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Autore: serriii90__    14/04/2010    5 recensioni
[ E lui... lui che era la persona che più detestavo in vita mia. Che mi aveva fatto passare le pene dell'inferno per ben 15 lunghissimi anni. Per lui mi ero dannata, crogiolandomi nella frustrazione e il rimpianto per giorni interi per aver cominciato tutto con uno stupido bacio in discoteca. E queste lacrime che scendono copiose...sono per il mio nemico]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando le maniere buone non servono...ci sono sempre quelle cattive!



- Lui non c'è?-
La domanda innocua di Anna mi fece raggelare sul posto. Insomma, forse, potevo capire che lo aveva fatto innocentemente...ma non poteva parlarmi di lui!
- Ok, ho capito che siete riuscite a comprendere ciò che si aggira in questa testa di cazzo che mi ritrovo- dissi indicando il mio capo - ma non c'è scritto da nessuna parte che voi dobbiate infierirci sopra!-
- Ok ok, scusa Giuls. Ma come sei nervosetta oggi, hai bisogno di una bella camomilla- sbuffò sonoramente, evidentemente stanca dei miei atteggiamenti.
Anna aveva ragione: ero troppo permalosa e puntigliosa in quei giorni.
- Scusami tu, Anna, non volevo.- l'abbracciai forte, istintivamente.
- Voglio solo dimenticarmi tutto; voglio tornare ai vecchi tempi. Essere spensierata e non pensare a lui- feci un saltello in avanti per poi inchiodarmi per terra in punta di piedi.
- Oggi è ufficialmente cominciato il processo di auto-rimozione Benjamin- ammiccai felice con un sorriso aperto e sincero. Sentivo che potevo farcela, io potevo togliermelo dalla testa se lo volevo davvero. Mente e cuore non andavano d'accordo? Beh, io sarei stata l'eccezione. Avrei fatto tutto il possibile per stare bene con me stessa. Io ero Giulia, quella determinata e senza peli sulla lingua. Riuscivo sempre in tutto quello che facevo perchè il mio motto era sempre stato " Volere è potere". E io ci ho sempre creduto...

Ok, era appena iniziato il percorso per raggiungere il mio obiettivo e quindi era comprensibile che in un veloce schiocco di dita non sarebbe cambiato nulla. Ci vuole tempo per queste cose...no, non era una giustificazione! Non giustificava il fatto dell'improvvisa mancanza di ossigeno nei miei polmoni alla sua vista - vorrei aggiungere meravigliosamente piacevole, ma non posso!- e, soprattutto, non giustificava in alcun modo lo scoppiettare frenetico del mio cuore. Ma in primis, in cima alla lista, non doveva assolutamente giustificare il fatto di essermi sentita male di fronte ad un suo saluto - cenno per meglio dire- distaccato. Mi sentii raggelare il sangue, irrigidire ogni singola vertebra, sbiancai completamente tanto da non sentire più caldo. Perchè quel saluto così gelido? Che gli avevo fatto adesso? Forse...forse ci aveva pensato bene e c'è l'aveva con me per l'incidente; avrà pensato " Per colpa di quell'idiota stavo per morire" ecco cosa avrà pensato! Stupida, imbecille che non ero altro!
Mi crogiolai nella più totale auto-commiserazione per tutto il giorno, senza farmi assolutamente notare dalle due streghette magiche che avevo al posto delle amiche. Mi chiedevo perchè diamine avesse assunto quel comportamento così diffidente e sconsiderato nei miei confronti; eppure, il giorno prima, non si era rivolto a me in quel modo.  Non sapevo che cosa pensare... ero solo convinta di essermi presa una cotta per un egocentrico e maleducato se da un momento all'altro avesse deciso di non cagarmi più!
Il pomeriggio, come fece quella mattina, non mi rivolse neanche uno sguardo. Mi salutò con un freddo - Ciao- senza ombra di un sorriso o di una sua solita scintilla maliziosa negli occhi azzurri-cielo nel vedermi.
Poi, non potei sopportare oltre quando vidi quella sciacquetta di Veronica stringersi a lui come il giorno prima. Ressi giusto quei dieci minuti prima di fuggire come un'imbecille in preda alle lacrime. La sera mi consolai al telefono con Anna la quale mi confessò che anche lei trovava strano Benjamin e non si sapeva spiegare il perchè. Raccontai anche a mia madre l'accaduto sentendomi rabbiosa e irritata nel spiegare come si era comportato quell'idiota. Mamma non sapeva cosa dire se non che era stranita e stupita anche lei.
