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Autore: Miyan    22/08/2005    1 recensioni
Vita quotidiana... beh se siete curiosi leggete...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

Come tutte le sere entrò nella palestra allo stesso orario. Non c’era molta gente, ed era strano per essere giovedì. Di solito era la serata in cui c’erano più tante persone. Si guardò in giro mentre si avvicinava al tapis-roulante. Non c’erano. Forse sarebbero arrivati più tardi. Di solito, se non si ricordava male, arrivavano dieci minuti dopo di lui. Impostò la pendenza, la velocità e il tempo, il tappeto incominciò a scorrere lentamente per poi raggiungere la velocità che desiderava. Mentre correva si guardava allo specchio che tappezzava il muro. Osservò dietro di sé, di loro nemmeno l’ombra. Era più di dieci giorni che non li incontrava.

"Che abbiano cambiato orario?"

si domandò. Decise che avrebbe preso informazioni da Ethan.

"Ma alla fine che mi importa?"

ormai lui usciva con Amber, e ci stava bene. Ma quando era lì in palestra cercava lei.

La motocicletta correva al limite della sua velocità, rombando prepotentemente. Se la polizia lo avesse visto avrebbe preso una bella multa, ma in quel momento non gli importava niente, sentiva un forte bisogno di correre. Quando vide le luci del paese avvicinarsi rallentò. Raggiunse casa sua alla velocità consentita, anche se c’era poca gente in giro.

Mentre girava nella via vide Ethan che stava entrando in casa. Era a piedi. Si fermò accanto a lui.

"Ehy dove sei andato di bello?"

Ethan si girò verso di lui e riconoscendolo lo salutò.

"Sono andato da mia sorella…"

Kevin spense il motore e si tolse il casco.

"È da un po’ che non ti si vede in palestra!"

buttò la frase sperando di ricevere l’informazione che sperava.

"Siamo in tempo di esami a economia. Non come da voi ad architettura!"

Kevin prese una sigaretta e l’accese. Anche Ethan seguì l’esempio dell’amico.

"Devi studiare. Possibile che non trovi un’ora per venire ogni tanto!"

si sedette di traverso sulla motocicletta parcheggiata.

"Io ce la farei anche, dieci minuti e sono in città. Ma le ragazze ci mettono quasi un’ora a venire su…"

Kevin pensò alle tre sedute in una corriera mentre chiacchieravano.

"Allora, quanti esami ti mancano?"

domandò dopo aver tirato una boccata dalla sigaretta.

"Domani ho un orale nel pomeriggio ma non so a che ora finisco. Per di più io e le ragazze siamo in aule diverse. E mercoledì prossimo ho un altro orale ma è roba da poco, dobbiamo presentare un progetto che abbiamo fatto."

Ethan spiegò mentre si appoggiava al muretto che cingeva il giardino della sua villetta.

"Dai dopo ti riposi!"

"Solo tre giorni… lunedì riprendiamo!"

Kevin gettò il mozzicone a terra schiacciandolo con la scarpa.

"Beh ci vediamo domani con gli altri o esci con Liv?"

non voleva farsi gli affari suoi, era solo per organizzarsi anche lui.

"Vado da Liv. Ci vediamo sabato!"

Ethan aprì il cancellino ed entrò nel giardino della sua casa. Kevin aprì il suo cancello e portò dentro la moto.

"Ok allora ci vediamo!"

--------

Erano più di tre ore che aspettava di essere interrogata. Liv era stata una delle prime ed era andata benissimo. Se n’era andata almeno due ore e mezza prima. Susan era in un’altra stanza ma era venuta in quell’aula per registrare il voto e anche lei se n’era andata più di un’ora prima. Mancavano solo lei e Ethan, una in un’aula, l’altro in un’altra.

Guardò l’orologio, erano quasi le sei del pomeriggio, e nell’aula c’erano solo dieci persone. Tra poco sarebbe toccato a lei. Vide Ethan entrare, lo salutò con la mano. Raggiunse la professoressa che lesse il voto e lo confermò. Poi si spostò da un altro professore. Questo scrisse il voto sul registro e compilò inserendo i dati del ragazzo. Quando ebbe finito il giovane si avvicinò a lei.

