Note dell’autore: Con un po’
di ritardo eccovi il terzo capitolo, della mia storia, purtroppo ho i computer
fuori uso, quindi non so quando potrò collegarmi di nuovo. Spero vivamente che
vi stia piacendo. Ringrazio ancora una volta BadWolfTimeLord, per il suo
sostegno, spero tanto di non deluderti con questo capitolo.
Capitolo 3
Scontro finale
Entrarono di corsa nell’istituto dell’H.C.Clements, senza
perdere tempo il Dottore si mise a cercare su un computer.
“Cosa stai cercando?” chiese Rose
“Per i dipendenti la H.C.Clements è solo un fabbro, ma
ventitre anni fa, la società è stata comprata dall’istituto Torchwood.” Spiegò
il Dottore, la ragazza si sentì mancare il terreno sotto i piedi, l’istituto
Torchwood, ancora loro, continuavano a rovinare la vita delle persone.
“Che cos’è?” chiese Donna, il Dottore la guardò sorpreso.
“Era dietro alla battaglia di Canary Warf.” Spiegò Rose
digrignando il denti.
“L’invasione dei Cyber uomini, i cieli di Londra pieni di
Daleks?” spiegò ancora il Dottore, mentre Donna continuava a non capire.
“Io ero in Spagna!” rispose Donna con tranquillità.
“C’erano Cyber uomini anche in Spagna.” Disse il Dottore
sorpreso.
“Credevo l’avevamo distrutto.” Intervenne Rose, con la
rabbia che cresceva, il Dottore si voltò verso di lei.
“Si, infatti. Ma la H.C.Clements è rimasta in affari, ci
sarà qualcun altro.” Spiegò cambiando il computer.
“Forse non gli è bastato quello che successo al Canary
Warf.” Continuò con rabbia Rose.
“Rose.” Disse il Dottore avvicinandosi a lei.
“Vedrai che stavolta riusciremo a fermarli.” Le disse
prendendola per le spalle.
“Guardami. Stai tranquilla, non perderemo nessun’altro.”
La tranquillizzò con un sorriso. Riusciva sempre a calmarla, le bastava
guardarlo, dritto negli occhi per sentirsi serena e al sicuro, anche nelle
situazioni più drammatiche.
“Dottore?” chiamò Donna rompendo il loro momento.
“Perché questi ce l’hanno tanto con me?” chiese la rossa
speranzosa.
“Non lo so, ma lo scopriremo.” Rispose sincero il
Dottore.
Acqua e fuoco li stavano circondando, le urla
dell’imperatrice le intonavano nella testa, guardò in basso e vide Donna che
guardava l’acqua che stava allagando il tunnel. Si voltò verso il Dottore
accanto a sé, e nei suoi occhi vide la tempesta. Le sue mani ancora impegnate a
usare il joystick. Guardò ancora verso l’imperatrice e le si spezzò il cuore.
“Dottore, Rose!” sentì la voce di Donna che li chiamava.
Guardò ancora verso il Dottore e ne ebbe quasi paura, l’oscurità dei suoi occhi
la stava terrorizzando. Aveva già visto quello sguardo, l’espressione che aveva
sul volto.
“Dottore.” Lo chiamò toccandogli il braccio, l’uomo si
voltò verso di lei incrociando il suo sguardo.
“Adesso puoi fermarti, ti prego.” Disse quasi in un
sussurro, guardandolo dritto negli occhi, in profondità, nella sua anima. Lo
vide reagire al suo sguardo.
“E’ ora di riportarvi fuori di qui.” Disse risvegliandosi completamente.
La neve, quanto amava la neve, soprattutto per Natale.
Anche se quella non era vera neve, l’amava ugualmente. Vide Donna guardare su
nel cielo eccitata. Aveva passato un giorno tremendo, eppure adesso era davanti
a lui e rideva. Rose le era accanto, anche lei felice e più tranquilla.
“Buona Natale.” Le disse Rose abbracciandola.
“Buon Natale anche a te.” Le rispose ricambiando
l’abbraccio.