Quella sera decisi che non mi importava: non mi importava di averlo come amico o non averlo affatto. Non mi interessava di Veronica o delle ragazze che si portava a letto. Benjamin non faceva parte della mia vita e mai ne avrebbe fatto parte, punto. Mi imposi quella verità con una determinazione che mi spaventò; infatti, quella sera dormii decisamente benissimo. Mi svegliai non ricordando che solo due giorni prima ero cotta del mio nemico. Quel venerdì mattina era iniziato da Dio ed ero raggiante e solare, pronta a scalfire ogni scudo di malinconia e tristezza che volevano abbattersi su di me. Jessica e Anna non fecero nessuna domanda che riguardasse lui ma semplicemente si limitavano a ridere e giocare con me per tutto il tragitto tra casa e scuola. Per l'intervallo non avevo alcuna intenzione di andare a girovagare come mio solito: mi autoconvinsi che avrei dovuto ripassare Chimica per la lezione dell'ora dopo e così feci.
La sera stessa, verso le 19.20, vidi mia madre già sbattuta vicino i fornelli. Cosa che mi insospettì parecchio visto che l'orario standard per la cena erano le 20.30.
- Chiara?- domandai semplicemente alludendo alla sua migliore amica.
Mi guardò con un'espressione da furba.
- E Benjamin- precisò mia madre sorridendo maliziosa.
Bam! Il cuore cominciò a battere e le guance si imporporarono di un rosso acceso. Imprecai a bassa voce.
- Bene, non ho fame- le annunciai nervosa.
- Non fare la bambina, Giulia. Chiara si offende lo sai-
- Non mi interessa-
- Giulia- mi riprese mia madre guardandomi con fermezza. Mi morsi il labbro, indecisa sul da farsi. Ma di fronte a mia mamma, con quell'espressione che metteva a tacere anche il mio lato più spavaldo, non potevo oppormi.
Sbuffai pesantemente e corsi a cambiarmi. Chiara si sarebbe fatta viva entro venti minuti insieme a quell'idiota di suo figlio.
Non sarebbe stata una serata tanto difficile, in fondo. Dovevo solo ignorare la sua presenza o, ancora più semplice, dovevo far finta che lui non esistesse. Sarebbe andato tutto bene me lo sentivo. Io ero Giulia e lui un'insignificante moscerino sul parabrezza della mia vita; e presto lo avrei eliminato del tutto
Mi feci una doccia rapidissima e asciugai i capelli alla bell'e meglio lasciandoli sciolti. Non mi truccai nemmeno visto che di li a poco sarei crollata dal sonno, probabilmente anche in presenza di Chiara e del moscerino. Mi infilai un paio di comodi jeans e sopra mi lasciai tranquillamente la maglia del mio pigiama con le pecorelle. Alla fine che mi importava di essere presentabile? Io dovevo credere alla sua " Non-esistenza" quindi, di conseguenza, il problema del "come vestirmi o no" non c'era. La doccia mi fece un bell'effetto perchè mi dimenticai dell'ospite non gradito -almeno da parte mia- che sarebbe arrivato di li a poco. Però dentro di me volteggiava ancora quella briciolina di speranza nel rivederlo sereno e socievole nei miei riguardi. Mi venne voglia di salire sopra per cambiarmi e prepararmi; avrei voluto fare una bella figura... Dio, era impensabile quanto una piccola parte del mio cuore che prevaleva sulla razionalità potesse farmi cambiare idea. Ma quanto poteva essere forte? Non me lo sapevo spiegare.
Stavo per salire le scale quando...troppo tardi: erano arrivati. Sentii il cuore palpitare frenetico, le guance andarmi a fuoco solo al pensiero che lo avrei rivisto. Ma quando aprii la porta rimasi profondamente amareggiata e frustrata. Benjamin non c'era. Solo sua madre venuta a farci visita con un vassoio contenente una torta al cioccolato avvolta da della carta velina. Chiara si scusò per l'assenza del figlio che, a quanto pare, doveva svolgere un compito importante per il giorno dopo. Grande cazzata! Non era venuto perchè non voleva vedere me, solo ed esclusivamente per questo. Maleducato stronzetto che non era altro!
Mangiai a malapena con un evidente broncio sul viso visto che anche mia madre se ne accorse. Mi stavo rifacendo, mentalmente, tutto il vocabolario di insulti possibili ed immaginabili per quello zoticone, cafone e maleducato. Non pensavo davvero potesse essere così chiuso mentalmente; pensavo di tutto e di più sul suo conto ma mai che fosse così..."vecchio". Me ne andai a letto presto scusandomi con Chiara per l'improvvisa stanchezza che si era impossessata di me.
