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Autore: calliopemuse    24/04/2010    13 recensioni
« Ehi Anna, guarda qui! » « Dove? » « Guarda questa pietra... Ci sono degli strani simboli sopra! » « A meno che non sia una mappa di questo posto, non me ne può fregare niente di pietre e simboli! » « E' così strana... Non la trovi interessante? » « Oh certo, siamo bloccate qua sotto, e forse ci creperemo, ma perchè no, mettiamoci a guardare uno stupido sasso! » Pairing: Lawxnuovo personaggio
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura!

Decisione

I volti di tutti erano fissi sulla figura del “Chirurgo della morte”, persino Bepo, il vice, guardava con aria incuriosita il suo capitano, il quale, dal canto suo, persisteva in quel fastidioso sorrisetto di chi sa bene di avere le carte vincenti in mano, e non si fa troppi scrupoli ad usarle.

- Esattamente. Se vuoi conoscere il significato di quel tatuaggio devi prima unirti alla mia ciurma. –

- Ma perché? – chiese Iris sconvolta.

- Non ti sembra di aver già posto abbastanza domande? Sta a te la possibilità di conoscerne la risposta, hai una giornata di tempo per decidere. Domani sera tornerò e mi comunicherai la tua scelta. Andiamo Bepo. –

E così detto si alzò e si avviò verso l’esterno, affiancato dall’orso bianco, mentre Iris e i Mugiwara seguivano con lo sguardo i suoi movimenti, come automi, ancora a bocca aperta.

- Ah, che maleducato. – esclamò Trafalgar un momento prima di uscire; - Buona notte a tutti! –

 

Sulla Sunny ci fu ancora qualche attimo di silenzio, interrotto soltanto dallo sciabordio delle onde sul legno, mentre i pirati cercavano di assimilare quanto era appena accaduto.

- Che bastardo! – sbottò Sanji.

- Come osa cercare di rubarci un compagno? – urlò Franky.

- Noi non glielo permetteremo! – aggiunse Brook, avviando un’animata discussione con Franky, alla quale si unirono Usopp e Chopper.

- Tu cosa ne pensi? – chiese Nami a Iris.

- Io voglio rimanere con voi! – affermò decisa la castana. Per nessun motivo al mondo avrebbe lasciato quei ragazzi, che tanto le avevano dato e continuavano a darle, senza chiederle nulla in cambio; non come l’altro pirata, che senza un ragione ben definita voleva obbligarla a seguirlo, ricattandola in un modo così meschino.

- Riflettici un momento… Potrebbe essere cruciale per il tuo ritorno il tatuaggio, per quanto odiosa sia la proposta di Trafalgar non puoi permetterti di non prenderla neanche in considerazione. –

- Robin ma che ti prende? - s’intromise Rufy alle parole dell’archeologa - Iris ha già detto che non vuole andare! -

- E’ vero Rufy, ma temo che Robin chan abbia ragione… Dobbiamo pensare a cosa è meglio per lei. E se quel bastardo sa qualcosa, allora Iris non può rifiutarsi a prescindere di prendere in considerazione la sua richiesta. – spiegò Sanji.

- Non m’interessa! - disse Iris, - qualunque cosa sappia non sarà mai abbastanza importante da indurmi ad abbandonare la Sunny! Ammesso poi che realmente sappia qualcosa… Non possiamo avere la certezza che stia dicendo la verità, e se fosse tutto un inganno? - argomentò, cercando di convincere più se stessa che gli altri; dentro di sé sapeva che avevano perfettamente ragione, delle informazioni le sarebbero servite, non aveva la benché minima idea di cosa fare per riuscire a tornare nel suo mondo, ma non voleva assolutamente stare al gioco di quel ragazzo.

- Questo non possiamo saperlo. Comunque non devi prendere una decisione ora, hai tempo fino a domani per pensarci, sappi soltanto che qualunque sia la tua scelta noi ti appoggeremo. - le disse Nami sorridendo.

- Grazie ragazzi! - esclamò guardando i presenti con occhi colmi di gratitudine.

- Adesso andiamo tutti a letto, dai! - comandò infine la navigatrice, dirigendosi verso le cabine, seguita dagli altri.

 

Chiuse la porta della propria camera alle spalle e si gettò sul letto, cercando di calmarsi e riposarsi un po’, tuttavia non riusciva a prendere sonno, le parole di Trafalgar continuavano a risuonarle nella testa come una maledizione. Continuò a rigirarsi sul materasso, ma più si sforzava di non pensarci più vedeva nella sua mente quelle iridi grigie osservarla divertite, fino a quando non fu costretta ad alzarsi, incapace di sopportare ancora quel senso d’inquietudine, per cui persino le pareti della stanza sembravano soffocarla.

Decise così di scendere dalla nave e fare una passeggiata, tanto per prendere un po’ d’aria fresca e schiarirsi le idee; camminò a lungo sulla spiaggia, ma per quanto cercasse di distrarsi, il suo pensiero era calamitato dal capitano degli Heart Pirates, dal suo sorriso, dal suo sguardo, dalla sua voce, dalle tante sensazioni contrastanti che le aveva provocato nell’arco di una sola giornata.

