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Autore: Lady_KuroiNeko    21/04/2010    1 recensioni
Storia nata dalla fusione di due cervelli e dall'amore per un personaggio magnifico Lady_KuroiNeko e Deliaiason88 presentano: Remember to me... Maya un giorno trova un ragazzo ferito gravemente, che non si ricorda niente, tranne il suo nome...Itachi... Riuscirà la dolce ragazza ad aiutarlo senza mettersi nei guai?
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Tsunade
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 14 Unico

Capitolo 14

 

 

La ragazza aprì a fatica gli occhi, sentiva tutto il corpo intorpidito e non riusciva ad alzarsi, c’era qualcosa che le bloccava una gamba o entrambe, non riusciva a capirlo.
L’aria era densa di polveri e si respirava a fatica, i colori caldi dei tetti, dei tronchi degli alberi e della terra convergevano tutti in un tetro grigio antracite che ingoiava ogni cosa, senza pietà.
Toccandosi il viso sentì qualcosa d’umido e caldo che le solleticava la pelle dandole fastidio. Sangue.
Sangue suo, che scorreva silenzioso, senza alcuna percezione di dolore, rappreso in più punti.
In lontananza si sentivano urla e pianti, rumori di combattimenti, ma nello stato confusionale in cui ella versava riuscì a sentire tre voci distinte: una era sicuramente di Kakashi e di Choji, la terza non l’aveva mai sentita.
Era fredda e tagliente e chiedeva di quel ragazzo che non conosceva, Naruto…e anche di lei…
Perché? Come sapeva che lei era al villaggio? E cosa volevano proprio da lei?
Cercava di arrancare tra tutte le macerie e tristemente si rese conto che il villaggio non c’era più, al suo posto solo una sconfinata voragine colma d’odio.
Konoha era sparita in un attimo, non esisteva più.
Non esisteva più la casa di Itachi, la sua stanza, le sue cose, il suo passato…senza che lei avesse la possibilità di poterlo vedere.
Le vennero le lacrime agli occhi, tra il dolore pungente che aveva fatto la sua comparsa e il senso d’impotenza che la pervadeva lentamente.
“Itachi dove sei…” mormorò piano, invano e stupidamente, affondando il viso nella polvere.
Poi un flash, una fiamma che si accendeva d’improvviso nella sua mente.
Sì era ripromessa d’essere forte e di non piangere più.
Alzò il viso con decisione e con tutte le sue forze e gemendo più volte di dolore riuscì a mettersi a sedere.
C’era una pietra piuttosto grande che le bloccava la gamba destra e cercò di spostarla, ma era troppo pesante.

 
Nel frattempo Kakashi combatteva con quella persona misteriosa, ma da quello che sentiva stava decisamente andando male.
“Maya!” senti il peso dalle gambe venire spostato e due braccia che la reggevano.
“Choji…che sta…succedendo?” chiese notando le sue ferite oltre alla stanchezza e alla sofferenza che leggeva sul viso del giovane.
“Ci hanno attaccato, non ti sforzare, devi venire via” affermò preoccupato per la sua incolumità.
Era un bravo ragazzo e anche molto generoso, era stato una delle prime persone che aveva conosciuto, insieme al padre, incontrati per caso al ritorno dal colloquio con Tsunade-sama.
Ed ebbe l’impressione, in quell’occasione, che fossero persone genuine.
Chissà perché aveva pensato a quell’evento così fuori luogo in quel momento…quella considerazione la fece rinsavire dallo stato catatonico nel quale si era ritrovata.
“No, sono ferita e ti sarei di peso! Se hai lasciato Kakashi lì, è perchè hai sicuramente qualcosa d’importante da fare e io ti rallenterei! Ora vai, io mi trovo un riparo.”
Il ragazzo corpulento si ritrovò a tentennare più volte, ma sapeva che Maya aveva ragione e non ebbe cuore di dirle che Kakashi con molta probabilità…no, non riusciva nemmeno a pensare un’atrocità del genere.
“VAI!”urlò disperata e così, come se fosse uscito da un sogno, il ragazzo annuì e balzò lontano.
Respirò piano, una due, tre volte e trattenendo il fiato all’ultima per darsi forza, Maya, oramai rimasta sola tra tanta distruzione, riuscì ad alzarsi, ma subito dopo urlò di dolore non appena poggiato il piede destro sulle macerie.
Guardandolo rabbrividì tra l’orrore e la paura, il piccolo piedino era completamente gonfio e il dolore era insopportabile.
“Devo farcela” sì disse auto-incoraggiandosi e quasi strisciando il proprio corpo si avviò nel luogo da dove era appena scappato Choji, senza riflettere se poteva essere pericoloso o meno.
Era preoccupata per Kakashi e doveva assolutamente vedere se stava bene.

 
Lui, doveva stare bene
.

 
Con uno sforzo che la fece urlare ancora più forte di prima, si alzò e zoppicando s’avvicinò al corpo.
Lo vide nascosto tra macerie, il capo chino e sangue che gocciolava lentamente a terra creando un laghetto purpureo.
Il cuore smise di battere e sentì un fischio sordo nei timpani, così forte che le sembrava di non sentire altro al di fuori di quel fastidioso rumore.
Non voleva che stesse lì sotto…e forse poteva essere ancora vivo. Una piccola speranza che ancora non voleva sparire dal suo animo e alla quale vi si stava aggrappando con tutta se stessa.
Poggiò entrambe le mani sul masso che premeva sul petto dell’uomo, cercando di spostarlo, ma per quanto si sforzasse e urlasse per il dolore e la disperazione, non riuscì a spostarla di un millimetro.
“Perdonami…Yukia ti ama, non puoi morire! Adesso l’ho capito, sono stata egoista e ho sempre agito solo nel mio interesse e non vedevo…” esclamò come se in quelle parole ci fosse una specie di formula magica per farlo destare.
Ripensò a tutte le volte che aveva visto triste la sua amica al ritorno da Konoha e lei non le aveva chiesto altro che visitare Itachi.
Tutte le volte che si era trovata da sola e lei non c’era ad ascoltarla e adesso aveva fatto morire il suo amore.
Yukia, l’amica forte, su cui poteva sempre contare a cui lei aveva affibbiato quel ruolo senza chiederle mai cosa ne pensasse.
“Ho sempre lasciato che fossero gli altri a fare le scelte difficili…anche qui con te e Sakura! Rispondimi! Ti prego, ti prego!” urlava colma di tristezza e disperatamente piangeva, ma per quanto scuotesse il suo corpo lui non si svegliava…
Era morto e non c’era preghiera o magia che potesse riportarlo indietro…nulla…

Si arrese…rimanendo ferma accanto a lui senza muoversi di un millimetro e senza poter liberare il suo corpo. 
A pochi passi da lei giaceva il corpo d’Akimichi-san, anche lui, sembrava morto.
Nel frattempo altre battaglie si stavano combattendo, i rumori erano davvero fastidiosi e si disse che era colpa sua.
Aveva riportato Itachi in quello schifo, per colpa sua il villaggio non c’era più e adesso le persone che aveva conosciuto stavano morendo.
Desiderò di essere di nuovo al suo villaggio con la nonna, Yukia e Achimi, con Itachi senza memoria e vivere tutti felici e insieme...
“BASTA!!! SMETTETELA TUTTI!!!!” urlò coprendosi le orecchie con le mani.
Non poteva sopportare tutto quell’odio e quella rabbia…non voleva più che nessun’altro morisse.
Di nuovo sentì quella sensazione di desolazione e vuoto, misto a senso d’impotenza…

