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Autore: missteacakes    01/05/2010    1 recensioni
Quando Patroclo uccide accidentalmente un amico in un litigio, lui e suo padre sono costretti a fuggire a Ftia, la cui regina si dice essere una dea. Al ragazzo viene chiesto di prendersi cura del suo figlioletto, non immaginando le conseguenze di quella serie di eventi destinata a cambiare il mondo per sempre. {Patroclo/Achille}
Genere: Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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«In All but Blood»

Deviazioni
- Capitolo 8° -

Patroclo sospirò e si spostò dal fieno che gli faceva prudere la schiena nuda sul quale riposava. Lui e Medeo si erano fermati nel villaggio ai piedi della montagna. In qualche modo, erano apparsi magicamente dei soldi nelle mani di Medeo – non abbastanza per una camera nella locanda, ma quanto bastava per ricavarne un posticino in una stalla.

Medeo era una persona ingannevole, e quando si lasciò 'sfuggire' di bocca che non avevano un posto dove stare, il padrone della stalla offrì loro un posto in casa sua. La sua ospitalità non andò sprecata; Medeo disse che non voleva addirittura dormire in casa, e chiese solo di poter dormire nella stalla. Il padrone si accigliò lievemente, ma Medeo insistette, e alla fine l'uomo di arrese. Comunque, ai due diedero un pasto caldo e delle coperte, e dissero che dovevano solo chiedere se avessero avuto bisogno di qualcosa.

La vera ragione della sua insistenza fu presto svelata. Davvero una persona ingannevole, pensò Patroclo, con un piccolo sbuffo. Non che non gli fosse piaciuto - sarebbe da pazzi. Comunque, dopo, quando si tenevano stretti l'un l'altro, Medeo sembrava triste, come se non si sarebbero visti mai più. Quando Patroclo gli chiese il perchè, lui rispose che presto sarebbe stato chiamato da sua madre nella Colchia, anche se non sapeva quando. Era l'unico erede al trono vivente, e aveva un dovere. Anche quando Patroclo gli assicurò che sarebbe tornato indietro prima che fosse accaduto ciò, l'altro ragazzo sembrava avvilito.

Quella mattina, comunque, sembrava completamente tornato normale mentre si vestiva e si muoveva. Preoccupò abbastanza Patroclo, che si chiedeva quanto spesso nascondesse ciò che provava.

"Siete svegli ragazzi?" Una donna entrò dentro, portava un cesto, e sorrise serenamente quando i due ragazzi la guardarono. "Vi ho portato un po' di colazione, e anche un po' di cibo per il viaggio."

Patroclo rispose al sorriso con gratitudine. "Lei e suo marito siete troppo gentili con noi."

"Non ti preoccupare. Non è molto, solo un po' di pane e frutta, e un po' di formaggio. Ma è tutto ciò che possiamo fare."

"Grazie, signora," disse Medeo. "Lo appreziamo davvero tanto." Quando se ne andò, emise un sospiro di delusione. "E io che speravo venissero a portarci da mangiare le loro figlie."

Patroclo gli tirò una manciata di fieno. "Sei insaziabile," disse, ridendo. "Non ti è bastata la scorsa notte?"

Medeo rise, i suoi occhi brillavano di malizia. "Veramente lo speravo per te," disse. "Una delle due è quella coi capelli rossi che ti piace tanto. E potresti perdere entrambe le verginità in meno di un giorno."

"Brutto porco.. Per quello potrei anche ingaggiare una puttana, sai."

Medeo si accigliò. "La tua prima volta non dovrebbe mai essere con una puttana. E poi le ragazze del villaggio fanno finta di essere timide, ti potresti divertire a indurle a fare una cosa del genere."

Scuotendo la testa, Patroclo disse, "Non sei mai capace di smetterla, vero?"

"Il sesso non dovrebbe mai essere qualcosa da 'smettere'. E comunque, tu dovresti sempre cercare di divertirti il più possibile finchè sei vivo, in qualsiasi circostanza gli dei ti mettano. E le ragazze del villaggio sono divertenti."

"Come fai a saperlo?" Medeo sorrise alla domanda, e morsicò un pezzo di pane. Allora era per quello che a volte spariva. "Un giorno o l'altro il papà di qualche ragazza ti beccherà mentre deflori la sua bambina," disse Patroclo. "E ti vorrà castrare."

Medeo scrollò le spalle. "Non ho paura di questo."

"Ovviamente no," disse Patroclo, finendo di mangiare l'ultimo boccone di pane. Ma era troppo grande e iniziò a tossire. Medeo scoppiò a ridere e si beccò un gesto scortese in cambio.

"Oh, no, non farlo!" disse mentre Patroclo si metteva addosso il chitone. "Mi piaceva!"

"Ti mostrerei il culo, ma ti piacerebbe."

Un'altra risata, e Medeo si tirò su. "Prenditi il resto del cibo. Tanto io torno alla montagna."

"Ne avevo tutte le intenzioni," disse Patroclo, tirando su il pane e la frutta. Mise la sella sul cavallo, ma si voltò quando sentì una mano sulla spalla.

