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Autore: Blackka_star    02/05/2010    8 recensioni
Eccoci all'inizio! Dopo tanto tempo e spinta dalla Sore, ecco che posto la prima parte della mia fanfict yaoi su Soru e Black*Star. Dalla prima parte si capisce molto(o niente), ma non ci sono contenuti "forti".Buona lettura!!^O^ P.S.: Nel caso ci siaono errori di sintassi e/o grammatica, segnalate pure! *baka*
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Black Star, Soul Eater Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Soru x Blacky


E' in giorno come tanti altri. Soleggiato e dal clima mite.

Siamo in primavera ormai, ma non mancano i soliti gironi di pioggia che ne caratterizzano l'inizio.

Soru e io stiamo andando a zonzo per Deathcity. Avevamo in mente di fare un giro per la città e fermarci a mangiare qualcosa al bar.

Io voglio senz'altro una granita alla menta, col sole che c'è oggi è l'ideale. Soru dice di volersi prendere “solamente” un tè alla pesca e una brioche al cioccolato.

Entrati nel locale, avverto subito lo sbalzo di clima rispetto al caldo che c'è fuori e vado a prendere immediatamente posto in un tavolo vicino alla vetrata. Dopo aver ordinato al bancone, ricevo immediatamente ciò che ho ordinato.“Che velocità!”- penso.

Andando a risedermi, noto che un gruppetto di ragazze(saranno state sei o sette) mi stava fissando, ma non gli do molta importanza. Sono troppo concentrato a pensare come trascorrere la giornata con mio “fratello”.

Tra una chiacchierata e l'altra sono trascorsi venti minuti.

Ho come l'impressione che il brusio delle chiacchiere all'interno del locale sia come aumentato. Mi giro per vedere la situazione e vedo il gruppetto di ragazze di prima. Stanno parlando e a volte ridono sguaiatamente. Alcune di loro sono al telefono, forse stanno chiamando altre loro amiche. Mah, chissà! Non che la cosa m'interessi, sia chiaro, ma avevo come l'impressione che fino a qualche momento prima, avessero lo sguardo puntato su di me e Soru in modo alquanto sinistro, come se stessero complottando qualcosa. Sento un brivido percorrermi la schiena.

Allora, dopo aver finito la granita dico a Soru di andarcene(aveva finito prima di me...!), proponendo di passare per il parco. Lui annuisce, va a pagare e usciamo.

Siamo ormai lontani da quel bar e faccio un gran sospiro per il sollievo di essermene andato via prima che quel mio sospetto (infondato) si sia tramutato in qualcosa di sgradevole...

Svoltando l'angolo, non si sa né come né perchè, con mia grande sorpresa vedo una folla di ragazze!! Tra di loro ci sono anche quelle che avevo visto al bar, pochi minuti fa.

In preda al panico, sono come paralizzato. Non so cosa fare. Soru si gira per vedere se si può scappare dietro da dove siamo venuti, ma ci hanno bloccato la strada. Siamo circondati: a destra c'è un muro di cemento armato e a sinistra dei cespugli. Non abbiamo vie di fuga.

Ad un certo punto alcune di loro iniziano a gridare in coro:

<< YA-O-I! YA-O-I! YA-O-I!! >>.

Non c'è dubbio: sono fangirl. Come sempre assetate di Yaoi e incesti incestuosi!!!

Immediatamente, anche le altre ripetono la parola. Il rumore aumenta. Vado nel panico più totale!

Cerco di distogliere la mente da questo fracasso. Chiudo gli occhi. Tra quelle voci, riesco a sentirne una famigliare. Riapro gli occhi e guardo dove credo di aver sentito quella voce. Sono stupito. Quella voce appartiene a Maka-chan! C'è anche lei?!?

Soru non l'ha notata: è troppo preso dal trovare un modo per fuggire da quelle maniache...