*******

 
Sul monte Myoboku, una piacevole e tranquilla mattina trovava i suoi abitanti ancora ignari del trambusto di Konoha.
Fukusaku-sama si avvicinava placidamente verso una delle tante foglie giganti che ricoprivano gran parte del territorio e si fermò davanti ad una delle più alte.
“Aho! Naruto, sei ancora lì, te devi allenà!”
Il biondino steso sopra quella pianta e fissava il cielo e si chiedeva se anche a Konoha fosse lo stesso azzurro limpido, tra le mani teneva il libro scritto da Ero-Sennin.
Quella in cui l’eroe si chiamava ‘ Naruto ’.
L’aveva appena letto ed era stato fantastico, arrivando a commuoversi tra quelle pagine ingiallite dal tempo.
Mettendosi a sedere disse “Pensavo a casa e a tutti i miei amici”
Il rospo sospirò e con un gran balzo arrivo in un istante accanto al ragazzo “Sei preoccupato?” chiese.
“No! Sakura e Kakashi-sensei sono grandi per non parlare degli altri…forse è solo nostalgia o stanchezza” sì giustificò ridendo nervosamente.
“Manca anche a noi, Jiraya-chan…ma certe cose nu se possono cambià ”
Naruto ritornò serio e lo sguardo triste “Mi chiedo cosa possa aver provato o cosa pensasse negli ultimi istanti”
“Pensi troppo al passato e nu te impegni nel presente…” fece una piccola pausa credendo che il ragazzo scattasse al suo solito, cosa che stranamente non accadde “…i tuoi amici contano su di te e ti aspettano e poi…”
Il ragazzo s’alzò e posando il libro fissò il rospo e disse saltando giù di corsa verso la fontana in cui si allenavano dal suo arrivo al monte.
Naruto sentiva come se qualcuno lo stesse aspettando.
Sentiva che doveva fare qualcosa di veramente importante…doveva sbrigarsi ad imparare la nuova tecnica e tornare a casa.
“Rospaccio! Continuiamo l’allenamento! Muoviti o comincerò a chiamarti lumaca bavosa!” urlò già a metà strada facendo le linguacce al povero Fukusaku-sama che dal canto suo alzò gli occhietti al cielo chiedendo a Jiraya se quella ‘ disgrazia bionda ’ non fosse solo uno scherzo e lui da qualche parte lassù non se la stesse ridendo a crepapelle.
A sua volta saltò giù e sbraitando “Aho a maleducato! Te devo dà più botte in quella zucca vuota!” raggiunse il ragazzo colpendolo con una pedata in faccia e lasciandogli i segni della zampa. 
“Maledetto rospaccio!” biascicò toccandosi la parte dolorante.
“Proviamo n’altra volta la tecnica dell’anfibio eremita, pronto?!” chiese. 
“Certo!”
Salendo sulla spalla del ragazzo si concentrarono, ma anche stavolta il kyuubi bloccò la tecnica e il povero rospo si ritrovò per l’ennesima volta a muso a terra.
“Naruto credo che più de così nun se po’”
“Che vuoi dire?” chiese senza capire il motivo di tante problematiche.
“Credo che sia una sorta di rigetto del kyuubi…nun c’è verso”
“ALLORA MI SONO ALLENATO PER NIENTE! MERDA!!” urlò il ragazzo isterico.
Sembrava molto abbattuto, per lo meno sembrò al rospo, soprattutto il silenzio che seguì fu molto preoccupante.
In ogni caso, non era certo da lui arrendersi così facilmente. “D’accordo se in quel modo non è possibile proveremo altro!” esclamò cominciando a correre con il rospo al suo fianco. “Come gestire l’energia della natura anche in movimento!”
“Nun se po’ fa! Anvedi questo!” urlava Fukusaku.
“Non mi arrendo!”
“Me dispiace, ma è impossibile”
Si fermarono con il fiato corto e Naruto osservò a lungo la schiena del rospo.
Nell’allenamento di prima Fukusaku aveva smarrito la mantella nera e sulla sua schiena il messaggio di Jiraya faceva capolinea a ricordare ad entrambi il sacrificio d’Ero-Sannin.
“Il codice sulla tua schiena non è il modo per scoprire Pain, ma un messaggio che Jiraya mi ha lasciato ‘combatti fino alla fine senza arrenderti!’, questo voleva dirmi”
“Embè?”
“Io ero suo allievo e se questo era il suo spirito allora sarà anche il mio!”
Il rospo sorrise soddisfatto.
No, non era stato uno scherzo di Jiraya, Naruto possedeva uno spirito d’acciaio.
“Confermo! Hai na capoccia dura!”
Così ripresero l’allenamento, come aveva detto il ragazzo. Dopo vari tentativi ancora non riuscivano, molte volte il vecchio rospo dovette colpirlo perché esagerava nella trasformazione.
“Riproviamo!!”
“Aho! Famme riposà!!! Sennò m’ammazzo!”
“Non se ne parla!! Dobbiamo recuperare il tempo perduto”
“Il problema e che tu devi sta fermo per raccogliere l’energia ma cerchi di farlo mentre ti muovi, non è mai stata provata una cosa del genere…è come cercare di guardare sia a destra che sinistra…!”
Senza rendersene conto Fukusaku-sama aveva trovato la chiave per aprire il lucchetto.
“ESATTO!!!!!” strepitò Naruto
“Ahò c’ho detto?!”

*******
 

Era tornato, infine, dopo tre anni, era di nuovo a casa.
Ma del suo amato villaggio non era rimasto più nulla.
Le case, l’accademia, il palazzo dell’Hokage, il quartiere Uchiha…adesso solo massi di macerie senza forma.
Tutto quello che era rimasto era soltanto il monumento agli hokage. 
Quasi senza rendersene conto era arrivato proprio da quel luogo…

 
Flash back

 
‘ Itachi, guarda là! disse Yaeko non appena arrivarono in cima alla collina.
Lei aveva trovato quel posto da dove si poteva ammirare tutto il villaggio, aveva detto così, mentre lo trascinava per la foresta tutta eccitata e felice. Lui bonariamente l’aveva seguita e aspettava pazientemente di poter vedere se era davvero come diceva lei.
Arrivati in cima, rimase senza fiato. Yaeko, aveva ragione, poteva assistere ad uno spettacolo meraviglioso. ‘ Itachi quello è il nostro villaggio…Konoha… ’ esclamò fissandolo intensamente, come se fosse la prima volta che lo vedeva.
Una ventata li sorprese e i suoi lunghi capelli svolazzarono allegramente qua e là, lei li trattene con una mano, e sorridendo disse ‘ Noi dobbiamo proteggerlo… ’

‘ … ’ non aveva fiato, ne riusciva ad emettere un qualsiasi suono, le diverse emozioni che provava in quel momento erano tutte in lotta tra loro, talmente forti da impedirgli di capire quali fossero esattamente, e sapeva bene che non le aveva mai dimenticate…   
Lei prese anche l’altra sua mano e le strinse tra le sue mormorando ‘ Lo faremo insieme vero amore mio? ’ chiese, gli occhi le brillavano pieni di sogni e speranze.
Le stesse identiche cose che avrebbe detto lui a lei, come se gli avesse letto nel pensiero in quel momento.
Chiuse gli occhi e rispose sicuro di ciò che stava per dire ‘ Sì…per sempre .

 

Fine Flash Back
 

“Avrebbe dovuto essere diverso il nostro destino…e io ti ho deluso” mormorò tristemente.
“Non è stato possibile…e non mi hai mai deluso”
Quella vocina piccola e miagolosa… chi era? Si chiese, girandosi di scatto e non vedendo nessun altro a parte un piccolo gatto rosso…dalla coda spelacchiata.
“Achimi?” possibile che avesse parlato? Poteva benissimo essere tuttavia “Hai parlato tu?”
“Certo!” disse un po’ risentita “Sono venuta per indicarti la strada per arrivare da Maya senza che ti vedano, non saranno felici di rivederti, sei pur sempre un ricercato mio caro”
“Conosco bene il mio villaggio” mormorò ancora attonito dalla nuova scoperta.
“Non quanto me, su andiamo”
“Chi sei veramente?” chiese senza muoversi di un millimetro.
La micia non si girò e sculettando riprese il suo cammino senza rispondere alla domanda, aggiungendo solo una frase sprezzante “Sono quella che ti lascia qui se non ti sbrighi”
Per un attimo gli parve di rivedere Yaeko.

