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Autore: XShade_Shinra    19/04/2010    3 recensioni
*} Dedicata a reby_w {*
Cosa sarebbe successo se a Malik fosse stata data la possibilità di tornare indietro nel tempo?
[ Ambientazione: Battle Ship / Millennium World stories arc ]
[ Yaoi - TT - Citronshipping (Touzoku-ou Bakura x Malik) ]
[ Fanfiction classificata 1° e Vincitrice del Premio Muffin [per aver usato un pairing bistrattato] al Contest "FilosoFANDOM {Dalla Filosofia alla Fanfiction}" indetto da §Pucchyko_girl§ sul forum di EFP ]
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri personaggi, Atemu, Marik/Malik Ishtar, Shadi, Touzoku-ou Bakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Allies since the Dawn -
Chapter 06

Quella mattina arrivò fin troppo presto per Malik. Una parte di lui non avrebbe mai voluto che arrivasse quel giorno, ma aveva un compito da portare avanti e non poteva rinunciarvi solamente per dei suoi capricci privati: mettendo fuori dai giochi il Faraone Atem avrebbe fatto un favore anche a Bakura e, insieme, avrebbero compiuto la loro vendetta.

«Allora, ti ricordi tutto?» domandò Bakura, mentre salivano la lunga scalinata che conduceva alla dimora del sovrano.
«Certo...» sbuffò il biondo «E la tua ferita come sta?» domandò per la seconda volta quella mattina. Non voleva che Bakura si sforzasse più del necessario o gli si sarebbe riaperto lo squarcio che aveva al fianco.
«Va bene, non preoccuparti.» lo rassicurò, toccandosi appena nel punto colpito, nascosto da una pesante tunica color ocra «E tu come stai?» gli chiese.
«Mi hai legato i polsi troppo stretti, mi verranno le piaghe.» si lamentò, cercando di allentare il nodo della corda che lo teneva legato, il cui capo era tenuto dal ladro. Nessuno di loro aveva parlato a riguardo della notte precedente, quasi come se avessero paura di ciò che era nato e stava crescendo tra loro.
«Non lamentarti.» ringhiò appena il saccheggiatore di tombe, prima che le due grosse guardie poste all'ingresso del tempio li bloccassero, incrociando le loro alabarde.
«Altolà! Identificarsi.» dissero marziali.
Bakura non aveva certo paura di loro, ma non gli andava di utilizzare già il suo fido Diabound; voleva dar retta a Malik e tentare qualcosa di più subdolo. Se non avesse funzionato, avrebbe subito chiamato il suo Ka.
«Vorrei vendere uno schiavo al Faraone.» disse il ladro, seguendo lo schema che si erano prefissati i due.
Malik abbassò la testa, tenendo uno sguardo mite e sottomesso, senza parlare. Quella recita era per lui abbastanza semplice, visto che il proprio lato oscuro non era stato trasportato con lui in quell'epoca.
«Vi scorterò io.» tuonò una guardia, mente entrambe ritiravano le armi, invitandoli ad entrare «Siete appena in tempo: l'orario delle visite sta per terminare.»
«Grazie.» disse educatamente l'egizio, entrando nel corridoio che conduceva alla sala del trono, tirando appena le corde del futuro servo.
Ci misero pochi minuti a giungere all'entrata dell'enorme sala ormai vuota, se non per la sola presenza di un vecchio accanto ad un massiccio trono sul quale sedeva...
«Yugi!» sussurrò Malik, che si beccò due occhiate interrogative dall'assassino e dalla guardia.
Colui che sedeva come Faraone era l'identica copia di Yugi: stessi capelli e stesso sguardo che aveva quando combatteva, deciso e determinato. L'unica differenza, che aveva riscontrato anche nel caso di Bakura, era la carnagione molto più abbronzata.
«Scusatemi...» pigolò l'egiziano, venendo poi spinto un po' avanti dalla guardia che chiamò Atem con la sua forte voce tonante.
