-*) Kami-sama e Santa Luminosa a cui, prima o poi, sicuramente dedicherò una statua, dopo che tornerà dal litigio con la Vodafone.
Mi sento tutta traballante e non so come diamine mantenermi in piedi ora che è finito il poggia-mano, ma fortunatamente mi trovo vicino al porta-ombrelli e noto che proprio lì dentro c’è quell’ombrello enorme di Sesshomaru-san… Ombrello? Ma che dico? È un ombrellone! Anzi… è un vero e proprio tendone da circo! Se lo apro sono sicura che ci trovo i clown, la donna-cannone e i cavalli con le piume in testa! Quel diavolo di ombrello-da-circo è così grande che se lo portassi con me un giorno in cui io e tutti quelli della mia classe volessimo fare una gita, e stesse piovendo, potrei ospitarli tutti sotto il mio! Okay… Non lo devo aprire, ma è giusto per rendere l’idea! Che diamine ci farà Sesshomaru-san con un coso del genere? Allestisce uno spettacolino di marionette quando piove?
Mi faccio quattro risate… Anche sei, a dir il vero, ma decido di tornare seria subito dopo e di asciugarmi le lacrime per le troppe risa. Prendo l’ombrello-da-circo che è alto circa un metro e un pacchetto di fruittella messo in verticale; dopodiché, mantenendomi su di esso come una povera nonnetta, o peggio, come Mary Poppins, decido di avviarmi verso il mobiletto del salone dove ho deciso di tenere le mie riserve di nutella, dato che ho il piacere e l’onore di vivere sotto lo stesso tetto del signor IoSonoUnRicconeSfondatoMaNonPossiedoNeancheLaPiùMiserabileDelleCucineEsistentiSullaFacciaDelPianetaAncheSoloPerArredamento!
Una volta presa la mia adorata a mancata nutella, la apro e con uno sforzo non indifferente prendo anche il cucchiaino con cui cibarmene *-*  Mhhh… Mi sembro tanto un vampiro che non vede ombra di sangue da qualche millennio… O.O Sono assetata di nutella! Ora spunta fuori Edward di Twilight e andiamo a braccetto!
Bah…
Barcollo ancora, ma non me ne preoccupo più di tanto. La mia attuale irresponsabilità è pari a quella di un coniglio che si vede trascinato in una teglia da forno… In poche parole: A  DIR POCO STRATOSFERICA!!!
Cooooomunque… Dopo essermi appoggiata con le gambe al bracciolo del divano del salone, incomincio con la prima cucchiaiata… la seconda… la terza… la quarta… la quinta…
Insomma, per farla breve, nel giro di 10 minuti, del barattolo ci è rimasto solo l’involucro.
Sono una bestia famelica? Sì, signor giudice, ne sono consapevole e non trovo obiezioni. So di esserlo e ne vado fiera! Viva le nutellineeeeeeeeeeee!
Prima regola del club delle nutelline: “se hai un barattolo di nutella sotto il naso (o meglio dire, in prossimità della bocca) … ripuliscilo come farebbe solo una lavastoviglie supportata dalla mitica pastiglia “Finish power”!” E ricorda: la tua lingua non è da meno di una gettata d’acqua!”
Okay… Andrei denunciata alla C.D.P.D.R.U.N.C.N.L.F.G (Congrega dei pazzi da ricoverare ulteriormente nel caso non lo fossero già), ne sono sempre più convinta!

Woooooh…

Muaaaaaaaaah……

Gyabooooh….

No, non sono impazzita. Sì, cioè… Beh, lo sappiamo già, che sono pazza di mio e impazzire ulteriormente vorrebbe dire non essere in grado di mettere assieme una frase di senso compiuto, no?
Wah… Lasciamo stare…
C’è da sapere solo che sto letteralmente morendo di mal di stomaco… Mi sa che mi serve un po’ d’acqua a limone per digerire…
La mia golosità mi porterà all’altro mondo… e, se il peccato di gola (me l’hanno insegnato i gelati magnum!) ti fa andare veramente all’inferno, ah beh… allora il mio biglietto è già stato prenotato…E se vedi bene bene, sono in cima alla lista!
Giusto perché non so cos’altro fare per divertirmi, decido di barcollare come “ercolino sempre in piedi” fino al mobile bar dove Sesshomaru-san tiene tutti i suoi wisky e dove io, innocentemente, ho fatto infiltrare la mia bottiglietta di acqua, limone e zucchero. Se noti attentamente, vedi che è anche vestito da 007! Ma quant’è figo: là ha la cipria-radio-trasmittente; lì alla cintura c’ha il rossetto-laser e lì ancora il razzo propulsore a forma di fiorellino… No, aspetta! Ma questo è stile Totally Spies! Altro che 007! Maledette veline in tuta sexy! Mi rovinate l’atmosfera!!! Non solo a “striscia la notizia”, “ciao darwin” e chi ne ha più ne metta, ma anche qui, davanti a me! Vi denuncerò per tentata seduzione del sesso opposto, sporcaccione che non siete altre!
Perché mi sento tanto come una vecchietta che ciarla e ciarla contro ragazze bellissime che le sfilano davanti? Ah boh… La febbre mi fa veramente brutti effetti…
Finalmente ho in mano la mia bottiglietta e incomincio a tracannare acqua e limone che mi fa aggrottare la fronte in una smorfia di disgusto: mi aiuterà anche a digerire, ma fa veramente schiiiiiiifo!!! Troppo aspro il limone!
