Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Usaji    10/11/2003    1 recensioni
Harry Potter dovrà combattere contro il rimorso e i sensi di colpa ma una persona entrerà nella sua vita cambiandola!
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chiarimenti a Diagon Alley

 

Durante la settimana, Harry cercò di usare le lezioni di Occlumanzia, dategli da Piton l’anno precedente, per chiudere la mente ai brutti sogni e sembrò riuscirci per metà. A volte sognava lui e Ron litigare per delle Cioccorane, altre volte sognava il suo padrino morto.

Gli veniva difficile dimenticare Sirius e ancora non si era convinto che lui fosse morto veramente. Credeva che prima o poi avrebbe ricevuto sue notizie o se lo sarebbe visto arrivare a Privet Drive per portarlo con sé.

Spesso però pensava al fatto che lui era morto davvero, come Silente e Lupin gli aveva ripetuto più volte, e che la colpa fosse solo sua.

L’ultima persona, oltre a Remus, legata ai suoi genitori.

Cercò di distogliere i cattivi pensieri e prese un pezzo di pergamena stropicciato dal suo baule.

Molto velocemente scribacchiò la risposta a Ron e legò la lettera alla zampetta di Leo, rimasto nella gabbia di Edwige fino a quel venerdì.

Prese il gufetto su due dita, gli diede una carezza e lo portò fino alla finestra aperta per poi lasciarlo volare fuori.

L’indomani sarebbe dovuto andare a Diagon Alley per comprare il necessario per Hogwarts e aveva scritto a Ron di farsi trovare con Hermione davanti al ”Paiolo Magico” di mattino.

Respirò profondamente e scese per dire agli zii che il giorno seguente sarebbe andato via.

Mentre si avvicinava alla cucina sentiva il rumore di stoviglie e cassetti che si aprivano e chiudevano. Zia Petunia stava di sicuro preparando la cena.

“La cena non è ancora pronta, ragazzo!” sbottò subito zio Vernon vedendo il nipote entrare “tornatene di sopra! Ti chiameremo quando sarà pronto!” continuò posando il giornale sul tavolo.

“Sono venuto qui per dirvi che domani me ne vado!” disse fingendo di non aver sentito suo zio e sedendogli accanto.

“Dove credi di andare, ragazzo? Questa non è una stazione dove uno và e viene, CHIARO!” sbraitò l’uomo diventando rosso in volto.

“Vado a comprare il materiale per la scuola e resto a dormire in una locanda in modo che il giorno dopo non dobbiate accompagnarmi a King’s Cross! Non eravate così ansiosi di non avermi tra i piedi per un intero anno?” disse in tono piatto guardando suo zio negli occhi. Suo zio sembrò pensare a questa ottima possibilità di non avere per un anno suo nipote tra i piedi.

“Va bene, ragazzo! Ma sia chiaro! Domani mattina presto fuori di qui!” disse sbattendo il pugno grassoccio sul tavolo, facendo saltare le posate.

“Non me lo farò ripetere due volte!” disse con un gran sorriso e tornandosene in camera.

Prese il baule e iniziò a buttarci dentro, libri, oggetti vari, vestiti, pergamene, piume e boccettine di inchiostro.

A cena i Dursley non degnarono Harry di uno sguardo. Fingevano di essere molto interessanti alla telenovela che stavano trasmettendo in televisione, soprattutto zia Petunia. Era incantata e guardava avidamente e con un grande attenzione ogni singola scena.

Harry finì la sua cena, mise piatto, bicchiere e posate nel lavello e tornò nella sua camera per gli ultimi preparativi.

La mattina dopo sarebbe partito con il Nottetempo e Stan, il bigliettaio, lo avrebbe sommerso di domande sulla sua ultima vicenda con Voldemort e lui non aveva voglia né di raccontare né di ricordare.

La Gazzetta del Profeta e Il Cavillo avevano già detto tutto il necessario sull’accaduto.

Si buttò sul letto ancora vestito, tolse gli occhiali e si mise con le braccia dietro la nuca a guardare il soffitto. Poco dopo si addormentò.