Lei gli parlava in quel modo.
Però non poteva perdersi in quei pensieri, gli premeva andare da Maya prima che Pain la trovasse, doveva proteggerla.
Non poteva certo perdere tempo a parlare dei segreti di una gatta.
Mentre s’incamminava, affrettando il passo perchè Achimi era già lontana, cominciò a chiedersi se fosse esistito davvero un luogo sicuro dove potesse sempre proteggerla.
Era un criminale che aveva massacrato la propria famiglia, inseguito dai vecchi compagni, odiato dal proprio fratello e dalla gente.
Condannato da un passato che non avrebbe mai potuto cancellare.
Cosa aveva da offrirle? Cosa?!
Poteva solo provare un’ultima volta a recitare una parte che si era cucito addosso da troppo tempo oramai, ma di cui cominciava a stancarsi.
La gatta si fermò di colpo fiutando qualcosa nell’aria, anche lui aveva sentito una nuova fonte di chakra.
“Sbrighiamoci! Naruto è appena tornato al villaggio!!” e prese a correre più veloce saltando tra gli alberi seguita a ruota dall’Uchiha.
“Sta per combattere contro il tuo capo.” aggiunse dopo un po’.
“Non è il mio capo” puntualizzò lui risentito.
“Hai preso ordini da lui per quasi dieci anni, come lo chiami tu?” chiese sarcastica.
“Come sai queste cose?”
“Ti ricordi che ero con voi due quando hai raccontato la verità alla mia padroncina”
“Già ora ricordo, ma adesso credo che tu non sia una semplice gatta che adorava le coccole...”
“Non lo sono infatti, ma le coccole le adoro per davvero. Ma parleremo dopo, quando questo trambusto sarà finito.” disse sicura di quello che diceva.
“Credi?”
“Naruto è forte e adesso che possiede metà dei tuoi poteri lo è ancora di più, puoi sentire anche tu quanto è cambiato.”
“Credo che sia grazie ad altro...”
“Certo, non smette mai di allenarsi…esattamente come te, lui protegge il villaggio con tutto se stesso.”
“Per fortuna non ha fatto i miei stessi errori…” aggiunse malinconicamente.
Achimi si fermò di colpo e lo guardò negli occhi “Non hai commesso nessun errore, hai ubbidito a degli ordini, che per quanto discutibili fossero e per quanto si siano approfittati del tuo amore per Konoha, erano pur sempre ordini.”
“Non me ne stavo lamentando ne ho mai preteso di essere compatito o capito.”
“Speravi solo di morire per mano di Sasuke e permettimi di dirtelo questa è stata la cosa più stupida che hai fatto, oltre sottovalutare Madara e la grande abilità nel persuadere le menti deboli come quella del tuo fratellino.”
“Tu non conosci Sasuke…”
“Oh ti sorprenderebbe sapere quante cose conosco e posso vedere” asserì sorridendo “Ora andiamo”.
La battaglia tra Naruto e Pain intanto si era fatta tosta, Itachi poteva sentire chiaramente cosa stava succedendo e avrebbe anche voluto assistere.
Chissà perché credeva così tanto alle capacità di quel ragazzo e nel profondo del suo animo, sapeva che non lo avrebbe deluso.
In quel momento però avvertì che il chakra del ragazzino era aumentato a vista d’occhio.
Aveva sentito questa forza due volte in tutta la sua vita e disgraziatamente sapeva che non era niente di rassicurante.
“FORZA Itachi, dobbiamo andare! Perché esiti ancora?”
“Dobbiamo andare da loro!” esclamò girandosi verso il luogo dello scontro tra Pain e Naruto, adesso però si stavano allontanando a gran velocità.
“Naruto si è appena trasformato nel Kyuubi e si sono allontanati.”
“L’ho sentito anch’io, ma stavolta è più potente delle altre volte, ha già richiamato 8 code, ma noi dobbiamo andare da Maya!” continuò la micetta.  
Lui, non era più sicuro dell’esito dello scontro, ma fu un bene che il Kyuubi si fosse allontanato con la sua furia avrebbe rischiato la vita dei superstiti.
“Maya per il momento è più al sicuro dove sta adesso. E  se il ragazzo non è più in se di questo passo libererà il demone distruggendo il suo corpo.”
“Tranquillo, il quarto Hokage non lo permetterà e in ogni caso Naruto deve riuscire a controllarlo altrimenti sarà stato tutto inutile.”
“Sì, può essere, ma io voglio andare ugualmente, può avere bisogno d’aiuto”
La micia sbuffò e contrariata acconsentì alla sua richiesta.
“Allora andiamo a cercare il vero corpo di Pain.”
“Come faremo?”
“Semplice seguendo il mio fiuto eccezionale.”
Ad Itachi non rimase altro che fidarsi del naso di Achimi e la seguì fino quasi nel centro della foresta vicino le montagne.
Vi era uno strano albero che sembrava essere fatto di carta.
“Questa è opera di Konan” disse poggiando una mano sul tronco cartaceo “…il vero corpo di Pain è lì dentro…”
“Sembra di sì.”
Naruto arrivò proprio in quel momento, di nuovo se stesso e in perfetta salute.
L’Uchiha prima guardò Achimi che rideva sorniona come a voler dire ‘ te l’avevo detto ’ e poi volse lo sguardo al quindicenne e s’incrociarono per un breve momento.
Ma non vi era ostilità nei suoi confronti, forse solo tanta confusione e tante domande.
“Uchiha Itachi! Che ci fai qui? Ma non eri stato ucciso da Sasuke?!” esclamò il ragazzo con fare minaccioso.
“Sono tornato dall’inferno.” rispose il moro tranquillo.
“Hai aiutato Pain, vero??”
“No, lui non c’entra” s’intromise la gatta saltando sulla testa di Naruto e fissandolo dall’alto.
“E tu chi sei?”
“Mi chiamo Achimi, Naruto-kun e sono uno spirito gatto.”
“Un che?” chiese senza capire niente delle parole del gatto che rispose spazientita “Lascia stare, sarebbe troppo lungo da spiegare e anche se te lo dicessi mille volte non capiresti...”
“Naruto-kun non sono un tuo nemico e non sono più nell’Akatsuki, puoi anche non credermi, ma non cambia il fatto che il tuo vero nemico si trova all’interno di quest’albero”
 Naruto ancora ricordava l’ultima occasione in cui si erano visti, il momento in cui lui gli aveva affidato la metà dei suoi poteri e ancora si chiedeva il perché.
“Ancora non ho capito che ci fai qui, ma prima delle spiegazioni…ti devo chiedere: sei dalla mia parte?”
“Sì, ma parleremo dopo” gli disse freddamente.
Egli guardò l’albero in tutta la sua altezza, Itachi aveva ragione le spiegazioni dopo, ora doveva finire lo scontro. 
“D’accordo, è ora della verità”
Poggiò le mani sui fogli aprendoli come una tenda e al suo interno vi trovò una ragazza dai capelli neri e un uomo povero in viso e scheletrico nel corpo, seduto su una specie di trono che sembrava tenerlo in vita.
La ragazza si parò davanti a proteggerlo e Itachi fece lo stesso.
“Spostati Konan”
“Sì, anche tu Itachi”
“Ma…” balbettò la ragazza invece il moro senza una parola si spostò.
Era l’ora di diventare adulti e non c’era bisogno di proteggerlo più.
“Sei tu, non è vero?”
“Alla fine c’incontriamo…Itachi anche tu qui, così hai definitivamente tradito l’Akatsuki.”
“Non m’importa nulla della tua associazione, voglio solo sapere che volevi da Maya.”
“Chi è Maya?” chiese Naruto.
Fu Achimi che saltando sulla spalla del ragazzo rispose “E’ la mia padrona, siamo arrivate a Konoha circa due giorni fa, è molto legata ad Itachi.”
“Che? È la sua ragazza!!” esclamò facendo calare un silenzio tombale.
La gatta si mise una zampa sul muso, possibile che quel ragazzo fosse così stupido?
Nagato riprese il suo discorso “Non credo sia importante, tanto morirete tutti qui.”
La gattina s’avvicinò con pochi passi a quel corpo deturpato dalle sue stesse tecniche e saltando sopra la macchina vicino al suo braccio sinistro disse “Tu conosci il dolore per questo hai scelto il nome di ‘Pain’…non hai avuto mai un momento di pace, ma ti prego racconta la tua storia, la vostra storia, a Naruto, siete stati tutti e tre allievi di Jiraya-sama e avete sofferto per le stesse perdite. Forse lui non ti perdonerà per aver ucciso Jiraya e forse come dici tu vorrebbe ucciderti, ma c’è sempre un punto in cui una persona sceglie e almeno gli devi questa possibilità.”
“E’ vero quello che dice questa gatta, voglio sapere di voi, raccontatemi la vostra storia…” fece eco il giovane shinobi.
Itachi dal canto suo era sempre più convinto che in quel felino ci fosse qualcosa di Yaeko. Ma non era il momento di pensarci, aveva ancora la sua missione da portare a termine.
Il duro viso del ragazzo si addolcì per un momento verso Achimi, gli ricordava il suo cagnolino morto anch’esso per colpa della guerra, quel piccolo gatto forse aveva visto qualcosa nel suo animo che lui stesso aveva dimenticato.
Rivolgendosi verso Naruto ed Itachi rispose “D’accordo, vi racconterò la mia storia e poi mi dirai la tua risposta”
Nagato cominciò il suo racconto, le sue parole piene di sofferenza Itachi le conosceva bene, perché le aveva vissute.
Naruto ascoltava senza proferire parola, sul suo viso si poteva leggere tristezza e anche vergogna, non conosceva tanti aspetti così amari.
“Sei giovane per saperlo.” disse e volgendo lo sguardo su Itachi continuò “…lui, ti può confermare cosa porta e come trasforma le persone la guerra, perché lui l’ha vista”
Naruto fissò l’Uchiha interrogativo, quest’ultimo si schiarì la voce e disse “Sì, avevo quattro anni quando mio padre mi portò con se sui campi di battaglia, ho visto tante di quelle cose e la mia vita è cambiata per sempre” il suo tono era basso, ricordare faceva sempre tanto male.
Il racconto ricominciò arrivando sino alla morte di Yahiko e la complicità di Danzou.
Itachi non ne fu sorpreso, quell’uomo aveva sempre voluto essere Hokage e i suoi modi di vedere il mondo non gli erano mai piaciuti.
Ma aveva dovuto sottostare ai suoi ordini e aveva accettato quella terribile missione. Adesso che era un po’ più grande di allora, aveva capito come l’avevano usato.
“Fu lui stesso a chiedermelo, il mio dolore fu risvegliato per la seconda volta…tutto quello che credevo d’essere era solo un mucchio di merda.” stavolta il tono del dio, era colmo di rimpianti, delusione e amarezza. La perdita di Yahiko era stata devastante per lui. Konan rattristata nel sentire di nuovo rievocare quel misero passato, poggiò una mano sul marchingegno e guardò a lungo il caro amico.
“Li ho uccisi tutti…sacrificando per sempre il mio corpo, ma questo per me non era niente” disse volgendogli uno sguardo molto duro “…voi, con la vostra pace! E’ stata la nostra rovina, parlate di pace di qua, pace di là e non vi siete mai resi conto di quelli che calpestavate, persino Itachi che adesso ti sta accanto con quello sguardo di chi crede di aver capito, ha sacrificato la sua vita, la sua famiglia, il suo grande amore e persino adesso che ne ha trovato un altro lo sacrificherebbe se servisse per Konoha, per una pace fasulla!” parole dure e risentite, di una persona che aveva sofferto e si portava dietro quelle cicatrici invisibili...
Non aveva torto, ma come lui tanti altri avevano sofferto, non poteva parlare per tutti.
“Nagato, non raccontare la mia storia come se ci fossi stato, perché non puoi sapere cosa ho sofferto, come io non posso sapere cosa hai patito tu, siamo umani e come tali sbagliamo e odiamo, ma nel momento del baratro noi possiamo cambiare e io l’ho capito solo adesso e grazie alle tue parole”
Nagato ascoltò quelle parole che per lui non erano la giusta risposta e chiese a Naruto “Qual’è la tua risposta, Uzumaki Naruto?”
Naruto prese il libro di Jiraya e fissandolo intensamente la sua risposta fu:
 