Sto per fare un pensiero profondo su questo sapore quando mi distrae, un suono acuto e squillante:
DRRRIIIIIIIIIIIIIIIIN  DRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIN DRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Oh, mamma mia… Che è successo? L’allarme antincendio? Mi devo preparare, mettere in fila o cose del genere? Oh, ma qui non siamo a scuola ed ora che ci penso non le facciamo neanche a scuola le prove antincendio!
Decido di andare a rispondere al telefono, dopo un iniziale smarrimento dovuto SENZ’ALTRO alla febbre. Okay che sono scema, normalmente, ma c’è un limite anche all’essere scemi…
Mi avvicino al mobiletto dove vi è disposto sopra il cordless e rispondo: “Pronto?”
“P… Pronto?” , mi risponde con tono insicuro e dubbioso la voce dall’altra parte della cornetta.  È la voce di un uomo.  “Casa Taisho?”
“Sì, questa è casa Taisho. Desidera?”
“Ecco… Veramente… Cercavo Taisho-sama, ma suppongo non ci sia, dato che ha risposto lei, no?”
“Come…?”
“Sì, insomma. Lei è la donna di servizio, no?”
Ehhhhh???? Abito con lui da circa cinque mesi per essere riconosciuta come “donna di servizio”?!? Ma stiamo uscendo di testa qui?!?
“Veramente io sarei Rin, la ragazza di cui Sesshomaru-sama si sta prendendo cura. Attualmente lui è il mio tutore” , spiattello, quasi per vantarmene. Lo chiamo anche per nome, giusto per indicargli che ho confidenza con lui! (che poi voglio sapere di quale confidenza sto parlando e va bene… è un altro conto…)
“Oh… Non ne sapevo niente! Mi perdoni!” , si scusa, con tono mortificato.
“Si figuri, si figuri. Però… Potrei sapere con chi sto parlando?” . E’ giusto a livello informativo, eh! Da piccola mi hanno sempre detto di non parlare con gli sconosciuti!
“Sono il vice-presidente della ditta di ascensori Miyazaka. Oggi avevamo un incontro con Taisho-sama, tuttavia lui non si è presentato… Pensavamo che potesse essergli capitato qualcosa, così abbiamo deciso di chiamarlo a casa…”
“Oh, sì, ha fatto bene, ma… Se devo dirle proprio tutto il vero, Sesshomaru-sama non c’era quando mi sono svegliata e non so proprio dove lui possa essere finito…” .
Non si è presentato all’incontro con quelli della ditta di ascensori? Possibile? Che cosa gli sarà successo?!? Possibile che abbia avuto un incidente?!?
Scuoto la testa con veemenza. No, non è assolutamente possibile. Magari avrà trovato un ingorgo per strada e starà facendo tardi… Sì! Sarà sicuramente così!
“Ehm… Signor Miyazaka?”
“Sì, Rin-san?”
“Posso chiederle a che ora avete l’incontro?”
“Oh, beh… Avevamo stabilito di incontrarci più o meno verso le undici”
“Le undici?!?” . Guardo il mio orologio e spalanco gli occhi. “Ma è quasi l’una!”
“Già… E’ in ritardo di due ore. Ecco perché stavamo iniziando a preoccuparci. Non abbiamo neanche ricevuto sue notizie, quindi…”
Ora sì che sto incominciando a preoccuparmi anch’io! Un ritardo di quasi due ore non può certo essere provocato da un ingorgo stradale, a meno che non sia venuto un principe indiano in sella ad un elefante in viaggio qui a Kyoto e abbia intasato il traffico! Eppure, Sesshomru-san pur di non perdere tempo, di quel povero elefante ne avrebbe fatto degli involtini primavera e si sarebbe messo di nuovo in viaggio. Far aspettare così tanto dei possibili collaboratori finanziari… non è da lui.
“Ha assolutamente ragione” , riprendo io, cercando di non farmi prendere dal panico. “Ora lo chiamo al cellulare. Dovrei avere il suo numero nell’agenda, al piano di sopra. Se resta in linea un momento, corro subito a prenderlo e do anche a lei il suo numero di cellulare, nel caso volesse rintracciarlo”
“Gliene sarei immensamente grato, Rin-san. Grazie di tutto”
“Si figuri. Non è niente. Rimanga in linea, mi raccomando” . Dico così, ma ora che sono in prossimità delle scale, mi spetta una vera e propria impresa! Altro che “niente”! Se prima la febbre e il mal di testa si stavano attenuando, ora sono punto e da capo, anzi… mi sento ancora su di giri. Forse è la preoccupazione unita alla febbre che mi fa quest’effetto. Faccio per salire il primo scalino aggrappandomi al poggia-mano con tutta la forza che ho in corpo. Salgo anche il secondo, e dopo un bel po’ anche il terzo. Com’è che mi sembra così difficile? Ho la vista offuscata e mi sto sentendo accaldata. Alzare la prossima gamba per salire il seguente scalino mi sta sembrando la cosa più impossibile da fare per me. Anche il respiro mi si sta facendo affannoso… Mi gira la testa… Non riesco più a mantenere l’equilibrio, nonostante mi stia impegnando così tanto per mantenermi al poggia-mano… Che dovrei fare? Sento che sto per cadere all’indietro. Le gambe e gli arti non me li sento più…
Aiuto… Non riesco a trovare la forza neanche di pararmi la testa con le braccia. Se continua così la batterò in pieno per terra e potrei farmi seriamente male…
Oddio, aiutami…
Chiudo gli occhi, non sapendo cos’altro fare e…
… e stranamente da pesante che mi sentivo, fluttuante nell’aria, a peso morto, mi sento avvolgere da delle braccia possenti e sicure e tenere ben stretta ad un petto caldo e muscoloso.