Il giorno seguente, purtroppo, non potevo uscire per via di un compito importantissimo per il giorno dopo. Mi stavo mangiando le unghie e anche le mani: dovevo vederlo assolutamente per dirgliene quattro! Però, mi rassegnai e con l'ansia nel cuore continuai a svolgere quel dannatissimo esercizio di Biologia. Rimandai al giorno seguente ancora, sabato, dopo la scuola. Ero veramente su tutte le furie: quella mattina mi aveva addirittura evitato! Mi aveva visto e cambiato totalmente traiettoria. Credeva di essere l'uomo invisibile per caso?! Si credeva di risolvere qualcosa?! No, evidentemente non aveva capito un emerito cazzo di me, soprattutto quando ero incazzata nera. Non aspettai che il suo arrivo scalpitando, mi prudevano anche le mani in un modo assurdo. Forse per la voglia di picchiare qualcuno...
E Dio...apriti cielo quando lo vidi arrivare! Mi incamminai spavalda, quasi avessi il fumo che mi usciva dal naso come un toro infuriato. E mi ci avvicinavo parecchio.
-Tu sei solo un maleducato, presuntuoso ed egocentrico!- gli puntai il dito contro, cercando di contenere la voce strozzata.
- Ma che ti viene all'improvviso?- si stupì vedermi così furente verso di lui.
- Che viene a me?! Cosa viene a te, piuttosto! Da un momento all'altro non mi caghi nè saluti più, cosa ti ho fatto? Eh?!-
Mi guardò intensamente un secondo prima di ritornare in modalità " impassibile".
Lo spinsi. Benjamin era riuscito a tirar fuori il lato selvaggio di me.
- Allora?!-
- Tu sei impazzita- fu semplicemente la sua risposta strafottente.
E quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Non riuscii a trattenermi dal tirargli uno schiaffo in faccia.
- Fai pure il finto tonto! Sei solo un maleducato senza cervello- sputai con voce roca, quasi minacciosa. Non mi riconoscevo più, chi diamine ero?! Si portò frastornato e stupefatto una mano alla guancia offesa; i suoi occhi mi guardavano furenti, brucianti di vendetta. Era incazzato, maledettamente incazzato.
- Che cazzo vuoi, Giulia?- disse sprezzante fra i denti. Lo vidi stringere i pugni, era dura per lui non mettere le mani addosso a qualcuno. La sua vita era una routine composta da Sesso- Alcool- Risse. Questa era la sua vita insulsa e schifosa.
- Voglio sapere perchè cazzo mi tratti così!- i nostri volti erano vicini, troppo vicini. Ero paonazza di rabbia mentre lui era livido in viso, veramente da farmi paura.
D'un tratto mi strattonò con forza verso il muro facendomi sbattere la schiena per poi alzarmi i polsi vicino alla mia testa e immobilizzarli con le sue mani.
- Così come?- sibilò con cattiveria, tanto che mi spaventò.
- Mi eviti!- cercavo di non vendere alla paura un pò del mio coraggio e della mia fermezza. Mi stava facendo male ai polsi ma orgogliosa com'ero non gli dissi una parola.
- Ti crea qualche problema?- continuava a guardarmi con quell'aria di disprezzo e superiorità che mi faceva andare in bestia.
- No, voglio una risposta!-
- Se non ti importa perchè continui a battere su questa domanda?- il suo tono da sprezzante diventò arrogante. Lo capii dal ghigno che comparve sulla sua bocca.
- Perchè si!- continuai testarda. Strinse di più la presa sulle mie mani e dovetti mordermi le labbra per non gridare.
- Ammettilo: sei cotta di me, non è così?- il suo sorrisetto divertito e sadico si propagò su tutto il volto.
- Fanculo, Benjamin!- sbottai irritata a morte. Dio, che nervoso quel maiale porco che non era altro!
Finalmente, mi liberò dalla sua morsa e io mi massaggiai i polsi come un'ossessa borbottando incazzata cose indecifrabili anche per me.
- Sei soltanto un buffone- lo schernì atteggiandomi altezzosamente.
- Come?- chiese lui facendo finta di non capire. Non avevo problemi a riperglielo: - Sei.Solo.Un.Buffone- gli scandii per bene le parole, articolando ogni lettera.
Fu un attimo: mi prese sulle spalle di traverso facendomi gridare spaventata.
- Mettimi giù, Benjamin! Mettimi giù!- continuavo a gridare furibonda. Sembrava che qualcuno mi stesse stuprando. Mi ritrovai il suo fondoschiena proprio contro il mio viso e non potei non arrossire.
