Ma
salveeeee… spero che non mi arrivino sassate per il ritardo
mostruoso, ma non
sono proprio riuscita ad aggiornare fra una cosa e l’altra!
Alur come è andato
questo week end di festa? X3
Io ho
portato per la prima volta fuori il mio cucciolone *O* (Vedi
Cucciolone: Pastore
Tedesco di nemmeno 4 mesi dolcissimo e puzzone
ù.ù) Bene lasciamo perdere le
mie questioni personali che non credo v’interessino
più di tanto! (anche se io
quella palla di pelo la amo troppo *O*)
Mwahahuahua
sono stata un po’ perfida a lasciarvi così tanti
eventi senza spiegazione vero?
Ù.ù Beh che dire… sono sadica di
natura! XD
In
molte (se ci sono anche ragaFFi mi scuso ù.ù) vi
siete chieste cosa mai sia
successo alla folletta e al bel Jasper… tranquille! Non vi
strappate i capelli!
Fra poco capirete tutto =P Magari è solo Alice che pensa al
peggio!
Per
quanto riguarda il matrimonio… beh forse si…
forse no… chi lo sa? XD
Oddei siamo davvero all’ultimo capitolo? ç_ç (fantastico vedere come salto da un argomento all’altro! XD) Cooooomunque! Spero che l’ultimo capitolo sia di vostro gradimento e di non aver scritto qualche cavolata di troppo che possa rovinare l’insieme! Il prossimo aggiornamento col bellissimo (io lo amo) Epilogo sarà fra tre/quattro giorni se qualcuno non attenterà alla mia vita!
Vi
lascio un piccolo
spoiler sul Blog!
Ringrazio tutti
voi che avete seguito questa storia e tutti
quelli che la leggeranno (sono fiduciosa! XD)
Grazie Mille!
Capitolo
8
La luce
del mattino filtra fra le persiane accostate.
Subito
dopo aver fatto l’amore non mi ha chiesto di sposarlo come
aveva detto sul
divano, ci siamo semplicemente addormentati. Insieme.
Abbiamo
dormito abbracciati tutta la notte con le gambe intrecciate e i corpi
nudi
coperti dalle soffici coperte.
E va
bene così.
Sbadigliando
inizio ad aprire gli occhi stropicciandomeli con una mano.
Un
braccio di Edward mi avvolge la vita e il suo respiro calmo e regolare
mi
solletica la nuca.
Sorrido
della sua espressione beata e leggermente corrucciata e delle sue belle
labbra
dischiuse che ieri sera hanno ripetuto mille volte quel “Ti
Amo” che ho
desiderato così tanto.
Cercando
di non svegliarlo scivolo via dal suo abbraccio prendendo la sua
maglietta da
terra e indossandola.
Fuggo
letteralmente nella mia stanza, ma solo per potermi fare una doccia e
cambiarmi.
Una
volta sistemata scendo in cucina per preparare la colazione e un buon
caffè in
grado di tirar su Alice che oggi deve andare a lezione.
Mentre
tosto il pane e lo spalmo di marmellata due braccia calde mi avvolgono
la vita
facendomi spaventare.
<<
Edward. >> Un sospiro mi esce dalle labbra quando mi
rendo conto che è
lui.
<<
Pensavo fossi scappata. >> Mi stringe di più
posandomi un bacio sul collo
scoperto dai capelli legati in una morbida coda.
<<
Non potrei mai scappare da te. >> Poso coltello e pane
sul ripiano per
poter girarmi e abbracciarlo come si deve.
Ha gli
occhi ancora assonnati e solo i pantaloni di una vecchia tuta a
coprirgli le
gambe. I piedi come sempre sono scalzi.
Mi alzo
sulle punte dei piedi e lui mi viene incontro facendo sfiorare le
nostre
labbra.
<<
Oh vi prego! Non avete un briciolo di buon cuore! >>
Alice vestita di
tutto punto entra in cucina con la cartella dei disegni sotto braccio.
