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Autore: QueenWaldorf    30/04/2010    3 recensioni
Dato che era una bella serata, fresca, ma serena, decise di aspettare il fattorino, in giardino . Si sedette sul dondolo vicino al vialetto e aspettò. Passò mezz'ora, ma non si vedeva ancora nessuno... La pizza sarebbe arrivata fredda e avrebbe preteso lo sconto. Passò un altro quarto d'ora e l'ordinazione non si vedeva.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Keep It Real Cap. 21 Eccomi finalmente! Lo so che è passato moltissimo tempo, ma ho avuto parecchie cose da fare fra scuola e altro, che solo oggi riesco a cogliere l'occasione di aggiornare... -.-"
Comunque ora voglio ringraziarvi una a una, dato che fortunatamente ne ho il tempo:

annina94: visto che ce l'ho fatta?? Consideralo parte del tuo regalo di compleanno.... xD non voglio anticiparti proprio nulla, questa volta... Buona lettura e a questa sera. Un bacione.

jjsarajonas: sono contenta che questa ff di stia appassionando, cercherò di aggiornare il prima possibile. Grazie mille e un bacione. Alla prossima.

Angus Girl: gemeeeeee! Lo so che sembra strano ma... si è così, Anna sta andando alla festa... xD E vedrai quante altre cose succederanno qui.... xDxD Un bacione e a questa sera. LoL

E a tutti gli altri.... Buona lettura e alla prossima!





Are you ready?





Anna fece un respiro profondo prima di suonare il campanello.


Era una serata calda nonostante settembre stesse per finire. Molto probabilmente, pensò, questo era uno dei vantaggi del vivere in California...


Dopo qualche attimo di attesa, la porta si aprì e la accolse la madre di Lisa e Rebeca.


"Ciao, Anna. Entra pure." la salutò la donna benevola. Nonostante quello che era successo tra la sua seconda figlia e Anna, lei era sempre stata educata nei confronti della nuova arrivata.


"Grazie signora." fece la bionda, leggermente a disagio. "Mi chiedevo se Annalisa fosse ancora in casa."


La donna la fissò sorpresa, ma si ricompose subito; aveva un buon controllo di sè e della sua espressione.


"Ehm, a dire la verità è uscita circa dieci minuti fa in tutta fretta. Come al solito era in ritardo per una festa a casa di una sua amica, non so se ne hai sentito parlare, cose da Chearleeder." disse lei con una punta di orgoglio. Anche lei da giovane aveva fatto parte della squadra della scuola.


"Capisco." disse Anna, assalita da un lieve sconforto.


Avrebbe fatto meglio a dirle di sì già molto tempo prima.


"Ma se ti serve qualcosa, dillo pure a me." disse la madre delle ragazze, gentilmente, notando l'espressione dipinta sul volto di Anna.


"No, avevo bisogno di parlare con sua figlia, ma magari..." aggiunse lei "potrebbe dirmi dove è andata con precisione e potrei raggiungerla."


La signora Stevens fu colta all'improvviso dubbio che le si stava insinuando nella mente da un po'.


"Anna, veramente non so se sia il caso... Voglio dire... Voi due non..." disse lei, visibilmente in difficoltà.


"Signora la prego si  fidi di me, voglio solo parlarle." disse Anna, cercando di infondere sicurezza tramite quelle parole.


In quel momento, Rebeca e Kevin scesero le scale e entrambi rimasero sorpresi.

Avevano già sentito delle voci dal piano di sopra, ma non essendo riusciti a distinguerle del tutto, erano scesi a dare un'occhiata.


"Anna!" esclamò Rebeca, sorridendo.


"Reby." la salutò quella, ricambiando il sorriso.


"Qual'è il problema?" chiese la mora, facendole segno di avvicinarsi.


Anna le raccontò l'accaduto, mentre Rebeca l'ascoltava assorta. La diciassettene evitava però di raccontare con precisione tutti i motivi della sua scelta a causa della presenza di Kevin.


"Beh ragazze, credo sia il caso che io vada a casa." disse lui, intuendo che la sua presenza in quel momento era tutt'altro che necessaria.


"Grazie amore, ti chiamo più tardi." lo salutò Rebeca, dandogli un bacio.


Quando il chitarrista fu uscito di casa, le due salirono in camera di Rebeca.


"Ascolta credo di aver capito perché tu voglia veramente andare lì e se proprio ci tieni a imbucarti in quel covo di vipere io posso darti una mano." annunciò con un sorrisino malefico sul volto, aprendo uno dei due armadi presenti in quella stanza.


"Però, quanti vestiti." disse Anna, sbirciando al di sopra della spalla dell'amica.


"Già, ma non hai ancora visto nulla se pensi che i miei siano tanti. Aspetta di vedere la camera di mia sorella." concluse Rebeca, chiudendo infine l'armadio, senza aver estratto nulla.


"No aspetta, ho capito cosa vuoi fare, ma non mi sembra il caso. Uno dei tuoi vestiti potrebbe andare benissimo." esclamò Anna tentando di fermarla, mentre l'altra si dirigeva a tutta velocità nella camera accanto.


