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Autore: Daewen    19/08/2005    4 recensioni
Fanfiction ambientata principalmente nel periodo dei Malandrini
Una ragazzina gelida che considera le altre persone come gingilli, e vive mascherando se stessa. Ed ora ha incontrato Remus...
Genere: Generale, Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la mia prima fanfiction. Innanzitutto gli spoiler non sono molto pesanti, almeno all'inizio, soprattutto perché ho sfruttato quasi unicamente delle notizie abbastanza marginali, o perlomeno io le considero così. Come ho già detto le vicende sono ambientate essenzialmente durante il periodo dei Malandrini, più specificatamente a partire dalla fine del quinto anno. Nei capitoli successivi utilizzerò questo spazio per piccoli chiarimenti che ci terrei a precisare.
Intanto, Apollon Pringle e Horace Slughorn non sono personaggi da me inventati. essi compaiono rispettivamente nel quarto (capitolo 31) e sesto libro (a partire dal cap 4). Non so dire se nell'edizione italiana Slughorn si chiamerà ancora così. L'episodio cui mi sono allacciata per iniziare a raccontare è narrato nel quinto libro (cap 28), ma si interrompe con la domanda, posta da James.
ll nome Heather significa erica, mentre Byron significa orso.
Infine, alcune piccole scelte narrative. In base agli accenni presenti nei vari libri, Hagrid dovrebbe essere stato già il guardiacaccia all'epoca dei Malandrini; ad ogni modo lo sarà in questa fanfiction. Non so Gazza, e alla fine ho decise di mettere Pringle come custode, perché altrimenti mi sarebbe sembrato tutto troppo uguale al periodo in cui Harry frequenta Hogwarts... molto probabilmente comunque Gazza era già il custode - vecchiaccio! XD - se non altro perché la Mappa del Malandrino era chiusa nel suo ufficio. Boh...
Come avrete notato sono abbastanza maniacale e se avete avuto la pazienza di leggere fin qui siete dei miti XD!

Maschere

Saettò un altro lampo di luce, e ancora una volta Piton si ritrovò a mezz’aria, a testa in giù.
«Allora… chi vuole vedermi togliere le mutande a Mocciosus?»

In quel momento un’altra ragazza si alzò in piedi, avvicinandosi a passo spedito. Remus la fissò, interessato, perché era raro che Heather A. Gabbet si facesse notare spontaneamente. La fanciulla dai capelli biondo rossicci, lisci come seta, che aveva fatto strage di cuori. Come del resto suo fratello. Ma, mentre Byron amava essere circondato da una folla vociante –tenendo così poca fede al suo nome- lei se ne stava sempre in un angolo da sola, ad osservare il mondo. Ed ora eccola lì, al centro dell’attenzione, a pochi passi da Sirius e James, che troppo occupati a prendersi gioco di Piton, non si erano accorti di lei. Che con un movimento deciso della bacchetta li mandò a sbattere contro un albero distante una decina di metri. Si voltò per tornarsene nel suo cantuccio, sotto lo sguardo sbigottito dei presenti. Peter si lanciò verso James e Sirius, evitando per un pelo Piton, che era piombato a terra, con le mutande fortunatamente al loro posto.

Alcuni giorni dopo, sul treno che li riportava a casa, Heather era nel corridoio, seduta sul suo baule e con il suo furetto in grembo, la fronte appoggiata al vetro del finestrino e gli occhi nocciola che scrutavano il paesaggio, divenuto familiare dopo aver passato ogni singolo viaggio da e verso Hogwarts in quella posizione. Remus, dal suo comodo posto accanto al finestrino, riusciva a spiarla fingendo di guardare James, più vicino alla porta del loro scompartimento. Discutevano allegramente dell’estate che li aspettava.
Heather, lì fuori, ascoltava ogni singola parola, senza che nessuno si accorgesse di nulla. Li stava deliberatamente origliando già da qualche ora. Gli strani soprannomi che si erano affibbiati a vicenda la incuriosivano. Ma non voleva far ricorso alla Legilimanzia, sebbene se la cavasse piuttosto bene: preferiva indagare come una Babbana. Sarebbe stato molto più divertente. Sorrise fra sé.

Primo Settembre, Binario Nove e Tre Quarti. In partenza per Hogwarts. Heather saltò nel vagone vicino, seguita da suo fratello, che tuttavia l’abbandonò quasi subito. Era soddisfatta, non sarebbe potuto andar meglio di così. Byron, maggiore di un anno, diventava noioso se le girava troppo attorno, e presto si sarebbe trastullata con quello strano gruppetto. Aveva aspettato con ansia quel momento per tutta l’estate, mentre passava le giornate a fissare quelle mura scurite dall’umidità… In più aveva notato che uno di loro sembrava particolarmente attratto da lei.
Si sedette in corridoio, facendo attenzione a dipingersi un’aria malinconica sul viso, in contrasto stridente non solo con i suoi reali sentimenti, ma anche con la sua solita espressione sognante cui tutti erano abituati. E ora stiamo a vedere.
Remus l’aveva notata, naturalmente. Esitò a lungo, e alla fine le chiese se per caso non voleva entrare con loro. Lei si voltò a guardarlo sorpresa, ma appena lui le voltò le spalle per trascinare dentro il suo baule, sogghignò. Potter si stava arruffando i capelli e Black stava torturando una Cioccorana, accompagnato dagli strilletti di un esilarato Peter Minius. Mpfh. Poveri sciocchi. Lupin le si sedette di fianco, e tentò di attaccare bottone. Heather non gli avrebbe dato subito soddisfazione. Aveva un nuovo giocattolo, non voleva sciuparselo subito.

