Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di
Stephenie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Eccomi con un nuovo capitolo. So consapevole di essere in un
ritardo assurdo, ma gli impegni sono tanti e il tempo è sempre troppo poco. Avrei
dovuto postare a inizio settimana, ma domani parto e tornò lunedì prossimo,
quindi se non avrei postato oggi l’avrei dovuto fare fra una settimana e non
volevo farvi aspettare più del dovuto considerato che il capitolo era già
finito. Eccovi un capitolo a Pov Bella. Un bacio e
buona lettura.
Capitolo
26
I Cullen
POV BELLA
Finalmente Renesmee aveva deciso di farmi
conoscere i suoi nuovi amici, quegli amici con i quali da quando eravamo
arrivati a Volterra aveva passato tutte le sue giornate. Non riuscivo a
spiegarmi il motivo per cui ci avesse messo così tanto, ma lei si era
giustificata dicendo che prima di farmeli conoscere voleva essere sicura che
fossero davvero dei veri amici. Sentirla parlare di loro mi riempiva il cuore
perché ne parlava come di divinità scese in terra. Si vedeva da chilometri di
distanza che gli voleva un gran bene e io non potevo che esserne contenta
perché la felicità di mia figlia equivaleva alla mia felicità. Andai a farmi
una doccia veloce e quando uscì mi asciugai i capelli lasciandoli mossi,
dopodichè andai nella mia stanza per vestirmi. Sul letto trovai una maglietta
blu con un bigliettino sopra. Lo aprì e lo lessi.
Mettiti
questa. Il blu ti sta d’incanto e risalta la tua bellezza.
Non c’era scritto il nome, ma immaginai fosse
stata Nessie. Anch’io credevo che il blu mi donasse parecchio e la cosa strana
era che mi ricordavo che anche qualcun altro me lo aveva fatto notare.
Ovviamente, però, non ricordavo chi. Cercai di non pensarci e mi vestì.
Indossai la maglietta che aveva trovato sul letto. Era blu con una manica
normale e una a pipistrello. Vi misi una cintura bianca sopra e poi indossai un
paio di jeans bianchi leggiarmente strappati e le mie adorate converse dello
stesso colore dei pantaloni. Mi misi una collana tanto per non far lamentare
mia figlia che mi accusava di essere completamente fuori dal mondo visto che
non curavo mai il mio aspetto e poi sistemai nel mio braccio sinistro il mio
adorato braccialetto con il ciondolo a forma di cuore. Non me ne separavo mai,
lo tenevo anche per andare a caccia. L’unico momento in cui lo toglievo era
quando facevo la doccia, solo per paura che l’acqua e il sapone avrebbero
potuto rovinarlo (à il
link dei vestiti di Bella: http://yfrog.com/0mvestitiescarpebellap
).
Quando fui pronta andai nel salotto a vedere
cosa faceva Renesmee.
- Tesoro io sono pronta – gli dissi mentre la
vidi intenta a guardare la televisione.
Da quando ieri era tornata dai Cullen mi era
sembrata decisamente più contenta. Rideva sola e non faceva che saltellare per
casa. La compagnia con quelle persone gli faceva davvero bene. Non l’avevo mai
vista così euforica e ne ero felice perché sapevo che un po’ di tranquillità e
di felicità se la meritava, considerato che anche se non lo dava a vedere anche
lei soffriva per quella situazione.
- Allora cosa aspettiamo? Andiamo – mi disse
spegnendo la televisione e dirigendosi verso l’uscita della casa.
Io presi la borsa bianca, gli occhiali da sole e
le chiavi della macchina e uscì anche io di casa. Salimmo in macchina e
Renesmee dopo avermi indicato la strada accese la radio.
- Questa maglietta ti sta una favola – mi disse
lei sorridendomi.
- Merito tuo – gli risposi.
- Merito mio? – mi chiese stupita.
- Certo. Non fare la finta tonta, lo so che sei
stata tu a farmela trovare sopra il letto, anche se non capisco perché mi hai
lasciato un bigliettino senza firma – gli dissi sorridendogli.
La osservai attentamente e vidi che fece
un’espressione strana come se avessi detto chissà quale blasfemia, ma fu solo
un attimo, perché poi mi regalò uno dei suoi sorrisi sghembi.
- Si hai ragione. La maglietta, il biglietto.
Sono stata io, giusto – mi disse poi senza però collegare le frasi appena
pronunciate.