- Chiedi scusa- pretendeva pure le scuse? Ma col cazzo!
- No! Mettimi giù!!-
Cominciò a volteggiare e io a lanciare urla sempre più strozzate e impaurite.
- Mi viene il voltastomaco così- gli dissi leggermente nauseata.
- Pazienza. Ora chiedimi scusa!-
Non risposi e lui ricominciò a volteggiare, stavolta più velocemente.
Continuai a gridare il suo nome incazzata ma non accennava a smettere. Prima o poi si sarebbe stancato no? Io c'è l'avrei fatta a non vomitargli addosso?
Mi venne l'idea di dargli piccoli pizzicotti sul sedere che lo fecero saltellare e quandò il deficente inciampò ci ritrovammo per terra... una sopra all'altro.
- Mi tocchi pure il culo...-soffiò caldo e malizioso sul mio viso a pochi centimetri dal suo - e poi dici che non sei cotta di me-
Mi alzai immediatamente, imbarazzata com'ero.
- Non prenderei mai e poi mai una cotta per te- mentii innervosita e rossa in viso.
Mi fulminò all'istante con un'espressione arrogante per poi avvicinarsi, decisamente troppo, al mio volto. Incatenò i suoi occhi ai miei, stava cercando di incartarmi.
- Ah si? E perchè?- alitò proprio sulla mia bocca. Calma, Giulia, non arrossire, non arrossire. E come cazzo facevo a non arrossire?! Il mio cuore era partito per un lungo viaggio lasciando le valigie in casa, mentre io, come una maniaca pervertita, non facevo altro che fissargli le labbra.
- Perchè ti odio!- esclamai cercando di essere convincente. Benjamin si imbronciò un secondo.
- Tsè. Perchè secondo te io non ti odio?- ribattè irritato. Le sue parole erano carta vetrata per il mio povero cuore. Si, mi aveva ferita.
- Bene!- strillai.
- Bene!- ripetè lui lanciandomi un'occhiataccia.
Mentre cercavo di pulirmi le mani come meglio potevo, continuavo a sentirmi il suo sguardo gelato addosso. Mi vennero i brividi.
- Hai ancora molto da osservare?- gli chiesi acida e antipatica.
Lui roteò gli occhi esasperato. Aprì bocca per dire qualcosa ma Michelino intervenne:
- Adesso basta!-
- Oh e tu che vuoi adesso? Ha cominciato lei!- Benjamin mi puntò il dito contro e io gli mostrai con grande piacere il mio dito medio.
- Sembrate due bambini, ve ne rendete conto?- Michelino cercava di mantenere la calma ma gli uscì molto difficile. Aveva ragione però; sembravamo due lattanti che litigavano per un goccio di latte.
Mi resi conto che quella sfuriata addosso a Ben non sarebbe servita proprio a niente: non avrebbe aggiustato il nostro rapporto, non lo avrebbe convinto a darmi delle risposte. Avevo sprecato tempo e energia per niente. A dire il vero, stare dietro ad uno come lui era già uno spreco immane di tempo.
Me ne andai senza proferir parola e senza guardare in faccia nessuno. Quando vidi una panchina abbastanza isolata mi ci accasciai cercando di trattenere le lacrime che bussavano alle porte dei miei occhi. Ma non ci riuscii: mi sfogai piangendo provando a non emettere alcun suono dalla bocca.
Quando sentii qualcuno accarezzarmi una spalla saltai dalla panchina terrorizzata ma mi sollevai quando vidi un tenero sorriso da parte del mio migliore amico e così, senza pensarci due volte, lo abbracciai stretto a me.
- Ma che diamine ti è preso?- mi chiese lui altrettanto sconfortato mentre mi accarezzava i capelli.
- Non lo so- singhiozzai flebile - sono una cretina- dissi ritornando a piangere incazzata nera con me stessa.
- No, non lo sei...Ti sei solo innamorata...-
Sgranai gli occhi stupita mentre il mio cuore perse un battito. Allora era evidente proprio a tutti!
Lo guardai sorpresa e lui intanto, dolcemente, mi asciugava le lacrime.
- Ma cosa stai...?- provai a sviare le sue parole ma sapevo che era inutile: quando Michelino diceva una cosa, raramente cambiava idea.
- Non negare, Giuls.-
Non risposi. Mi limitai a guardare in basso e ad arrossire come un orso scoperto con le mani nel vasetto di miele. Michelino ridacchiò di cuore per poi alzarmi il viso con un dito.
- Lui lo sa?- chiesi solo leggermente intimorita dall'ansia. Anche solo alludere a lui sentivo il cuore esplodermi dal petto. Speravo di no, che non avesse capito la bambina stupida che ero innamorandomi di lui.
