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Autore: sweetkonan    16/04/2010    1 recensioni
Era da una vita che non continuavo questa storia.
Ora lo faccio senza la pretesa di nulla.
"-... Robin...-
-Franky...-
-...-
-I.. Io..-
-Bé, ciao. Robin.-"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franky, Monkey D. Rufy, Nefertari Bibi, Nico Robin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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sotto il nostro albero di ciliegio04


Sotto il nostro albero di ciliegio -
 
Capitolo 2 (seconda parte)









Franky dunque decise che comunque era troppo tardi per ritornare a casa avendo lui stesso un certo timore per la sua incolumità.
Per cui per non incontrare probabili briganti sulla strada del ritorno prese la decisione di fermarsi a Kyoto per la notte.
Le genti passeggiavano ancora per le strade illuminate da quelle lanterne che segnavano le vie più frequentate.
Con se non aveva molti soldi.Ma decise comunque di prendersi un momento di rilassamento, girovagando un pò per le zone.
Kyoto era tutto un'ammucchiarsi di grandi case e dei loro alberi i quali rami finivano sulle strade e le quali foglie segnavano il cammino dei più.
Ma Kyoto era anche un brulichio di vicoli scuri, di persone pronte a rivoltare la città ,e anche di case malfamate.
Franky d'improvviso si fermò davanti ad una di queste.
Non aveva tanti soldi, ma avrebbe potuto permettersi una notte.
La casa che si prestava davanti a lui era ben illuminata, e da dentro venivano grandi risate e note di shamisen mal accordati.
Ma ad un certo punto si vide ridicolo, per il solo pensiero che aveva fatto di entrare.Dunque si avviò dritto per la sua strada e appena poté girò l'angolo.
Franky si sentì ridicolo davanti a quella casa perchè in quel momento aveva troppi pochi soldi.

L'uomo oramai dalla sua camera aveva la vista sulla strada poco prima attraversata e lì aveva la possibilità di osservare le ronde si samurai che iniziavano a quelle ore.
Si incontravano, a volte si salutavano mentre altri iniziavano dispute che senza timore sarebbero finite nel sangue.
Franky solo una volta aveva visto un uomo morire.
Così decise di volgere lo sguardo altrove e di chiudere la finestra.
La camera era piccola.
Lui non aveva fame.
Si sentiva stanco ma non troppo per coricarsi.
Si sdaiò sulle coperte stese poco prima.
Iniziò ad avere quella sensazione di benessere che gli mancava da tanti anni.
Quella fanciulla incontrata nello stesso giorno e che si sarebbe potuto dire aveva dato lui molti grattacapi era riuscita a far scuotere qualcosa nella monotona vita a cui Franky probabilmente sarebbe stato soggetto fino alla fine.
La signorina Bibi le piaceva.
Se l'avesse incontrata di nuovo avrebbe cercato di....
Ma cosa doveva fare?
Franky era un ferramenta in un paesino visitato esclusivamente da briganti che non si facevano scrupolo d'imporre violenza mentre lei era....
L'uomo non aveva nemmeno capito cos'era. Faceva da corriere fra i vari castelli e basta.
Certo la fanciulla non aveva avuto obblighi per conversare con lui di questi argomenti che erano discorsi non certo riservati ad individui conosciuti lo stesso giorno.
In più di certo la leggiadrezza misteriosa della ragazza che aveva intrigato Franky aveva fatto lo stesso con altri uomini con i quali il ferramenta paragone non poteva osare.
Addirittura poteva essere fidanzata o magari sposata.
All'improvviso gli vennero in mente le parole di Rufy: "Se la vita non ti fa incontrare qualche novità ogni dieci minuti, che vita è?"
Finalmente il momento delle novità per Franky era arrivato.
Anche se n'era solo una,  lui avrebbe scommesso che sarebbe valsa per cento.


Il primo giorno in cui Franky aveva avuto la possibilità di posare lo sguardo e dare parola a Nico Robin, lui non lo sapeva.
Ma da quel momento in poi Nico Robin sapeva che lo avrebbe potuto chiamare Franky.
Senza la "u".


L'indomani Franky aveva ritrovato il cavallo legato ad un'inferriata nel giardino della locanda dove lo aveva lasciato il giorno prima.
Prese le redini ed uscì dal vicoletto.
Iniziò ad inspirare profondamente.
Sentiva l'aria pervadergli i grandi polmoni.
Si era sempre chiesto cosa avesse Kyoto. Nonostante tutto si era sempre domandato cosa avesse mai potuto avere una città che sarebbe stato in grado di annullare tutto quello che aveva invece lui.
Ma in quel momento, respinandone l'aria, aveva minimamente capito che in fondo neanche con Kyoto poteva competere.
Si guardava intorno e si ritrovava ad ogni sguardo sempre più affascinato da quelle visioni.Quella città era enorme, grande e maestosa e lo era ancora di più da quella collina intrisica di verde dalla quale Franky sovrastava ogni cosa.
Com'era piccolo davanti a quell'orizzonte.Ci si poteva mai sentire più liberi di così?
Erano sensazioni che Franky si era negato per tanti anni e ora per lui era quasi sconosciute.
E quella brezza che gli colpiva la faccia ad ogni soffio gli portava via il rimorso e il dolore di tutti questi anni a piccoli pezzi.
E stava fermo lì.Per quasi mezzora la dove il sole non faceva che farsi più caldo e il vento meno insistente.
L'uomo guardava Kyoto ma i suoi occhi erano rivolti nel vuoto.Poi sul castello che sovrastava meglio di lui la città.
Franky si era innamorato di nuovo.
E' ora dopo cinque anni stava vivendo.
Perchè per cinque anni era morto.






































































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