- Tesoro ti senti bene? – gli chiesi
leggiarmente preoccupata di quello strano comportamento.
- Si benissimo. E’ solo che sono così sbadata
che non mi sono ricordata di firmare il biglietto – mi disse mentre sottovoce
disse qualcosa che mi sembrò essere “dannata Alice, nemmeno mi ha avvisata”.
Feci finta di niente, magari era stata solo una
mia impressione anche se con il mio udito era
difficile che mi sbagliassi.
- Mamma mi hai tolto lo scudo? – mi domandò per
informarsi se la stavo proteggendo o meno con il mio
potere.
- Si certo. Mi hai detto di farlo e l’ho fatto –
gli dissi.
- Benissimo. Tanto non c’è più nulla di cui
preoccuparsi. I Cullen mi hanno raccontato di cosa sono e anch’io gliel’ho
detto, quindi non serve più a nulla tutto questo mistero – mi rispose lei.
- Ieri sera eri così euforica che non mi hai
ancora spiegato come hai giustificato la tua natura – gli dissi.
- Gli ho detto la verità, che sono nata
dall’unione di un vampiro e di un’umana, che quell’umana eri tu e che, però,
dopo la mia nascita ti hanno dovuta trasformare perché rischiavi di morire – mi
spiegò.
- E loro c’hanno creduto? – gli domandai sapendo
che la storia della nascita di Renesmee era difficile da credere.
- Si, certo. Grazie al
mio potere gli ho fatto vedere anche dei momenti della mia crescita, così si
sono resi conto che gli ho detto la verità. Comunque sono delle persone
fantastiche, sono sicuro che li adorerai – mi disse lei tutta contenta.
- Se ti hanno fatto innamorare così tanto di
loro lo credo anch’io – gli dissi sinceramente convinta
che anche a me quelle persone mi sarebbero piaciute.
- Hai intenzione di mantenere alto il tuo scudo?
– mi domandò lei.
- Tu che dici? Mi hai detto che tra loro c’è una
che prevede il futuro, uno che controlla le emozioni e addirittura un altro che
legge nel pensiero. Non avrei nessun tipo di privacy con loro – mi giustificai
io.
- Mamma mia quanto la fai lunga con questa
privacy – mi disse lei.
- Lo sai che ci tengo. Tu mi hai chiesto di
toglierlo da te e l’ho fatto. Sei libera di farti
leggere nel pensiero o di essere controllata da qualcuno riguardo le tue
emozioni, ma a me non mi va e poi nemmeno li conosco. Tu già sei loro amica e
fai anche bene a farlo, ma io prima di fidarmi e lasciargli il libero accesso
alla mia mente voglio prima capire che persone sono – gli dissi.
- Quindi significa che non terrai quello scudo
alto per sempre, giusto? – mi chiese.
- Mi spieghi perché vuoi sapere queste cose? Sei
stata tu la prima ad appoggiarmi su questa cosa, dicendomi che facevo bene e
che dovevo farlo anche con te e ora mi dici che di punto in bianco devo far
sparire il mio potere. Tu sei tutta matta – gli dissi scuotendo la testa e
sorridendo.
- Finalmente l’hai capito – mi disse lei
scherzando.
- Veramente l’ho sempre saputo – gli dissi io
mentre Renesmee inseriva un cd nello stereo.
Restammo in silenzio per un po’, dolcemente
cullati solo dal suono della musica che riempiva l’abitacolo.
- Rallenta, siamo quasi arrivati – mi disse mia
figlia visto che io avevo già messo il piede un po’ troppo forte sull’acceleratore.
Doveva essere una caratteristica acquistata una
volta diventata vampira perché non credevo che da umana l’avessi potuta
possedere. Nonostante questo controllai la velocità e rallentai la corsa
iniziando ad intravedere una villa dalla bellezza stupefacente, una di quelle
ville che si guardano alla tv con la speranza di poterci abitare un giorno,
ovviamente speranze vane visto che a viverci sono sempre solo pochi eletti.
- Che meraviglia – dissi quasi fermandomi.
Volevo guardarla meglio, era un vero splendore.
- E’ bellissima – mi rispose mia figlia.
- Sarebbe un sogno vivere in una villa come
quella. Beato chi ci abita – dissi io mentre Renesmee aveva iniziato a ridere.
- Conviene che non la guardi più, rischi di
lasciarci gli occhi – mi disse lei sarcastica mentre ancora se la rideva.
