Bimbe buon giorno! Scusate l'immenso ritardo, ma in questi giorni non sono riuscita nemmeno ad accendere il pc! Perciò chiedo venia se non rispondo alle recensioni, ma non volevo più farvi aspettare! Grazie per tutte le vostre bellissime parole! Non sapete quanto mi fate felice! X3 Bene che dire... il capitolo parla da solo... ù.ù Ho notato un certo interessamente per la nostra piccola Brandon e il bel Jasper! Chissà cosa combineranno da qui alla fine della storia, che per inciso è fra esattamente un capitolo+epilogo! Penso che aggiornerò al massimo ogni tre giorni perciò entro settimana prossima la storia sarà finita... e io piango! ù.ù Mi sono affezionata tantissimo a questi due e non riesco a lasciarli andare ç_ç
Vabbè bando alla ciance... lasciamo posto ai nostri due ritrovati piccioncini!
Capitolo 7
Si sta
innamorando… Edward si sta innamorando… di me!
Mi
sento come un’adolescente alla sua prima cotta, anche se
questa sicuramente non
lo è.
So
riconoscere l’amore, l’ho provato sulla mia pelle,
e quello che sta succedendo
tra di noi lo sta diventando velocemente.
Da
quella sera è passato un mese e mi sembra di vivere in un
mondo colorato di
rosa.
Siamo
usciti insieme.
Mi ha
portato a fare una passeggiata per il viale alberato vicino casa e ci
siamo
presi un gelato. Abbiamo visto un film e ci siamo divertiti a tirare i
pop corn
nelle parrucche delle signore sedute sotto di noi. Non facevo una cosa
del
genere da quando avevo sedici anni, ma con lui è tutto
così naturale.
Come
adesso, che tornati quindicenni, ci stiamo baciando sul divano coperti
da una
soffice coperta mentre la televisione ci fa da sottofondo.
Adoro i
suoi baci. Adoro le sue labbra. Adoro tutto di lui.
Sto
diventando “Edward-dipendente”, e la cosa mi piace.
<<
…piogge torrenziali colpiranno la città durante
la notte, si consiglia ai
cittadini di rimanere in casa e di chiudere bene porte e finestre.
>> La
sigla del telegiornale va diminuendo lasciando il posto ad una
simpatica
pubblicità.
<<
Che peccato dobbiamo chiuderci in casa. >> Ridendo sulla
mia pelle Edward
continua a torturarmi di baci.
<<
Non potrò stendere il bucato! È una settimana che
continua a piovere. >>
Sbuffo sprofondando fra le sue braccia.
<<
Potresti sempre stare nuda, nessuno te lo vieta. >> Le
mie guance non ci
impiegano molto a diventare rosse mentre mi sento la faccia andare a
fuoco.
Non
siamo ancora stati insieme in quel
senso,
ma le frecciatine ultimamente si sprecano.
<<
Ma ci conosciamo noi che si prende tutte queste confidenze? Abbiamo mai
mangiato insieme, mi scusi? >> Fintamente indignata, ma
realmente
imbarazzata, metto il broncio spingendolo lontano da me.
<<
Oh chiedo venia signorina. Lasci che mi presenti: Elric Gustav
proctologo, al
suo servizio! >> Mi allunga la mano serio.
<<
Quale onore signor Gustav! Sono la contessa Anastasia Beaverhausen.
Prego si
prostri pure. >> Con un accento che non mi appartiene e
le r alla francese faccio
svolazzare una
mano alzando il naso all’insù.
<<
Ma stai zitta! >> Mi si butta addosso facendomi il
solletico ed io non
posso fare a meno di ridere come una bambina.
È
tutto
così semplice e naturale con lui.
È…
Bello.
<<
Oh ma piantatela voi dueeeeee! >> La voce lamentosa di
Alice ci fa
fermare, le mani di Edward sono ancora sotto la mia maglietta mentre le
mie
sono immerse nei suoi capelli.
La
piccola Brandon barcolla fino al divano, dove adesso siamo stesi,
buttandosi a
sedere sulle gambe di Edward che con un sonoro
“ahi” cerca di mettersi più
comodo.
Gli
occhi di Alice sono rossi e gonfi e le sue lacrime sono state asciugate
dai
kleenex che si porta in giro da ormai tre giorni.
Tira su
col naso e si stropiccia gli occhi cercando di non rimettersi a
piangere.