  Io credo veramente che un giorno gli esseri umani saranno capaci di vivere insieme capendosi a vicenda ’

 
“Forse hai ragione tu…capisco cosa avete passato, ma io non posso perdonarvi perché vi detesto…”
“Allora è finita.”
“No, Ero-Sennin credeva in me ed io ho raccolto la sua eredità. Io credo in lui e nei suoi ideali. Questa è la mia risposta perciò non vi ucciderò”
“Vuoi farmi credere che porterai la pace e che noi dovremmo avere fede e aspettare! Non ci ho creduto mai!! Finché il mondo sarà così, non si potrà avere la vera pace!”
“Cancellerò tutto il male e la troverò…perché io non mi arrendo.”
“Tu…io conosco questa frase…”
“Sì, viene dal libro d’Ero-Sannin…in queste pagine c’è una dedica per te, l’allievo che ha ispirato il manoscritto…Tu, Nagato…”
“Fui io a dire queste parole…quel giorno…eh già hai lo stesso nome del protagonista…Naruto.”
“Io porterò la pace…abbiate fiducia in me, diventerò Hokage e cambierò anche tutto il mondo se sarà necessario…”

 

‘ Quello che conta è avere la forza per crederci! ’

 
L’aveva detto, sì, era così…aveva dimenticato…
Chissà se finalmente aveva trovato la risposta che tanto aveva cercato. “Avevo sempre ceduto poco in me stesso e di conseguenza non avevo mai creduto al mio maestro, ho sbagliato nel sottovalutare me stesso e i suoi insegnamenti…ma adesso vedo una seconda possibilità per me…io scelgo di credere in te, Uzumaki Naruto. GEDOU RINNE TENSEI NO JUTSU!” esclamò tendendo le mani.
“No, Nagato!!!”
“Konan, avevo smesso di sperare in questa possibilità ma questo ragazzo è diverso…”
Itachi chiuse gli occhi sorridendo per la prima volta sereno, Naruto era davvero grande. Aveva piegato il Dio.
Un ragazzino scapestrato e imprevedibile.
“Che sta facendo?” chiese. 
“Nagato come possessore del Rinnegan può variare la vita e la morte…” rispose Konan, rassegnata alla decisione dell’amico.
“Sta riportando tutti in vita…” mormorò Itachi che nel frattempo si era avvicinato al ragazzo.
GEDOU!”
“Davvero è possibile?”
“Naruto, al villaggio i morti stanno tornando in vita!” disse Katsuyu spuntando dal nulla nella sua spalla e rispondendo alla sua domanda.
 “Naruto, riportare in vita i caduti d’oggi è il minimo che possa fare, la guerra fa schifo e porta morte e dolore per la perdita di persone amate” mentre parlava tossiva e del sangue usciva dalla sua bocca.
“Adesso ti dovrai confrontare con tutto questo, ironico…pare che qualcuno ci abbia messo lo zampino…magari di un Dio…quello vero stavolta…” abbozzando un sorriso continuò stavolta parlando con Itachi “Avevi ragione Itachi, è davvero un rompiscatole.”
“Sì, è vero…” rispose sorridendo a sua volta, era il loro modo di dirsi addio.
“Pare che questo sia un saluto definitivo…Naruto io credo in te…puoi farcela…”
D’improvviso l’albero di carta si divise in tanti foglietti di carta che svolazzavano qua e là.
Konan aveva avvolto i due corpi dei cari amici in quei foglietti e si apprestava a tornare a casa.
“Che cosa farai Konan?” chiese  Itachi.
“Andrò via, ma all’Akatsuki non ci torno, Nagato e Yahiko erano importanti, erano tutto per me e il loro sogno è passato al ragazzo.”
“Capisco”
“Naruto il villaggio della pioggia è con te e se lui ha creduto in te allora anche io lo farò” disse poi la ragazza rivolta al biondo.
“Il mio nome, la conoscenza del dolore e la volontà di non arrendermi, sono la mia eredità sia di Jiraya sia del mio compagno Nagato…”
Konan dalla mano fece apparire un mazzo di fiori di carta, anch’essi “Che questi siano fiori di speranza per te, io lo spero davvero…”
 

