Crossover
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Autore: Feel Good Inc    14/04/2010    1 recensioni
Raccolta multifandom di one-shot (non necessariamente romantiche) basate sui prompt dei 15 hugs.
Capitolo 1: Harry Potter | Harry ~ Hermione | « Hermione, ti sto implorando. »
Capitolo 2: Death Note | L ~ Misa | « Misa-Misa si annoia, Ryuuzaki-san. »
Capitolo 3: Kingdom Hearts | Sora ~ Naminè | « Cosa posso fare per essere sicuro che riuscirò a ricordarti, un giorno? »
Capitolo 4: Alice in Wonderland | Hatter ~ Alice | « Non vado matta per i cappelli. »
Capitolo 5: Un ponte per Terabithia | Jess ~ Leslie | « Quella corda è vecchia, non c’è da fidarsi. »
Capitolo 6: Harry Potter | Sirius ~ Remus | « Non è divertente, Sirius. È una cosa mostruosa. Io sono una cosa mostruosa. »
Capitolo 7: Card Captor Sakura | Shaoran ~ Sakura | « Ma Sakura, immagino che tu sappia come preparare un po’ di cioccolato… »
Capitolo 8: Death Note | L ~ Near | « È una reazione naturale, non c’è motivo di vergognarsene. »
Capitolo 9: Kingdom Hearts | Riku ~ Sora | « Non so perché ma non prevedo nulla di buono. »
Capitolo 10: Pokémon | Drew ~ Vera | « Non posso trovarmi davvero in questo pasticcio con te. »
Capitolo 11: Kuroshitsuji | Sebastian ~ Ciel | « Zia Anne, tu sai chi è quel ragazzo? »
Capitolo 12: Cronache del Mondo Emerso | Sennar ~ Nihal | « Ora ci sono qui io. È tutto finito. »
Capitolo 13: Kingdom Hearts | Axel ~ Roxas | « Come sarebbe a dire, ‘perché’?! Perché siamo amici, no? »
Capitolo 14: Pokémon | Ash ~ Misty | « Spera solo di arrivare vivo a domani mattina, Ketchum. »
Capitolo 15: Death Note | Watari ~ L | « Io non ho niente dentro. Eppure fa male. Perché? »
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Videogiochi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Comincio col dire che questa shot potrebbe intendersi come una furry, ossia una fanfic con presenza di personaggi-animali: beh, sono esigenze di copione dovute al prompt – e tra l’altro questo abbraccio mi piace quasi di più così che in versione umana… Vi è anche una possibile presenza di slash, ma potete rilevarla o meno, a vostro piacimento; questo è uno di quei capitoli in cui non è necessario trovare a tutti i costi del romanticismo.

Passo subito a ringraziare tutti i lettori (vi adoro, vi adoro davvero <3), in particolare per le recensioni:

Dany92: Sono felice che ti sia piaciuto il precedente capitolo, e che pensi che l’essenziale ci fosse ^^ In effetti, come hai detto anche tu, l’idea della velocità del momento mi ha costretta a pensieri brevi e quasi frammentati, e forse soprattutto per questo l’introspezione di Leslie non mi convinceva del tutto; ma sono lieta che ti sia piaciuta, sul serio. A quanto pare ti sto costringendo ad interessarti a parecchi libri, eh? ^////^’ Un bacione, grazie mille come sempre!

Elos: Non hai idea di quanto mi abbiano colpita le tue recensioni. Dico davvero, a giudicare dalle tue parole ciò che scrivo mi sembra migliore .__. Non so come ringraziarti, tanto per i complimenti quanto per i suggerimenti riguardo lo stile (riguardo il secondo capitolo hai ragione, Misa parla di sé in terza persona nella versione originale; io ho seguito l’anime soltanto in italiano, come te, ma mi piaceva l’idea di renderla un po’ più fedele a se stessa: spero di esserci riuscita!). Spero anche che continuerai a seguire la mia raccolta, perché le tue recensioni sono veramente costruttive e, come dire, stimolanti. ^^ Grazie di cuore, davvero.

Buona lettura a tutti – hope you like it :)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Troppo umano

 

 

 

 

 

Fandom: Harry Potter

Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black

Genere: Introspettivo, Sentimentale

Rating: Giallo

Ambientazione: Quinto anno a Hogwarts dei Malandrini

Prompt: #12. Fur (Pelo, pelliccia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo sapevano tutti, a Hogsmeade. La Stamberga Strillante era il posto più infestato di tutta la Gran Bretagna. Per davvero.

Peccato non potessero immaginare che i fantasmi che sentivano urlare erano i suoi, i demoni di un unico essere dannato.