- Poi mi spieghi perché ridi, comunque sempre
dritto o svolto a destra? – gli chiesi vedendo che dopo la villa si iniziava ad
intravedere una strada verso la destra.
- Entra qui, siamo già arrivati – mi disse sorridendomi.
- Siamo arrivati? Non mi dirai che questo
splendore è la casa dei tuoi amici? – gli dissi stupita.
- Se vuoi non te lo dico – mi rispose lei
continuando a ridere.
- Non ci posso credere – dissi stupita.
Entrai nel vialetto. Vialetto? Cioè volevo dire
nell’enorme viale che conduceva alla villa e quando arrivammo il mio stupore
crebbe ancora di più. Non avevo mai visto niente di così bello. La villa era
circondata da un immenso prato verde stile inglese, al centro del quale c’era un grande aiuola recintata con delle pietre, con rose rosse
e rosa che formavano un disegno. Sempre nel prato c’erano degli alberelli e dei
cespugli e, intorno a tutta la villa dei maestosi alberi. Dal prato si potevano
scorgere delle piccole scale in pietra che conducevano ad un ampio spiazzo, al
cui centro c’era una fontana. Dietro di essa c’erano delle scalinate che
conducevano al portone d’ingresso della villa. Essa era in stile coloniale e
bastava guardare le sue architetture per rendersi conto delle meraviglie che,
di sicuro, nascondeva all’interno. Dire che fosse meravigliosa era dire poco,
non riuscivo a trovare un aggettivo che potesse descriverla, e ciò che era
peggio e che stavo solo guardando il davanti, non riuscivo nemmeno ad
immaginare le bellezze del dietro e di quelle poste all’interno. Una cosa era
certa, non avevano badato a spese pur di concedersi uno sfizio senza lacune
come quello (à il
link di Villa Cullen: http://yfrog.com/20villacullendavantij http://yfrog.com/5bvillacullendietroj
).
Non appena giunsi alla fine del viale spensi la
macchina voltandomi verso Renesmee che mi guardava e si stava sbellicando dalle
risate. Dovevo avere una faccia scioccata per farla ridere in quel modo.
- Mamma un po’ di contegno,
non ti si può guardare. Hai una faccia da ebete in questo momento – mi disse
continuando a ridere.
- E allora non guardarmi – gli dissi io fintamente
offesa.
- Non ci riesco, è più forte di me – continuò
lei.
- Se tu mi avessi avvisata di quello che avrei
trovato, di sicuro la mia faccia sarebbe stata diversa – gli dissi.
- Ne sei sicura? – mi domandò lei.
- No, penso non sarebbe cambiato nulla – gli
dissi io, del resto non era possibile mentirgli.
Renesmee non mi aveva detto che i Cullen
avessero una villa di quella portata, mi aveva solo detto che la loro casa era
meravigliosa, ma dal dire questo all’immaginarmi tanto sfarzo ci passava un
oceano. Cercai di ricompormi e dopo aver spento lo stereo spensi pure la
macchina e scesi seguita a ruota da Renesmee. Ci incamminammo verso l’ingresso
e nemmeno il tempo di suonare alla porta che un vero e proprio folletto si era
scaraventato addosso a Renesmee. La salutò calorosamente e subito dopo si gettò
nelle mie braccia stringendomi con vigore. Non potei fare a meno di ricambiare
l’abbraccio, in fondo, quella ragazza mi stava già simpatica. Quando si staccò
mi fece un sorriso a trentadue denti.
- Ciao Bella, io sono Alice. So già che
diventeremo grandi amiche – mi disse prima ancora di farmi entrare dentro.
Non sapevo neppure cosa rispondere, del resto la
conoscevo da appena un minuto.
- Non potrei esserne più contenta – gli risposi
cercando di essere il più naturale possibile.
Ci fece accomodare dentro e finalmente la
osservai per bene. Era davvero bellissima, di una bellezza tipica dei vampira. Aveva dei capelli neri corvini, corti e
scompigliati, dei grandi occhi dorati e una pelle diafana dai tratti molti delicati.
Nemmeno il tempo di guardarmi intorno che un orso comparve davanti a me
presentandosi.
- Ciao Bella, io sono Emmett – mi disse
sorridendomi e porgendomi la mano.
- E’ un piacere conoscerti – gli dissi
ricambiando la stretta.
- Posso? – mi chiese allargando le mani per
farmi capire che voleva abbracciarmi.