…Guardami Ero-Sannin…
 

*******

 
Non seppe nemmeno quanto era passato, ma aveva visto arrivare un ragazzo sopra dei rospi giganti.
E si era sentita subito protetta “Quello è Naruto…” aveva detto la lumaca.
“Davvero?”
Così il famoso ragazzo era apparso.
Chissà se aveva già incontrato quell’uomo che lo cercava, che cercava entrambi…
“Ehi Maya!!!”
La ragazza si girò, Choji era appena tornato.
“Choji…che è successo? Perché d’improvviso tutto questo silenzio?”
“Naruto stava combattendo contro Pain, il tizio che ha fatto tutto questo.” disse liberando il povero corpo di Kakashi dalle macerie, adagiandolo al suolo.
Choza aprì gli occhi di colpo “Accidenti!” urlò Choji, correndo verso il padre e abbracciandolo felice pianse accoratamente.
Achimichi-san non si capacitava d’essere ancora vivo, si alzò sorretto dal figlio.
“Sto bene, anche se non ho capito come…” disse.
“Tsunade aveva detto che c’era una possibilità di aiutarti…ma questo è un miracolo!”
Maya pianse lacrime silenziose anche lei era felice per il ragazzo e suo padre.
Dopo circa dieci minuti o forse più una saetta colpì il corpo di Kakashi facendogli aprire gli occhi.
La ragazza non riusciva a crederci…
“KAKASHI!!!!” urlò raggiante.
“Evviva è tornato anche Kakashi!”
“Kakashi- sensei!”
“…ma cosa...?”
Choji e Choza erano davvero sorpresi, Kakashi era morto…adesso si stava sedendo e li guardava anch’egli sorpreso.
“Non mi chiedete niente perché non lo so.” disse semplicemente, sorrise alla ragazza che felice lo strinse a se di slancio.
“Ehi, ehi sono appena tornato, così rischi di farmi venire un infarto, non mi capita spesso di essere stretto da una bella ragazza!” esclamò ridendo.
La ragazza arrossì, ma rideva di cuore “Non essere sciocco!”
Katsuyu si voltò verso di loro ed esclamò “Naruto ha vinto, ha sconfitto il nemico!”
“Lo sapevo che ci sarebbe riuscito!” urlò Choji.
“E’ stato un grande!” disse Choza.
“Naruto è uno dei tuoi allievi giusto?” chiese la ragazza a Kakashi.
“Sì…” rispose alzandosi e porgendo la mano a Maya per aiutarla ad alzarsi.
“Dev’essere davvero eccezionale!”
“Già, lo conoscerai tra poco.”
“Non vedo l’ora!”
Appurate le condizioni di tutti, decisero di incamminarsi verso gli altri, che con stupore ritrovarono i caduti sani e salvi, persino Maya aveva ripreso a camminare con facilità.
“Sakura!” la chiamo non appena la vide.
“Maya! Sono felice di vedere che stai bene!” le disse raggiungendola e si abbracciarono con affetto.
“Adesso però è meglio che ti sistemo quelle ferite.”
“D’accordo, ma niente punture!”
“Sei grande per avere paura degli aghi!” la rimproverò la ragazzina con fare offeso. Nonostante le lamentele la segui dove vi erano molte persone, ragazzi per lo più.
Si sedette accanto Shikamaru e vedendolo un po' sofferente chiese “Shikamaru, ti sei fatto male?”
“Purtroppo mi sono rotto una gamba!” rispose il moro.
“Mi dispiace” disse carezzandogli i capelli, facendolo arrossire e scatenando le gelosie di Shiho.
“Ah donne! Che seccature!!” urlò disperato per il fatto di non poter scappare da lì “Fatemi andare via!!!! Vi odio tutte!!!”
“Esagerato!” dissero all’unisono Ino e Sakura. 

<< Ma chi è quella ragazza? >> chiese una voce femminile molto giovane.
<< Non la conosco >> rispose una voce maschile.
 

Maya notò il grosso cane bianco che la fissava e dolcemente gli fece segno di avvicinarsi.
“Vieni bello.”
Akamaru si avvicinò guardingo, annusò la mano della ragazza e scodinzolando si fece fare le coccole.
“Che bello che sei, bravo piccolo!”
“Ma che gli fai agli animali? Prima il maialino isterico di Tsunade poi quel pulcioso del cane di Kiba!” disse scherzando Sakura.
“Non è pulcioso!” esclamò Kiba e il cane cominciò ad abbaiare per difendersi.
“Si chiama Akamaru, che bel nome. Quanti anni ha?” chiese rivolgendosi al ragazzo castano.
“Ha circa sei anni”
 “Fai parte di un clan che usa i cani vero?” chiese, mentre continuava le sue coccole al grosso cane, rendendo difficile le cure da parte di Sakura che guardava torvo i due.
“Sì, mi chiamo Inuzuka Kiba, piacere.”
“Ciao, io sono Maya” salutò sorridendo, il giovane Kiba arrossì lievemente.
“Ragazzi vado incontro a Naruto, Sakura pensa a Maya.” disse Kakashi sparendo in una nuvola di fumo.
“Scusate avete visto Achimi?” chiese d’improvviso Maya cercandola in giro con lo sguardo.
Nessuno però sapeva dove fosse la sua gatta e cominciò seriamente a preoccuparsi.
“Devo trovarla!”
“Sono sicura che sta bene, è furba, vedrai che avrà trovato un riparo” la rassicurò Ino mettendole un cerotto sul palmo della mano.
“Sì, è una gatta straordinaria…”
Shizune arrivò in quel momento “Salve Shizune, come sta?”
“Tornata in vita.” rispose semplicemente.
“Accidenti che esperienza…ma meglio averla qui con noi”

 Ma l’assistente dell’Hokage sembrava presa da altri pensieri, distrattamente le rispose e si rivolse a Sakura.
“Già…Sakura per favore dopo che Naruto sarà tornato, venite nella tenda di Tsunade-sama” asserì seria in viso.
“Sì” rispose la ragazzina intuendo che qualcosa non andava.
“Io vado ho da sistemare alcune cose” e si allontanò a grandi passi.
Rimaste sole Sakura pareva anch’essa preoccupata tanto che la giovane volle chiedere notizie.
“Che è successo a Tsunade-sama?”
Sakura la guardò per un intenso istante, indecisa se dirle tutto o meno. A voce molto bassa le disse “Purtroppo Tsunade-sama al momento è in coma, ha usato troppo chakra per guarire tutti con Katsuyu…non sappiamo se si risveglierà… “
La ragazza si rattristò nel sentire quella notizia, Tsunade era sempre stata, nonostante i suoi modi un po’ bruschi, generosa con lei, prima aiutando Itachi e poi lei…
“Vorrei andare a trovarla”
“Sì, ci andremo al ritorno di Naruto, ok?”
“D’accordo”

*******

 
“Adesso che farai Itachi?” chiese il ragazzo che camminava sorretto dal moro.
“Non lo so...” rispose sinceramente.
“Ma quel Danzou è un gran bastardo! E quei vecchiacci!! Che rabbia!!”
“Naruto ti ho raccontato la storia solo perché me l’hai chiesto e poi non fraintendere le azioni di Danzou o dei consiglieri, vengono da un mondo diverso da come lo conosci tu ognuno protegge ciò che ama con quello che ha, anche se a noi sembra sbagliato.”
“Sei troppo buono…”
“No, Naruto è un ninja, non si tratta di essere buoni o meno.” Achimi camminava sculettando accanto ai due, limitando la sua parlantina a poche frasi ben assestate. 
“Sasuke sa già della tua storia?”
“Sì, Tobi gli ha raccontato tutto o quasi…”
“Ma allora perché non torna a casa?! Cosa spera di ottenere…brutto idiota!” esclamò dando un pugno al tronco dell’albero a cui si stava momentaneamente sorreggendo.
“Sasuke come te è ancora giovane, non è stato facile per lui ingoiare una verità che non volevo sapesse, per questo desideravo morire e portarmi il segreto nella tomba...”
“Ma non lo sei e adesso hai ancora Konoha, Sasuke e Maya da proteggere.”
“Certo! Se aspettiamo te diventiamo vecchi!” altra battuta del felino.
 “Ti ho detto quanto ti odio gattaccia dalla coda spelacchiata?”
Itachi ricordava che la micia avesse un caratteraccio, soprattutto Maya le aveva detto che fosse parecchio suscettibile se si parlava della sua coda, che era così per via di un incidente successo quando era piccola…
“MIAO!!!!” il verso tipicamente felino di un gatto molto arrabbiato fece eco per tutta la foresta unite alle urla di dolore del povero eroe che non aveva la forza di difendersi.
“Sempre a litigare con qualcuno…”
“Kakashi-sensei!”
Il ninja mascherato si avvicinava tranquillamente per nulla turbato dalla presenza d’Itachi.
“Ascoltami Itachi non è…” cercò di dire il ragazzino in favore del moro, ma fu bruscamente interrotto “Sì, so già tutto” disse serio in viso.
“Così hai saputo.” asserì Itachi che non aveva mai smesso di guardarlo negli occhi.
“Sì, è stata Tsunade-sama a raccontarmi la tua storia, ma non puoi tornare adesso al villaggio, mi dispiace...”
“Ma perché? Danzou è quello che dovrebbe andarsene!”
“Ha ragione lui, Naruto, non posso tornare, conoscete la mia storia siete in pochi e se Danzou scoprisse o solo sospettasse una cosa del genere non so cosa potrebbe succedervi.”
“Soprattutto adesso che l’Hokage è in coma.”
“Baa-chan è in coma??!” disse Naruto alzando la voce, era totalmente spiazzato dalla notizia, l’aveva vista poco prima che cominciasse lo scontro con Pain e adesso…
“Purtroppo ha usato tutte le sue energie per Katsuyu…”
Il ragazzo amareggiato chiese “Adesso che succederà?”
“Non lo so, ma per il momento torniamo a casa e poi vedremo.”
“Ma…Itachi che farà?” chiese con sincero interesse.
“Deve nascondersi insieme a Maya, finché la situazione non si stabilizzerà almeno...”
“Credo che Maya starebbe meglio al villaggio…” asserì il moro preoccupato dalle implicazioni, anche se desiderava ardentemente poterla vederla e poter sentire la sua voce e la dolcezza del suo sguardo su di lui.
“Al momento è più al sicuro con te che senza di te, non posso garantire la sua protezione in questo stato, se Danzou, come hai detto tu, scopre qualcosa la prima che prenderà sarà proprio Maya e io al momento ho le mani legate, anche Sakura e Naruto.”
Itachi ci rifletté parecchio e sapeva che Kakashi aveva ragione, non poteva rischiare la sua incolumità, soprattutto adesso che Sasuke si era unito all’Akatsuki e puntava verso Konoha.
“D’accordo la porterò con me” dichiarò in fine.
“Bene, incontriamoci stanotte nella foresta Nara, attraversarla è la via più breve per arrivare al villaggio di Maya.”  
“D’accordo…però questo deve rimanere tra noi, non dovrà saperlo nemmeno il tuo amico Sai.” asserì rivolto a Naruto.
“Ma è un mio amico non mi tradirebbe mai.” protestò il ragazzino.
“Lo so che possiamo fidarci, ma per il momento meno persone sono a conoscenza è più al sicuro sono Itachi e Maya e anche noi”
“Sì, capisco Kakashi-sensei, d’accordo sarà il nostro segreto”
“Ci vediamo stasera, ma adesso porta il nostro eroe a casa, non riesce più a stare in piedi!”
Di fatti il biondo era davvero stremato, ma aveva ancora la forza per controbattere malamente “Io…non sono…st-stan…”
La vista gli si annebbiò e stava appunto per cadere, quando Kakashi riuscì ad afferrarlo e caricarlo sulle spalle.
I tre si fissarono per qualche istante poi Naruto afferrando la manica vuota della mantella del moro disse sfoggiando un gran sorrisone “Sono felice di sapere che sei stato un bravo fratello, non approvo quello che hai fatto perché Sasuke ha sofferto tantissimo e ti reputo colpevole di tutte le sue malefatte, ma posso provare a capirti e ti aiuterò a proteggere quello che ami, persino un’idiota come me ha capito che ne sei innamorato.”
Itachi non rispose e chiudendo gli occhi sperava di non essere arrossito di botto.
“Su, su andiamo! Smettila di fare il moccioso.” lo rimproverò il maestro, ma anche lui sotto, sotto se la rideva nel vedere il maggiore degli Uchiha in vistoso imbarazzo.
“Kakashi-san, grazie.” dichiarò d’improvviso Itachi.
“Non ringraziarmi, mi devi ancora restituire due settimane della mia vita!” disse sereno nella voce e nel viso.
“Cercherò di rimediare Kakashi-san” rispose abbozzando un mezzo sorriso serafico. 
“Achimi, rimani con Itachi o vieni con me?”
“Rimango qui ad aspettare Maya, chissà in quali guai si può cacciare senza di me questo qua...” rispose additando con la coda il ragazzo che adesso la fissava storto.
“Ora va a finire che sono io quello da proteggere” borbottava.
“D’accordo e non dirò alla tua padrona che sai parlare.”
“Te ne sarei grata! Grazie e a presto!”
I due si allontanarono tranquillamente mentre la gatta e il ragazzo dai lunghi capelli neri li osservavano.