Qualche
giorno fa si è presentata alla porta di casa con tre valigie
piene di vestiti
chiedendoci asilo. Da allora va avanti in modalità
“zombie” in crisi
esistenziale.
<<
Alice sono giorni che vai avanti così… devi
tirarti su! >> Mi allungo
verso di lei, sdraiandomi praticamente sulle gambe di Edward, cercando
di
accarezzarle una coscia per rassicurarla un po’.
<<
Come faccio a tirarmi su… mi ha lasciatoooooooooooo!
>> Un lamento degno
di un cucciolo abbandonato ci fa sospirare.
Scendo
dal divano accosciandomi davanti alla piccola piagnucolona.
<<
Tesoro, non ti ha lasciato. Non stavate nemmeno insieme come ha fatto a
lasciarti? >> I suoi grandi occhi lucidi di pianto mi
trapassano
incolleriti.
<<
Come puoi dire una cosa del genere? Siamo usciti per tre settimane! TRE
SETTIMANE! Siamo andati a cena, al cinema, in albergo, nella sua
macchina, a
casa sua, a casa vostra… >> Queste sono tutte
cose che avrei preferito
non sapere.
<<
In che senso a casa nostra? Alice, per l’amor del cielo,
già non ci tengo a
sapere cosa tu, mia piccola cugina ventenne, abbia combinato col mio
trentenne
amico, ma sapere che l’avete fatto anche in casa nostra mi
sta facendo venire
la pelle d’oca! >>
Per la
seconda volta in meno di cinque minuti ha detto “casa
nostra” e non “casa mia”.
Persa
nei miei pensieri mi accorgo a malapena che Alice, con sotto braccio la
sua
fedele scatola di kleenex, ci lascia tornando a chiudersi nella camera
degli
ospiti che ormai ha decretato come sua.
<<
Devo ancora capire perché si è chiusa in casa
nostra e non a casa sua. >>
Edward si porta un ginocchio al petto accoccolandosi in un angolo del
divano.
La
coperta è finita per terra e la raccolgo alzandomi e
tornando a sedere accanto
a lui.
Me la
prende dalle mani ricoprendoci e, come lui, raccolgo le gambe al petto
abbracciandole.
Con le
testa posata sulle ginocchia l’osservo.
È
stupendo come sempre.
Un
accenno di barba gli sporca le guance, i capelli sono scompigliati
più del
solito per colpa mia, le labbra imbronciate per il disappunto di avere
Alice
che gira per casa lamentandosi come un fantasma e gli occhi verdi che
ricambiano
il mio sguardo.
<<
A cosa stai pensando? >> Allunga un braccio circondandomi
le spalle e
tirandomi verso di lui.
Mi
lascio trascinare accoccolandomi sul suo petto. Sistema la coperta in
modo che
ci copra tutti e due.
<<
Vuoi una risposta che ti faccia piacere o che sia veritiera?
>> Accarezzo
l’orlo di ciniglia della coperta beandomi della sua
morbidezza.
<<
Devi essere sempre sincera con me piccola. >> Arrossisco.
Ogni volta che
mi chiama “piccola” mi fa sentire importante, ma
non so perché, infondo è uno
dei tanti nomignoli che ci si da quando si è una coppia.
E noi
lo siamo da un mese, e se non fosse stato per me lo saremmo da un
po’ di tempo
in più.
<<
Stavo pensando che forse stiamo correndo un po’ troppo, non
credi? >> La
mano che mi stava accarezzando i capelli si blocca
all’improvviso.
Prendendomi
per le spalle mi tira su e i nostri sguardi s’incrociano.
<<
Che vorresti dire? >> La sua voce è solo un
sussurro roco, come la prima
volta che ci siamo parlati.
<<
Non so… è solo una sensazione. Non sto dicendo
che tutto questo non vada bene,
anzi. Sono veramente felice di quello che c’è tra
di noi Edward, ma… non so…
prima quando hai detto “casa nostra” mi
è suonato così dannatamente bene.
>> Gli accarezzo una guancia pungendomi con la barba che
sta ricrescendo.
<<
Bella… se davvero stessimo correndo troppo adesso staremo
nella mia camera e
fare l’amore e subito dopo ti chiederei di sposarmi.
>> Mi guarda come se
fossi la cosa più preziosa di questo mondo.
Sono
senza parole, perché cosa potrei mai dire a questo punto.
Il mio
cuore mi sta gridando “Sì!”, ma la
ragione… la ragione è d’accordo.