<<
Buon giorno Alice. >> La saluto sorridendole.
<<
Buon giorno un accidenti! Dopo tutto il casino che avete fatto stanotte
come
può essere un buon giorno per me?! >> Stizzita
si versa il caffè in una
tazza bevendolo e risputandolo subito visto che si è
dimenticata di
zuccherarlo.
Rossa
come una mela matura nascondo il viso sul petto di Edward che ride
divertito.
<<
Mi fa piacere vedere che vi rendo la mattinata tanto allegra!
>> Il suono
del campanello interrompe il suo sproloquio facendola irritare ancora
di più
<< E adesso chi è che rompe alle otto del
mattino?! >>
A passo
di carica va alla porta spalancandola con un “Chi
è?” praticamente ringhiato in
faccio al povero mal capitato.
Non mi
stupirei se fosse il postino e se da domani non ci arrivasse
più la posta.
Il
silenzio regna sovrano per alcuni minuti finché uno schiocco
secco non ci fa
strabuzzare gli occhi.
Corriamo
all’ingresso giusto in tempo per vedere Alice ancora col
braccio teso e la
guancia rossa di Jasper.
Cinque
piccole dita spiccano sulla sua carnagione abbronzata.
Non
facciamo in tempo a dire “ah” che i due
s’incollano baciandosi come se da
quello dipendesse la loro vita.
Dopo
dieci minuti buoni sono ancora sulla porta a divorarsi di baci mentre
io e
Edward ci siamo defilati in cucina a fare colazione.
Quando
si degnano, finalmente, di chiudere il portone ed entrare in cucina
mano nella
mano, il caffè è diventato imbevibile ed il pane
tostato freddo.
Jasper
si siede di fronte a Edward portandosi Alice sulle gambe che non smette
di fare
le fusa.
<<
Sono dovuto scappare in Texas e non ho avuto occasione per avvisarti.
Lo zio di
mia madre è venuto a mancare improvvisamente e mi sono
dovuto occupare di tutto
io. >> Spiega mentre servo del caffè appena
fatto.
Mi
ringrazia prima di soffiare via il fumo e berne una sorsata.
<<
Sono tornato nemmeno un’ora fa e volevo vederti.
>> Con un “Oh Jazz!” da
premio Oscar Alice lo abbraccia rischiando di soffocarlo e di fargli
rovesciare
il caffè bollente addosso.
Jasper
ricambia l’abbraccio dopo aver messo in salvo la tazza e se
la stringe addosso
nascondendo il viso fra i capelli neri della piccola Brandon.
Lasciamo
i due piccioncini soli e i rumori dei baci schioccati arrivano quasi
fino al
salotto.
Mentre
apro l’ultima finestra rimasta chiusa, Edward mi abbraccia da
dietro facendomi
spaventare.
Ride
divertito nascondendo il viso nell’incavo del mio collo.
<<
Quel famoso campanello te lo compro prima o poi. >>
Imbronciata mi giro
nel suo abbraccio trovandomi i suoi occhi divertiti di fronte.
<<
Sarei così bravo da non farlo suonare. >>
Ridiamo ed io sono sicurissima
che ne sarebbe capace.
<<
Buon giorno amore mio. >> Con un sussurro dolce mi da il
buon giorno che
ancora non mi aveva dato.
<<
Buon giorno. >> Sorrido incapace di trattenermi e lo
bacio appoggiando
appena le labbra alle sue.
Passiamo
minuti dolcissimi a baciarci e accarezzarci. Mi
sento tornata adolescente!
<<
ODDIO E’ TARDI! >> L’urlo animalesco
di Alice mi fa spaventare non poco.
Il
tornado Alice attraversa il corridoio d’ingresso cantilenando
un “È tardi! È
tardi! È tardi!” da far invidia al Bianconiglio.
Jasper,
con una mano a tapparsi un orecchio, si presenta in sala sbalordito.
<<
Credo che stia facendo tardi per la sua lezione di Design.
