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Autore: MakeSomeNoise    20/04/2010    1 recensioni
Non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto. Tanto meno con lui. "Come un uragano sei entrato nella mia vita, lasciandomi spaesata e portandomi via tutto per fare di te il mio mondo, il mio tutto. Ti amo."
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Tom era ancora davanti a loro, forse in attesa di una risposta a quella sua provocazione, di una qualsiasi reazione da parte della ragazza.
- Io.. io credo di essere di troppo qui.. io non sarei mai dovuta rimanere, non avrei mai dovuto incontrarvi - disse Lily, inziando a correre verso la porta d'ingresso per poi allontanarsi sempre più da quella casa per andare nella sua.
Tom la richiamò, una, due, tre volte, poi si unì anche Bill ma niente, la ragazza non si fermava.
Tom iniziò a rincorrerla, ma lei era lontana, provava a correre sempre più veloce ma i suoi pantaloni dalla taglia extra large glielo impedirono, e rallentarono la sua corsa fino a non farlo fermare davanti a casa di lei.
Ma chi me lo fa fare?
Io non ho sbagliato niente, è lei che dovrebbe chiedermi scusa.
E' stata lei a lasciarmi da solo in mezzo ad una pista da ballo.
E' stata lei a farmi la scenata di gelosia.
E' stata lei a darmi un calcio nelle palle non appena l'ho baciata.
E' stata lei ad insultarmi.
E ora? Perchè ora mi ritrovo qui?
Proprio davanti casa sua?
Cosa me ne può importare a me di lei quando posso avere tutte le ragazze che voglio?

Senza accorgersene il suo indice finì sul campanello, facendolo suonare, ritrasse il dito e sperò che gli aprisse.
- Chi è? - sentì la sua voce, rotta dalle lacrime.
- So.. sono Tom. Apri per favore -
La ragazza gli aprì il cancello e lo aspettò sulla soglia della porta di casa, lo vide avvicinarsi con la testa china, lo vide camminare in modo impacciato e dannatamente sexy a causa dei suoi larghi jeans.
- Noi abbiamo sbagliato tutto - disse Tom non appena la raggiunse.
- Cosa vuoi Tom? - rispose lei asciugandosi una delle tante lacrime.
- Voglio che ricominciamo -
- Cosa c'è da ricominciare? Non non abbiamo iniziato proprio niente! Perchè non vai da qualche tua altra puttanella? Sarebbero più felici di me - gli urlò la mora.
- Credi che se mi importasse qualcosa di loro ora sarei qui? Che sarei qui a chiederti di ricominciare? - urlò a sua volta il moro.
Il tono di Tom spaventò Lily, tanto da farla scoppiare in lacrime, le gambe le tremavano, non si reggeva più in piedi tanto è che si dovette attaccare allo stipite della porta.
- Ti conosco solo da ieri, da ieri dannazzione! Ti ho baciata, ti ho desiderata! Di sicuro se fossi stata una delle tante non ti avrei rincorsa fin qui chiedendoti di ricominciare da zero! - disse ancora Tom ad alta voce andando sempre più vicino alla mora, che stavolta lo sorprese.
La mora gli si gettò tra le enormi braccia, poggiando la testa nell'incavo del suo collo, poteva sentire il suo profumo, poteva catturarne ogni minima fragranza.
- Scusami , scusami - ripetè Lily tra le lacrime, lacrime che neanche lei si sapeva spiegare, ma sapeva di aver bisogno di sfogarsi, di piangere e di lui.
Le braccia di Tom la stringevano sempre più forte verso di sè, quasi come sentisse il dovere di proteggerla da qualcosa, sentiva questa necessità, stringerla, stringerla sempre più forte, dimostrarle che lui c'era.
- Io non so cosa mi succeda, Tom! Fino a ieri pomeriggio cercavo tutte le notizie possibili su di voi, tu eri solo un bellissimo poster di carta appeso al muro della mia camera, sul diario, un mia fantasia. Forse è il fatto che tu sei entrato nella mia vita come un uragano, come gli altri, forse è accaduto tutto troppo presto, o forse.. - continuò la mora prima che le labbra di Tom si posarono sulle sue, impedendole di parlare o peggio ancora, di respirare.
Lily riaprì gli occhi, alzò viso trovando gli occhi del moro che la guardavano come mai nessuno aveva ancora fatto.
Sicurezza?
Protezione?
Amore?

Era questo che trasmettevano i suoi occhi? Forse.
- Io.. io devo andare - disse Tom sciogliendo l'abbraccio tra i due e correndo fuori dal cancello, lasciando la mora ancora sulla soglia della porta incapace di muoversi.
La ragazza si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere dov'era.
Cosa significa?
Perchè tutto questo?
Tutto questo è dannatamente sbagliato.
Deve finire, qui, adesso!
Non può piombare nella mia vita come se niente fosse, non può farmi sentire le farfalle nello stomaco.
Non può semplicemente perchè non posso amarlo!