Si svegliò che era ormai l’alba, si lavò, vestì e cercò di domare quei capelli senza alcun risultato soddisfacente.

Scese piano le scale e andò in cucina. Prese dal frigo una brocca di succo d’arancia e se ne versò un po’ in un bicchiere. Bevve velocemente e uscì di casa. Era finalmente libero.

L’aria fresca era un gran sollievo. Superò il vialetto e si guardò intorno, per accertarsi che nessuno stesse guardando. La via era completamente libera.

Sfilò la bacchetta dai pantaloni, tese il braccio destro e un sonoro ‘ Bang’ echeggiò nell’aria.

Un bus a tre piani di un viola intenso e con la scritta “Nottetempo” in lettere oro era apparso dal nulla e si era fermato davanti a Harry.

La porta si era aperta lasciando scendere un giovane ragazzo tutto brufoli con le orecchie a sventola.

Il ragazzo balzò sul marciapiede e disse “Benvenuto sul Nottetem…Ehi, HARRY! Ern c’è Harry” urlò il ragazzo entusiasta di vederlo e voltandosi verso un uomo con due enormi occhiali spessi.

Harry imbarazzato disse “Ehm…Ciao Stan, salve Ern!” e salì sul bus.

Stan prese il suo baule e lo trascinò in fondo, dove davanti al finestrino vi era la unica sedia libera accanto ad una strega vestita di verde marcio con un enorme porro sul naso.

“Dove ti portiamo, Harry?” chiese strofinandosi le mani “A Diagon Alley” rispose.

“Perfetto! Molti passeggeri devono fermarsi lì ed è proprio la prossima fermata!” disse tutto felice prendendo i soldi che Harry gli tendeva.

Un altro sonoro ‘Bang’ annunciò la partenza del bus.

Il Nottetempo viaggiava tranquillo e senza mai urtare auto o cestini. Al suo passaggio quelli si ritiravano indietro per permettere sl bus di passare.

Un altro ‘Bang’ e il bus si fermò. Harry puntò i piedi a terra per non cadere.

“Diagon Alley” annunciò Stan passando tra i passeggeri e salendo le scale che portavano ai piani superiori del bus.

Harry trascinò il suo baule fino fuori e salutò Stan che si era precipitato dalla scale per vederlo.

Il Nottetempo si era fermato proprio davanti al “Paiolo Magico”. Harry guardò il bus sparire ed entrò nella locanda.

Molte persone vedendolo entrare lo fissarono intensamente e mormoravano tra loro. Tom, l’oste, gli si avvicinò e con un inchino, che imbarazzò Harry, disse “Benvenuto Harry Potter! In cosa posso esserle utile?” e lo fissò con grande rispetto.

Harry era un po’ infastidito da questa cosa “Vorrei una camera e qualcosa da mangiare!” chiese gentilmente sedendosi ad un tavolo libero.

“Subito signore!” e l’oste batte due volte le mani. Due elfi domestici presero il baule di Harry e lo portarono di sopra. Se Hermione avesse visto quella scena avrebbe di sicuro scatenato un putiferio.

Tom tornò quasi subito da Harry con un vassoi. Gli servì delle tartine, tè e succo di zucca, biscotti e dolci vari e con un sorriso sdentato disse “Buon appetito!” e tornò al bancone.

Harry mangiò in silenzio lanciando di tanto in tanto occhiate furtive alla gente nella locanda. Molti lo fissavano e mormoravano, altri lo indicavano.

Cercò di finire in fretta la colazione per salire nella sua camera.

Un elfo domestico, che gli ricordava Dobby, lo accompagno fino alla stanza 23.

La camera dava l’aria di essere la più grande e la più “lussuosa”.

Aveva un enorme bagno con una grande vasca esagonale. Sui bordi della vasca c’erano tantissimi rubinetti scintillanti e da ognuno di quelli usciva un sapone diverso. Gli ricordava molto i bagni dei Prefetti a Hogwarts.

Alle finestre erano appese tende di pizzo bianche, sul lavandino di granito c’erano saponette con lo stessa di Hogwarts e due asciugamani azzurri.