- Certo, fai pure – gli dissi mentre lui non se
lo lasciò dire e si buttò addosso a me abbracciandomi.
Certo che in quella famiglia erano tutti molto
affettuosi. Di solito non mi piacevano tutte quelle smancerie, ma stranamente
stavolta mi facevano piacere. In fondo Renesmee aveva ragione, erano delle
persone a cui era facile affezionarsi.
Quando si staccò lo osservai. La sua stazza lo
faceva sembrare un orso. Era molto alto, muscoloso e nerboruto come un
sollevatore di pesi professionisti. I suoi capelli erano corti e neri, gli
occhi erano dorati ed era molto bello. Mi guardai attorno e vidi che nella
stanza era comparsi altre quattro persone, tutte e quattro dagli occhi dorati
come i miei. Uno era un bellissimo ragazzo alto e magro, ma comunque muscoloso
con i capelli biondo miele. L’altro uomo, sicuramente il capo famiglia, era
alto, aveva i capelli biondi, la pelle diafana e una bellezza celestiale. Mi
ricordava l’uomo che avevo visto all’ospedale, quello che mi aveva colpito
perché mi sembrava di averlo già visto, eppure anche se pure adesso mi dava
questa sensazione non riuscivo a spiegarmi chi potesse essere. Le due donne,
invece, a parte per il colore degli occhi e della pelle,
erano diverse tra di loro. Quella che era vicina all’uomo era una donna dai
tratti molto delicati. Aveva un viso a cuore e dei capelli soffici color caramello. Era minuta, esile e bellissima. Poco più
distante c’era l’altra ragazza statuaria, il genere di bellezza che infligge
duri colpi all’autostima delle altre donne. Aveva i capelli dorati lunghi fino
alla schiena. A uno ad uno si presentarono tutti.
- Ciao Bella, io sono Esme – mi disse lei con
fare materno.
- La mamma immagino – provai ad indovinare.
- Esattamente – mi rispose sorridendomi.
- Renesmee mi ha parlato benissimo di te. E’ un
vero piacere conoscerti – gli dissi mentre lei non curante delle mie parole mi
strinse in un abbraccio.
- Io, invece, sono Carlisle, il capo famiglia –
mi disse uno dei due uomini.
- Ci conosciamo già noi due, credo. O meglio io
conosco te – gli dissi mentre tutti restarono stupiti dalle mie parole.
- Cioè? – chiese Renesmee vedendo che era calato
un silenzio tombale.
- Circa un mese fa ho portato un ragazzo
all’ospedale che aveva avuto un incidente. Mi hanno detto che sei stato tu a
curarlo e prima di uscire ti ho visto di sfuggita in corridoio – gli spiegai.
- Quindi sei tu la persona a cui quel ragazzo
deve la vita – mi disse lui sorridendomi.
- Non esageriamo, l’ho solo accompagnato – gli
dissi.
- Nessuna esagerazione. Qualche minuto più tardi
e quel ragazzo sarebbe morto – mi disse.
- Contenta di essere stata d’aiuto allora – gli
dissi.
Anche lui come tutti, ormai, mi strinse in un abbraccio,
dopodichè l’altro ragazzo mi si avvicinò.
- Io sono Jasper – mi disse porgendomi la mano.
- L’empatico – gli dissi sorridendogli.
- Esattamente, ma con te sono un empatico
fallito – mi disse sorridendo anche lui consapevole del mio potere.
Non so per quale motivo, ma
quel ragazzo con quella semplice frase per mettermi a mio agio, mi stavo già
simpatico. Decisi così di fare qualcosa che non mi sarei aspettata di fare, non
adesso almeno. Abbassai il mio scudo permettendogli di leggere le mie emozioni.
- Adesso non ti puoi più lamentare – gli dissi
sorridendogli.
- Direi di no – mi disse mentre mi sentì colpita
da una nuvola di pace e mi sentì stranamente benissimo.
- E questo cos’era? –
gli domandai.
- Consideralo un regalo – mi disse lui.
- Mi ci potrei abituare – gli dissi ridendo.
- Sono sempre qui a disposizione – mi rispose.
- Ti prendo in parola – gli dissi dopo avergli
dato un pacca sulla spalla.
- Possiamo capire che succede? – mi chiese
Renesmee.
- Succede che il potere di Jasper è uno spasso –
gli dissi io ridendo realmente convinta di quello che
dicevo.
- Mi vorresti dire che hai abbassato lo scudo? –
mi chiese mia figlia totalmente stupita.