Avendo gli occhi socchiusi ed essendo di spalle, non riesco ben ad identificarlo, ma il suo profumo mi fa realizzare che si tratta di lui: di Sesshomaru-san.
“Rin-san?! Rin-san? Pronto? C’è ancora in linea? Rin-san?” , chiede la voce al telefono, che ormai è caduto per terra, generando un profondo e assordante tonfo.
Miyazaki-san… Vorrei tanto risponderle, però… Non ho la forza neanche di mantenermi in piedi… Cosa dovrei fare?
Ad un tratto, sento che Sesshomaru-san, dietro di me, si sta piegando e con la coda nell’occhio noto che ha allungato il braccio in direzione del telefono per terra e ora, dopo averlo preso in mano, lo sta portando vicino l’orecchio.
“Miyazaki-san” , risponde lui, con tono sicuro e atono, come al solito. “Sono io” , si limita a dire.
“Taisho-sama! Siete voi?” , sento ribattere, dall’altra parte della cornetta.
“Sì”
“Eravamo preoccupati. Avete fatto ritardo e cos…”
“Ritengo che l’incontro debba essere spostato”
“C-Come?!”
Eh? Spostato? L’incontro? Perché?
“Incontrarci oggi, per me, risulterebbe davvero problematico”
“Ma… Ma avevamo stabilito proprio avantieri…”
“Non mi ha sentito?” , lo interrompe Sesshomaru-san, con tono autoritario e di chi vuole imporre ciò che vuole a tutti i costi. “Sono impossibilitato a venire all’incontro”
All’inizio, il silenzio più assoluto. Stavo incominciando a pensare che Miyazaka-san fosse morto d’infarto per il timore che Sesshomaru-san potesse ucciderlo, se l’avesse contrariato ulteriormente, ma dopo un po’ i miei dubbi si dissolsero, poiché riprese, con voce tremante: “C-C-Come volete voi… Allora, aspettiamo una vostra chiamata”
“Vi ricontatterò io, sicuramente” . Dopodiché, senza troppe cerimonie, chiude la chiamata e lascia il cordless sul mobile in prossimità delle scale.
Che razza di impegno potrà mai avere per rifiutare un incontro? E, poi, a quel modo… Miyazaka-san e gli altri della ditta lo stavano aspettando da tanto tempo e lui non solo non si è scusato per il ritardo, ma lo ha addirittura trattato così freddamente! C’è un limite alla sua insolenza?
Domanda davvero idiota… Certo che no…
“Ses…sho…maru…sama…” , accenno, tra un affanno e l’altro. Vorrei dire di più, vorrei anche riprenderlo per come si è comportato. Vorrei dirgli un sacco di cose, ma non ci riesco. Mi sento… Mi sento così dannatamente debole.
Improvvisamente, sento che mi sta avvolgendo la spalla con un solo braccio e, dopo avermi riunito le gambe, ha portato l’altro sotto le ginocchia, in modo da sollevarmi facilmente. Mi ha presa in braccio. Di nuovo…
“Mi stai dando un sacco di problemi, Rin” , mi rimprovera con tono percettibilmente adirato. “Perché sei scesa dal letto?”
Vorrei rispondergli, ma non ci riesco. La febbre è salita così tanto che anche solo aprir bocca, ora come ora, mi è davvero impossibile.
“Io…” , cerco di farmi forza ed azzardare. “Io… Io…” . Niente, non ci riesco. Decido di stare zitta. Per quanto mi possa sforzare, non sarò mai abbastanza in grado di mettere assieme una frase di senso compiuto e per di più ad esprimerla. Mi sento peggio di un invalida…
E lui, Sesshomaru-san, non si preoccupa di sentire la mia risposta, né di cercarla lui stesso. Questo dimostra che l’ha chiesto giusto per chiederlo, o solo per capire cosa mi ha spinto a recargli ancora una volta tutto questo fastidio.
Nel giro di qualche minuto sono di nuovo nella mia stanza, e Sesshomaru-san mi mette nel letto e mi rimbocca le coperte.
Io tengo gli occhi chiusi, non riesco ad aprirli. Dipenderà sicuramente anche questo dall’alta febbre.
Mi sento poggiare la sua fredda mano sulla fronte: un sollievo per la mia pelle bollente, in quel momento.
“Sei proprio una sciocca” , mi rimprovera ancora una volta. “Non ti sei riguardata e la febbre ti è salita nuovamente”
Ha ragione, è vero, però… No, ha ragione davvero lui. Non posso ribattere. Sono solo stata egoista e superficiale.
“Quella medicina ti avrebbe fatto guarire entro stasera, se non ti fossi sforzata. Sei un’irresponsabile, oltre che un’idiota”
Ormai dovrei esserci abituata, ma le parole di Sesshomaru-san mi fanno davvero male… In questo momento, poi…ancora di più.
“Mi… spiace…” , cerco di scusarmi, sempre con gli occhi chiusi.
Il respiro continua a farsi sempre più affannoso e il mal di testa è così forte che non riesco più a pensare lucidamente… Mi sento ancora più debole. Sento che sto per perdere i sensi…
L’ultima cosa che ricordo di aver udito sono i passi veloci di Sesshomaru-san che uscivano ed entravano dalla mia stanza. Uscivano ed entravano… Uscivano ed entravano… Uscivano ed entravano tante, tantissime volte.

Quando riapro gli occhi, il mio sguardo si concentra per qualche secondo sul soffitto. Sono ancora un po’ intontita, tanto da non accorgermi di niente e di nessuno.