“Allora, adesso cosa farai?” chiese il Dottore che era
rimasto appoggiato alle porte del Tardis.
“Non mi sposo, per prima cosa. E non farò più un lavoro
precario. Ah non lo so, credo che viaggerò, vedrò il mondo, camminerò nella
polvere.” Rispose sorridendo, Rose si avvicinò al Dottore.
“Perché, non vieni con noi?” chiese Rose.
“No. Non posso. Non riuscirei mai a farcela. Tutto quello
che abbiamo fatto oggi.” Le rispose, poi si voltò verso il Dottore.
“Vivete la vostra vita in questo modo?” chiese
guardandolo.
“Non sempre.” Gli mentì facendosi serio.
“Io penso di si, e non potrei.” Continuò lei.
“Ma hai visto li fuori, è bellissimo.” Disse Rose,
sperando di convincerla.
“Ed è terribile.” Si voltò di nuovo verso il Dottore.
“Quelle creature, stavano morendo, e tu … se non ci
sarebbe stata Rose, cosa avresti fatto?” chiese Donna, il Dottore non rispose,
rimase in silenzio a guardarla negli occhi, sapendo che aveva ragione.
“Penso sia un bene che ti rimanga accanto.” disse Donna,
ma facendo riflettere il Dottore che guardò verso la bionda che gli era
accanto.
“Buona fortuna!” disse salutandoli.
“Anche a te.” Rispose il Dottore intrecciando la sua mano
con quella di Rose.
I due entrarono
nel Tardis, silenziosamente, le parole di Donna lo avevano colpito. Rose si
mise seduta mentre lui avviava il Tardis verso il Powell Estate, dove Jackie e
Mickey li attendevano.
Sapeva che Donna aveva ragione, l’unico motivo per cui si
era fermato, era stato proprio per lei. Rose, era il suo freno, la luce che lo
risvegliava dalle tenebre, si avvicinò a lei.
“Tutto bene?” le sentì chiedere, annuì con la testa
lasciando lo sguardo nel vuoto, poi si voltò verso di lei.
“Mi dispiace per questo Natale.” Le rispose evitando la
domanda.
“Abbiamo ancora tempo.” Rispose lei sorridendogli.
“Andiamo, mia mamma ci starà aspettando.” Disse notando
che il Tardis si era fermato.
“Aspetta!” disse il Dottore prendendole la mano e
facendola voltare dalla sua parte. Da una tasca interna della giacca tirò fuori
un pacchettino.
“Buon Natale Rose.” Disse consegnandole il suo regalo.
“Mi… tu mi hai fatto un
regalo?” chiese sorpresa, prendendo il pacchettino.
“E’ una tradizione, giusto?” chiese scherzando. La
ragazza aprì trovandoci una collana con una pietra come ciondolo.
“Oh mio Dio è bellissima.” Disse abbracciandolo.
“E’ una pietra venusiana, lavorata artigianalmente. C’è
questo piccolo pianeta, con un nome davvero impronunciabile, dove gli abitanti sono degli artigianali
fantastici, peccato che però non siano molto socievoli.” Spiegò felice di
essere riuscito a farle tornare il sorriso.
“E’ un posto bellissimo. Qualche giorno ti ci porterò.”
Disse ricordando quel pianeta, la vide in difficoltà nel mettersi la collana.
“Aspetta ti aiuto.” Prese la collana e si mise alle sue
spalle, le spostò i capelli e chiuse il laccetto.
In quel momento l’avrebbe potuta baciare, stringerla e
condividere con lei qualcosa di più di un semplice abbraccio, sembrava che ogni
fibra del suo corpo e i suoi due cuori glielo chiedessero quasi disperatamente.
Deglutì riprendendo il controllo di se.
“Jackie ci sta aspettando.” Gli ricordò sorridendole, lei
lo abbracciò ancora una volta.
“Allons-y.” Disse infine, prendendole la mano e
conducendola fuori dal Tardis.
Fine
Revisione 2011
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