“ Che scema che sono! Dovrei odiarlo per come sta sfruttando la situazione a proprio vantaggio e invece non riesco a smettere di pensare a lui…” pensò in un misto fra rabbia e rassegnazione, prima di inciampare in qualcosa e sbattere la faccia sulla sabbia.

- Ma cosa diavolo? - imprecò rialzandosi, prima di notare una grossa fune, collegata ad una figura scura, oscillante sulla massa d’acqua, dai contorni a stento delineati dalla luce della luna.

In un primo momento pensò si trattasse di una normale imbarcazione, ma c’era qualcosa di strano, nonostante l’oscurità alberi e vele non erano certo cose così piccole da non essere visti, e quella particolare nave sembrava esserne sprovvista.

Incuriosita decise di avvicinarsi senza fare troppo rumore, per non destare l’equipaggio ed evitare guai, quando una voce conosciuta, purtroppo, la raggiunse da sopra l’imbarcazione.

- Noto con piacere che hai già preso la tua decisione. -

Iris cercò di individuarne la provenienza, chiedendosi intanto che cosa avesse fatto di tanto male al destino, per portarlo ad accanirsi così contro di lei; con tutta quella dannata isola a disposizione proprio sull’ultima persona che avrebbe voluto rivedere doveva andare a imbattersi.

- Non mi aspettavo che fossi così veloce. -

Poi vide un’ombra compiere un salto impressionante ed atterrare sulla spiaggia alle sue spalle.

- Ma a quanto pare proprio non riesci a starmi lontana. - e pronunciò queste ultime parole con un tono ancora più basso rispetto al normale; la castana sperò che il buio nascondesse il colore del volto, che sicuramente doveva essere diventato vermiglio, per poi girarsi ed affrontare Trafalgar Law.

- Non farti troppe illusioni, stavo camminando e per caso mi sono imbattuta nella tua… nave. - rispose dubbiosa, tornando ad osservare la massa galleggiante.

- E’ un sottomarino. – la corresse Trafalgar.

- Un sottomarino? - guardò l’altro con occhi sgranati. - E cosa ci fa un pirata con un sottomarino? – domandò cercando con scarsi risultati di non mettersi a ridere. La Thousand Sunny corrispondeva perfettamente al suo ideale romantico di nave dei pirati, non riusciva a non trovare strano e buffo il pensiero di un sottomarino pirata.

- Io fossi in te non mi prenderei troppe libertà, non c’è nessuno qui pronto a salvarti. - replicò il moro con il solito ghigno poco promettente.

- Ma se non ti sei portato dietro neanche la spada… Mentre io ho ancora questa. - e con ciò estrasse la pistola con la quale aveva cercato di sparargli quella stessa sera, rispondendo al ghigno con un sorriso altrettanto falso, non fosse altro per il fatto che, nonostante quel ragazzo possedesse la straordinaria abilità di farle perdere la calma in meno di un minuto, difficilmente avrebbe trovato la forza di sparare di nuovo. Forse.

- Ah, mi ero dimenticato delle tue grandi capacità di pistolera… Tuttavia ti consiglio di riflettere un po’ prima di sfidarmi, potresti farti male. - aggiunse divertito.

- Davvero, e come? – chiese Iris provocandolo, prima di trovarsi scaraventata a terra con la canna della pistola poggiata fra gli occhi, ed il moro per i suoi gusti troppo compiaciuto a poca distanza dal suo volto.

“ Ma quanto diavolo è veloce?” pensò, umiliata e infastidita sia per la facilità con la quale si era fatta battere, sia per l’improvviso calore che aveva percepito non appena si era resa conto della vicinanza tra loro, calore che sicuramente si era riverberato sull’incarnato del suo viso.

- Non puntarmi quella cosa contro! E levati! - sbottò inacidita, andando ad aumentare il ghigno dell’altro.

- Hai dimenticato le buone maniere? Come si dice? – la canzonò Trafalgar, afferrandole un braccio e poggiandole un ginocchio sul ventre, per impedirle qualsiasi movimento, mentre caricava l’arma.

Iris lo guardò infuriata negli occhi, e fu quando in questi vi lesse una sfumatura di sadico divertimento, che si ricordò che l’uomo che la stava minacciando veniva soprannominato Chirurgo della morte, ed era famoso per la facilità (nonché crudeltà) con la quale uccideva; al che, decise per una volta di calpestare il proprio orgoglio e seguire quanto le veniva detto.

- Per piacere Trafalgar, potresti togliermi quella pistola da davanti il viso e lasciarmi alzare? – sospirò, con una punta d’acido nella voce.

Fortunatamente però il pirata si ritenne soddisfatto, perché si rialzò, permettendole di rimettersi in piedi a sua volta.

- Comunque chiamami capitano. - le disse serio.

- Cosa? – domandò Iris confusa.