A volte mi chiedo se davvero sia molto normale… O forse è solo colpa della febbre. O forse anche quest’ultima è una disperata convinzione che cerco d’insinuare nella mia mente per non sentirmi ancora più stupida di quello che già credo d’essere…
“E’ così interessante osservare il soffitto?” , mi chiede una voce al mio fianco. Giro istintivamente il capo, senza alzarlo dal cuscino, verso la mia sinistra e non posso fare a meno di spalancare gli occhi: Sesshomaru-san è di nuovo lì, seduto su quella sedia, a leggere un libro, con le gambe accavallate e ora, intento a fissare me.
Proprio come l’altra volta. Proprio come ieri. Sono così intontita che non mi sono accorta che è di nuovo pomeriggio inoltrato, quasi sera, e che c’è di nuovo quel lumino acceso. E’ proprio tutto identico all’altra volta. Che sia un sogno?
“Sesshomaru-sama?” , chiedo io, con gli occhi leggermente socchiusi, come se ancora adesso mi stessi svegliando. “Ma… Come…?”
“Se ti sei svegliata, ne deduco che la febbre sarà scesa” , mi interrompe lui, chiudendo il libro che stava precedentemente leggendo e appoggiandoselo sulle gambe.
Annuisco pian piano. “Sicuramente sto meglio di prima” , affermo sorridendogli.
Per constatare se la febbre mi sia davvero scesa, faccio per portarmi una mano sulla fronte, ma, con mia grande sorpresa, avverto un qualcosa di freddo e umido sotto le dita. Non riuscendo a realizzare immediatamente di cosa si tratta, decido di mettermi un po’ seduta e mi levo quel qualcosa che si è depositato sulla mia fronte.

Incredibile: un fazzoletto imbevuto con dell’acqua fresca.
Faccio per guardare Sesshomaru-san che non ha smesso di fissarmi e noto che proprio sul comodino vi è una piccola bacinella riempita con dell’acqua, fino all’orlo.
Non è possibile… Mi rifiuto di crederlo… Forse sto davvero sognando…
“Che c’è, adesso?” , mi domanda all’improvviso lui, incrociando il mio sguardo, stupito e nel contempo perplesso. “Che hai visto di strano?”
“Voi… Mi avete messo questo fazzoletto sulla fronte?” , chiedo io, porgendogli il fazzoletto per mostrarglielo, quasi come se non lo conoscesse.
Lui esita un secondo a rispondere, senza, però, distogliere lo sguardo da me. I suoi magnifico occhi ambrati non mi abbandonano per un solo secondo, finché non si decide a ribattere: “Non è così fate voi umani, per far scendere la febbre?”
“Eh? Oh… beh…”
“Allora non si fa così?” , mi domanda insistentemente, cercando di ottenere a tutti i costi una risposta (a mio avviso, positiva). Perché lui non è che non può sbagliare… lui non deve  sbagliare!!!
“Sì! Sì, sì, certo… Si fa così…” , lo assecondo, ancora un po’ titubante.
“E allora si può sapere perché hai quell’espressione stranita sul volto?”
Rimango un po’ in silenzio, stringendo il panno tra le mani e abbassando la testa. Il cuore mi sta battendo all’impazzata. Riesco a percepirlo.
“Non mi colpisce tanto come l’abbia fatto, quanto il fatto che l’abbia fatto… che mi abbia curata…” , vorrei dirgli, ma non riesco a capire perché, non ci riesco e mi limito a scuotere la testa, rispondendo: “No, no, niente”
Mi ignora, come al suo solito e mi prende dalle mani il fazzoletto ancora umido. Si sente che l’aveva bagnato da poco. Questo sta a significare che è stato al mio fianco per non poco tempo, giusto?
“Era impossibile che avessi sbagliato, dato che ho chiesto ad un esperto medico come ci si dovesse comportare in tale situazione”, mi chiarisce lui.
“Un esperto medico?” , chiedo io, un po’ esitante.
“E’ un mio vecchio cliente. Uno sporco mezzo-demone, ma ricco. Molto ricco. Inoltre, un medico ben affermato”.
Ha chiesto ad un esperto medico il metodo di aiutarmi? Davvero ha fatto questo…
“…per me?” , mi lascio sfuggire, a bassa voce. “Lo avete fatto per me?”
Lui fa per guardarmi e fulminarmi con lo sguardo. Quel solito sguardo freddo e distaccato.  Dopodiché, immergendo nuovamente il fazzoletto in acqua e inumidendolo ben bene, esordisce: “Chi è qui la debole malata che mi sta causando così tanti fastidi?”
Rimango con la bocca socchiusa e gli occhi un po’ spalancati.
“Tienilo bene a mente: sto facendo tutto questo unicamente perché se continui ad essere così debole, non potrai essermi di alcun aiuto. Ed una schiava inutile come sei tu, in queste condizioni, non mi interessa” , mi spiega. “Non farti strane idee, umana” .
Sono ancora un po’ sorpresa, ma…
“Pfff…” , non riesco a trattenere delle piccole e sommesse risa. “Ahahah” , incomincio a ridere tra i colpetti di tosse.
“Che ci trovi di così divertente?” , mi fulmina lui, con sguardo freddo e tono austero.
