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Autore: Rota    25/04/2010    4 recensioni
-Per cosa combatti?-
Era mentre ancora urla disumane squarciavano l’aria, mentre ancora si sentivano i tonfi di corpi che cadevano l’uno dopo l’altro, mentre l’odore del sangue impregnava le narici rendendole sature – e il rumore di mille tempeste rendeva tumultuoso il cielo – che Shino si era rivolto a lui, completamente sporco di sudore e di fango.

[Per il 25 Aprile (L)(L)(L)]
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kiba Inuzuka, Shino Aburame
Note: What if?, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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per cosa Niente shonen ai, questa volta.
Solo Kiba e Shino, due ninja, due compagni. Due guerrieri.
Ipoteticamente, siamo in una guerra. Perché i ninja sono arme viventi che COMBATTONO e vivono per farlo, tutto qui <3
Per il 25 Aprile, signori. Per la Resistenza che ha fatto grande l’Italia <3







Per cosa?




-Per cosa combatti?-
-Come?
-Kiba, dimmi… per cosa combatti?-


Era mentre ancora urla disumane squarciavano l’aria, mentre ancora si sentivano i tonfi di corpi che cadevano l’uno dopo l’altro, mentre l’odore del sangue impregnava le narici rendendole sature – e il rumore di mille tempeste rendeva tumultuoso il cielo – che Shino si era rivolto a lui, completamente sporco di sudore e di fango.
Hinata era morta due giorni prima, aperta in due dal tuono nemico, la maestra Kurenai ormai dispersa tra i mille cadaveri che coprivano il campo di battaglia e Akamaru non aveva più due zampe. Soli, assieme ad altre squadre, i due giovani ninja erano ora seduti in fondo alla trincea, per riprendere fiato.
Non aveva mai pensato in quel tempo, l’Inuzuka. A parte il poco tempo a disposizione, aveva preferito evitare di porsi problemi. Troppo pesante, l’anima avrebbe rifiutato di muoversi ancora da terra, impedendo ogni singolo movimento. E dopo tutto quello non aveva il coraggio di essere vile.
Guardò quindi Shino, nascosto come sempre dietro i suoi occhiali scuri.
Cercò di ridere, per sdrammatizzare: era evidente che l’Aburame fosse completamente andato, poveraccio lui.
-Perché me lo hanno ordinato, Shino! Esattamente per lo stesso motivo per cui combattiamo tutti, qua!-
Un rombo e uno scoppio violento – urla si spensero nella terra che cominciò a piovere da ogni dove – fecero intendere che una bomba nemica era scoppiata vicino. Troppo vicino.
Kiba si alzò sulle punte dei piedi per guardare il campo di battaglia alle sue spalle; indugiò solo un attimo, perché il cuore avesse prova dell’effettivo timore.
Tornando dov’era il compagno, non riuscì a resistere all’impulso di ridere.
Dio, sarebbero morti. In quel luogo, rotolando nel fango, mischiando il loro sangue a quello di mille altre persone – concime per i vermi sarebbero diventati, non altro che quello.
Shino, trattenendo a stento il respiro accelerato, continuò a fissare il vuoto davanti a sé, e ripeté.
-Per cosa combatti, Kiba?-
Kiba scosse semplicemente la testa, senza neanche provare a pensare veramente a una risposta plausibile.
Non voleva, non voleva, non voleva.
Era stato preparato a questo per tutta la vita – un ninja è un’arma vivente, questo era il punto – ma nessuno gli aveva mai detto che prima di tutto aveva dovuto fare i conti con la propria coscienza.
Un ordine perentorio colpì l’udito. Kakashi forse, Yamato o addirittura Gai – difficile saperlo in mezzo a tutto quello – sfrecciò in avanti come una furia, attaccando il nemico per l’ultima volta.
Shino ebbe un conato di vomito, piegatosi in avanti rimise quanto lo stomaco aveva trangugiato due ore scarse prima. Poi si rialzò, con la pelle del viso pallida e gli occhiali inclinati di lato.
Ancora, tra le labbra quella sola domanda.
-Dimmi Kiba… Per cosa combatti?-
L’amico voltò il viso per guardarlo, completamente preso dallo sconforto.
Urlò, cercando di sovrastare ogni altro rumore.
-Per cosa credi che combatta? Per un’idea? Per una persona? Per disperazione? Perché ci sono costretto? Dimmelo tu per cosa combatto, Shino! Non saprei davvero risponderti!-
Cadde un arto mozzato poco distante dai due, tra le dita ancora un kunai rosso di sangue.
Tremarono le membra, gli occhi si spalancarono.
L’Aburame si alzò alla fine, tirando in piedi anche l’altro.
Non riuscì però a guardarlo negli occhi mentre pronunciava – serio – le proprie ultime parole.
-Una buona ragione mette a tacere tutto il resto, Kiba… Macchiati di sangue le mani di mille uomini, nessuno ti dirà nulla. Ma senza un valido motivo, non vale neanche la pena di respirare…-
Con un balzo superarono la trincea fatta di fango e terra, arrivando là dove dovevano andare.
E avanzarono.


-Per cosa combatti, Kiba?-
-Per la mia patria, Shino… Per la mia patria!-
   
 
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