"Quanto ti manca?"

le sussurrò per non disturbare.

"Non ne ho la più pallida idea."

Rispose la ragazza tesa.

"Se vuoi ti aspetto."

Propose Ethan. Molly sorrise ma rifiutò.

"Vai pure, tanto andiamo in due direzioni differenti dopo. Ci vediamo mercoledì, ok?"

"Va bene. Ciao, e fammi sapere come va a finire."

Il ragazzo si allontanò. Dieci minuti dopo la professoressa chiamò il suo nome. Molly fece un respiro profondo, prese la dispensa e raggiunse la donna.

L’interrogazione non era andata male, ma la professoressa era piuttosto stretta di manica, le aggiunse solo un voto a quello dello scritto. Ventitré. La ragazza lo accettò lo stesso e dopo aver registrato lasciò l’aula.

Uscì dall’edificio incamminandosi verso la sua fermata. Sentì una motocicletta accostarsi a lei.

"Ciao Molly…"

nel voltarsi lo riconobbe, aveva alzato la visiera del casco per parlarle.

"Ciao."

Non aveva voglia di discutere, era stanca e stressata.

"Come va?"

domandò quello.

"Insomma, non mi lamento."

Kevin sorrise.

"Hai dato un esame?"

"Sì… ventitré, ma poteva andare meglio."

"Stai andando alla fermata?"

domandò questo.

"Già, e devo anche sbrigarmi o perdo la corriera!"

la ragazza aumentò il passo.

"Se vuoi ti do un passaggio. Adesso non dovrebbe più farti paura la mia guida!"

il giovane sorrise. Alla ragazza invece venne in mente la scena di due settimane prima, il bacio sulla guancia.

"Ok, grazie."

Non credeva alle sue orecchie, la ragazza aveva accettato senza troppe pressioni. Le diede l’altro casco e l’aiutò a salire. Per la seconda volta sentì le braccia della ragazza cingergli la vita, ma questa volta lo strinse da subito… non voleva rischiare di cadere. Il ragazzo sorrise e partì. Che strada fare? Quella più corta voleva dire lasciarla prima e perdere il contatto con il suo corpo che gli riscaldava il cuore. Sicuramente lei conosceva la strada… non voleva che capisse il motivo per cui lui voleva allungare la strada quindi optò per quella più breve. Superava varie automobili passando molto vicino ad esse.

Molly sentì un brivido percorrerle la schiena quando si era vista a pochi millimetri dalla portiera di un’automobile. Il passaggio era stato propizio, grazie a lui non avrebbe perso la corsa.

Parcheggiarono a qualche metro dalla fermata. Non c’era nessuno e il cielo era già scuro. Molly scese dalla moto e si tolse il casco porgendolo al ragazzo. Anch’egli scese e si tolse il casco. Si mise di fronte a lei.

"Brava, anche stavolta non ti sei impaurita più di tanto…"

si abbassò e le diede un bacio a fior di labbra senza che lei se lo aspettasse.

"… questo è un premio. Alla prossima!"

il ragazzo si allontanò senza che la giovane gli avesse detto nulla, erano passati solo pochi secondi.

--------

Il sabato sera Ethan entrò nel bar dove si trovava di solito con i suoi amici. Li vide seduti al solito tavolo e si avvicinò a loro.

"Ehy Ethan, si può sapere dove eri sparito?"

domandò un ragazzo seduto dall’altra parte del tavolo dal punto in cui era arrivato lui.

"Io sparito? Ma dove?"

domandò ridendo il ragazzo.

"È tutta settimana che non ti si vede…"

"Lo sapete bene che ho un po’ di esami, però ho quasi finito!"

affermò il giovane mentre si sedeva su una seggiola.