Anna, rassegnata, entrò piano e si guardò intorno, stupita da quante tonalita di rosa e di violetto ci fossero in quella camera, tutte perfettamente armonizanti tra loro.


La ragazza notò che dall'altra parte della camera c'era una porta, che Rebeca aveva già aperto per entrarci poi dentro.


Dopo che si fu avvicinata guardò dentro, più sorpresa che mai; quella porta conduceva a un'altra stanza, leggermente più piccola della camera da letto, ma completamente piena di vestiti appoggiati su gruccette e scarpe tutte ordinate sugli scaffali che percorrevano le pareti. Sembrava di essere entrati in una boutique.


"Sì lo so, secondo me soffre di qualche complesso." disse Rebeca annuendo, dopo aver notato la sua espressione, mentre quella osservava la stanza. "Insomma io adoro i vestiti, ma la sua è una vera e propria ossessione..."


Anna tornò a rivolgere la sua attenzione sulla diciannovenne, notando il vestito e le scarpe che reggeva in mano.


"Oh no, non se ne parla." esclamò arretrando.


"Come no? A me sembrano perfetti. Insomma, su mia sorella si può dire qualsiasi cosa, ma non che non abbia gusto; questo è innegabile." mormorò con un tono di apprezzamento.


"E anche che è gelosa delle sue cose." puntualizzò Anna.


"Non preoccuparti, questo abito non lo mette da secoli e se te lo vede addosso magari non si ricorda nemmeno di averlo mai avuto." tentò di rassicurarla Rebeca.


"Ma non è il mio stile e le scarpe sono troppo alte." farfugliò l'altra, fissando il tacco vertiginoso di quelle scarpe.


"Anna ascoltami bene. A quella festa saranno tutte vestite in questo modo e vedrai che se metterai queste cose ti sentirai un po' più a tuo agio." disse la mora con serietà.


"Ma io..." provò ancora Anna.


"Niente ma. Coraggio." disse Rebeca, mettendole in mano la misè.


"D'accordo." fece l'altra, stranamente arrendevole. In effetti lei stessa era curiosa dell'effetto che le avrebbe fatto vedersi allo specchio con quei vestiti indosso.


Rebeca la lasciò sola di modo che si potesse cambiare e ne approfittò per fare un salto in bagno a prendere il trucco. Non approvava la scelta di Anna, ma visto che aveva deciso di andare tanto valeva farle fare una splendida figura. Magari sarebbe anche riuscita ad attirare l'attenzione di qualcuno degli atleti, soffiandolo a qualche invidiosa chearleader...


Sorrise al pensiero della faccia che avrebbe fatto una di quelle oche e tornò in camera, contando sul fatto che Anna fosse ormai pronta.


"Non sono del tutto convinta." disse quella, dando le spalle a Rebeca e fissando la sua immagine riflessa.


Il vestito nero, che sarebbe dovuto arrivare poco sopra le ginocchia, le arrivava leggermente più in basso ma sembrava che fosse fatto appositamente in quel modo e il suo fisico veniva slanciato dalle scarpe argentate tacco dodici, con tanto di fiocco annodato intorno alla caviglia.


"Sei stupenda invece, dovresti vestirti così più spesso..." commentò l'altra convinta.


"Non ci contare troppo." disse Anna, voltandosi e recuperando il suo carattere forte e deciso.


La mora scoppiò a ridere e le si avvicinò, pronta per il tocco finale.



Go out and smash it
Like Oh My God
Jump off that sofa
Let's get get OFF

(I Gotta Feeling- Black Eyed Peas)




"Che ve ne pare ragazze, non è fantastico?" domandò Tiffany, capo chearleader nonchè proprietaria della casa accuratamente preparata.


Al centro della sala principale gli amplificatori facevano andare al massimo volume tutte le canzoni, accuratamente scelte dalla ragazza. In quel momento stava andando Beautiful, Dirty Rich di Lady GaGa.


"Fantastico come al solito honey." urlò Lisa in risposta, per sovrastare la canzone.


"Sono contenta divertitevi." esclamò quella, facendo l'occhiolino a lei e a Valery, dirigendosi poi verso Jack, il capitano della squadra di football.


"Ehi Valery, Lisa." le salutarono due ragazzi, uno dai capelli castani e l' altro biondo entrambi con i capelli accuratamente ricoperti da dosi quasi eccessive di gel.


Essi reggevano in mano due bicchieri ciascuno. "Avete sete?"


Le due accettarono, scambiandosi un'occhiatina ammiccante.


"Allora Lisa che mi racconti?" chiese il biondo, sorridendole.


"Nulla di speciale Josh." rispose la ragazza, che nonostante tutto ci teneva a mantenere un certo distacco fra lei e gli altri ragazzi quella sera; Joe si fidava di lei e lei non avrebbe mai osato tradire la sua fiducia.


"Capisco... Immagino che comparire sui giornali e essere fotografati ovunque faccia parte della tua solita routine, vero superstar?" scherzò lui.