“Eheh… Niente, Sesshomaru-sama… Niente di niente… Eheh” , cerco di farmi ragione io, non riuscendo a non sorridere. Logicamente si capisce lontano un miglio che sto dicendo una fesseria, perché non è umanamente o “normalmente” possibile che qualcuno si metta  ridere senza un motivo preciso…
Ed in questo caso… (solo in questo caso) io ce l’ho una ragione: stavo semplicemente pensando al fatto che quello di prima era il suo modo per dire che lo stava facendo per me e che, molto probabilmente era preoccupato. Per natura, Sesshomaru-san non direbbe mai che era in ansia per me ed ha cercato di aiutarmi, ma… riesco facilmente a capire quando dice l’esatto opposto di ciò che pensa… Come? Beh, incomincia a chiamarmi “umana”. Umana di qua, umana di là… Di solito, negli ultimi tre-quattro mesi mi ha chiamata sempre Rin e – l’ho notato – usa l’espressione “umana”, solo quando vuole evidenziare o a me, o anche a se stesso il distacco che c’è tra di noi. Quasi per ricordarsi il distacco che deve, secondo lui, esserci tra di noi. Ma, ormai, l’ho capito. Dopo il tutto il tempo ad osservarlo, qualcosa devo pur averla intesa della persona che amo, no?
Evidentemente tutti quei risolini devono aver messo sottosforzo i polmoni, che ora mi stanno mandando colpi di tosse a non finire.
“Cough, cough, cough” , tossisco, mettendomi una mano davanti la bocca, come vuole la buona educazione.
Lui, allora, fa per avvicinarsi ancora di più a me e per spingermi a stendermi sotto le coperte rimettendomi sulla fronte il fazzoletto nuovamente imbevuto d’acqua fredda.
“Smettila di ridere e scherzare” , mi riprende, con tono severo. “Non sei ancora in condizioni di farlo”
Gli do ascolto. Mi accuccio sotto le coperte con aria contenta ed incomincio a fissarlo con aria persistente. E così mi viene in mente una cosa.
“Ah… Sesshomaru-sama!” , lo richiamo.
Lui si volta dalla mia parte, senza dire niente, ed aspettando che sia io a continuare. Di fatti proseguo: “E con Miyazaki-san? Com’è andata a finire? Avete spostato l’incontro, vero?!”
E lui, come al solito, distogliendo lo sguardo da me, fa per alzarsi dalla sedia. “Non è cosa che ti riguarda”
“L’ho sentito io! L’ho sentito! L’avete spostato! Ma non credete di essere stato un po’ troppo duro con lui e con gli altri? Infondo vi stavano aspettando da tanto e…”
“Se ho spostato l’incontro, vuol dire che avevo cose più urgenti a cui pensare” , m’interrompe lui, cercando di impormi la sua risposta.
“Del tipo?” , insisto io.
“Non sono cose che ti riguardano” . ‘N’altra volta? E bastaaaaaaa! Questa risposta la cestino! Non mi va più bene!
“Quali cose sono più urgenti di un incontro con una ditta così importante? Come mai è venuta prima per voi questa cosa così urgente, rispetto a quell’incontro?”
Sesshomaru-san rimane fisso sulla soglia della porta a guardarmi. Il suo sguardo ambrato e felino mi penetra. Dopodiché noto un lieve, quasi impercettibile (ma c’è stato… ne sono sicura!) sorrisetto che è sparito dopo quasi un secondo dal suo bel viso.
“Già…” , azzarda, mettendosi una mano in tasca, dandomi le spalle ed uscendo dalla mia stanza. “Me lo chiedo anche io… ancora adesso… ”
Mh? Eh? Come? Ma che diamine vorrà dire? E che cavolo di risposta sarebbe quella?!? Non vuol dire niente! Assolutamente niente!
Cioè… Non che voglia dire, ma… Ha rifiutato l’incontro con quella importantissima ditta per… per un’urgenza, giusto? Ha detto così, no? Ma quale diamine è questa urgenza? Adesso non è a casa, con me malata, che mi sta accudendo come mamma-chiocchia? E allora dov’è tutta questa urgen…
Aspetta un momento.
Replay: ‘Adesso… è a casa, con me malata, che mi sta accudendo… e non a fare quella cosa urgente…’  =  ELABORAZIONI DATI DELLA MENTE DI RIN… IN CORSO…
17%
45%... 78%... 89%...
CARICAMENTO DEI DATI FALLITO: VERIFICARE SE IL CERVELLO E’ CONNESSO DEL TUTTO E CORRETTAMENTE.
EFFETTUATO CONTROLLO: 19%... 36%... 49%... 64/… 82%... 95%... 100%!



Possibile che l’urgenza fosse che io non stavo bene e che si volesse occupare di me?

Ahahahahahahahahahahahahahahahahahahah! Questa sì che è buona!!! E’ proprio buona!!!! Ahahahahahahahahahahaha! Devo andare a ‘la sai l’ultima?’!!! Vincerei il primo premio solo con questa!
Però… Davvero, ora che ci penso: quale altra urgenza può esserci? Sesshomaru-san è stato tutto il tempo qui, ad occuparsi di me e a leggere quel libro…
Ah, ora si spiega tutto: l’urgenza era di sicuro leggere quel libro. Dato che quell’ammucchio di fogli di carta sporchi d’inchiostro è sicuramente più importante di me per lui. E avrebbe rinunciato al suo appuntamento per un libro?
Mmm… E’ vero che da lui ci si può aspettare di tutto… ma questo è troppo anche per una fervida immaginazione…
Può davvero essere che l’urgenza sia stata io? C’è una possibilità su 100 che possa essere così… ma una possibilità c’è sempre!
E cosa più importante: dove diamine sarà andato adesso Sesshomaru-san?!? Non è che è andato a fare quella cosa urgente? Magari comincia ora l’urgenza…
Se n’è andato? Ma io non ho sentito il motore della macchina…
Faccio per ascoltare ma non sento nessun rumore. Allora 2 sono le cose: o è silenzioso come una mosca ed anche peggio (perché almeno la mosca ronza e senti il suo tremendo e fastidiosissimo versaccio), o non c’è traccia di lui in casa ed ha smammato.