Il Lupo Mannaro giaceva prostrato sul pavimento polveroso, ringhiando ansante. La luce della luna piena filtrava appena dalle finestre sbarrate, ma incendiava il fuoco nei suoi occhi spalancati – un fuoco in cui la furia andava sopendosi, lasciando il posto ad una più quieta disperazione. Man mano che l’umanità si riprendeva il proprio posto nel corpo e nella mente bestiali, anche i pensieri tornavano a vertere sul lato umano, e portavano con sé i primi dolorosi segni del senso di colpa e della vergogna.

Il visetto terrorizzato gli aleggiava ancora davanti al muso, gli occhi spalancati e la bocca tremante…

Un odore familiare giunse alle narici dilatate. Il Lupo Mannaro sollevò la testa e ringhiò all’entrata dell’intruso.

Pensavo avessi capito che volevo restare da solo.

L’enorme cane nero entrò trotterellando dalla porta scardinata, diretto verso di lui con imperterrito sangue freddo.

Pensavo sapessi che per me ogni occasione è buona per far saltare i nervi al buon vecchio Lunastorta.

Il Lupo Mannaro ringhiò ancora, ma lasciò ricadere la mascella sulla zampa, socchiudendo gli occhi.

Non c’è nulla su cui scherzare. Ho rischiato di aggredire una bambina.

Il cane sedette sulle zampe posteriori. Sbadigliò, mostrando una fila di lunghi denti bianchissimi e acuminati; poi si grattò il collo con una zampa, ostentando la massima indifferenza.

James e Peter sono con lei. L’hanno riportata al sicuro, al villaggio. Non credo che sua madre la lascerà tornare tanto presto a sconfinare verso il castello… Non hai nulla di che preoccuparti, è tutto sotto controllo.

Il lupo emise un basso verso roco che nel silenzio suonò come una risatina lugubre. Il cane si scrollò; probabilmente, se avesse potuto, avrebbe sbuffato.

Dannazione, Remus, piantala di fare il…

Un ennesimo ringhio coprì quelle che avrebbero potuto definirsi le sue parole; il Lupo Mannaro sollevò di nuovo il muso.

Come puoi ostinarti ancora a non vedere la realtà? Come puoi stare lì a scherzarci sopra? Non hai idea di quel che sarebbe potuto succedere alla ragazzina se…?

Silenzio. Lontano, da qualche parte ad ovest – forse proprio sopra Hogwarts – echeggiò un tuono.

Il cane nero guardava il lupo con intensità, come sfidandolo a continuare, gli occhi neri scintillanti nel buio. Neppure un verso in risposta. Del resto gli animali hanno molti modi per esprimere il proprio stato d’animo.

Il Lupo Mannaro rantolò all’improvviso, uggiolò quasi – faceva male, ed era un dolore troppo umano. Stava tornando se stesso nel modo più doloroso possibile: con l’anima.

Dio, non avrei mai dovuto lasciare che tu e gli altri entraste in questa storia. Voi non potete capire.

Non mi pare la pensassi così stamattina, quando progettavamo insieme nel dormitorio i particolari della nostra scorrazzata notturna…

Non è divertente, Sirius. È una cosa mostruosa. Io sono una cosa mostruosa.

Il cane mostrò i denti, quasi un ghigno.

Di certo sei mostruosamente seccante quando ti piangi addosso.

Il lupo respirò profondamente, quasi un sospiro.

Iniziava a piovere.

 

 

« I miei complimenti, Felpato. Non avrei mai immaginato che potessi diventare Animagus in soli cinque anni. »

« Cos’è quest’ironia, Lunastorta? Avevo la certezza che non possedessi alcun senso dell’umorismo. »

« Sappi che potrei morderti per questo. »

« Oh, davvero? Uuuu! Licantropo in libertà! Salvatemi! Uuuu! »

E rotolano insieme nell’erba, tra le risate di Codaliscia e Ramoso.

 

 

Il cane nero si mosse all’improvviso. Ora era abbastanza vicino da poter posare una zampa su quella del lupo.

Non è colpa tua, Remus.

Il Lupo Mannaro lo scrutò con un vago riflesso di umana amarezza.

E di chi vuoi che sia? Tua? Di James? Di Peter?

Non sei tu a volere questo. Non l’hai mai voluto.

E tra i pensieri, tra i sentimenti, affiorarono anche i ricordi. Il lampo bianco di denti, il dolore sordo del morso, il momento in cui la vita era diventata una dannazione.

Mentre tornava a sentirsi un ragazzo di quindici anni, il lupo – il mostro – chiuse stancamente gli occhi.

No. Mai.

Il cane nero gli si accucciò al fianco. Per un attimo rimase là, come incerto; poi, con un lieve uggiolio di condivisione, gli lambì il muso con la lingua. Il lupo non si mosse, così come non rifuggì il contatto quando il cane posò il muso sopra la sua testa. Pelo nel pelo, zampa su zampa, ma con gli artigli ritratti.

Sotto la pioggia, per una volta, i fantasmi della Stamberga Strillante quasi tacevano.

   
 
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