- Se vuoi non te lo dico – gli dissi mentre lei
in risposta mi fece una linguaccia.
Nel frattempo io alzai di nuovo lo scudo.
- Beh Bella, manco solo io. Piacere, io sono
Rosalie – mi disse l’unica ragazza nella stanza che non si era ancora
presentata.
- Il piacere è mio. Renesmee ti ammira un sacco,
sono proprio felice di fare la tua conoscenza – gli dissi sorridendogli, mentre
lei, invece, sembrava come colpita dai sensi di colpa.
Di sicuro era la mia impressione anche perché
noi due non ci conoscevamo quindi non poteva essere vero.
- Sbaglio o manca qualcuno all’appello? –
chiesi.
- Si certo. Manca Edward che è sotto la doccia.
Pensavamo sareste venute un po’ più tardi e Renesmee non ha avvisato, quindi
lui se l’è presa comoda. Adesso arriva, comunque. Nel frattempo andiamo a
metterci in salotto – mi rispose Alice.
Seguì gli altri per giungere nel salotto e nel
frattempo non potei fare a meno di notare le bellezze di quella casa. Era
meravigliosa. Varcando l’uscio si poteva scoprire un universo di lusso che
lasciava il segno. C’erano distese infinite di marmo e lampadari di Swarovski.
Sembrava come se stessi guardando le immagini di un’opera d’arte degna di
figurare nelle copertine delle migliori riviste d’arredamento. Era tutto
stupendo. Non appena si entrava si potevano vedere un ampio ingresso al cui
centro c’era un bellissimo pianoforte, ai lati c’erano le scale in marmo, con
le ringhiere in ferro battuto di colore nero con richiami dorati, che si
congiungevano al piano superiore. Oltrepassato il pianoforte, percorremmo un
corridoio con degli archi ai lati, che conducevano alle varie stanze, fino a che
non giungemmo nel salone. Era enorme. C’era un bellissimo caminetto in marmo.
Al centro della stanza vi era un grande tappeto, dove erano posti due divani color oro uno di fronte all’altro, separati da un
piccolo tavolino al centro. In un angolo della stanza c’era un altro
pianoforte, ancora più bello di quello precedente e accanto ad esso una vetrina
in legno scuro bellissima. Di fronte alla porta dove si entrava c’erano delle
grandi vetrate che mostravano il paesaggio dietro la villa. Si poteva scorgere una
grande piscina prima della quale c’era uno spiazzo, in marmo bianco, con un
piccolo tavolino, delle sedie ed un divano. Sembrava una sorta di salottino
ricreativo all’aperto. Ero sbalordita da tanta bellezza (à il
link del salotto dei Cullen: http://yfrog.com/3msalottoj
).
Dopo aver ammirato le bellezze del salone mi
sedetti sul divano. Stranamente mi sentivo a mio agio nonostante quelle fossero
delle persone che non conoscevo e adesso ero convinta che Renesmee avesse
ragione. Avrei fatto in fretta a fare amicizia con loro e ad affezionarmi. Ci
mettemmo a parlare del più e del meno, iniziando a conoscerci un po’ e tutti mi
sembravamo molto simpatici, perfino Rosalie che all’apparenza mi era sembrata
un po’ più scostante. La rivalutai e vidi in lei la bella persona di cui
Renesmee mi aveva parlato. Mentre chiacchieravamo, tra una risata e l'altra
sentì una strana sensazione percorrermi tutto il corpo, mi voltai e vidi quello
che doveva essere Edward. Un ragazzo magro, ma non per questo meno muscoloso,
con i capelli bronzei e scompigliati e due grandi occhi color ocra con riflessi
dorati. Era bellissimo, sembrava un dio greco, una scultura scolpita da uno dei
migliori scultori del mondo. C’erano pochi aggettivi per definire tanta
bellezza. I suoi lineamenti mi ricordavano Renesmee, ma in fondo, eravamo tutti
dei vampiri, quindi bene o male la nostra bellezza era simile. La cosa che,
però, mi lasciò basita era che quel ragazzo mi guardava in modo strano, mi
fissava come se avesse visto chissà quale meraviglia. Mi accorsi che la
sensazione strana che avevo provato poco prima, quella sorta di scarica
elettrica che mi aveva attraversato tutto il corpo era stata dovuta alla
presenza di quel ragazzo, considerato anche il fatto che questa strana
sensazione sembrava non volersene andare. Restammo a fissarci per non so quanto
tempo e nessuno osò dire nulla, fino a quando mi resi conto che non potevo
continuare a fissarlo in quel modo, anche se lui, comunque, non ne faceva a
meno.