 

*******

 
“Ehi eccolo!!!”
Tutti si girarono verso le estremità della foresta e Maya vide Kakashi che portava qualcuno sulle spalle.

<< NARUTO!!!! >>

 

<< BRAVO!!!! >>

 

<< CI HAI SALVATO!!! >>

 
Tutti si avvicinarono, Sakura corse ad abbracciarlo e Hinata sorridendo felice a stento tratteneva le lacrime. Naruto era davvero senza parole, non si sarebbe mai aspettato tanto calore dagli abitanti del suo villaggio.
Persino Ebisu gli aveva messo una mano sulla spalla e sistemando gli occhialini sul naso sorrideva con assenso alle sue ovazioni.
Maya era commossa e triste nello stesso tempo.
Quel ragazzo era stato davvero un eroe, ma grazie al sacrificio del suo amato Itachi, sia lui sia tutta quella gente aveva vissuto nella pace e ignoravano tutto il dolore che aveva patito e avrebbero continuato a non sapere e a vivere odiandolo e maledicendolo…
Ma in quel momento di gioia per la vita restituita ai compagni e la salvezza della gente, lei si sentiva nel vuoto assoluto.   
Circa due ore dopo Maya, Sakura e Naruto erano al capezzale della povera Tsunade. Non sembrava nemmeno lei, la pelle giovane era diventata raggrinzita, i capelli dal biondo splendente al bianco.
Sakura le aveva spiegato che usava una tecnica per rimanere giovane.
“Capisco, così questo è il suo vero aspetto.”
Kakashi intanto stava fuori a piantonare la tenda non facendo entrare nessuno e dando la possibilità ai ragazzi di parlare.
Sakura già in precedenza avvisata dal maestro sul piano, aveva deciso che doveva essere lei a parlarle.
“Maya, siamo venuti tutti qui, perché è l’unico posto dover possiamo parlare senza essere spiati”
“Che succede?” la sua voce risultava leggermente allarmata, li aveva visti un po’ strani ma non aveva capito il motivo. 
“Itachi è qui al villaggio.”
“Cosa?” si sentì il cuore esplodere dalla felicità, lui era lì…era lì!
“Sì, ma non può avvicinarsi troppo altrimenti lo scopriranno.” rispose Naruto al posto dell’amica.
Stringendole le mani tra le sue, Sakura continuò “Devi andare via con lui, noi adesso non possiamo più proteggerti…” fece una pausa perché la tristezza per la sorte della sua maestra era pesante come un macigno “…senza Tsunade-sama siamo alla deriva e non sapendo se mai si sveglierà potresti essere in pericolo, andare via è l’unica soluzione.”
“Pensate che quel Danzou potrebbe già sapere di me e del fatto che Itachi sia qui?”
“Per il momento è solo un sospetto, ma sono convinta che non sa nulla di te, ma non voglio rischiare, noi non vogliamo rischiare.” disse mettendo una mano sulla spalla di Naruto che faceva segno di si con la testa.
La fanciulla non voleva assolutamente dare inutili preoccupazioni ai suoi nuovi amici e la cosa più sensata da fare era andarsene per non metterli in pericolo.
Inoltre voleva solo correre da lui…e rivederlo, poterlo abbracciare…contava i secondi senza sapere di quanto li separavano.
“Lui ti aspetta stanotte alla foresta sacra dei Nara, ti accompagnerà Kakashi in gran segreto.”
“Prima però devo trovare la mia micia…” non sarebbe mai partita lasciando Achimi, nemmeno per Itachi.
“Non preoccuparti, il gatto è con Itachi e sta bene, sta meglio di me quel demonio!” mormorò l’ultima frase ancora rimembro dell’attacco di poche ore prima.   
“L’hai presa in giro per la sua coda, vero?” chiese divertita la ragazza.
“Già…” rispose Naruto contrariato.
Il viso di Maya si addolcì e carezzando i capelli del ragazzo gli disse “Mi dispiace per il tuo maestro, Naruto-kun e spero con tutto il cuore che Sasuke torni presto…” era un augurio anche per Sakura che desiderava davvero vedere felice.
Il ninja medico capì e in silenzio la ringraziò. 
Naruto invece si rattristi parecchio “Non sono mai stato in grado di capire per davvero Sasuke, adesso forse ne sono più conscio, capisco il senso di vendetta perché anche io l’ho provato dopo la morte di Jiraya…”
“Io non ho mai conosciuto i miei genitori e questo mi ha sempre fatto sentire fuori posto…” disse la giovane “…sono stata un covo di rancore per molti anni, così arrabbiata che non sapevo dove metterlo il mio odio…” sorrise e chiudendo gli occhi respirò a pieni polmoni “…non ero esattamente la persona che conoscete voi…ma crescendo e avendo accanto tante persone che mi volevano bene e sbagliando tante volte ho capito che bisogna apprezzare ciò che sia e non piangere per quello che non c’è…per questo sono sicura che Sasuke tornerà, perché ha te, Sakura, Kakashi e anche se in uno strano modo Itachi” stavolta il suo viso era allegro e sicuro, credeva in quello che aveva appena detto.
Erano parole che in qualche modo rincuorarono il suo animo e sorridendo fece il segno dell’ok e disse “Thank you sorellina Maya!”
Anche lei a sua volta fece lo stesso gesto ed esclamò “Non c’è di che!”
Maya era perfettamente conscia del fatto che tutta quell’esperienza l’aveva cambiata, forse azzardava che avrebbe continuato a cambiare in meglio. 