Rimango ancora in silenzio a pensarci su. Mi sento un po’ triste in effetti ed anche un po’ malinconica.
Mi ha lasciata sola? Di nuovo…? Nonostante stia così male…? E’ pur vero che se ha un urgenza per cui non è andato all’incontro di stamani, è giusto che ci vada, ma… proprio ora che avevo incominciato a credere l’avesse fatto per me…
Sono troppo idealista… Credo ancora nelle favole… Certo che sono proprio stupida, eh?
Proprio una grande, grandissima idiot…
Tap… Tap… Tap…
Mh? Cosa…? Ma questi sono… passi, o sbaglio? Sbaglio, vero? Non è possibile che…
Ed infatti è così… Difficile a crederlo, ma… Sesshomaru-san è ancora qui, non se n’è andato! Scorgo i suoi lucenti e lunghissimi capelli color dell’argento da sulla soglia della porta.
Allora è assodato, ritiro tutto: è più silenzioso di una mosca.
Sono così tanto contenta di vederlo che mi sono messa seduta, facendo cadere sulle lenzuola il fazzoletto inumidito e scoprendomi a più non posso.
“Non ti avevo detto di stare buona e composta?” , mi richiama lui, avvicinandosi sempre di più.
“Veramente no” , affermo io, spavalda. Evidentemente deve aver deciso di sorvolare, perché mi ha solo lanciato un’occhiataccia e…stop. Di solito mi trafigge con lo sguardo, ma evidentemente devo fargli davvero pietà in queste condizioni.
Appena mi è in piedi, a fianco al letto, realizzo che ha qualcosa tra le mani e non appena noto che cos’è… mi chiedo come posso essere stata così cieca (o così imbecille) da non accorgermene prima…
Tra le mani, tenendolo con pochissima cura, quasi come un foglio di carta di nessun valore, aveva un coniglietto bianco con qualche adorabile macchiolina marrone sparsa per il corpo.
E, senza preavviso, Sesshomaru-san mi lancia il coniglietto tra le braccia, per poi portare il braccio con cui me l’ha tirato sul fianco.
“Waaaaaaahhhh!” , esclamo io, eccitata ed emozionata. “Kawaiiiiiiii!” , grido, senza importarmene nulla del mal di testa che incomincia ad aumentarmi di nuovo e accarezzandolo e stringendolo a me a più non posso! (parlo del coniglietto, eh!)
Me lo starà regalando? Davvero?! Ma che kawaiiiii questo usagi-chan!
“Sesshomaru-sama!” , esclamo con tono emozionato. “Questo… Questo è…”
“La tua cena” , mi anticipa lui, interrompendomi.
“Sì!!! La mia ce…” .
Mh? Eh?
Ehhhhhhhhhhhhhhhhhhhh??? Che cosa????? L-L-La… mi-mia… ce-ce-cena….?!? Sta scherzando spero!!!
“Come sarebbe a dire ‘la mia cena’?!?” , esclamo io, guardandolo con orrore e sorpresa.
“Ciò che ho detto. Adesso mangerai quel coniglio e poi prenderai quell’erba che ti ho dato anche ieri. Così guarirai entro due giorni”.
“Ma… Ma… Ma non posso mangiare un coniglio!!!”
“A quanto mi risulta anche voi esseri umani vi nutrite di carne” , mi spiega lui, come se non lo sapessi!
“Sì, ma… non così!!! Questo coniglio… non posso mangiarlo!”
“E perché mai?”
“Come sarebbe a dire ‘perché’?! E’… E’ vivo! E’ vivo e vegeto!”
“Doveva essere morto, dunque…” , esamina con fare disinteressato. “Bene, rimediamo subito…” . E così dicendo, prende il coniglio tra le mie mani e con le sue zanne si mette in posizione per trafiggerlo, ma… appena in tempo riesco a levarglielo dalle mani, proteggendolo tra le mie braccia.
“Sesshomaru-sama, no!!!!” , esclamo io, allontanando il coniglietto dalla sua portata. “Che avevate intenzione di fare?”
“Ucciderlo, no? Lo mangiate morto, giusto?”
“No!!! Cioè… Sì, ma… No, non può farlo!”
“Rin, stai diventando davvero fastidiosa. Prima dici che lo mangiate morto, poi mi impedisci di ucciderlo. Che umana problematica che sei” , mi riprovera.
“E’ vero che mangiamo carne di animali morti e poi cotta, però… Anche se noi esseri umani li mangiamo… Uccidere questo povero coniglietto proprio qui, davanti ai miei occhi, per poi cibarmene… Non posso lasciarvelo fare, Sesshomaru-sama… Capite?” , gli chiedo io, accarezzando il coniglietto con affetto e premura e guardandolo con occhi tremanti, ancora un po’ scossa da quello che stava per fare Sesshomaru-san.
Lui mi guarda negli occhi, senza distogliere lo sguardo per circa una ventina di secondi, finché non ribatte: “No, non lo capisco” . Lo dice senza alcuna pietà, come al solito. “Ai miei occhi quell’animale è solo cibo”
“Forse una volta morto…” , rispondo io. “Però… Ora che è vivo… Non riesco a vederlo come cibo, ma come un dolce animaletto di cui prendersi cura”
“Dunque… Non hai intenzione di mangiarlo?” , mi chiede schiettamente.