La camera era altrettanto grande: il letto a baldacchino era molto morbido e comodo e sul comodino c’erano varie riviste di Magia, Gossip e sul Quidditch.

Harry prese un jeans e un t-shirt dal baule, andò in bagno e pensò a quale rubinetto aprire per primo.

Girò un rubinetto con incastonato una grande gemma blu mare: ne usci una schiuma rosa molto profumata.

Dal secondo rubinetto con una grande gemma smeraldo uscì acqua calda mista a bolle viola dal profumo speziato.

La vasca era ormai piena e Harry si immerse in quel bagno rilassante.

Ci rimase almeno per un mezz’ora abbondante, finché l’acqua non iniziò ad essere tiepida.

Si vestì in fretta e asciugò leggermente i capelli con la punta della bacchetta, dalla quale usciva dell’aria calda.

Uscì di corsa dal “Paiolo Magico” ei si fermò sul marciapiede davanti alla locanda, in attesa di Ron e Hermione.

Una decina di minuti dopo si sentì chiamare alle spalle “Harry! Ehi Harry!” e vide due ragazzi con un gran sorriso stampato in faccia corrergli incontro.

Anche Harry sorrise gioviale e la ragazzina gli saltò al collo abbracciandolo stretto “Come stai? Passato bene le vacanze?” chiese Hermione visibilmente cresciuta ed abbronzata dopo avergli stampato un bacio sulla guancia.

“Sto bene, anche se avrei potuto passar meglio le vacanze!” disse arrossendo leggermente. Hermione era davvero diventata bella.

“Ci dispiace davvero tanto, Harry!” si scusò Ron sempre più alto e dinoccolato e con una decina di lentiggini i più.

“Oh, non importa! Ora siamo insieme e domani torneremo ad Hogwarts!” disse sorridendo Harry.

“Hai già comprato i libri?” chiese Hermione sistemandosi una lunga ciocca di capelli.

“No, stavo aspettando voi. Andiamo al Ghirigoro?” chiese Harry iniziando a camminare. Gli altri annuirono e lo seguirono.

Sui muri di tutta Diagon Alley vi erano appesi enormi manifesti raffiguranti Sirius.

Tutti dicevano la stessa cosa “Incolpato ingiustamente e dopo aver scontato 12 anni non suoi ad Azkaban, Sirius Black muore tragicamente ucciso dalla cugina Bellatrix Lestrange”.

Erano mesi che La Gazzetta del Profeta e Il Cavillo pubblicavano articoli su Sirius e sulla sua morte.

Harry si fermò ad osservarne uno e la rabbia esplose dentro di se. Strappò con violenza il manifesto, lo stracciò e calpestò più volte con i piedi, facendo girare parecchi passanti.

Hermione voleva fermarlo ma Ron la trattenne per un braccio. Il suo sfogo era normale, aveva perso il suo padrino.

Harry si fermò di colpo e respirò profondamente. Si girò verso i suoi amici e accennò un sorriso amareggiato “Scusate!”. Ron si avvicinò e gli batté una mano sulla spalla “Non preoccuparti, amico! Va tutto bene!” gli disse mentre anche Hermione li raggiungeva con gli occhi lucidi, che a malapena trattenevano le lacrime.

Hermione pensò al fatto che Harry era parecchio cambiato. Qualche anno prima avrebbe urlato come un pazzo, ora si era limitato a strappare e calpestare un manifesto, con la stessa violenza con cui avrebbe voluto uccidere l’assassina del suo amato padrino.

Harry riprese a camminare in mezzo ai suoi amici diretti al Ghirigoro.

Entrarono nel negozio e presero le copie dei libri di cui avevano bisogno per uscire cinque minuti dopo con una borsa piena ciascuno.

Si recarono di nuovo al “Paiolo Magico” per posare gli acquisti e videro che dentro c’erano i signori Weasley con Ginny.

“Ciao Harry, caro!” si precipitò subito la signora Weasley abbracciando calorosamente Harry

“Ciao Harry, come va ragazzo?” chiese gentilmente il signor Weasley posando La Gazzetta del Profeta che stava leggendo.