Come colpito da un lampo di genio, si gira verso di me e mi prende per la mano. Io non capisco. Lui si volta verso i cespugli, dove c'è il parco. Dice qualcosa sottovoce, ma non lo sento. Ci mettiamo a correre. Le fangirl non demordono e incominciano a inseguirci.

Abbiamo corso per quattrocento metri (così penso, ma non ne sono sicuro) e le fangirl continuano il loro folle inseguimento. I miei battiti stanno aumentando e sto ormai incominciando a non sentire più le gambe. Credo che Soru se ne sia accorto, perchè ci stiamo dirigendo verso un sentiero occultato da alberi e arbusti vari per sfuggire dalla folla. Io mi siedo, sempre tenuto per mano da Soru, per riprendere fiato, anche se per poco, perchè dopo essersi assicurato che non ci sia più neanche una di quelle sanguisughe , Soru mi dice di resistere ancora per poco e ripartiamo. Dal percorso che stiamo facendo, nonostante sia un po' stordito, intuisco che stiamo andando a casa sua.


L'appartamento è al secondo piano. Suggerisco di prendere l'ascensore, perchè io possa riprendermi totalmente dalla corsa di poco fa e far sparire questo terribile fiatone.

Una volta entrati, pigio il pulsante e le porte si chiudono.

Mi sento in qualche modo sollevato. Sollevato di non avere quelle fangirl ad inseguirci come forsennate. In questa manciata di secondi, assorto nei miei pensieri, mi accorgo di stare fissando Soru.

Sta in posizione semi eretta, appoggiandosi con le mani sulle ginocchia. Ha la testa rivolta verso il basso. Parte della frangia e degli altri capelli gli si sono appiccicati sulla fronte e sulle guance madide di sudore,. Sento che anche lui ha il respiro affannato, ma sicuramente meno di me.

Che carino!!”, penso.

Lui si gira, mi fissa e mi fa un sorriso con fare complice.

Spalanco gli occhi, credendo di aver detto quel pensiero a voce alta e che lui abbia sentito. Probabile.

Sento una fitta al cuore. Ho come una sensazione che mi opprime il petto. Non so come descriverla. E' paragonabile a un carbone ardente, dall'elevato calore, al cui interno è sito un frammento di ghiaccio perenne.

E' una sensazione sgradevole, ma allo stesso tempo so di non poterne fare a meno.

L'ascensore si arresta. Sento un suono simile alla campanella della Shibusen e le porte si aprono. Percorriamo il corridoio. Soru si dirige verso la terza porta a sinistra. Lo seguo. Tira fuori dalla tasca un mazzo di chiavi. Non ne ha molte, quindi posso supporre con certezza a cosa servano: una chiave, quella con l'impugnatura massiccia di colore arancio con due strisce oblique nere è senz'altro quella del motorino. Quella azzurra con la scritta “SOUL”, invece è dell'armadietto alla Shibusen. Le altre tre saranno quelle di casa.

Prende una delle chiavi (tra le tre, la più sottile) e la infila nella toppa della porta, quindi la gira. La porta finalmente si apre.

<< SAFE!!!! >>, mi viene da dire, con tutta la voce che ho in corpo.

Soru mi fissa e gli scappa un sorriso.

Mi torna in mente il momento della fuga, quando mi aveva preso per mano e ha iniziato a correre. Penso che dovrei chiedergli cos'era che mi aveva detto in quel istante, prima di partire.

<< Soru, cos...!! >>

Non me ne lascia il tempo.

Mi prende e mi porta in camera...il mio stato confusionale aumenta.

<< M-ma,... >> non riesco a dire altro.

Sta chiudendo dietro di sé la porta. Sento un clack. Immagino che abbia chiuso a chiave. Anzi, siamo chiusi a chiave in camera sua!

<< S-Soru?!? >>

Non capisco bene che tipo di espressione abbia, perchè gli occhi sono coperti dalla frangia. Ma questo mio dubbio dovrà subito lasciar posto ad altro.

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