Pioveva a dirotto e Heather fu lieta di essere finalmente arrivata nella Sala Grande. Non invidiava i piccoli del primo anno. Ma a quanto sapeva, ad Hogwarts era sempre piovuto la sera dello Smistamento: che fosse una sorta di prova cui il tempo li sottoponeva? Si sedette nel posto più isolato possibile, e si dispose ad ascoltare il discorso del Preside, accolto da un applauso e da vivaci risate. Del resto, Silente sapeva come divertire il suo pubblico, anche se sospettava che non lo facesse intenzionalmente. Nessun nuovo insegnante, nessuna novità eccezionale.

La prima partita di Quidditch –Grifondoro contro Serpeverde, come tradizione- si sarebbe svolta in Ottobre, così Herman Mockabee –battitore e per il secondo anno consecutivo nel ruolo di capitano dei Grifondoro- la fermò nella Sala Comune, per farle sapere che i provini per rimpiazzare l’altro battitore si sarebbero svolti il sabato seguente. Avevano perso un buon giocatore visto che Chad aveva finito gli studi, ma Heather sperava che il nuovo arrivato, in realtà, sarebbe stata la nuova arrivata: si era stancata ad essere l’unica ragazza in squadra. Poi Herman le chiese di avvertire il loro miglior cacciatore. Mascherando la smorfia di disgusto che tentava di affiorarle sul volto, annuì senza spiccicare una sola parola. Ovviamente Potter era scomparso. Irritata, si riavviò una delle ciocche che non riusciva mai a raccogliere nel solito chignon. Non portava mai i capelli sciolti, eccezion fatta per quelle due piccole ciocche ribelli. Potter –e la sua banda di cretini- non era nella Sala Comune, ma non li aveva visti dirigersi nel dormitorio maschile. Probabilmente erano usciti di nuovo. Almeno aveva una scusa per farsi un giretto da sola. Attraversò il buco del ritratto e si avviò lungo il corridoio. Non andò lontano, perché intercettò le voci di Potter e Black, che stavano animatamente discutendo su qualcosa. Si fermò dietro l’angolo, decisa ad approfittare della situazione, ma si stavano avvicinando. Riuscì a captare solo qualcosa riguardo le cucine, nulla di interessante, prima che girassero l’angolo. Tutti e quattro insieme ovviamente. Si avvicinò con passo deciso, fermandosi davanti a James, gli comunicò l’appuntamento del Quidditch e passò oltre, scomparendo di lì a poco dietro un’armatura. Ma la sua curiosità non venne soddisfatta. Rientrò circa un’ora più tardi, dopo essere stata intercettata da Apollon Pringle, il custode, che, pur non osando punirla, le aveva chiesto di rientrare nella sua Sala, ed Heather, che si stava annoiando, aveva ubbidito.

Il mattino successivo ricevettero gli orari delle lezioni. Heather aveva deciso di seguire pressoché tutte le materie dell’anno precedente: Trasfigurazione, Aritmanzia, Incantesimi, Antiche Rune, Erbologia, Cura delle Creature Magiche, Difesa contro le Arti Oscure (un'utile copertura) e, soprattutto, Pozioni. Aveva abbandonato senza rimpianti Storia della Magia, visto che i suoi genitori l’avevano costretta a studiarla sin dall’età di sei anni, ed Astronomia le era stata espressamente vietata –dai suoi genitori ovviamente, che l’avevano definita una materia futile. Non sapeva bene cosa desiderasse fare dopo Hogwarts. A dire la verità, non le interessava. Con il suo cognome non avrebbe avuto difficoltà a trovare ogni sorta di lavoro. Forse, pensò esaminando l’orario, potrei perfino non lavorare. Si alzò dal tavolo accompagnata da una sensazione piacevolissima: la prima lezione in assoluto sarebbe stata Pozioni. Si incamminò verso il sotterraneo, ma prima di giungere alle scale incrociò l’insegnante di Pozioni, il professor Slughorn, che l’accolse, come suo solito, festosamente, ribadendo che lei e Lily Evans –che a quanto pare aveva deciso a sua volta di proseguire Pozioni- erano sicuramente le migliori studentesse che avesse mai avuto.

  
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