"Certo, ormai fa parte della quotidianità." esclamò Lisa, scoppiando a ridere.


"Che ne dici se adesso io e te andassimo un po' a ballare?" propose Josh con disinvoltura. La sua fama di Don Giovanni era nota in tutta la scuola.


"Veramente io..." protestò lei, non del tutto convinta.


Quella sera era un po' restia a divertirsi a causa del pensiero sempre presente di Joe.


"Andiamo, so perfettamente che hai un ragazzo, vorrei solo ballare con te..." disse Josh, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.


"D'accordo." acconsentì infine Lisa.


Infondo che senso aveva restare lì se non poteva divertirsi almeno un po'? E poi lei era innamorata di Joe e di nessun altro e, consapevole di questo, seguì Josh fra la folla.


Anna, intanto, era riuscita ad entrare senza dare troppo nell'occhio; aveva pensato che conciata in quel modo avrebbe dato un po' troppo nell'occhio, ma a quanto pareva Rebeca aveva avuto ragione, quello era lo stile di tutte.


Nonostante questo, mentre cercava Lisa o la sua amica fra tutte quelle persone, non potè fare a meno di notare che alcuni ragazzi la guardavano con un misto di curiosità e ammirazione.


Dopo poco tempo riuscì a scorgere Lisa in un abitino argentato che ballava insieme a un ragazzo, tutt'altro che brutto.


Per quanto quel tipo fosse grande e muscoloso, molto probabilmente se Joe avesse assistito a quella scena non si sarebbe trattenuto dall'interromperli, anche se infondo non stavano facendo nulla di male.


Quella ragazza era così fortunata ad aver trovato un ragazzo come Joe e era sicura che anche Nick si sarebbe comportato allo stesso modo di fronte a una scena del genere con la sua ragazza...


No, pensò, era lì per non pensare a Nick Jonas.


Mentre si faceva largo tra la folla per raggiungere Lisa, fu fermata da una bionda decisamente finta, che l'aveva bloccata per un braccio.


"E tu chi sei?" domandò con diffidenza.


"Anna." rispose lei con semplicità e senza un minimo di esitazione. Non si sarebbe certo fatta mettere in soggezione da una ragazza del genere.


"Beh Anna, questa è una festa privata quindi..." fece quella con il  tono di sufficenza che usava con tutti coloro che non appartenevano alla sua idea di "categoria d'elitè".


"Le ho chiesto io di venire, Tiffany." intervenne Lisa, che si era accorta di quanto stava succedendo e si era affrettata a raggiungerle.


Quella restò spiazzata, ma si riprese poco dopo. "In questo caso non c'è problema, bastava dirlo prima."


Detto questo Tiffany si allontanò, facendo un cenno a Lisa e senza degnare di uno sguardo Anna.


"Non mi aspettavo che venissi, Kevin mi aveva detto che non ti stavi preparando per uscire." fece la mora, quando tutte le persone intorno a lei, ebbero smesso di prestare attenzione a quanto era successo poco prima.


"Diciamo che è stata una decisione dell'ultimo minuto." commentò Anna, rilassandosi un po'.


"Già e sei passata a casa mia e hai chiesto a mia sorella di aiutarti." disse Lisa con semplicità.


L'altra la guardò sorpresa; come faceva a saperlo?


Intuendo quello che Anna stava pensando dalla sua espressione confusa si affrettò ad aggiungere. "Indossi un mio vestito e quindi a meno che tu non abbia fatto irruzione in camera mia per rubarlo, cosa che ritengo piuttosto improbabile, ho pensato che te lo avesse dato Rebeca."


"Già, in effetti è così. A dire la verità io non volevo prenderlo ma tua sorella ha insistito e così..." disse lei in tono di scusa.


"Non preoccuparti, per stavolta è ok." disse, sorridendo. "E poi ti dona. Come vanno le scarpe?"


"Ehm a dire la verità... Preferisco le sneackers... Come fai a portare questi cosi?" domandò sconvolta.


"Non è poi così complicato, ci si fa l'abitudine e poi le sneackers non fanno lo stesso effetto." rispose scoppiando a ridere.


"Ovviamente." borbottò Anna, ridendo a sua volta.


"Ora direi che puoi iniziare a goderti la serata. Ti do un consiglio, stai alla larga da Tiffany, ha l'aria un po' avvelenta non tanto per il fatto che io non le avessi detto che saresti venuta, ma perché quando sei entrata... Beh Jack ha fatto una faccia." sghingnazzò Lisa. "Comunque ti conviene non avvicinarti troppo a lui, ma..."


La ragazza si interruppe e scomparve per qualche minuto. Anna non sapeva che fare; voleva che la seguisse? O era solo stato un modo per allontanarsi?


Prima di decidere sul da farsi, Lisa era tornata con tre ragazzi sorridenti e decisamente carini.


"Anna loro sono Paul, David e Jake... Ragazzi trattatemela bene, d'accordo? A dopo Anna."  disse la ragazza, dileguandosi di nuovo prima che l'altra potesse riuscire protestare.
  
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