"Devo presentare un progetto mercoledì, ma è già pronto e non ho neanche bisogno di studiare…"

un altro ragazzo lo guardò divertito

"Sì, lo sappiamo che sei un secchione!"

"No, è che devo dire solo due o tre cose, le altre le presentano le mie compagne di corso…"

In quel momento Kevin si avvicinò al tavolo con due birre in mano. Ne appoggiò una davanti all’amico.

"Ethan sempre con quelle tre vero?"

anche Kevin si sedette al tavolo.

"Non c’è neanche bisogno di chiederlo!"

Ethan bevve un sorso di birra.

Kevin lo osservava pensieroso. Se lo immaginava con Liv, ed era normale, era la sua ragazza, e con Susan e Molly. Quante volte lo aveva visto scherzare con esse in palestra. Di solito Molly e Ethan facevano riscaldamento insieme su due cyclette attigue e li vedeva prendersi in giro e ridere.

Forse ne era un po’ invidioso…

In quel momento entrò nel bar Amber con alcune sue amiche. Kevin nel vederla si alzò dal tavolo e si avvicinò a lei.

"Ciao… come mai?"

lo sguardo del ragazzo era interrogatorio. La ragazza gli sorrise dandogli un bacio sulle labbra in segno di saluto.

"Ero in giro con le altre e così sono passata a farti un salutino…"

intanto le amiche della giovane erano in disparte, si vedeva che non avevano tanto voglia di stare in quel posto dove non conoscevano nessuno tranne il ragazzo della loro amica.

"Sei stata carina…"

le mise le mani sui fianchi attirandola a sé per abbracciarla. Mentre si parlavano si guardavano negli occhi.

"… ma credo che le tue amiche si stiano scocciando."

Le fece l’occhiolino. Questa si strinse di più a lui.

"Ok… hai ragione. Adesso vado…"

si protese di nuovo verso di lui reclamando un bacio. Egli si abbassò per darglielo. Nello scostarsi lei gli sussurrò all’orecchio.

"Le accompagno a casa al massimo per le due e mezza… e se dopo passassi da te?"

il giovane sorrise.

"Ok, ma dobbiamo fare piano, mia sorella è a casa…"

la ragazza si staccò da lui.

"Ti faccio uno squillo quando sono davanti a casa tua… ciao"

si allontanò da lui con la gioia negli occhi.

"Amber… sei sempre molto passionale…"

la osservava allontanarsi, la minigonna rosa a pieghe era in contrasto con le calze nere e le scarpe dal tacco altissimo. Poi ebbe un flash… all’immagine della ragazza si era sovrapposta al figura della rossa che non voleva lasciare la sua mente. Chiuse gli occhi per poi riaprirli. Ritornò alla tavolata dei suoi amici riprendendo a chiacchierare.

--------

Il mercoledì mattina dovevano presentarsi in facoltà per le nove e mezza. Le tre ragazze, come al solito, arrivarono in anticipo e si sedettero su una panchina del giardino.

"Devo fare uno squillo a Ethan altrimenti chi lo sente!"

disse Liv mentre prendeva il cellulare per chiamare il ragazzo. Le tre lo prendevano sempre in giro dicendo che non era capace a stare da solo. Appena almeno una di loro arrivava doveva farglielo sapere. Non si sapeva bene il motivo, ma in fondo non c’era nulla di male.

Lo videro arrivare da un lato del giardino. Il solito zaino scuro a spalle e il giubbotto leggero. Ormai i giorni si stavano allungando, la primavera era appena arrivata ma il tempo aveva ancora temperature al di sotto della media stagionale. Il sole comunque rendeva la giornata più vitale, diversamente dal grigiore dell’inverno.

"Ciao a tutte!"

tutte e tre lo salutarono.

"In che aula siamo?"

domandò il giovane.

"In A1…"

rispose Liv.

"Ne sei sicura?"

chiese conferma.

"Sì, smettila di non credermi…"

era sempre la solita storia. La domanda del ragazzo era puramente retorica ma infastidiva la ragazza. Molly intervenne.