>> Mi stacco
da Edward incamminandomi verso la cucina.
<<
Almeno il mio timpano è stato sfondato per una buona causa!
>> Sorride
verso la porta lasciata aperta da Alice.
<<
Andiamo a finire di fare colazione così ci racconti come
è stato il tuo ritorno
dal Texas. >>
Il
ritorno di Jasper ha riportato la pace.
Alice
ha smesso di aggirarsi per casa coi kleenex sempre con sé e
non si lamenta più
ogni volta che ci vede baciarci o altro.
Beh in
realtà sono più di tre settimane che non la
vediamo.
Edward
dice di non preoccuparsi troppo e che, matta
com’è, se ne uscirà fuori con
un’altra
delle sue idee strampalate quando meno ce lo aspettiamo.
Sono
passati alcuni mesi d’allora.
L’inverno
ha lasciato il posto a una calda primavera.
Il
giardino di Casa Cullen adesso è ricoperto di verdeggiante
erbetta e le aiuole
di fiori colorati lo colorano come il disegno di un bambino.
Con la cesta
del bucato sotto braccio esco in veranda schermandomi il viso con una
mano.
Il sole
picchia forte stamani e ho deciso di approfittarne per fare qualche
bucato che
rimandavo da tempo.
Edward
è chiuso in camera ricoperto di scartoffie e di tazze di
caffè. Sono almeno tre
giorni che si è rinchiuso in camera e sulla porta gli ho
appeso un simpatico
cartello con scritto “Artista all’opera”.
Le
tende bianche del salone ondeggiano sotto il lieve venticello che si
è alzato.
Sembra
quasi un’immagine da film.
La
bella villetta circondata dallo steccato bianco e i panni ad asciugare
sui fili
appesi fra i pali di legno.
Poggio
la cesta e terra e mi siedo sul dondolo, dove avevo lasciato un libro
ieri
pomeriggio.
Leggo
rapita dalle parole dell’autrice per non so quanto tempo e
nel momento esatto
in cui il bel Mr Darcy fa la sua dichiarazione alla giovane Elisabeth
il
campanello suona riportandomi ai nostri giorni.
Sistemo
il segnalibro e poggio Orgoglio e Pregiudizio nel cesto di vimini che
porto in
casa mentre vado ad aprire la porta.
Controllo
dallo spioncino chi sia, un errore è stato sufficiente, e il
volto sorridente e
solare di Alice mi si presenta davanti.
Sblocco
la serratura facendo entrare in casa il piccolo tornado.
<<
Oh Bella! Bella! Bellaaaa! >> Alice mi riempie il viso di
baci
soffocandomi nel suo abbraccio.
Dietro
di lei riesco a malapena a scorgere il povero Jasper sommerso dalle
valigie.
<<
Alice, sono felice di vederti! Sono settimane che non ti fai sentire!
>>
L’abbraccio stringendola più forte che posso. La
mia piccola matta.
<<
Cos’è tutto questo casino? Sto lavorando!
>> Con un diavolo per capello
Edward ci raggiunge nell’ingresso.
Il
rasoio non lo vede da diversi giorni e i capelli sono ormai due mesi
che non li
taglia.
È
tornato il bigfoot di settembre, ma un bigfoot molto affettuoso.
<<
Cugino! >> Alice mi libera correndo dal povero Edward che
se l’è
ritrovata attaccata addosso come un piccolo koala.
Gli
tempesta il viso di baci così come ha fatto con me e Edward
cerca di
staccarsela di dosso facendo dei versi assurdi.
<<
Jasper lascia pure le valigie qui nell’ingresso e accomodati.
>> Con un
grazie davvero sentito si libera del suo peso stiracchiandosi.
Dopo
che Alice ha obbligato Edward ad andare a rendersi presentabile servo
del tea
freddo in salone.
<<
Allora, dove siete stati di bello in tutto questo tempo?