Da
quando ci siamo trovati non ho passato un solo giorno a immaginare la
mia vita
al suo fianco insieme al figlio che tutti e due desideriamo.
<<
Se… >> Mi schiarisco la voce intrappolata in
gola. << Se fossi
sicuro che risponderei di sì… me lo chiederesti
davvero? >>
<<
Se anche mi rispondessi di no te lo chiederei altre dieci, cento, mille
volte
finché un Sì non uscirà dalle tue
belle labbra rosse. >> La vista mi si
appanna di lacrime. E piangendo mi butto fra le sue braccia
stringendolo a me.
<<
Sì… >>
<<
Sì? >>
<<
Sì! >>
Ridendo
e piangendo continuo a ripeterlo coprendo di baci il mio stupendo
fidanzato.
Cosa
importa se stiamo insieme da un mese o da un anno? Sento che il mio
posto è
accanto a lui, in questa casa, su questo divano, fra le sue braccia.
Il
passo nell’andare dal divano in camera sua è
più breve di quanto mai potessimo
immaginare.
I
vestiti volano sul pavimento mischiandosi fra loro. Le mani scoprono i
corpi
per la prima volta. Le labbra si baciano per l’ennesima volta
sorridenti ed
eccitate.
Nudi
sul letto ci accarezziamo, ci coccoliamo, ci amiamo.
<<
Bella… Bella ti amo… >> Un sussurro
roco e velato di eccitazione mi
sfiora il collo facendomi rabbrividire.
<<
Anch’io. Ti amo anch’io Edward. >>
Lacrime di gioia mi rigano le guance
mentre i baci di Edward le catturano.
Quello
che stava diventando amore lo era già diventato senza che me
ne accorgessi.
Mi
sfiora il corpo con le sue lunghe dita da pianista suonando una melodia
sulla
mia pelle accompagnata dai miei sospiri.
Le
nostre gambe sono intrecciate così come le mie mani fra i
suoi capelli che
spingono la sua testa verso la mia.
I baci
diventano pura passione e lussuria.
<<
E’ passato così tanto dall’ultima volta
che non sono sicura di ricordami come
si fa. >> Rido dei miei sciocchi pensieri.
<<
Lo riscopriremo insieme. >>
<<
Sì… insieme. >>
Le sue
labbra tornano a baciarmi mentre le mani scendono ad accarezzarmi le
cosce e la
pelle sensibile dell’inguine.
Quando mi
sfiora, per la prima volta, un brivido più forte mi fa
inarcare la schiena
facendomi gemere.
Le sue
dita mi accarezzano facendomi bagnare più di quanto
ricordassi possibile e
quando sono dentro di me, le muove sicure facendomi impazzire.
Sciolgo
la presa dai suoi capelli scendendo ad accarezzargli il collo e la
schiena che
graffio quando un altro dito mi entra dentro.
Torturandomi,
con le sue dita e la sua lingua che mi lambisce il seno, vengo cercando
di non
urlare e in cerca d’aria mi lascio andare sul letto ansante.
<<
Sei bellissima. >> Il calore di Edward mi abbandona
mentre mi scivola a
fianco per poi abbracciarmi e tirarmi addosso a lui.
Bacio
il suo sorriso strano che tanto ho imparato ad amare e, ancora scossa
dai
brividi, gli accarezzo il petto, scendendo sull’addome
piatto, fino a toccarlo.
Lo
stringo fra le dita facendogli trattenere il fiato.
Non
c’è
bisogno di parlare, viene tutto naturale.
Mi
metto a cavalcioni su di lui mentre si alza sui gomiti per tornare a
baciarmi.
Seduto
con la schiena appoggiata alla testiera del letto mi abbraccia per la
vita
stringendomi a lui.
Gli
bacio il petto mordendolo giocosamente ogni tanto.
Le sue
mani mi sfiorano i fianchi salendo ad accarezzarmi il ventre e la
schiena.
Ci
abbracciamo godendo del calore che i nostri corpi insieme hanno creato
sorridendo dei nostri occhi velati di passione e quando mi scivola
dentro un
gemito più forte si scontra con le sue labbra.
Un
leggero fastidio mi prende per il troppo tempo passato
dall’ultima volta e
lentamente mi abituo a sentirlo dentro di me mentre si muove piano.
Il
tempo è solo tempo e non so quanto ne sia passato da quando
seduti come eravamo
ci siamo sdraiati e le nostre mani si sono intrecciate mentre il mio
corpo
veniva scosso dal piacere così come il suo dopo.