"Sì, siamo in A1. Non vedi che sono arrivati anche altri del nostro corso?"

da dove erano seduti potevano vedere l’aula poco lontana da loro e alcuni ragazzi che frequentavano lo stesso corso che aspettavano di entrare.

In quel momento arrivava anche Pam che si stava dirigendo verso di loro, la borsa in mano e un bellissimo paio di orecchini nuovi.

"Ciao…"

si sedette sulla panchina accanto a Molly.

"…avete già consegnato il modulo per il corso?"

domando la ragazza dall’abbigliamento sempre all’ultima moda. Era piuttosto piccolina e leggermente paffuta, ma aveva proprio un bel viso e un modo di fare estroverso. Fissò i suoi occhi castani in quelli di Susan che era voltata verso di lei.

"No, non ancora…"

rispose questa prendendo un modulo dalla borsa.

"Io vado su nella segreteria a portarlo, se volete porto anche i vostri."

Propose Molly. Ethan, Susan e Liv consegnarono i loro moduli all’amica che si voltò verso Pam domandando…

"Mi accompagni in segreteria?"

Pam rispose affermativamente, lasciarono gli altri e salirono le scale che erano situate poco lontano da loro sulla destra. Percorsero il corridoio chiacchierando, i tacchi delle scarpe di Pam ticchettavano sul pavimento.

"Queste scarpe… non capisco sono nuove e fanno lo stesso questo rumore!"

Molly osservò le scarpe dell’amica.

"Che belle che sono, tu abitando vicino puoi consentirti di metterle, noi invece con tutta la strada che dobbiamo fare a piedi siamo sempre in scarpe da ginnastica!"

Pam sorrise all’affermazione dell’amica. Intanto erano arrivate all’ufficio, entrarono e, siccome la porta era aperta, invece di bussare chiesero permesso. La segretaria prese i moduli e controllò che non fosse stata dimenticata nessuna delle firme nei vari fogli, poi quando ebbe finito salutò le ragazze. Esse uscirono salutando e si avviarono per tornare indietro. Mentre attraversarono di nuovo il corridoio incrociarono Luke, un ragazzo che avevano conosciuto l’anno precedente al corso di matematica. Si salutarono.

"C’è anche Susan?"

domandò questo che, diciamo, era più amico di Susan che loro.

"Sì è giù…"

rispose Molly. Scesero insieme le scale. Susan nel vederlo lo salutò.

"Sei venuto a registrare?"

domandò questa osservando il ragazzo.

"Già, voi invece dovete presentare il progetto?"

domandò questo. In realtà il ragazzo aveva passato l’esame nella sessione precedente ma non aveva potuto registrare, quindi era venuto quel giorno per completare la registrazione del voto.

In quel momento si accorsero che era arrivata la professoressa. Si alzarono e raggiunsero l’aula entrando. Quando furono tutti seduti, la donna spiegò come si sarebbe svolta la giornata.

"Ogni gruppo presenterà il progetto davanti a tutti gli altri, alla fine di tutti io mi consulterò con le mie assistenti e assegneremo i punteggi ad ogni progetto. Alla fine ci sarà la registrazione."

--------

Erano passata quasi un’ora e mezza e avevano ascoltato l’esposizione di almeno cinque progetti. Chiamava in ordine alfabetico e quindi avevano calcolato che dopo i loro amici Chris e John doveva esserci Susan, e quindi il suo gruppo. I due intanto stavano facendo un’esposizione piuttosto traballante… Molly rideva del tentativo di Chris di rispondere ad una domanda della professoressa che non aveva capito. Quando i due tornarono a sedersi nei banchi proprio davanti a loro si voltarono a chiederle com’era andata.

"Non male, dai, vi mancava una parte, ma l’argomento che avete scelto non era male e lo sfondo delle diapositive è fantastico!"

Molly rise, ciò che aveva detto era la verità. Poco dopo sentirono chiamare il cognome di Susan, Pam fece loro un in bocca al lupo, e fecero alzare due ragazzi che erano alla fine della fila. Intanto che la professoressa caricava il file dalla chiave al suo portatile, i quattro si erano seduti.