- No. Ottuso com'è non lo capirebbe proprio mai, stai tranquilla- mi confortò dandomi una carezza e io mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo.
Non gli chiesi il perchè del comportamento di Benjamin nei miei confronti. Sentivo di non voler conoscere fino in fondo quelle dannate motivazioni. Così provai ad accantonare quegli immensi dolori almeno per quella notte.


Note:
Eccomi, come al solito in ritardo. E come al solito vi porgo le mie scuse >.< ultimamente tra stage, viaggio, studio ecc ecc.. non ci sono saltata più fuori! Questo capitolo, che avevo già scritto come tutti gli altri prima di iniziare a postare, lo cancellai perchè non mi piaceva come lo avevo buttato sul foglio bianco. Faceva veramente schifo e questo non so se sia meglio, sinceramente parlando. Non sono riuscita ad esprimermi come volevo, sembro una straniera appena arrivata in Italia! :( uff... Cmq scusate tantissimo, cercherò di non ritardare più così tanto. Beeeeh come vi sembra?? xD Si, mia cugina è un pò manesca devo dire la verità e figurarsi che voleva iniziare con un bel calcio li dove nn batte il sole :D.  Ringrazio le 40 stelline che mi hanno aggiunto tra i preferiti e i 60 seguiti...
Rispondo alle recensioni:

stellabella: Benvenuta, Giulia! :) devo dire che il tuo consiglio avrei voluto seguirlo hihihi...( intendo quello di postare presto xD) Mi scuso per il ritardo ma ho avuto molto da fare... Questa donna in carriera! xD Ritornando a noi, sono contenta che la storia ti piacca e sono contenta che continuerai a seguirmi :) grazie per i complimenti, alla prossima! un bacio <3
_Bella_Swan_:   Tesoroooo!! Sono felice che riesco a farti immaginare bene ogni singolo particolare. non so se dire lo stesso di questa robaccia che ho scritto però ^__^''' Spero ke la mia cara cuginetta non mi kieda di leggerlo perchè mi sentireiii molto in imbarazzo eheheh.. Ben purtroppo è un pò idiota in questi capitoli ma capirete tutto quando scriverò la storia dal suo punto di vista. ^^ Siiii, mi dispiace dirtelo ma ti tormenterò ancora con i suoi Pov. buahahahah... ehm Ok, bene. Allora, grazie per essere passata tesoro e per aver recensito. Anche tu troppa buona come sempre :) un bacio grandissimo :*
zia_addy:   Ciauuuu! :) Si Anna è troppo forte infatti mi fa scompisciare dalle risate quella ragazza xD Scusami per la grafica piccola dello scorso capitolo ma il mio pc è un pò mongoloide e a me lo faceva vedere in modo totalmente diverso da come lo vedevi tu. Spero che questa volta sia abbastanza grande... Grazie per la recensione e x i complimenti! Un bacio! :)
3things:  Grazie per l'informazione! :) probabilmente, handiccapata come sono non ce l'avrei mai fatta hihihi... Beh direi che con questo capitolo i due piccioncini abbiano fatto mooolti progressi.. ;) poi scoprirai perchè nella prossima puntata! Grazie mille per aver recensito :) un bacioooo! <3

E per scusarmi dell'immenso ritardo vi lascio uno spoiler grande grande ;)

"Corsi subito alla porta per aprire. Ma quando aprii rimasi di stucco.
- Nicole!- urlai a squarciagola mentre assalii mia cugina fregandomene altamente del vestito e dei tacchi.
[...]
- Davvero, questa scena mi è così...familiare- mi sussurrò sulla bocca. Per un attimo mi sembrò di aver finalmente raggiunto le sue labbra ma mi resi conto, molto spiacevolmente, che era soltanto uno squisito frutto della mia fantasia.
Benjamin chiuse gli occhi lentamente piegando di poco la testa di lato pronto per baciarmi.
[...]
Quando Giovanni andò ad aprire la porta al suono del campanello, le mie amiche partirono in quarta per andare ad abbracciare l'ospite appena arrivato.
Solo grazie alle loro urla capii chi fosse:
- Nicole! Nicole, che ci fai qui?- erano entusiaste di vederla, d'altronde uscivano di testa per lei. Ma non mi accorsi di avere due occhi ghiacciati addosso, mi sentivo penetrare la schiena da quelli che sembravano lame affilate. Mi voltai lentamente incontrando lo sguardo leggermente adirato di Benjamin alla vista di mia cugina Nicole
."






  
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