“Non c’è male. Posso farle una domanda?” arrivò subito al sodo Harry senza troppi giri di parole.

“Dimmi pure!” si fece serio i signor Weasley mentre anche la moglie prendeva posto accanto a lui.

“Perché Silente mi ha proibito di venire a passare le ultime settimane da voi?” chiese con una nota di rabbia nella voce.

“Harry, Silente l’ha fatto per precauzione!” disse il signor Weasley ma Harry lo fermò “Precauzione? Ha paura che combini altri guai?” chiese un po’ scocciato

“Certo che no! Lui vuole che tu stia al sicuro e la casa dei tuoi zii sembra la più adatta!” intervenne Molly Wealsey con voce dolce.

“Certo, è ancora sicura dopo che due Dissennatori hanno attaccato me e mio cugino l’estate scorsa!” rispose stizzito Harry.

“I Dissennatori sono tornati sotto il controllo del Ministero. Dopo che Caramell si è convinto del ritorni di Tu-Sai-Chi, ha fatto di tutto perché i Dissennatori tornassero dalla nostra parte. Per poco non perdeva il posto come Ministro!” spiegò con calma il signor Weasley.

“Silente l’ha fatto per te! Ha messo di pattuglia, dove vivi con i tuoi zii, una decina di ottimi Auror! Nessuno ti avrebbe potuto attaccare con loro di guardia!” continuò l’uomo sistemandosi gli occhiali sul naso.

“Abbiamo cercato di convincere Silente a lasciarti venire da noi, caro, ma per lui eri più al sicuro con i tuoi zii!” disse la signora Weasley sorridendo.

“Quindi, non era perché avevate paura di un possibile attacco se fossi stato da voi?” chiese timidamente Harry arrossendo per la domanda assurda.

“Ma cosa ti salta in testa? Certo che no, caro! Noi ti volevamo con noi! Sappiamo come ti trattano quei Babbani, di sicuro ti avranno tenuto a stecchetto, infatti sei più magro!” disse la donna osservando meglio Harry  “Ma stasera farai una bella cena sostanziosa!” riprese sorridendo felice.

La cena della sera infatti fu molto bella: piatti di ogni tipo di portata volteggiavano sopra le loro teste ogni cinque minuti.

“Avete già fatto il baule?” chiese la signora Weasley squadrando i ragazzi.

“Devo solo mettere i vestiti e sarà completo!” disse Ron con un sorriso.

“Vedi di non scordarti niente!” disse il signor Weasley bevendo la sua acquaviola.

“Chissà chi insegnerà Difesa Contro le Arti Oscure quest’anno!” disse da sopra il suo budino Hermione

“Già! Io spero torni Lupin!” disse Ginny con aria speranzosa “E’ stato il migliore di tutti!” continuò la rossa annuendo con la testa.

“Hai proprio ragione, Ginny! Ma non credo che lo riassumeranno, i genitori degli altri ragazzi avranno di sicuro terrore ad avere con insegnante dei loro figli un Lupo Mannaro!” disse Hermione sbuffando.

“Comunque sia spero che questo sia in gamba, e non un posseduto, un vanitosi scemo e una vecchia sadica!” disse Ron attaccando la sua crostata di mirtilli.

Harry rise e per poco non si strozzò con il suo dolce alle fragole.

“Forza, tutti a letto, cari! Domani dovremo alzarci tutti molto presto! Su, a letto!” disse la signora Weasley dando un bacio sulla fronte ai quattro ragazzi.

“Buona notte ragazzi!” dissero Ginny e Hermione davanti alla porta della loro stanza.

“Notte ragazze!” risposero i due entrando nella loro.

Ron entrò nella sua stanza e Harry nella sua.

Il ragazzo si mise in pigiama e si buttò nel letto, pensando a chi sarebbe stato il nuovo insegnante di Difesa.

In cuor suo sperò che fosse in gamba e non un sadico come quella dello scorso anno.

Si tolse gli occhiali e cercò di prendere sonno.

 

 

Eccomi con il secondo capitolo! Grazie a chi ha commentato!! Commentate ancora in tanti, vi ringrazio ancora!A presto!!! ^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Usaji