- Ciao, tu devi essere Edward. Io sono Bella –
dissi alzandomi dal divano e allungandogli la mano per presentarmi.
A quel punto lui sembrò riprendersi.
- E’ un piacere conoscerti – si limitò a dire
mentre mi stringeva la mano.
Ed ecco che quella scarica elettrica si faceva
sentire più forte. Non riuscivo a capire cosa stava succedendo, ma forse era
solo la bellezza devastante di quel ragazzo a farmi questo strano effetto.
- Mamma adesso conosci tutta la famiglia al
completo. Non sono fantastici? – mi chiese Renesmee cercando di stemperare
quello che era il mio imbarazzo considerato che mia figlia mi conosceva meglio
di chiunque altro.
- Si tesoro, lo sono. Sono davvero felice di
avervi conosciuto, anche se, a dire il vero, fosse stato per me l’avrei fatto
prima – gli dissi.
- Anche noi, ti assicuro, ma Renesmee ha la
testa più dura di un mulo – mi disse Alice sorridendomi.
- Senti da quale pulpito viene la predica –
disse Edward alla sorella.
- Tu sta zitto. Che adesso capisco da chi ne ha
preso Renesmee – continuò Emmett prima di ricevere una gomitata da parte di
Rosalie.
- Che vuoi dire con questo? – gli domandai.
- Che anche tu sembri molto testarda. Tale madre
tale figlia – si giustificò Emmett.
- E cosa c’entra Edward? – gli chiesi visto che
tutto era partito dalla battuta di suo fratello.
- Che anche lui è testardo, ma non c’entrava
nulla. Era solo un modo per farlo arrabbiare – mi rispose lui per cercare di
riprendersi dalla gaffe appena fatta.
- Lascialo stare Bella. Emmett è uno zuccone.
Non dice mai nulla seriamente, ma soprattutto non pensa mai prima di aprire
quella boccaccia – mi spiegò Rosalie guardandolo storto mentre Edward sembrava
lanciare sguardi di fuoco al fratello.
- Mi dai proprio l’aria di un buffone, in senso
buono ovviamente – gli dissi sorridendogli.
- Io invece intendo in senso negativo – continuò
Edward.
- E dai Edward lascia
perdere, non te la prendere, stava solo scherzando – gli dissi io sorridendo
anche a lui.
Notai che lui mi guardò e ricambiò il sorriso
rilassandosi. Io e Renesmee passammo il resto della giornata in casa Cullen e
ci divertimmo un sacco. Mi sembrava di essere a casa e per la prima volta dopo
25 anni non avevo pensato al mio passato, ma soprattutto non avevo pensato a
ciò che mi mancava. Il dolore lo sentivo lo stesso, ma in quella casa sembrava
meno forte e forse il motivo era che mi trovavo in una famiglia talmente unita
e che si voleva talmente bene che non ti dava la
possibilità di pensare ad altro. Fu una giornata meravigliosa e sapere che c’è
ne sarebbero state altre come questa mi rendeva davvero felice. Avevamo fatto
di tutto, innanzitutto ci eravamo conosciuti un po’, poi Esme mi aveva
insegnato a fare i dolci al cioccolato che piacevano tanto a Renesmee, anche se
a me non erano venuti buoni come a lei, poi ero andata con Alice, Rosalie e
Renesmee a provare i vestiti di Alice e diciamo che ero stata costretta a fare
da cavia da laboratorio a quelle tre e stranamente la cosa non mi era
dispiaciuta. Avevo parlato un po’ con Carlisle di medicina visto che a Volterra
avevo letto un sacco di libri, avevo giocato alla play
station con Emmett e Jasper e per finire in bellezza avevo giocato a dama con
Edward. Durante quel gioco sono partite diverse scommesse cu chi avrebbe vinto,
visto che per la prima volta Edward si trovava di fronte qualcuno a cui non
poteva leggere nel pensiero e quindi non poteva conoscere le prossime mosse
dell’avversario. Puntarono tutti su di me, tranne Renesmee che si schierò dalla
parte di Edward e fece bene, perché a vincere alla fine fu proprio lui. Che
ridere quando la partita terminò e Edward iniziò a prendere in giro tutti
perché non si erano fidati delle sue buone capacità credendo che lui fosse
bravo in quel gioco solo perché era un leggi pensiero.
