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Autore: Amira    19/04/2010    1 recensioni
Ellen è una giovane giornalista, in cerca della sua strada. Il suo sogno? Poter lavorare per GLAMOUR, la rivista di moda più gettonata di tutti gli Stati Uniti. E se il dirigente di Glamour fosse il padre dei Jonas Brothers, cosa succederebbe? E se Ellen, inaspettatamente, entrasse a far parte della vita dei tre giovani, soprattutto in quella di Joe?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1. Distanti, ma non troppo


"Questa è la segreteria di Ellen Watson, al momento sono altrove a far danni, ma se volete potete lasciare un messaggio dopo il segnale acustico! Sayonara!"

Una squillante voce registrata riempì il silenzio di quella stanza.
Biiip!
- El ma dove diavolo sei?! Ho delle importanti novità, quando puoi richiamami!- trillò qualcuno dall'altra parte del telefono.
Ellen Watson chiuse la porta dietro di sé, riuscendo appena in tempo a raggiungere il cordless abbandonato sul divano.
- Sono qui, che c'è di tanto importante?- pronunciò la ragazza mentre si sbottonava il cappotto.
- Finalmente! Sono due ore che ti cerco, che fine hai fatto? Stavo seriamente prendendo in considerazione l'idea di contattare l'FBI; pensavo che fossi finita in una qualche isola sperduta o, peggio ancora che gli alieni ti avessero rapito per usarti come cavia dei loro orribili esperimenti!- gracchiò l'interlocutore, ridacchiando.
- Jane piantala!- rispose Ellen, stando allo scherzo - Ero a pranzo dai miei; mia sorella ha portato il frugoletto e mi sono esercitata nel ruolo di zia. Risultato? Sono troppo imbranata per avere un bambino-
- Che bel quadretto! In fondo, non saresti poi così male- disse Jane ironicamente.
- Non sei d'aiuto...mi mancava Philadelphia e soprattutto, mi mancava mia madre. Un'ora e mezzo di macchina non mi spaventa, tornerò più spesso dalla mia famiglia-
- Anche a me manca casa ma...bando alle ciance! Ho una sorpresa per te...vieni tu?- disse l'amica, raggiante.
- Perché "le tue sorprese" mi preoccupano sempre?! Comunque sono stanca e...- Ellen non finì la frase, che intervenne Jane - D'accordo, sarò da te tra mezz'ora- affermò lei esasperata
- Grazie! Sei un tesoro!-
- Lo so cara, lo so- Ellen rise di gusto, salutò l'amica e riagganciò.
"Chissà cosa avrà in mente questa volta" pensò lei tra sé. Jane era sempre stata un po' matta, forse era per questo che la loro amicizia era così speciale: le giornate, con lei, avevano un sapore diverso. Il solo sentire la sua voce le metteva il buon umore, le faceva sempre tornare il sorriso. Era sempre stata allegra, solare e terribilmente sarcastica, fin dai tempi del liceo e da allora non era cambiata di una virgola. A volte, stando con Jane, le sembrava di tornare la ragazzina spensierata di una volta, nonostante avessero entrambe ventiquattro anni suonati!
Compiti, risate, ragazzi, shopping, discoteche, balli scolastici. E ancora diploma, vacanze, pianti, concerti, università. Sorrise timidamente, ricordando tutti i bei momenti passati con la sua migliore amica.
C'era qualcosa che lei e Jane non avessero condiviso?
Con quei pensieri in testa, Ellen si alzò con fatica dal divano, per dirigersi in camera da letto.
- Ehi Matilde! Dormito bene?- Ellen accarezzò la gattina appollaiata sul letto che cominciò a farle le fusa. Si svestì rapidamente e legandosi i capelli in una coda di cavallo, andò in bagno. Aveva bisogno di una doccia, lo stress cominciava a farsi sentire; non era più una bambina, doveva prendere in mano la sua vita. Perché non riusciva a trovare uno straccio di lavoro? Jane seguiva il corso di tirocinio per infermieri, Mary-Kate, sua sorella maggiore, era un brillante avvocato con tanto di famiglia.
"Possibile che in tutta New York non ci sia posto per me?" Ellen sbuffò
Forse aveva sbagliato a intraprendere la carriera giornalistica, forse aveva sbagliato indirizzo universitario. Un getto d'acqua fresca le finì sul volto, destandola da quei pensieri e si morse il labbro.
"Che stupida"
Uscì dalla doccia e si legò un asciugamano addosso, lasciando che la liscia chioma castano fondente le scendesse morbida sino alle spalle; aprì l'armadio e indossò la prima tenuta da casa che trovò sotto gli occhi. Jane sarebbe arrivata a momenti, così decise di metter a bollire dell'acqua per preparare il thé, giusto per ingannare il tempo. Ellen si avviò verso la cucina, ma inciampò contro qualcosa...guardò in basso ed, accanto ai suoi piedi, vide un giornale, lo raccolse e lo fissò. La scritta "GLAMOUR" dorata, risaltava al centro della pagina, sotto di essa, una splendida modella dalla carnagione scura, sorrideva, ignara di chi avrebbe incrociato il suo sguardo su quella copertina. In quelle trenta pagine era racchiuso il suo sogno proibito: lavorare per la rivista di moda più "IN" di tutti gli Stati Uniti. Il suono del campanello riportò Ellen alla realtà; era Jane.
Corse ad aprire la porta e la trovò sul pianerottolo di casa sua.
- Che puntualità eh?- disse Jane pimpante, inclinando la testa. I riccioli ramati si agitavano con lei ad ogni suo movimento.
- Entra- Ellen sorrise, incrociando il suo sguardo smeraldo con quello ceruleo dell'amica.