“Ve l’ho già detto e ve lo ripeto: non lo mangerò, né ora, né mai. Nemmeno se lo uccideste! Per cui non fatelo, per favore!”
Sesshomaru-san rimane a fissarmi ancora per un po’, dopodiché socchiude gli occhi e fa per sedersi sulla sedia a fianco del mio letto, accavallando le gambe e poggiando la schiena sullo schienale.
“Spero tu ti renda conto che mi hai fatto perdere del tempo preziosissimo per questa tua sciocca idea”
“Mh?” , chiedo io, smettendo di coccolare per un po’ il coniglietto e volgendo la mia attenzione su di lui.
“Trovare quel lurido animale è stato dannatamente problematico stamani. Se avessi saputo come sarebbe andata a finire non me ne sarei curato più di tanto”.
“Siete uscito per prenderlo questa mattina? Per… me?”
“Ti ho già detto di non fraintendere, umana” , mi chiarisce. “Non sei tanto importante perché io possa davvero curarmi di t…” . Noto che non conclude la frase, non appena alza lo sguardo verso di me. Anche se il suo volto inespressivo rimane indifferente a ciò che sta succedendo, mi osserva con leggero, ma percettibile stupore. Forse perché… sto piangendo… proprio come farebbe una bambina… senza riuscire a trattenere le lacrime, stringendo il coniglietto al mio petto e affondando il volto nel suo folto pelo.
“Perché stai frignando adesso?” , mi chiede lui, sempre con tono atono.
“Io… Io…” , cerco di affermare, tra un singhiozzo e l’altro. “Arigatou… Arigatou… Gozaimasu…” . Ancora qualche singhiozzo e poi riprendo: “Sesshomaru-sama ha fatto così tanto per me, anche a costo di addossarsi questi fastidi… Si è preso così tanta cura di me… E, anche se non lo vuole ammettere, è stato tanto, tanto gentile.  Sono… Sono…” , un altro singhiozzo e con ancora più lacrime che mi rigano il volto, allora io, uscendo il volto dal folto pelo del coniglietto, ormai umido, gli sorrido gioiosa, proseguendo: “E io ne sono… così felice…” .
E’ un attimo… Un istante, un  momento, ma… Sesshomaru-san spalanca gli occhi per qualche secondo, stupito, per poi tornare alla sua normale espressione di indifferenza e distacco.
Vi è silenzio, un imbarazzante silenzio per un po’, nella stanza, dopodiché noto che Sesshomaru-san sempre con fare elegante e portamento sensuale ed adulto, fa per avvicinarsi al letto, e di conseguenza a me. Il suo volto, ora, è a qualche centimetro dal mio. Sento il cuore battere all’impazzata e gli occhi tremuli da impazzire…
“Hai finito di dire sciocchezze, Rin?” , mi chiede col solito tono freddo, ma… con mia grande sorpresa, asciugandomi con un dito entrambe le guance, ormai rigate dalle lacrime. “Smettila di lagnarti come una bambina. Dovresti essere cresciuta”
“Sesshomaru-sama…” , lo chiamo io, sentendo il suo tocco così vicino, sulla mia guancia, sul mio volto… è così vicino… mi sento un fuoco. Non ho mai provato niente di tanto intenso prima d’ora. Mi basta il suo tocco per raggiungere la serenità più assoluta.  Anche se mi sta dicendo che dico sciocchezze… anche se sta dicendo che sono una bambina… Non mi importa. Non mi importa nulla di nulla, ora come ora…
Allontanandosi da me, indi, Sesshomaru-san fa per rimettermi nuovamente sotto le coperte e per levarmi de finitamente il fazzoletto dalla fronte – assodato che non serviva più – e si accinge a porgermi quell’erba medicinale dal sapore orribile che però dovrebbe aiutarmi a star meglio in pochissimo tempo.
Decido di non fare troppe storie e di ingerirla senza fare neanche troppa scena. Per una volta voglio essere davvero seria e dare il meglio di me, per la persona che amo…
Mentre Sesshomaru-san sta disponendo i resti della medicina con il bicchiere dal quale ho bevuto l’acqua sul comodino, io faccio per rimboccare le coperte al coniglietto che ormai si è assopito a fianco a me, dentro le coperte.
Quando fa per girarsi, Sesshomaru-san, mi fulmina con lo sguardo. “Lo fai per farmi perdere tempo, o per farmi innervosire? Perché sei di nuovo scoperta?”
“Non credo che se rimango un po’ scoperta possa peggiorare ulteriormente la mia situazione” , mi giustifico io. “E poi… dovevo rimboccare le coperte a Toka-chan”
“Toka?” , mi chiede con tono perplesso, lui, inclinando di poco la testa.
Io annuisco e indico col capo il coniglietto. “Ho deciso quale sarà il suo nome: Toka-chan”
 Lui rimane un po’ a guardarmi, dopodiché incrocia le braccia e socchiude gli occhi, distogliendo lo sguardo da me. “Che idiozia… Dare nome a del cibo…”
“Lui non è cibo!” , ribatto io, ostinata. “Lui è Toka-chan! Solo ed unicamente Toka-chan!”
“Tsk… Queste sciocchezze riesci a blaterarle solo tu…”  mi riprende, inclinandosi verso di me e rimboccandomi per l’ennesima volta le coperte. “Se ti scopri di nuovo, ti lascio morire veramente questa volta”
Un po’ contrariata mi accuccio ben bene sotto le coperte, accostandomi al morbido pelo di Toka-chan, mentre Sesshomaru-san si siede nuovamente sulla sedia, accavallando le gambe e prendendo tra le mani nuovamente quel maledetto libro.
