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Autore: engel_k    20/04/2010    5 recensioni
Mi incanto nel guardarla camminare e salutare tutti con un sorriso, si siede nel banco di fronte al mio, non si è ancora accorta che la sto fissando da quando è entrata, meglio così. D’un tratto si gira e con un sorriso mozzafiato inizia a parlarmi… -Ciao!...Io sono Marika!-
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ultimo capitolo: I hate that I need you so.

Scendo dall’autobus, tremo
.
Ho paura, paura ad affrontare Marika, o forse ho paura di un suo rifiuto, paura di perderla…

Perderla. Perderla. Perderla.
Milioni e milioni di volte si ripete nella mia testa,la mia mente si incanta su questa parola, come un vecchio un cd.

Cammino per le strade di Pozzallo cercando di ricordare dove abita Marika.

Attraverso la piazza proprio come ho fatto qualche settimana fa e giro per un paio di volte.

Un palazzo di quattro piani si presenta davanti ai miei occhi. Trovata.

 

Scruto tutti i campanelli fino a trovare il suo, suono.

-Chi è?-,è la voce di sua madre.

-Cerco Marika è in casa?-

-Si! Sali!-

La porta si apre con un scatto e quasi salto in aria, la qualsiasi cosa mi mette in ansia.

Mentre salgo le scale incontro la donna che pochi minuti prima mi ha risposto al citofono.

-Ciao…tu sei?-

-Federica.-

-Oh! Marika mi ha parlato tanto di te…scusa se non rimango ma devo correre a lavoro-

-Si figuri…buona giornata!-

Siamo sole.

 

Salgo l’ultimo scalino, la porta è aperta. C’è della musica, proviene sicuramente dal salotto.

Attraverso tutto il corridoio, facendo silenzio, come fa un ladro nella casa di un povero malcapitato.

Poi mi ritrovo Marika davanti, spaventata dalla mia improvvisa apparizione nella casa.

-Fede…dio santo.-

Non riesco a parlare. La guardo e l’abbraccio.

Mi è mancato il suo calore, il suo profumo, stringere la sua maglietta per non lasciarla andare.

-Che…che hai?-

Non ricambia l’abbraccio, rimane ferma aspettando una mia risposta.

-Marika…io…-

-Cosa?-

-Io…-,non riesco a parlare, la voce mi trema e mi viene da piangere, ho troppa paura.

-Parla.-

-Io so di essere una stronza, di averti fatta arrabbiare ma ti prego perdonami. Ti prego. Non l’ho più rivista né sentita, Marika per favore.-

Piango, non riesco più a trattenere le lacrime e mi metto in ginocchio, davanti a lei, come se stessi cercando pietà.

-Perdonarti?...Merda mi sono fidata di te! Ho lasciato da parte qualsiasi mia paura per te! La paura di essere scoperta, quella di perdere le mie migliori amiche e di soffrire! Perché mi ero convinta che potevi davvero cambiare!-

-Cazzo lo so!. Sono cambiata davvero! Te lo giuro!...non avrei mai fatto una cosa del genere! Venire a casa tua, piangere davanti a te…inginocchiarmi…Marika se faccio così è perché…-

-Perché? Perché non puoi scoparmi e devi trovare un punto di sfogo??!-

-Dio no! Marika se faccio così…è perché odio questa situazione.-

-Fai la stronza perché siamo amiche???? Tranquilla per un po’ non ci vedremo.-

-No! Esserti amica, averti accanto, ricevere un tuo abbraccio o un tuo sorriso, un tuo bacio…non sai quanto sia importante per me. Non puoi immaginartelo minimamente.

Soffro è vero, perché non posso averti e non ti avrò mai…Ma preferisco soffrire avendoti accanto che averti lontana e sentirti vuota.-

-Ma tu non eri quella che non si affezionava?...eh?-

-Ho detto una cazzata. L’ho detta perché sono orgogliosa, perché vorrei sempre far vedere alla gente che sono di ghiaccio…ma non è così.-

-…Allora perché continui a fare la stronza? Perché tratti male anche me?-

-Non tratto male te. Combino solo dei casini che poi ti fanno star male…-

-Perché lo fai?-

-…Te l’ho detto c’è una cosa che odio, che mi fa innervosire…-

-Quale?-

-Odio aver bisogno di qualcuno…Aver bisogno di te fino al punto di sentirmi vuota quando non ti vedo per un giorno…Fino a piangere ad aver paura di perderti e a pensare di farmi qualcosa se sarà così.-

Marika mi guarda, non so cosa voglia dire il suo sguardo, gli occhi sono lucidi, ha i pugni chiusi e il corpo in una posizione rigida.

Si mette inginocchio, davanti a me.

-…Che vuoi dire con questo?-

-Che sono innamorata di te.-

-…ma avevi detto che…-

-Sei etero ok. Ma non mi importa, se non ti ho mai chiesto niente, se non ci ho mai provato con te è perché davvero mi basta quello che mi dai. Non pensare che ora voglia fare qualcosa…davvero.-

-E se volessi io?-

-Sono il tuo angelo custode no?...Puoi fare quello che vuoi.-

Si avvicina al mio viso e poggia le sue labbra con le mie.

Inizio a tremare, più di prima.

-Fede…-

-Mmh?-

-Prometti che non lo fai più. Che…prometti che starai con me…-

-Ma tu…-

-Voglio stare con te.-

-Sicura?-

-Sicurissima.-

Mi bacia poggiando le mani fredde sul mio collo, le prendo i fianchi e mi avvicino di più.

Si stacca, quasi di malavoglia e mi abbraccia, facendomi finire a terra.

-Il mio angioletto!-

-Si, il tuo angioletto…-

 

Rimaniamo abbracciate per un po’, senza far caso al tempo che passa o al fatto che potrebbe tornare sua madre.

Rimaniamo li, a terra, a parlare.

Se questo è un sogno non svegliatemi, se sto per morire e sono alle porte del paradiso lasciatemi morire, non ho bisogno d’altro.

 

Grazie a tutti quelli che hanno seguito, letto e recensito questa storia.

Spero di poterne scrivere un’altra al più presto…

E bhe…insomma non credo che questa sia stata così diabolicamente orrenda…

Detto questo posso dire…

FINE.

  
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