Dall'altra parte della città...

- COSA?!-
Gridarono tre ragazzi all'unisono, facendosi sentire da tutto il vicinato.
- Niente storie giovanotti. Farete come dico io, è ora di riprendere il ruolo di "padre" che mi appartiene! Da quando è uscita fuori questa storia dell'essere "famosi" avete sempre fatto come vi pare! Le regole in questa famiglia non esistono più, solo Frankie mi ascolta!-
Paul Kevin Jonas, seduto dietro un'ampia scrivania in legno di mogano, giocherellava con il sigaro mentre pronunciava quelle parole esasperato.
- Papà Frankie ha solo quattordici anni, è ovvio che "non disobbedisce" e a quanto pare la notorietà è di casa, visto il lavoro che fai. Abbiamo ventidue, venticinque e ventisette anni, ci è più che lecito essere un po' indipendenti no?- sentenziò Nick, il minore dei tre. Il Signor Jonas lo guardò di sbieco, incerto su cosa rispondere al figlio.
- Cosa c'entra questo, rimango comunque il capo famiglia!- continuò il cinquantenne, cercando in qualche modo di giustificarsi
- Ma papà abbiamo già fissato il concerto per quel sabato, le nostre fans, i coreografi, gli organizzatori che diranno?- domandò Kevin sbigottito
- Non mi interessa, verrete con me! E' solo un concerto, cosa vuoi che sia? Sposterete la data per la settimana successiva o per il giorno dopo, se proprio è necessario- continuò l'uomo con aria di sufficienza
- E' solo un concerto?! Stai scherzando spero! Papà stiamo parlando di centinaia e centinaia di fans, che aspettano solo quel giorno da mesi ormai, per poterci vedere. Credi forse che possiamo chiamare uno per uno, dicendo "Scusate il live è stato annullato, perché il nostro paparino ci costringe ad andare ad un matrimonio"! Non possiamo farlo!- intervenne Joe furioso
- Non alzare la voce con me Joseph! Verrete a quel matrimonio, senza discussioni. Dopotutto, oltre ad essere una delle manager più valide della mia azienda è anche una cugina di secondo grado di vostra madre, non è corretto non andare! Eh!-
Paul rideva sotto i baffi.
- Tsé non ti è mai importato nulla dei parenti lontani, perché dovrebbe essere tanto importante questa qui?!- domandò scettico Joe.
Nick portò una mano alla bocca per soffocare la risata, mentre Kevin guardò il fratello disperato. L' aveva fatta grossa e il padre, per certi versi, era molto suscettibile.
L'uomo rivolse lo sguardo verso il ragazzo che aveva parlato, si alzò e gli andò vicino. Joe sudava a freddo, mentre Kevin e Nick fissavano la scena immobili e terrorizzati. Se c'era una cosa che tutti e tre temevano più di tutte era l'ira del padre.
- Fuori di qui- disse pacatamente il Signor Jonas, con il sorriso sulle labbra. Fortunatamente era anche abbastanza dotato d'ironia; Joe, e soprattutto Kevin, ne erano la copia sputata, sotto questo punto di vista.
I ragazzi uscirono dall'ufficio senza fiatare.
- Ci vediamo a casa!- gridò lui, soddisfatto, prima che Nick sbattesse la porta.
I tre si diressero all'uscita, seguiti dagli sguardi di tutti dipendenti della rivista Glamour. Faceva sempre un'effetto strano vederli gironzolare per la redazione, soprattutto ora che erano delle "star".
- Dobbiamo chiamare Carl, ci ucciderà quando lo saprà- affermò Nick pensieroso
- Lo ucciderà prima papà, se farà storie- intervenne Kevin
Joe non parlò, anzi non ascoltò affatto le parole dei fratelli; fissava un punto ben preciso...gli sembrò di vederla, proprio lì, di fronte al negozio di intimo, sul marciapiede opposto al suo.

"Amore, guarda che dopo che mi avrai sposato non potrai tornare più indietro" disse lei sorridendo
"Chi ti dice che vorrò tornare indietro?!" rispose Joe felice


Kevin notò l'espressione persa di Joe, seguì il suo sguardo e capì.
- Ehi...stai bene?- pronunciò appena, sfiorando la spalla del fratello. La ragazza dall'altra parte della strada, si voltò. Non era lei, per fortuna. Joe, sentendo il tocco di Kevin, tornò alla realtà, guardò il fratello, sorridendo.
- So già che odierò quel matrimonio-



SPAZIO DELL'AUTRICE
Questo è l'angolo dedicato a "me", per ringraziare, per sfoghi, per rispondere alle eventuali recensioni e per tenervi informati. Ma passiamo alla storia!(:
Dunque è la mia prima fic sui Jonas Brothers. Mi è venuta di getto così, durante la mia "malattia". A volte, la febbre mi fa partorire idee assurde!XD ihihihih
Comunque, mi sto impegnando tanto per renderla piacevole e "perfetta", perciò spero che qualcuno gradisca il mio lavoro!^^
Un bacione grande a tutti
*Amira*

  
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