Ah no! Che vuole fare? Leggere fin quando non me ne vado al sonno? E io mi dovrei addormentare guardando lui che si legge quel noiosissimo libro di non so chi? Non ci penso proprio! Ora vedrà!
“Sesshomaru-sama…” , lo chiamo io, richiamando così anche la sua attenzione su di me.
Lui alza il suo sguardo nella mia direzione senza dirmi niente ed aspettando che continui.
“Ho una cosa da darvi. Porgetemi la mano” , gli chiedo con aria gentile.
Lui, senza proferire parola, fa per allungare il braccio nella mia direzione e prima che potesse anche solo accorgersene gli avevo intrappolato la mano nella mia, proprio come l’altra volta.
Una volta realizzato ciò che ho fatto, Sesshomaru-san mi fulmina con lo sguardo. “Rin” , si limita a dire. Un rimprovero che dovrebbe farmi paura, sapendo come la pensa lui sul contatto fisico tra un’umana ed un demone, ma non mi faccio scoraggiare e gliela stringo ancora di più, la sua bella, vellutata e delicata mano… nonostante sia quella di un demone.
“Rin” , mi ripete. “Smettila”
“Per favore…” , lo imploro io (e stavolta, non per scherzo). “Per favore, Sesshomaru-sama… Lasciatemi stringere la vostra mano”
“E’ una prassi che hai quella di prendermi la mano, ogni volta che stai male?” , mi domanda forse più incuriosito che altro.
Io annuisco. “Mi piace davvero tanto”
Lui non mi risponde e socchiude gli occhi, come se si stesse preparando a riposare. Ma so che è sveglio. Non so nemmeno se i demoni hanno bisogno di dormire!!!
“Sapete…” , azzardo io, ancora accucciata sotto le coperte, stringendo la mano di Sesshomaru-san. “Quando ero più piccola ed ero malata, Kagome-onee-chan faceva proprio come avete fatto voi: si prendeva cura di me e mi stava sempre accanto perché aveva paura che combinassi sempre qualcosa di terribilmente stupido o sconsiderato. E la sera, quando stavo per addormentarmi, mi prendeva la mano e me la stringeva forte forte. Mi diceva sempre che, se quando stai male, una persona a cui vuoi bene ti stringe la mano, tutto l’affetto che provi per questa persona e che questa persona prova per te, fa andare via la malattia, l’impurità sia dal tuo corpo che dalla tua anima”
Ora i suoi occhi ambrati erano fissi su di me, che avevo invece gli occhi tremanti, fissi su Toka-chan e un po’ nostalgici. “Kagome-onee-chan mi accudiva con amore ed era sempre preoccupata per quello che mi poteva accadere… Kagome-onee-chan mi voleva davvero tanto, tantissimo bene…” . Faccio una pausa, per riprendere fiato, dopodiché proseguo: “Ero spaventata. Avevo tanta paura di venire qui, da voi, Sesshomaru-sama. Avevo paura di perdere l’amore che ricevevo da mia sorella e – perché no – anche da Inuyasha. Avevo paura di non trovare qualcuno che veramente tenesse a me come ci tenevano loro” . Altra pausa, poi: “Onestamente non so e non credo di essere all’altezza di dire che tenete a me, ma… sono davvero contenta di potervi stringere la mano, Sesshomaru-sama… Sono contenta di poter avere anche qui, da voi, una persona a cui tengo e per cui provo tanto tanto affetto. Sono contenta di stare con voi, Sesshomaru-sama…” , affermo, incominciando nuovamente a singhiozzare e a lacrimare.
E’ più forte di me: non riesco a fermarmi. Cosa dovrei fare? Mi sto rendendo ridicola, vero? Lo so… Lo so, ma non so come comportarmi, né so come fermarmi.
Ad un tratto, però, sento un tepore… un tepore sulla mia guancia. Apro leggermente gli occhi: realizzo che è lui, che è la sua mano… nuovamente lì, nuovamente sulla mia guancia.
Il suo sguardo è inespressivo come al solito, ma non freddo, non distaccato… I suoi occhi color dell’oro mi trasmettono sicurezza e protezione. Mi trasmettono un senso di beatitudine e di tepore che neanche quelli di Kagome-onee-chan mi hanno mai trasmesso.
“Vuoi smetterla di piangere, sì, o no?” , mi chiede, con tono atono, ma allo stesso tempo sussurrandomi quelle parole. “Stai dicendo un mucchio di stupidaggini stasera. E’ meglio che tu dorma, Rin” . Dice così… Dice così, ma… continua a stringermi la mano e a tenermi l’altra vicino alla guancia, continuando ad accarezzarmela con il pollice. E sembra che non abbia intenzione di smetterla…
Io annuisco e mi accuccio ancora di più sotto le coperte stringendo forte la mano di Sesshomaru-san e portando l’altra mia mano sopra quella di lui, facendola così aderire meglio alla mia guancia. “Sì, Sesshomaru-sama… Arigatou… Gozaimasu…”
“Non preoccuparti. Non ti lascerò da sola, Rin. Sei la mia schiava. Non ti lascerò da sola”
“Sì… Arigatou… Sesshomaru… sama…” , gli rispondo, ormai avendo chiuso gli occhi ed essendo più vicina alla realtà dei sogni che della realtà.



“Già… Ora non ti lascerò più andare…”


Grazie, Sesshomaru-san… Grazie di avermi stretto la mano tanto, tanto forte…

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Grazie a tutti quelli che hanno messo nel giro di questo mese questa ff tra le loro preferite e le loro seguite! ^-^ Grazie mille!!! ^-^ Al prossimo capitolo!
  
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