"Ma sei così agitata?"

domandò Liv osservandola.

"Sì.."

rispose Molly alzando la mano e facendole vedere che tremava.

"Ma sei pazza… parti già da un ventotto, sta tranquilla che al trenta ci arrivi!"

cercò di rassicurarla l’amica. La professoressa aveva a disposizione quattro punti da aggiungere, e loro pensavano che almeno due punti li avrebbero presi.

Si erano suddivisi le parti. Partì Susan con l’introduzione e le prime spiegazioni. Poi fu la volta di Liv che commentò alcuni grafici. Il terzo era Ethan che spiegò alcune elaborazioni che avevano effettuato. E alla fine toccò a Molly. Questa incominciò a esporre la sua parte, ma quando arrivò alle ultime diapositive che doveva spiegare di nuovo Liv questa le sussurrò di continuare lei. Molly non si era preparata su di esse, ma comunque si ricordava quello che avevano fatto, rispose a una domanda che le aveva fatto la professoressa che voleva una delucidazione e poco dopo concluse. Fece un respiro profondo. Quando tornarono al loro posto Pam si complimentò con loro.

"Per me è un bel progetto… l’argomento è originale e l’esposizione semplice e chiara. Per me è andata molto bene!"

Pam sorrise e Molly si appoggiò allo schienale stanca.

Dopo di loro toccava a due ragazze. Molti di coloro che avevano già esposto avevano lasciato l’aula. Molly ascoltò per qualche minuto, poi si ricordò che doveva telefonare a sua madre. Chiese al ragazzo che era in fondo alla fila se la lasciava passare. Nel passargli davanti lo ringraziò. Il ragazzo le rispose che ad ogni passaggio avrebbe dovuto pagare un dazio di 10 euro. Molly gli rispose sorridendo di ricordarglielo quando sarebbe tornata.

Raggiunse un punto del cortile dove non c’era nessuno. Chiamò la madre dicendole di non aspettarla per pranzo che ne aveva ancora per qualche ora.

"Allora hai già fatto l’esame?"

domandò la donna.

"Sì, abbiamo esposto il progetto, ma dobbiamo aspettare che tutti l’abbiano descritto prima che la professoressa possa dare i voti e registrare."

Rispose la ragazza cercando di spiegarsi al meglio. Salutò la madre e ritornò verso l’aula. Si fermò a fare due parole con Susan e Chris che stavano discutendo sui nuovi corsi che sarebbero partiti il lunedì successivo, poi rientrò.

Finirono di esporre tutti i progetti che era l’una passata. Le tre professoresse parlarono per una decina di minuti poi incominciarono le registrazioni. Subito la maggior parte degli studenti si accalcò alla cattedra cercando di essere tra i primi. Molly e i suoi amici invece restarono seduti decidendo di attendere che la coda si sfoltisse.

In conclusione furono gli ultimi quattro a registrare. Avevano assegnato loro tre punti. Questo significava trenta a lode per Molly. Fu l’ultima a terminare la registrazione. Liv e Susan erano uscite dall’aula mentre Ethan, che aveva registrato poco prima di lei, stava prendendo il suo zaino e l’aspettava sulla porta. Quando ebbe finito salutò le tre donne e lasciò la stanza.

Il cielo intanto aveva assunto una sfumatura biancastra. Una leggera pioggia scendeva incessantemente.

"Io vado da Liv, se volete vi do un passaggio."

Propose Ethan. Le due accettarono e quindi si diressero tutti e quattro al parcheggio.

 

Hallo!

Non ci credo sono stata super veloce!!!! Beh spero vi faccia piacere che io aggiorni così presto!!!

Per prima cosa ringrazio Memole88, Takami e Liry… sono troppo gentili… =*

Poi ringrazio chi ha letto senza commentare… spero vi sia piaciuto ugualmente…

Alla prossima

Ciao ciao

  
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