«Sommo Faraone! C'è una richiesta da parte di un abitante dell'Egitto! Chiede di poter essere ricevuto al vostro cospetto per una vendita!»
La Luce dell'Egitto si tappò le orecchie per quel vocione che rimbombava nella sala.
«Sì, lo ricevo.» disse subito.
«Come desidera, mio Faraone!» urlò ancora, per poi ritirarsi e far avanzare i due, che si inchinarono davanti al sovrano, una volta giunti alla base delle alte scale, dove, alla sommità di queste, Atem si stappava finalmente le orecchie.
«Buongiorno a voi, Faraone.» lo salutò Bakura, rialzandosi insieme al ragazzo «Sono venuto da molto lontano per proporle l'acquisto di uno schiavo.» spiegò, volgendo lo sguardo verso Malik «Non è adatto ai lavori pesanti, ma sono certo che, grazie all'educazione e all'istruzione che ha ricevuto, sarà in grado di compiere i servigi di corte. Inoltre è molto ubbidiente.»
In effetti sarebbero serviti veramente degli schiavi in quel periodo, quindi l'offerta sarebbe andata più che bene...
«Come vuoi essere pagato?» chiese Atem.
«Non voglio cibo: ne ho a sufficienza. Io sono un mercante, possiamo dire, quindi mi interesserebbero gioielli e preziosi, più che altro.» ghignò. In effetti si vedeva che era un mercante per via degli agghindagli preziosi che aveva addosso il ragazzo: due anelli dorati, con delle pietre, ai mignoli, una cintura dorata, bracciali e cavigliere varie.
Il Faraone fece per rispondere, ma Bakura lo anticipò.
«Naturalmente sarete voi ad imporre il prezzo.» spiegò «Io mi accontenterò di quanto vorrà donarmi la bontà del nostro Faraone.»
Malik gli scoccò una mezza occhiataccia.
"Che attore..." pensò, tra il depresso e l'ammirato
«Va bene. Lo accetto volentieri alla mia corte.» rispose.
«Dobbiamo allora procedere con la registrazione, mio Faraone.» gli ricordò Siamun Muran, il visir.
«Certo.» annuì «Vai pure a chiamare come testimone il Sacerdote Set--»
«Non è necessario, Faraone!» lo interruppe maleducatamente Mana, l'apprendista Sacerdotessa, entrando come una furia nell'ampia sala «Ci siamo io e Mahad!» lo informò, per poi ricevere una sonora strigliata dall'uomo appena citato, che la afferrò per la collottola, come fosse una gattina.
«Mana!» tuonò serio, scrollandola «Devi essere più rispettosa nei confronti del Faraone!»
«Ma io lo sono!» borbottò lei, mettendosi con le braccia conserte, mentre sul viso le si dipingeva un adorabile broncio.
«Lascia stare, Mahad. Va bene così.» disse Atem, facendo così rimettere giù la ragazza, che corse verso Malik e Bakura, lasciando con un palmo di naso il Gran Sacerdote.
«Non può dargliele vinte tutte...» sussurrò il visir al ragazzo dai capelli tricolore.
«E' ancora giovane...» lo liquidò, guardando Mana venir trascinata via, in un angolo, dal proprio tutore.
Siamun guardò in alto, cercando l'aiuto degli altri dei, e prese un registro, dove iniziò a scrivere qualcosa; a quel gesto, il saccheggiatore di tombe diede un colpetto al fianco del ragazzo.
«Devi prestare giuramento al nostro Faraone.» gli spiegò.
Malik annuì e, lentamente, recitò le formule da lui studiate quel giorno, così da terminare il rito.
Da quel momento in poi sarebbe stato uno schiavo del Faraone. Insieme a Bakura, aveva posto un’altra pietra per formare la scalinata che lo avrebbe condotto all'uccisione del Faraone della XVIII dinastia.
«Sembri egizio...» notò Atem, rivolgendosi direttamente al ragazzo, alzandosi dal suo trono per avvicinarsi ai due «Ma hai i capelli e gli occhi di un insolito colore...» borbottò.
A quel dire, Mana rise un poco.