Mi trovavo molto bene con loro, soprattutto con Edward e Alice con i quali c’era una forte alchimia. A fine
serata io e Renesmee tornammo a casa, ma quella pestifera di Alice mi
fece promettere che il giorno seguente, dopo la scuola a cui loro e Renesmee
dovevano andare, saremmo andati tutti a fare shopping. Non so come riuscì a
convincermi, sarà che aveva un qualche potere su di me, ma sta di fatto che
gliel’avevo promesso e una promessa era pur sempre una promessa e poi a dire il
vero non mi dispiaceva per nulla passare un’altra giornata in loro compagnia,
anche se questo doveva dire negozi e shopping. Poi pensai a ciò che mi aveva
detto Renesmee una volta: “Alice è peggio
di me quando si tratta di shopping e neppure Rosalie non ne fa a meno”.
Questo significava che se davvero quelle due erano peggio di Renesmee io avrei
passato un giornata d’inferno, anche se comunque
sapevo che, in fondo, mi sarei divertita. A questo punto, una cosa era certa e
cioè che il giorno mi sarei dovuta trovare un angelo che mi aiutasse.
…Adry91…
Risposte
alle vostre recensioni:
- alicemalfoy: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Spero
che anche questo sia stato di tuo gradimento.
- bella cullen89: Beh vedrai che tutto
piano piano si scoprirà, intanto abbiamo avuto
l’incontro tra Bella e Edward e avrai notato come Bella non si sia ricordata di
nessuno di loro. Vediamo adesso che succede.
- Ed4e: Beh diciamo che la verità
adesso è uscita fuori, ma ricordiamoci che Bella è ancora all’oscuro di tutto.
Che succederà? Come vedi ti ho accontentata con un bel pov
di Bella.
- liana: Mi fa piacere che la storia ti piace.
- costi84: Sono contenta che ti piace il modo con il quale sto continuando la storia. Per
me è importante saperlo, mi spinge a fare sempre meglio.
- ClaudiaSv16: Ho deciso di fare così
proprio per questo, non sarebbe giusto da parte di Edward rivelare subito chi è
e “costringerla” a tornare insieme. Lei deve capire che lo ama davvero e non
continuare a credere che lo ama perché sente che qualcosa dentro di lei non va.
Non posso dirti se sarà facile o meno conquistarla, ma diciamo che da questo
capitolo, qualcosa si potrebbe capire.
- bellina97: Sono contenta che il
capitolo scorso ti sia piaciuta. Spero anche questo.
- loulou72: Felice che ti sia
piaciuto. Mi auguro che lo stesso valga anche per questo.
- vanderbit: Non posso dirti come la prenderà Bella una volta scoperta
la verità altrimenti ti rivelerei tutto, vedremo passo passo cosa succederà.
- Crazyangel84: Beh come vedi
l’incontro è avvenuto, adesso vediamo come si comporterà Edward.
- kand_angel: Se davvero avevi le lacrime agli occhi significa che sono
riuscita nel mio intento, cioè quello di emozionare e sono proprio contenta.
- baby2080: Mi fa piacere sapere che le mie storie ti
piacciono. Spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- marco: Diciamo che l’idea di
un uomo non mi è venuta in mente, forse, perché sono troppo legata all’idea Edward-Bella, però non era male come idea. Chissà, magari
qualche situazione che possa scatenare non poco la gelosia di Edward lo
inserirò. Alle tue risposte non posso rispondere, ma ti assicuro che si
capiranno presto un bel po’ di cose. In fondo Bella ha perso la memoria, ma non
è mica diventata stupida. Riesce a capire certi comportamenti.
- dany_96: Sono felice di sapere
che il capitolo ti è piaciuto. Un monito per scrivere sempre meglio, spero di
riuscirci.
- amanecer: Beh diciamo che la complicità di Bella e Renesmee è
parecchio forte e Edward se ne accorgerà presto, ma diciamo che anche la
complicità che nascerà tra Edward e Renesmee sarà molto forte e farà sorgere
più di un dubbio alla nostra Bella
- eliza1755: Il fatto che Edward non
voglia rivelare subito la verità a Bella non è stata una decisione facile da
prendere. Non sarà facile per lui vederla e non saltargli addosso e sa che è
sbagliato mentirle, ma non vuole che lei si senta obbligata ad amarlo solo
perché è legata a questo ricordo del passato. Lui vuole che lei lo ami per
quello che è, lo ami davvero e non solo per il passato che lei ha
irrimediabilmente dimenticato.
