Capitolo 1
Where the story starts…
Una
stretta di mano.
Una
cosa normale, se non fosse che quella stretta era speciale.
Una
stretta che conteneva dentro di sé un sacco di emozioni,
certamente non
esprimibili a parole.
Ma
il miglior sentimento che caratterizzava quella stretta era uno.
Amore.
“Vuoi
un
frappuccino, Demi?”
Joseph
poggiò
la mano sopra quella di lei, con fare dolce.
Ogni
volta
che la vedeva ne contemplava la bellezza.
Una
giacchetta di pelle stava sopra una minigonna nera. Ai piedi indossava
delle
converse che le arrivavano alle ginocchia. I capelli di un riccio ben
definito
le ricadeva sciolti sulle spalle.
Con
una tuta
o no, per lui era sempre divina.
“Sì,
ed anche
un muffin” le sommità degli occhi della ragazze si
fusero con quelle del
ragazzo.
Lui
era tutto
quello che desiderasse.
Ma
c’era un
tassello che ancora doveva sistemare.
E
che avrebbe
rimesso al posto giusto proprio quel giorno.
Una
delle
tante cameriere di uno dei tanti Starbucks in circolazione,
portò al loro
tavolo ciò che avevano ordinato.
“Hai
notato
anche tu che Nicholas è strano ultimamente?”
Joe
fece le
spallucce ed ingerì rumorosamente un boccone di muffin per
la fretta di
rispondere.
“Sinceramente?
Non mi preoccupo più di tanto. E’ fatto
così.”
“Secondo
te
che ha?” insistette Demi sul discorso.
“Bah,
sarà
innamorato di una ragazza che non ricambia perché
già fidanzata o qualcosa del
genere. E’ tremendamente romantico e sensibile,a
volte”
Non
sapeva
quanto ci aveva azzeccato, no che non lo sapeva.
“Beh,
di
sicuro non è rozzo come te!”
“Intanto
ci
esci con il rozzo, eh?”
Joseph
riuscì
a strappare un mezzo sorriso alla ragazza.
Un
sorriso
che non compariva da un po’, perché troppo presa a
preoccuparsi di ciò che
avrebbe affrontato.
Un
sorriso
speciale proprio perché raro.
“Te
la senti
di andare?” chiese premurosamente il ragazzo.
“Ormai
ci
siamo, direi dunque di sì”
“Okay”
Si
alzarono
simultaneamente, e dopo aver pagato uscirono dal locale.
Un
tempo
tutt’altro che sereno.
Che
rifletteva alla perfezione ciò che i due provavano.
Malinconia,
paura, terrore per l’avvenire.
Non
c’era
posto per la felicità.
L’unico
sentimento positivo, in quel momento, era l’amore che li
univa.
I
due ragazzi
si fecero strada tra tutti quei passanti che, a testa bassa,
camminavano
frettolosamente per le strade di Manhattan, cercando, per quanto
possibile, di
coprirsi il capo con un giornale e proteggersi da tutta quella pioggia
che
scorreva a dirotto.
Il
cielo era
di un colore terribile.
Varie
tonalità di grigio accompagnavano la pioggia e i rombi del
vento.
Ogni
tanto
qualche tuono si faceva sentire prepotentemente, accompagnato da
fulmini, che facevano
meccanicamente girare la testa di scatto alla gente verso il cielo
ricoperto da
enormi nubi, tutt’altro che di bell’aspetto.
Demi
e Joe
giunsero a destinazione.
Si
ritrovarono di fronte ad un condominio di svariati piani, fatto di
mattoni.
Evidentemente
era piuttosto vecchiotto.
Del
muschio
si faceva largo tra i mattoni, ed i balconi sembravano reggersi per
miracolo.
Joe
tentennò
nell’aprire la portiera che stava davanti a loro,
caratterizzata da un vetro
tutto sfrisato e pieno di polvere ed aloni che la pioggia, una volta
asciugatasi, lasciava.
“Sicura
che è
questa?” le chiese, prima di poggiare la mano sulla maniglia
d’ottone opaco.
“S-sì”
sul
volto di Demi tornò a dipingersi il terrore che da tempo
l’attanagliava.
Ma
era
arrivato il momento di affrontare le sue paure.
Joseph
se ne
accorse, perché l’avvicinò a
sé e le sussurrò, confortandola: “Non
preoccuparti, ci sono qui io”.
Posò
poi le
labbra su quelle di lei, dandole un piccolo bacio a stampo per
rassicurarla.
“Andiamo,
ora” le prese una mano e, deciso, aprì la portiera.
Salirono
delle scale mal conciate di un atrio piccolo e che odorava di fumo e
alcool.
Si
soffermarono
poi davanti all’appartamento che interessava a loro.
Su
una porta
di legno, in parte nero come se fosse stato bruciato, era stato inciso
il
numero “707”, malamente e quasi violentemente.
Sì,
era
quello.
Joe
strinse a
sé la sua ragazza prima di bussare deciso contro quella
superficie ruvida e
consumata.
Dall’interno
si sentì uno spostamento di mobili e dei passi pesanti
camminare su un pavimento
probabilmente piastrellato, poi un
tintinnio di chiavi contro la porta fece intuire ai due giovani che
l’inquilino
stava per fare la loro conoscenza.
Demi
si
strinse sempre di più a Joe, che non poté fare a
meno di ammirare la bellezza
della sua ragazza anche in quell’occasione.
Un
uomo
piuttosto alto spalancò la porta.
Aveva
dei
corti capelli neri, che lasciavano scoperta una fronte appena
accentuata da
rughe, segno che l’eta’
per lui stava avanzando.
Un
abbigliamento piuttosto casual ma allo stesso tempo raffinato, stonava
completamente con l’edificio malconcio in cui si trovavano.
Era
come
mettere un re in un campo agricolo.
Non
c’entrava
assolutamente nulla.
Due
occhi di
un nocciola profondo, terribilmente simili a quelli della ragazza,
scrutarono i
due ragazzi, soffermandosi un momento in più su Demi.
Joe,
consapevole che quello non avrebbe mai iniziato a parlare, prese
l’iniziativa,
appena gli occhi dell’uomo si posarono su di lui.
Anche
se non
aveva alcun dubbio parlò lo stesso.
“Mi
scusi, è
lei Patrick Lovato?”
Angolo
Autrice:
Grazie
mille a tutti
coloro che hanno recensito, ovvero:
FanDemiJB
Mary_Tigro
annael
lovatojonassister
Grazie
anche a tutti
coloro che hanno solamente letto, con la speranza che, un giorno,
lascino anche
un segno del loro passaggio.
Layla