"Con che faccia il Faraone può dire ad un altro di avere i capelli di colore insolito?!" si chiese, prendendosi uno scappellotto da Mahad.
«No, non sono di qui...» spiegò brevemente, cercando di parlare il meno possibile.
«Ma parli bene la nostra lingua.» notò Atem.
«Gliel'ho detto: ha ricevuto una buona istruzione.» rispose Bakura per lui.
A quel silenzio da parte del ragazzo, il Faraone parlò con voce decisa, ma gentile.
«Comprendo il tuo stato d'animo.» sbuffò appena, accarezzandogli il volto sotto lo sguardo di Bakura, che si ingelosì all'istante «Ma non ti crucciare, vedrai che i miei schiavi sono trattati con tutti i riguardi.» tentò di tranquillizzarlo, anche se Malik, ancora, non rispondeva «Ti dovremmo dare un nome...» continuò, guardando il suo futuro schiavo dritto negli occhi.
«Nam10?» propose a voce alta l'egiziano, facendo voltare i due testimoni - alle prese con un discordio verbale - verso di lui.
«Sì.» fu d'accordo la Luce dell'Egitto «Nam mi piace.»
Malik abbozzò un sorriso.
«Ne sono lieto, mio Faraone.» disse, prostrandosi dinnanzi al suo padrone nuovo.
«Le avevo detto che era mite ed ubbidiente.» ridacchiò Bakura, lasciando andare la corda che ancora legava i polsi del ragazzo.
«Torna domani e ti verrà dato quando dovuto.» disse Atem in tono austero.
«Va bene. Allora tolgo il disturbo, mio Faraone.» lo salutò, facendo anche lui un profondo inchino «Verrò domani mattina a farle visita.» si congedò, scortato dalla guardia fino all'ingresso principale "Fai un buon lavoro, Malik..." ghignò, incapace di moderare il bieco sorriso che gli apparve in volto, celato da un veloce e falso sbadiglio.
L'infiltrato guardò verso il corridoio, sospirando appena.
«Non preoccuparti, Nam.» sussurrò il Faraone, mettendogli una mano sulla spalla «Sono certo che ti troverai bene qui con noi. Ora Mana ti scorterà nel tuo alloggio nell'ala riservata agli inservienti.» spiegò ad alta voce, in modo che la ragazza lo potesse bene udire.
«Perché proprio io?» chiese ella, un po' contrariata.
«Così lascerai in pace Mahad per qualche minuto.» rise Atem, con grande soddisfazione dell'interessato, che diede all'apprendista un piccolo colpetto alla schiena.
«Ti aspetto per continuare la lezione.» la salutò il gran Sacerdote, andandosene via.
Mana gonfiò le guance e si avvicinò al muovo arrivato.
«Benvenuto, Nam.» lo salutò solare «Mi chiamo Mana e diventerò una Gran Sacerdotessa, un giorno! Per ora sono solamente un'apprendista...» sbuffò verso la fine.
Non ce l'aveva assolutamente con quel ragazzo: era abituata a quel continuo tira molla con il proprio maestro, e forse era proprio il loro rapporto tanto particolare a farle provare qualcosa di più, verso di lui.
«Grazie, Mana.» ringraziò, chinando il capo.
«Oh, no. Non essere così formale con me!» sorrise «Ora ti accompagno nella tua camera.»
«Va bene.» annuì, sentendo poi la voce di Atem.
«Ora vado con il Gran Sacerdote Kalim ad una riunione.» li informò «Oggi sarà il tuo giorno di riposo, voglio darti il tempo di ambientarti. Sarai scosso dal viaggio.» disse, prima di sparire oltre una porta collegata direttamente alla sua postazione sopraelevata.
Malik lo guardò interrogativo.
"Come può una persona all'apparenza così calma e gentile essere in realtà un assassino?" pensò, sentendosi poi riportare alla realtà da Mana, che lo tirò appena per un braccio.
«Andiamo!» sorrise.
«Sì, scusa.» disse, seguendola, lanciando un ultimo sguardo al trono del Faraone. Un trono macchiato dal sangue di tutte le vittime di Kuru Eruna e del proprio padre.