- Austen95: Beh non posso dirti se
la scintilla riscoccherà subito, ma ti invito ad essere paziente e a leggere.
Fra non molto tutto sarà chiarito.
- Rebusiii: In effetti è troppo sicuro di sé,
ma a volte la sicurezza in se stessi è l’unica arma a proprio favore.
- artline: Sono contenta che la storia ti piace.
Spero di non deluderti con i prossimi capitoli.
- Uchina_chan: Si, forse, c’era poco
mistero nello scorso capitolo, ma diciamo che la cosa essenziale per i Cullen
era sapere che Bella fosse viva, il resto è passato in secondo piano, non è
detto che, però, non si tornerà a parlare di quanto è successo a Bella e
Renesmee in tutti gli anni che Bella è stata lontana dai Cullen.
Un grazie di tutto
cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia
tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a coloro che mi
hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che anche questo capitolo sia di
vostro gradimento e recensite. Un bacio.
Ancora in corso:
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UNITI DAL DESTINO (à il
link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=465990&i=1
).
INTRODUZIONE: Edward ha lasciato Bella in New Moon e non è
non e mai più tornato. Gli anni passano e anche i decenni, ma due anime sono
ancora tremendamente legate tra di loro perché il tempo possa cancellare ciò
che l’amore ha creato. Cosa succederà se un giorno Bella dovesse rincontrare
quella che aveva considerato fin dall’inizio al sua
famiglia? E i Cullen e soprattutto Edward come reagiranno quando scopriranno
che Bella è ancora la diciottenne che avevano lasciato? P.S. Bella non è un
vampiro, ma non è comunque umana. Oltre i vecchi, ci saranno anche nuovi
personaggi.
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BISOGNA SBAGLIARE PER CONOSCERE LA VERITà (à il
link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=453783&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella vive a Phoenix
da quando è nata e la sua vita ruota intorno ai suoi sei migliori amici: Alice,
Rosalie, Emmett, Jasper, Jacob e Edward. Si conoscono fin da quando erano dei
bambini, ma crescendo le cose cambiano e lei si ritrova solo con Jacob e Edward
che sono iperprotettivi nei suoi confronti. Un giorno accade che Jacob si dichiara e in seguito le chiede di sposarlo. Lei accetta,
ma lo ama davvero? Si certo, ma il suo non è amore, non quello vero almeno. Ed
Edward? Cosa farà a questo punto? E se si accorgesse proprio ora che sta per
perdere la persona più importante della sua vita? E se lei lo considerasse solo
il suo migliore amico? E se invece non fosse così? La loro è solo amicizia? Si
certo, ma non del tutto. Cosa succederà, allora? Bella sposerà Jacob? Forse
solo da uno sbaglio si può scoprire la verità. Ma qual è questa verità?
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RICORDARE IL PASSATO (à il
link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=392921&i=1
).
INTRODUZIONE: Edward lascia Bella per
permettergli di vivere una vita normale, ma prima di farlo esaudisce il
desiderio dell’unica ragazza che abbia mai amato. Dopo la sua partenza le cose
cambiano e Bella non vivrà la vita che Edward ha sperato per lei. Si ritroverà
vampira, con un figlia da crescere e un passato da
ricordare. Riuscirà a ricordarsi del suo unico e vero amore? Ma soprattutto
riuscirà a rincontrarlo?
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!?...“Quando
l’amore ti cambia la vita”…!? (à il
link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=394174&i=1
).
INTRODUZIONE: Rosalie, Bella e
Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le
classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e
che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si
incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal
carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno
conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto
cambierà.
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L’AMORE è MAGIA (à il
link della storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=393144&i=1
).
INTRODUZIONE: Bella è una semplice
ragazza che vive a Phoenix. Ha un fratello e due sorelle gemelle. La sua vita
ruota intorno ai Cullen, i suoi migliori amici, la sua seconda famiglia. E poi
c’è Tay, il suo fidanzato, ma lei ne è davvero innamorata? La sua vita è
perfetta come crede? Il ritorno in città di Edward, il suo amico
di sempre, gli incasinerà la vita e presto si renderà conto che quell’amico con
il quale non fa altro che litigare non è poi solo un amico. Le cose non saranno
semplici e in una notte tutto si complicherà.