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Autore: The_Viking    01/05/2010    0 recensioni
"Viaggi mentali" sugli argomenti più disparati... difficile riassumere diversamente!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Quello che segue è un esperimento in cui, influenzato dal fatto di aver recentemente studiato in letteratura inglese gli autori moderni Woolf e Joyce, provo a trasformare in un "flusso di coscienza scritto" quello che passa per la mia mente durante una porzione di un viaggio.

Viaggio, sono diretto a Vienna da Salisburgo. Il mezzo di trasporto è un autobus sul quale molti posti sono vuoti. E' il secondo giorno di viaggio; ieri si sentiva un frenetico discorrere dei più disparati argomenti, oggi c'è quasi silenzio. L'autostrada si tuffa in una valle circondata da boschi di conifere. Non ho né caldo né freddo: sto bene così. Qualcuno parla di una canzone, qualcun altro ascolta una canzone; io sono seduto da solo, assorto nella scrittura e nella contemplazione del paesaggio che m'attornia. Vedo un cartello recante la scritta "Mondsee"; probabilmente il paese ha preso il nome da un certo lago Mond. Non sono riuscito a leggere quanto manchi a Vienna; secondo le mie previsioni, circa 250 km. Prima stavo pensando agli altri. Avere pranzato assieme ai miei compagni di classe è stato illuminante: sono potuto giungere a una riflessione interessante (nel frattempo l'ipotizzato lago si materializza nella sua bellezza, ma lo supero in men che non si dica). Tale riflessione riguarda il tema su cui i discorsi tra gli appartenenti alla mia generazione (ma non essi soli) tendono immancabilmente, escludendo gli altri argomenti: le persone. Senti sempre costoro spettegolare di qualcuno, lodare qualcun altro, citare le abitudini di qualcheduno o passare in rassegna il rapporto che hanno con mezzo mondo. Possibile che, per gli altri, le persone (ma, difficilmente, loro stesse) debbano sempre, costantemente essere al centro delle riflessioni? Questa gente non ha delle passioni, degli hobby, dei sogni o anche solo degli ingenui pensieri su quello che appare ai loro occhi, come li ho io ora sul paesaggio? Sono io ad avere torto o sono tutti loro? Per quanto mi riguarda, potremmo anche avere ragione tutti o non averla nessuno, poco cambierebbe. Il paesaggio si è fatto meno aspro, alle montagne si sono sostituite le colline. C'è un bel sole che dà allegria. I miei compagni non sanno il tedesco; nemmeno io lo so, ma almeno mi sforzo di leggerlo; loro no. Provinciali e mentalmente pigri fino alla morte. Ecco, forse sono come loro: li critico perché parlano sempre degli altri e mi ritrovo a fare lo stesso con loro. In cosa sono migliore, se lo sono? Non andiamo molto veloci. L'autostrada, a due corsie, è percorsa da alcuni camion che procedono piuttosto lenti; tutto sommato non mi importa. Quando un impegno (in questo caso guidare il pullman) non deve essere sbrigato da me, mi sento tranquillo, liberato da quelle responsabilità di cui mi sento normalmente investito. Osservo le foreste: sento un irrefrenabile impulso a raggiungerle, a camminarci dentro, a respirare a fondo il profumo del legno e quello dei funghi. Ah, se potessi fare tutto quello che mi viene in mente! A volte sono freni esterni, quelli che mi impediscono di farlo, ma molto spesso sono piuttosto rigido con me stesso: non mi concedo, forse, piaceri che mi potrei concedere, eppure non vivo malissimo: quel che ho mi è quasi sempre sufficiente. Ora ascolto un po' di musica, circondato dalla natura austriaca, abbandonandomi alla tranquillità.
   
 
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