«Ecco, questa è la tua stanza!» indicò allegramente, Mana, al ragazzo dagli occhi ametista. Per tutto il tragitto, l'apprendista non aveva fatto altro che parlare e fare domande al nuovo arrivato. Era sicuramente una ragazzina molto gioviale che riusciva a trasmettere allegria, ma anche un po’ - troppo - impicciona.  
«Ti ringrazio.» sorrise Malik, scostando la pesante tenda per ritrovarsi dentro una piccola stanza accogliente, con un lettino singolo.  
Pensava di essere messo in una camera con altri schiavi, invece, per sua somma gioia, si ritrovò ad essere da solo.
«Per questi giorni starai qui da solo.» spiegò.
«Va benissimo.» rispose Malik, entrando nel bugigattolo.
«Immagino che a te piacerebbe una stanza più grande con tutti gli altri servi, Nam, ma per questi giorni ti dovrai accontentare.»
«Nessun problema, Mana. Dico davvero.» la tranquillizzò l'Ishtar. Per lui andava più che bene quella situazione.
«Ah, se per te va bene... Comunque domani ti porteremo a conoscere gli altri, ora riposati. Sono certa che con quel tizio come padrone non devi aver avuto vita facile!» esclamò, facendo riferimento a Bakura. Non le aveva fatto una bella impressione.
«Già...» sbuffò Malik, per stare al gioco.
Eppure Bakura era l'unico, oltre alla propria famiglia, ad averlo trattato con... "affetto".
«Ci vediamo per cena?» chiese, poco prima di andare via.
«No, ho già mangiato per oggi.» rispose composto il ragazzo, sdraiandosi a letto «Voglio solo dormire un po'.»
«Va bene. A domani.» lo salutò con un sorriso, lasciandolo finalmente da solo.
 Non appena Malik udì distintamente il rumore dei piccoli passettini di Mana che si allontanavano, si alzò dal morbido giaciglio e andò alla piccola finestra, che scoprì dare verso l'esterno del complesso del palazzo e, per fortuna, non dalla parte interna. Guardando Ra che splendeva nel cielo terso, si ricordò le parole di Bakura, il piano che, insieme, avevano realizzato. La loro terribile vendetta.
«Stanotte la metterò in atto.» disse, sentendosi stringere al cuore, mentre si toccava la gemma colorata del suo nuovo anello, dentro la quale era nascosta una punta avvelenata.
Sarebbe voluto rimanere molto di più con Bakura. Appena Atem fosse morto, lui sarebbe scomparso.
«Ahn, devo togliermelo dalla testa.» borbottò, riandando a caricarsi.
Però, chissà perché, la figura di Bakura continuava ad albergare nella sua testa...

[ ...continua... ]
XShade-Shinra




10 Nam: è il falso nome con il quale Malik si era presentato a Jounouchi - e, successivamente, agli altri - durante il loro primo incontro al torneo di Battle City, in modo da nascondere la sua vera identità.



Risposte alle Recensioni

x Mizushipping: *cerca di nascondersi* Beh... ecco... uhm... lo leggerai nel prossimo capitolo... *scappa* - Come al solito grazie per le tue belle parole! ^^ Sono davvero felice che la storia ti stia prendendo! *-*v

x Bad Devil: Voglio una copia dei tuoi filmini mentali! XD Beh, vale anche per te: solo nel prossimo capitolo potrai trovare risposta a buona parte dei tuoi teatrini! XD

  
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