 

*******

 
Erano già le 17:00 del pomeriggio, Kakashi sbadigliò pesantemente, stiracchiando le braccia verso il cielo.
Tra poche ore avrebbe accompagnato Maya al luogo dell’appuntamento e tutte le persone coinvolte fingevano di comportarsi come sempre, Naruto ci riusciva benissimo…
Al povero Yamato era capitato il compito peggiore, costruire case nuove…
Sakura e Naruto si erano allontanati ad aiutare mentre Maya continuava ad accudire Tsunade, nascosta nella sua tenda.
Le voci sul coma dell’Hokage erano già arrivate in tutto il paese e il panico dilagava tra gli abitanti.
Mentre Shizune parlava con Maya, i due consiglieri avevano organizzato una riunione con il Daymio per aggiornarlo sulla situazione e con molta probabilità scegliere il nuovo Hokage.
Tremava al pensiero di chi poteva essere stato scelto, tanto più che Danzou era andato con loro e non avrebbe perso tempo a gettare veleno sugli insegnamenti del terzo e ha dare la colpa a Tsunade di quanto successo.
Stava diventando un po’ troppo contorto quel mondo…
Non disse nulla per non preoccuparli, ma le notizie sarebbero arrivate ugualmente stava solo temporeggiando.
Infilò una mano in tasca e strinse la lettera di Yukia, l’aveva letta più e più volte e aveva anche provato a rispondere, ma non sapeva cosa scrivere.
Poi era successo quel pandemonio e aveva creduto di non rivederla più.

 

‘ Kakashi se non sai cosa rispondere, vai al suo villaggio e dille di persona cosa provi.

 
Consiglio del padre prima che lui fosse richiamato alla vita.
Ricordava ancora la prima volta che l’aveva vista, con quell’aderentissimo completino da infermiera dopo lo scontro con Deidara…
 

Flash back

 
“Sono in paradiso per caso?”
chiese aprendo gli occhi e trovandosi un angelo nella stanza d’ospedale.
“Mi scusi?”chiese lei, continuando a scrivere le annotazioni sulla sua cartella.
Teneva il lenzuolo fin sotto il naso e osservava quella ragazza dai lungi capelli rossi legati con delle morbide trecce che le scivolavano sulle spalle.
Il profumo di biscotti appena sfornati sul suo comodino e un vasetto con dei fiori freschi unito a quello di pesca della sua infermiera erano un mix esplosivo.

“Posso mangiarli?”chiese distogliendo lo sguardo dalle dolci forme del suo giovane corpo, non voleva passare per un…beh con quei libri sotto il piatto di biscotti oramai se l’era giocata...
“Certo, li ho portati per lei.”
“Grazie
…” esclamò azzannandone uno e accorgendosi troppo tardi di aver mostrato il suo misterioso viso ad estranea.
Se era una delle trappole di Naruto, stavolta l’avrebbe ucciso.
La ragazza non aveva battuto ciglio limitandosi a sorridere, era stata la prima persona a cui sembrava non importare. E se fingeva era molto brava…

“Sono buoni! Li hai fatti tu?”
“No, sono una vera frana in cucina, li ha fatti la mia migliore amica, possiede un negozietto di dolci al mio villaggio.”
esclamò di botto e partita in quarta.
Si coprì la bocca e poi disse “Scusi, se mi danno l’occasione parlo anche troppo

“Non c’è problema, non parlo molto quando sono costretto a stare qui...”
“Hatake-san…”
“Kakashi suona meglio.”

Parve non essere molto a suo agio“Non credo sia una buona idea.”
“Perchè scusa?Se mi chiami per nome non ci vedo nulla di strano, dai non farti pregare, mi hai visto senza maschera è inutile continuare con questi formalismi.”
“D’accordo…”
acconsentì “Kakashi ero venuta a dirti che nel pomeriggio ti dimettono.”
“Peccato...” rispose un po’ triste.
Lei rise maliziosa e prese il piatto completamene vuoto “Come ti chiami?” le chiese prima che potesse uscire.

“Tanaka Yukia” rispose sulla porta.
“Allora ci vediamo domani?” le chiese di nuovo.
“Esci oggi” rispose facendogli l’occhiolino e uscendo definitivamente dalla stanza.
Divertente, pensò lui con un sorriso ebete stampato in faccia.

 Una settimana dopo le sue dimissioni dall’ospedale, l’aveva incontrata per caso fuori da Ichiraku.
“Salve Yukia” la salutò, non era più tornato all’ospedale per via di alcune missioni che gli avevano affidato. 
La ragazza piena di sacchetti della spesa, lo salutò senza fermarsi, andava davvero di fretta.

“Ciao Kakashi, ci si vede.”
Non sembrava per nulla offesa o contrariata nel rivederlo, come se avesse pensato che lui stesse scherzando quel giorno in cui si erano conosciuti.
Era meglio così, non aveva tempo per…una storia?Una ragazza? Una botta e via?
Fare amicizia non doveva necessariamente implicare altro, così se non altro voleva credere.

“Ehi, ti do una mano!” esclamò raggiungendola.
“No, ma dai non preoccuparti! Devo fare tanti giri non sono per tutti questi sacchetti, ho fatto la spesa per le mie colleghe del tirocinio, facciamo a turno.”
“Che problema c’è, sono libero e ti voglio
aiutare.
“Ok! Grazie!” disse dandogli la metà dei sacchetti e sorridendo dolcemente.
Quando sorrideva i grandi occhi color nocciola sembravano splendere di luce propria.
O almeno voleva convincersi che fosse solo un’amicizia con una ragazza bellissima, con la quale preferiva passare gran parte del suo tempo libero…
 Invece ne era totalmente attratto e scoprirlo non fu una sorpresa, l’aveva sempre tenuta sotto controllo, ma lei era assolutamente una creatura meravigliosa.
Intanto continuava a vederla e a provarci senza ritegno, cosa che lei non sdegnava. Spesso però tornava al suo villaggio per studiare prima degli esami, e in quelle settimane non si vedevano, tempo che impiegava a pensare cosa lo spingesse tanto verso di lei, convinto che fosse solo puro desiderio fisico…
Che ci fosse attrazione per entrambi era innegabile, sopratutto non dopo quei bollenti baci che si erano scambiati in più occasioni.
In quelle volte era come perdersi in un mondo meraviglioso e i dubbi aumentavano, spingendolo ad allontanarsi da lei.
Pur convinto di aver fatto la cosa più giusta per entrambi, si sentiva come un macigno sullo stomaco e concentrarsi nelle abitudini della sua vita era diventato difficile.
Desiderava vederla o forse era solo voglia insoddisfatta?
Si tormentava per trovare una risposta, ma di certo non avrebbe corso il rischio per scoprirlo.
Yukia non era una ragazza da una notte e via e lui non voleva fare la parte dello stronzo.
Una sera erano tutti riuniti con i suoi amici a bere e le ragazze del tirocinio, Yukia era seduta accanto a lui, ma nessuno dei due osava guardare l’altro.
Da un po’ cercava di evitarla, ma non avevano mai parlato apertamente.
Yukia forse intuendo i suoi pensieri non l’aveva mai cercato, era stato per puro caso se si erano riuniti in quel locale.
Stava per andarsene quando la sua mano fu trattenuta da quella piccola della ragazza.

“Parliamo un attimo?”
Uscendo dal locale, si ritrovarono in un luogo tranquillo, quasi senza farlo apposta l’aveva portata  dove si erano baciati la prima volta, una piccola frazione del bosco, la più accogliente e solitaria.
Si poggiò contro l’albero mentre lei gli stava di fronte, si stringeva nervosamente le mani.

“Kakashi, ho capito che vuoi evitarmi…e potrei anche capirlo se almeno mi dicessi il perché…”
“Scusa, avrei voluto parlartene, ma non riuscivo a trovare le parole.”
“Provaci adesso…”
disse stringendogli la mano.
“Mi piaci…” ammise lui, serrando gli occhi “..ma è questo il vero problema…”
“Cioè…?”
“Ho paura che sia solo desiderio quello che provo e non voglio che tu soffra per questo…”
“…questo devo deciderlo io…”
“Non per come la vedo io…”
le disse lasciandole la mano.
Lei non era certo tipo da lasciarsi scoraggiare per così poco “Sei uno sciocco…mi fai più male in questo modo” mormorò, le dita sfiorarono la stoffa della maschera in direzione delle labbra.

“Yukia…”
Lei non curante delle sue proteste fece scivolare via quel pezzo di stoffa e il bacio che segui non gli parve mai tanto bello.
Sprigionando un tale trasporto da fargli dimenticare dove fossero, la stringeva così forte da toglierle il respiro, ma in quel momento alla ragazza non dispiaceva per niente tanta enfasi.
Faceva caldo quella sera e il cielo li osservava con benevolenza nascondendoli a sguardi inopportuni.
Scivolarono sopra l’erba fresca avvinghiati l’uno all’altra.