>> Finisco di
riempire il bicchiere di Edward che mi ringrazia con un bacio sulla
guancia.
Si è
tirato i capelli indietro con una delle mie fasce, non posso nascondere
che è
un po’ buffo.
<<
Oh siamo stati in Texas dalla madre di Jazz. Ha insistito
così tanto perché
rimanessimo un po’ con lei. E poi ci siamo sposati.
>>
Il tea
mi va di traverso e, se non fosse per Edward che mi da delle pacche
sulla
schiena, starei ancora tossendo.
<<
Co-come scusa? >> Poggio il bicchiere sul tavolino prima
che lo lasci
cadere a terra dalla sorpresa.
<<
Ci siamo sposati! >> Tutta felice, Alice ci mostra la
fede d’oro
sull’anulare sinistro.
Sbalorditi
ascoltiamo il racconto, anche troppo dettagliato, sulla loro cerimonia
e sul
viaggio di nozze.
<<
Già che eravamo li con tutta la famiglia di Jazz ne abbiamo
approfittato!
>> Finisce accoccolandosi contro il petto di suo marito.
Oddio mi fa
strano anche solo pensarlo.
<<
E gli zii cosa hanno detto? >> Edward deve schiarirsi la
voce prima di
parlare.
<<
Oh… forse avrei dovuto avvertirli…
>> Pensierosa si picchietta le labbra
con un dito.
<<
ALICE! >> In coro la richiamiamo obbligandola ad andare a
casa dei suoi
genitori per informali del fatto che hanno acquistato un genero nuovo
di zecca.
Una
volta rimasti soli torniamo in sala e ci lasciamo andare sul divano. Ci
guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere come due bambini che hanno
visto
qualcosa di divertente.
<<
Non ci posso credere! >> Mi asciugo le lacrime che mi
sono venute per le
troppe risate cercando di riprendere un po’ fiato.
Edward
scuote la testa e se ne torna in camera col suo solito passo
strascicato.
Raduno
tutti i bicchieri e la caraffa del tea e, una volta in cucina, metto
tutto
nell’acquaio.
Non posso
credere che quella che fino a nemmeno sei mesi fa si disperava per non
aver
nessuno con cui uscire adesso sia sposata.
Se ci
ripenso non posso fare a meno di sorridere per
l’assurdità della cosa.
Prendo
l’insalata dal frigo ridendo fra me e me.
<<
Oddio! >> La lattuga mi cade di mano per lo spavento.
Edward
è di fronte a me, comparso come per magia, con il suo
bellissimo sorriso
strano.
<<
Non te l’ho più chiesto. >> Raccolgo
l’insalata da terra poggiandola sul
lavello.
<<
Cosa? >> Lo guardo incuriosita e il suo sorriso mi fa
sciogliere come al
solito.
Fa un
passo avanti avvolgendomi fra le sue braccia.
<<
La sera che abbiamo fatto l’amore per la prima volta ti dissi
che subito dopo
ti avrei chiesto di sposarmi, ma non l’ho fatto. Spero che tu
non abbia pensato
che fossero parole dette a caso o in preda all’emozione del
momento. >>
Alzo lo sguardo incontrando il suo.
<<
Io ti amo Isabella. Ti amo come non avrei mai pensato di poter fare. Se
provo
ad immaginare la mia vita senza di te mi sento perso. Voglio stare con
te per
tutta la vita. Voglio costruire una famiglia con te. Voglio crescere un
figlio
con te, anche di più. Voglio un sacco di cose, ma senza di
te non ce la posso
fare. Sposami Bella. Sposami amore mio. >> I suoi occhi
non hanno lasciato
un momento i miei, sicuri e determinati mi hanno rapito così
come le sue
parole.
Cosa
posso dire se non << Sì…
>>
Quando
ho varcato la porta di questa casa avevo nel cuore solo la speranza di
poter
tornare vivere. Quella speranza è divenuta realtà
da quando le nostre mani si
sono toccate per la prima volta. Ti Amo Edward.