Tom rientrò in casa con il fiatone e trovò Bill seduto sul divano ad aspettarlo.
- Tomi, finalmente - disse il moro facendo segno al gemello di raggiungerlo.
Tom si buttò a peso morto sul divano accanto al fratello ,che rimbalzò, sotto lo sguardo interrogativo di Bill.
- Che c'è da guardarmi così? - gli chiese.
- Devi dirmi tutto e ripeto tutto - disse sorridente.
- Tutto cosa? -
- Avanti Tomi, lo so che l'hai rincorsa -
- Si, abbiamo discusso - disse passandosi una mano sul volto.
- E..?- sapeva benissimo che c'era un continuo quindi lo incitò.
- E l'ho baciata - continuò Tom.
- Evvaiii! E poi? - chiese ancora curioso Bill.
- E poi sono tornato qui - rispose con tono scontato e ovvio.
- Senza dirle niente ? - domandò incredulo il gemello.
- Cosa dovevo dirle? "Grazie per il calcio nelle palle? " oppure " Sai, ti sta davvero bene quella camicia"? Avanti Bill! -
- Sei proprio una frana, fratellino - lo rimproverò Bill dandogli un buffetto sulla nuca.
- Piuttosto, che vi siete detti prima che io entrassi in casa? Quando stavo urlando e saltellando come un matto? - chiese Tom curioso.
- Oh, niente di importante. Vado a farmi la doccia ora - disse il moro alzandosi dal divano.
- Dopo mi dici cosa ti ha detto! - gli ripetè il moro.
- Te l'ho detto, niente di importante - e salì le scale, lasciando Tom sul divano.
- Se dopo non me lo dici racconto alle ragazze che settimana scorsa hai fatto la pipì a letto! - gli urlò Tom.
- Che coooooosa? - urlò Bill scendendo le scale di corsa e piazzandosi davanti al fratello con la mani sui fianchi.
- Oh sì fratellino, o dopo la doccia me lo dici o lo dirò alle ragazze; a te la scelta.. -
- Ok, e va bene! Hai vinto tu ! - sbuffò il moro risalendo le scale per andare a farsi la doccia.

Lily rimase in quella posizione per un tempo che le sembrava infinito, le parole di Tom l'avevano spiazzata lasciandola senza parole, poi il bacio; pensando a quel tocco delicato sulle labbra vi passò due dita, quasi come se volesse imprimere quella sensazione per sempre.
La mora si alzò in cerca del suo cellulare ma non lo trovò, lo cercò in camera sua, in quella dell'amica, in salotto, sotto il divano, in cucina, nel frigo, in bagno, ma del cellulare non vi era alcuna traccia. E se?
No, non poteva averlo dimenticato a casa loro.
Ma purtroppo aveva bisogno del suo cellulare e facendosi coraggio prese le chiavi, chiuse la porta ed il cancello e si incamminò verso la villetta.
C'era un finestra aperta da dove si poteva udire il rumore di acqua corrente.
- Spero solo che sia Tom quello nella doccia - pensò la mora arrivando davanti alla porta e suonò decisa il campanello.
E se sarebbe stato Tom ad aprirle? Come si sarebbe dovuta comportare? E se lui non la volesse più vedere?
La porta si aprì di scatto distraendola dalle sue paranoie, ma non si trovò davanti la persona che si aspettava ma bensì Tom, era lì davanti a lei senza maglietta che la fissava.
- Ehm.. ho dimenticato qui il mio cellulare - disse Lily imbarazzata.
- Entra pure - rispose il moro aprendo di più la porta permettendole di passare.
La ragazza sentiva il suo sguardo puntato addosso ma non si lasciò prendere e andò in cucina a cercare il suo cellulare.
- Eccolo! - disse soddisfatta.
- Un messaggio - continuò, e vide Tom appoggiato al frigo che la osservava con in mano una lattina di Red Bull.
- Toooom! Chi era alla porta? Ho sentito il campanel.. - e si fermò non appena vide la ragazza in cucina, aveva addosso solo un asciugamano legato in vita, i capelli che gocciolavano e gli ricadevano sul suo petto.
Due in una sola volta no, vi prego! Qui c'è in rischio la mia vita!
- Tesoro, come mai qua? - chiese Bill avvicinandosi percolosamente alla mora facendola arrossire.
- Avevo dimenticato questo - rispose Lily mostrandogli il cellulare che teneva in mano, per poi riprendere a leggere il messaggio.
- Leben, starò fuori tutto il giorno con Andreas, non torno a casa a dormire. Mi raccomando fai la brava e non aspettarmi sveglia. Ti amooo! <3 -
Come se dovessi fare io la brava!
- Perfetto! - esclamò Lily alzando gli occhi al cielo.
- Che succede? - chiese Tom leggermente preoccupato.
- No niente, Isa starà fuori tutto il giorno, notte compresa, tornerà domattina. - spiegò la mora.
- Allora perchè non resti qui a pranzo da noi? Ordiniamo delle pizze! - disse Bill esuberante strizzando l'occhio al gemello che mi guardava con un tenero sorriso sulle labbra.
- No ragazzi, davvero. Sono già stata d'impiccio prima, una casa ce l'ho - rispose con un pò di dispiacere.
- Tu non sei d'impiccio, Lily - Disse Tom avvicinandosi a Bill.
Dio vi prego, almeno uno di noi si copra! Qui ci sono in ballo le mie facoltà mentali!
- No ragazzi, è meglio di no -
- Allora stasera, ci sono anche Georg e Gustav! - disse Bill implorante con le mani intrecciate in segno di preghiera.
- I Kaulitz non accettano mai un rifiuto, vero? -
- No! - risposero all'unisono, provocando una risata generale.
- Bene, adesso io toglierei il disturbo - esordì la ragazza.
- Mi raccomando, ci vediamo alle 20 - disse Tom leccandosi il piercing.
- A stasera - salutò Lily posando un dolce bacio sulle loro guance per poi tornare a casa.

  
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