- D’ora in poi chiamami capitano. Nessuno nella mia ciurma può chiamarmi diversamente. -

- E questo dovrebbe interessarmi? -

- Non eri venuta a dirmi che accetti la mia condizione? -

- Ahahahah! – rise la ragazza sarcasticamente – non accetterei la tua proposta neanche se tu fossi l’ultimo rimasto sulla Terra a saperne qualcosa di questo tatuaggio! - disse, girandosi per tornare alla Sunny.

- Ah, che maleducata. – eclamò dopo qualche passo – Buonanotte Trafalgar. –

 

La mattina dopo decisero di continuare l’esplorazione dell’isola, raccogliendo i dati che servivano alla navigatrice per completare la cartina che stava tracciando; considerando l’incidente del giorno precedente scelsero di cambiare le formazioni, dividendosi in tre gruppi, per poi partire ognuno verso una direzione diversa. Dopo qualche ora di camminata Iris si voltò stanca verso i propri compagni, Nami e Usopp, quest’ultimo impegnato ad implorare la rossa di concedere loro qualche minuto di pausa.

Insieme riuscirono a convincere la ragazza e di diressero verso un’ampia caverna, per sottrarsi alla calura del sole estivo; mangiarono l’ottimo pranzo al sacco preparato da Sanji, ridendo e scherzando per le storie inventate dal cecchino, fino a quando non decisero di tornare a lavorare; Iris vide gli altri due ragazzi alzarsi ed avviarsi verso l’esterno proprio nel momento in cui avvertì un cupo rombo provenire dall’alto. Fece per avvertire gli altri due, ma prima che potesse emettere alcun suono una frana li travolse, bloccando l’uscita.

- Nami! Usopp! – gridò spaventata Iris.

Corse verso il muro di massi, spaventata, non sapendo cosa fare; cominciò a scavare con le mani, cercando di portare fuori il cecchino e la navigatrice, disperata. Riuscì a fatica ad estrarre Nami, gravemente ferita, ma il corpo di Usopp restava bloccato ancora per metà sotto un grosso masso.

In preda al panico iniziò a gridare, sperando che qualcuno la sentisse, fino a quando non percepì una voce risponderle al di là della frana. Sollevata cominciò a invocare aiuto, e fu quando dall’altra parte la raggiunse una risata che si rese conto a chi appartenesse la voce che aveva sentito, maledicendo il fato che continuava a metterle quel pazzo psicopatico tra i piedi.

- Trafalgar, smettila di ridere e aiutami, Nami e Usopp hanno bisogno di cure immediate! - gridò per farsi sentire attraverso la parete.

- E questo dovrebbe interessarmi? – le fece il verso il moro.

- Non è il momento per essere infantili, potrebbero morire! – urlò istericamente.

- Sai cosa voglio da te. Entra nella mia ciurma e io ti aiuterò. -

Iris provò un moto di puro odio per quel ragazzo che stava tranquillamente giocando con la vita di due persone pur di ottenere quello che voleva, arrivando a pensare che il crollo l’avesse provocato lui; posò lo sguardo su Nami, che stava perdendo molto sangue dalle ferite, sul corpo privo di sensi di Usopp, ancora compresso dalla frana, e prese la sua decisione.

- Va bene, entrerò nella tua ciurma, ma adesso aiutami a tirarli fuori di qui! –

- Promettilo. – pretese Trafalgar.

- Te lo prometto, quello che vuoi, ora fai qualcosa! – sbottò arrabbiata.

- Room. – sentì l’altro comandare, e in pochi secondi i massi vennero fatti a pezzi, lasciando intravedere la figura più che soddisfatta di Trafalgar Law.

- Ora puoi chiamarmi capitano, miss pistolera. –

 

 

Finalmente è finita! Scusate il ritardo, ma tra impegni, mal di testa, cali d’ispirazione, mi ci è voluto un bel po’ a scrivere questo capitolo, che spero comunque non sia tremendo!

Dato che purtroppo sono di fretta, passo velocemente a rispondere alle recensioni:

angela90: è carinissimo!! Forza Bepo!! Più leggo il manga e più m’innamoro di lui (e del suo capitano, ovviamente)… eh, da uno come Trafalgar non ci si possono aspettare certo favori per niente! Grazie per la recensione, a presto!

La Mangaka:grazie per i complimenti sul capitolo! Devo ammettere che sì, speravo sull’effetto sorpresa! Mi fa piacere che Law incominci a piacerti, personalmente è un personaggio che trovo molto affascinante… Spero che l’ultimo capitolo ti piaccia, grazie per la recensione!

spidi988:chiedo venia per il ritardo! Ma questa settimana è stata un po’ un inferno… Comunque grazie!! E’ davvero un piacere scoprire che il capitolo ti sia piaciuto così tanto! Spero davvero di non aver deluso le tue aspettative con questo… Grazie per la recensione, a presto!

 

Un ringraziamento inoltre a Erichan per aver aggiunto la storia fra le seguite, ed uno a tutti i lettori che passano e buttano un’occhiata!:)

Commentate numerosi, a presto!

  
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