“Kakashi… ” biascicò lei infilando le dita tra i suoi capelli e spostando il viso di lato, mentre lui affondava le labbra sulla pelle del suo collo “…voglio stare con te…quello che può succedere domani non m’importa…”
Se era così che doveva andare lui non lo sapeva, ma non vi era nessun dubbio, nessuna incertezza. Solo tanta voglia di perdersi nel calore di un abbraccio…di fondere la propria anima ad un’altra molto più simile a lui di quanto potesse immaginare…

 
L’alba lì sorprese abbracciati che parlavano a voce bassa per non essere sentiti nemmeno dalla natura che solo poche ore aveva assistito alla loro unione.

“Oggi riparto.” disse lei accarezzandogli il viso.
“Starai via per le solite due o tre settimane?” le chiese giocherellando con le dita con i suoi lunghi capelli sciolti.
“No, per molto più tempo stavolta.” rispose alzandosi per rivestirsi.
“Come mai?” le chiese baciandola sulla fronte.
“Maya si è trovata un nuovo ‘ hobby ’ e a me il compito di non farle perdere il contatto con la realtà e inoltre così tu avrai tanto tempo per riflettere su ciò che vuoi davvero.” dichiarò sedendosi sulle ginocchia osservandolo mentre si rivestiva a sua volta “Ti scriverò, così...tanto per farti ricordare di me e del fatto che non voglio aspettare troppo una tua risposta.” era un tono che non ammetteva repliche.
“D’accordo” acconsentì sperando davvero di poter trovare ciò che lei chiedeva.
L’accompagnò fino al suo temporaneo appartamento e dopo un lungo bacio si salutarono.
Non l’aveva più vista né aveva ricevuto mai una sua lettera tanto da fargli credere che fosse stata lei a dimenticarsi di lui, visto che dopo il primo incontro con Maya, aveva detto che Yukia non le aveva mia parlato di lui.
Eppure continuava ad aspettare, come un’idiota, di avere notizie di lei.
Finché il segno che voleva non arrivò con su scritto:

‘ Caro Kakashi,
Spero che tu abbia capito cosa provi per me. Magari avrai pensato che io ti abbia dimenticato, ma non è così.
Se non ti ho mai scritto era solo per farti soffrire un po’, piccola vendetta, ma ho capito che è stato molto peggio.
Sono stata molto male perché mi sei mancato e in seguito a questo mi sono comportata da egoista, ho fatto una cosa terribile a Maya, perché forse ero un pò gelosa di lei, so che non è una scusa e non ho giustificazioni.
Volevo solo che lo sapessi, ti prego di perdonarmi.
Da parte mia so già cosa si cela nel mio cuore e la risposta è una sola: Io ti amo Hatake Kakashi.'

Yukia

 

Fine Flash Back

 
Yukia era davvero diversa da come voleva apparire e lui non l’aveva capito, almeno non subito.
E ora aveva fatto chiarezza sui suoi sentimenti, ora sapeva che fare.
Sorrise come la prima volta che l’aveva ammaliato…

 

*******

Maya aveva visto il sole morire per l’ennesima volta alla fine del giorno. Mancava davvero poco prima che Kakashi andasse da lei e avrebbe lasciato Konoha e anche il suo villaggio chissà per quanto tempo.
Era vergognosamente felice di rivederlo, però le dispiaceva per Tsunade-sama in quelle condizioni, si preoccupava per Sakura e aveva paura della nuova vita che l’aspettava, insieme al suo bel tenebroso.
Le si attanagliava lo stomaco e il cuore le batteva senza controllo per le forti emozioni che si muovevano dentro di lei.
Si sentiva diversa, e lui l’avrebbe notato? Poteva essere cambiato qualcosa in lui verso di lei?
L’ultima volta si erano lasciati proprio in malo modo e poi le cose avevano preso davvero delle pieghe inaspettate.
Però era tornato al villaggio…e chissà magari era tornato per lei.
Una mano le si posò delicatamente sulla spalla e voltandosi sorrise al ninja dai capelli argentei che le fece segno di non fare rumore e di seguirlo.
Camminavano lentamente stando attenti a non essere visti e una volta abbastanza lontani si rilassarono ma aumentarono il passo.
Nessuno dei due aveva detto una parola forse ognuno perso nei propri pensieri.
Intuendo che stavano per arrivare la ragazza fu colta dal panico e si fermò nel bel mezzo del sentiero secondario che stavano percorrendo.
“Non avere paura, se non gli importava nulla di te non sarebbe corso fin qui e non ti avrebbe aspettato” la rassicurò Kakashi, che aveva parlato senza aver bisogno di chiederle che avesse, quello stesso panico lo conosceva bene, ma sapeva anche che non appena visto il ragazzo sarebbe sparito.
“Davvero?...” lei sorrise e riprese a camminare, rassicurate dalle parole e sopraffatta dal sentimento che era più forte di qualsiasi cosa in quel momento.
Kakashi si fermò e indicando con un dito un posto preciso tra gli alberi, lei scorse una figura, anzi due…
Spalancò gli occhi e mormoro “Itachi…” i piedi si mossero senza alcun comando da parte sua e si ritrovò a correre per raggiungerlo.
“Maya…” esclamo lui che si avvicinò di qualche passo, in quell’attimo, in quel singolo istante provò un intensa felicità come se tutto il male fatto in vita stesse per svanire.
Lei lo strinse forte e piangendo chiamava a gran voce il suo nome, nascose il viso contro la maglia nera che indossava.
“Itachi, Itachi…sei tornato…credevo che…pensavo che non ti avrei mai più rivisto e…”
Non ebbe il tempo di dire altro perché lui la zittì baciandola con trasporto, come se avesse ritrovato la vita, stringendola a se con tale impeto da lasciarla estremamente sorpresa, ma assolutamente felice. Stavolta non aveva paura né provava imbarazzo solo gioia di trovarsi lì, tra le sue braccia e di sentire di nuovo quelle sensazioni meravigliose che solo lui poteva darle.
Nessuno dei due aveva notato il nostro Kakashi che sorridendo era già sparito augurando loro ogni bene.

 

 

Lady_Kuroi Neko & Deliaiason88:

Salveeeee!!!! Rieccoci con un nuovo capitolo!!!! SCUSATEEEEEE!!!!
Sono mortificata di questo ritardo purtroppo il capitolo era già pronto da molto tempo, ma abbiamo avuto dei ‘contrattempi’ di varia natura che non sto qui a dirvi.
La storia non è finita, ovviamente, continuerà ancora…o finché non mi stancherò o fin quando Delia non mi manda a quel paese! Scherzo!!!

P.s. nella parte in cui Kakashi parla con Itachi, si riferisce al fatto che nel loro primo scontro ha usato su di lui lo sharingan e gli ha provocato il coma, per questo dice che gli deve restituire due settimane della sua vita. L’ho voluto precisare perché magari poteva creare confusione... ^_^
Ora passiamo alle recensioni…

 
Carmilla_Vampira : Ciao carissima…se per l’altro capitolo hai detto ‘Finalmente’ in questo ti metterai a ringraziare tutti i santi!!! Scusaci tantissimo se ci abbiamo messo la bellezza di ( Caspita!!! Cinque mesi!!! Ma è volato il tempo?? ) cinque mesi T_T, in realtà il capitolo era pronto da quasi due mesi…ma non ho potuto postarlo prima.
Spero che continuerai a seguirci ugualmente!!! Baci

 
Serenity452: Sorellina, mia cara! Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto. Itachi si è deciso, ma ancora di strada ne devono fare i nostri due innamorati. Non volevamo scrivere una storia dove si arrivava a delle svolte troppo presto…Sasuke, come sai, in questo periodo mi ha deluso molto e quindi sarà molto penalizzato da me personalmente.
Kakashi, è sempre mitico, non voglio spoilerare troppo, ma presto avrà…No, non dico niente…SORPRESA.
Inizialmente Yaeko non aveva tutta questa larga parte nella storia, ma poi ho pensato di aggiungerla più spesso, come ricordo di Itachi.
Please non abbandonare questa storia!!! Continua a seguirla!!!  Grazie, Baci ^^

 
_AkAtSuKiNa_:
Scusa tu se ci abbiamo messo tanto, ma i problemi non vengono mai soli, ma uno appresso all’altro!!! ç_ç
Grazie tante per le tue belle parole e spero che per te, anche questo capitolo possa essere bello come i precedenti!!! Grazie!!!! Baci.


  
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