"Non mi merito un bacio d'addio?" chiese Medeo.

"Non penso proprio," disse Patroclo, con un ghigno e girandosi dall'altra parte. "Sono deluso da te per il fatto che ti sei approfittato di tutte quelle ragazze."

"Peccato." Medeo prese il polso di Patroclo e lo fece voltare cosicchè il suo corpo fosse schiacciato sotto quello dell'altro ragazzo. Il bacio seguente, tuttavia, fu sorprendentemente dolce. I due si misero a ridere quando Medeo si staccò.

Cavalcarono ad ovest fuori dalla città, e si fermarono ancora una volta prima che le loro strade si dividessero. Il più scuro si avvicinò e, posando la mano gentilmente sulla gamba di Patroclo, gli diede un altro soffice bacio.

"Ci vedremo presto," disse Patroclo, sorridendo.

"Speriamo. Mia madre vuole mettermi sul trono il prima possibile. Qualsiasi trono, a dire il vero."

Con un'ultima risata, Medeo girò il cavallo e si diresse verso la montagna. Patroclo lo guardò per qualche istante prima di andare nel verso opposto.

Cavalcò verso sud e si fermò vicino al monte Olimpo, come quella volta con Achille. Quella notte si tenne vicino una spada mentre dormiva. C'erano ladri ovunque in quelle terre. Guardando in su verso le stelle, si ricordò di quello che disse ad Achille qualche anno prima, riguardo gli avvertimenti di Zeus. Ora il tempo era tranquillo, e si domandava se fosse così perchè Achille non era con lui. Ora, Achille sarebbe stato esaltato per il confronto, semplicemente perchè gli avrebbero detto che non si fa.

Era deciso a fermarsi ad Opunte. Un nuovo cavallo e vestiti decenti sarebbero stati utili, e ad essere onesti, voleva con tutto il cuore rivedere suo padre. Si ricordò della notte in cui Menezio gli raccontò il suo destino, e a quanto sembrava vecchio. Si chiese quanti anni aveva adesso.

Si sbarazzò di questo pensiero – non voleva pensarci.

Il viaggio dal Monte Pelio sembrava molto più lungo. Pensò a quanto fosse stato più comodo avere Achille che cavalcava davanti a lui, e anche se aveva parlato tutto il tempo e lo aveva infastidito, ora gli mancava. Le notti erano anche più fredde, all'aria aperta, e pensò a quando il ragazzino biondo si accoccolava vicino a lui quando dormivano. Da quanto non lo faceva più? Tre anni? Si rese conto che si trattava più o meno dal momento in cui lui e Medeo erano entrati nella pubertà, e avevano iniziato a dormire insieme. Achille aveva smesso perchè sapeva che stavano crescendo, e si sentiva distante da loro? Si sentì male quando ci pensò su, e gli venne voglia di tornare indietro, di abbracciare il suo amico, e dirgli che gli dispiaceva e che lo amava e gli avrebbe chiesto di venire con lui.

Non lo fece.

Quando raggiunse la periferia di Opunte, fermò uno schiavo che lavorava in un giardino, e gli disse di fargli strada. Quando il ragazzo protestò, Patroclo lo azzittì, dicendo, "Per favore, ho bisogno che tu vada da Menezio a dirgli che suo figlio è tornato. Dirò io ai tuoi padroni dove sei andato, e ti premierò."

Il ragazzo spalancò gli occhi, gettò a terra tutta la sua roba e corse verso la casa di Menezio.

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Nota dell'autrice: Lo giuro, l'amicizia tra Patroclo e Medeo è anche sessuale (evviva la sessualità Greca!). Probabilmente Patroclo avrà ancora qualche avventura prima di scoprire il suo oddio-è-vero!amore per Achille. Nel frattempo, andrà a far visita a papà per un po'. (Chi l'ha detto che era morto? Peleo non lo era.)

Nota della traduttrice: In questo capitolo mi sono permessa di usare alcuni termini un po' più "coloriti" perchè non potevo fare altrimenti.. Mi dispiace se hanno dato fastidio qualcuno, ma era inevitabile ^^;
@sakura2480: Ti ringrazio tantissimo per i tuoi complimenti, essendo ancora alle prime armi mi fanno davvero piacere :) Spesso le frasi che vengono fuori non mi piacciono perchè noi italiani siamo abituati a scrivere in modo abbastanza "arzigogolato", mentre il linguaggio in questa fanfiction è davvero semplice, quindi a volte mi sembra manchi qualcosa XD Però effettivamente a volte la semplicità può essere un vantaggio, quando sei stravolta e non hai voglia di perderti tra infinite subordinate e cose simili ad esempio ;) 

Dev'essere un'emozione indescrivibile visitare quei luoghi, soprattutto se sei un'archeologa. Se io fossi un'archeologa e scoprissi qualcosa di un'antica civilta sarei al settimo cielo. Un po' come quando uno scienziato scopre un rimedio per una malattia; mi sentirei utile all'umanità *_*  
   
 
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