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Autore: GoldSaints    03/05/2010    12 recensioni
Santuario di Athena, Grecia. Il Pontefice impazzito è nervoso, sa che Athena è viva e presto, da Tokyo dove si è rifugiata per tredici anni, verrà a reclamare scettro e trono regale. Per pensare meglio, ordina nel villaggio di Rodorio una pizza Quattro Stagioni, nel ristorante di recente apertura. Il Pontefice non sa cosa lo aspetta, Francesco si staglia all'orizzonte. THE SANCTUARY: REALODED. [Può avere effetti collaterali, assumere con cautela: presenza di un Gary Stu]
Genere: Commedia, Parodia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Rodorio la vita scorreva diversamente che altrove

Quella sporca dozzina

Saint Seiya - The Sanctuary: Reloaded

 

 

(by Gold Saints Milo, Camus & Aphrodite)

 

 

 

 

EPISODE 02

Non ti fermare! La Prima Casa sbarra il cammino!

 

 

 

 

Iniziò la sua corsa nel buio, solo i gradini candidi spiccavano nelle tenebre, come intagliati in una stella, invece che nel marmo. Sulla sua testa, le costellazioni vegliavano la missione del giovane Francesco.

Trasalì un momento quando la Casa del Montone Bianco gli si stagliò davanti, eburnea e solenne. La contemplò come un’apparizione e rallentò la corsa, ma non si fermò mai. Un passo dopo l’altro salì tutti i gradini e penetrò nel Tempio, in silenzio.

Man mano procedeva, lentamente ormai, sui pavimenti lucenti e tra le colonne, i suoi occhi si abituarono al buio. E allora notò davanti a lui la sagoma di un giovane che si avvicinava.

Sembrava un ragazzo più o meno della sua età, con grandi occhi luminosi e avvolto da strani abiti orientaleggianti. Gli sorrise, pacato, e ciononostante Francesco si arrestò facendo un passo indietro.

Irradiava calma e serenità, ma qualcosa nel suo aspetto lo induceva a credere che sarebbe bastato un passo falso per farlo finire faccia a terra.

Francesco ignorava il potere dei Saint e anche se i racconti degli abitanti di Rodorio lo avevano messo in guardia e fatto fantasticare, solo adesso percepiva una briciola di quello che poteva significare avere a che fare con loro. Era dunque un Cavaliere?

“Fammi passare”, cercò di intimidirlo, aggrottando le sopracciglia.

Il giovane lo guardò di rimando. Sbatté le palpebre e gli si avvicinò scrutandolo, in un ondeggiare morbido dei lunghi capelli lilla.

Osservò il contenitore delle pizze sulle sue spalle. Era forse un cloth? Eppure non sentiva provenire alcun cosmo.

“Chi è a chiedermi di passare?” domandò, vellutato e duro insieme “Quale stella ti guida, giovane?”

“Sono Francesco” rispose prontamente l’altro. “…del Prontopizza”.

Un gesto alle sue spalle, a indicare sommariamente verso Rodorio e il ristorante d’asporto.

Mu, Cavaliere d’Ariete della Prima Casa continuò a guardarlo in silenzio, come se lo stesse studiando. Sbatté gli occhi, distendendo l’espressione in quel viso delicato. E poiché sembrava non avere nessuna intenzione di togliersi di mezzo, Francesco continuò: “Devo fare una consegna”.

“Prontopizza”. Mu lo scandì bene, a voce bassa ma perfettamente udibile, quasi fosse un termine arcano dal profondo significato esoterico. Non ricordava alcuna costellazione del Prontopizza, ad onor del vero, ma, per Athena, erano pur sempre un’infinità anche per lui. “E chi ti manda, giovane Francesco del Prontopizza?”

Francesco aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse.

Si guardò alle spalle. Tornò a guardare Mu, davanti a lui.

Ma che cazz… pensò.

Invece disse: “Mi manda il Prontopizza, chi altri?” e si rese conto solo dopo averlo detto di quanto poteva sembrare il nome di una divinità aliena quel termine, alle orecchie del Cavaliere. Tentò di correre ai ripari, ma l’altro annuì con un gesto deciso, come tutti i Saint annuiscono sempre nel manga di Kurumada.

“Speravo di udire il nome del tuo Maestro, ma comprendo che ora tu stia seguendo la via che il Prontopizza ti ha indicato”. Parlava con una cadenza musicale e solenne, mentre lo aggirava, i passi felpati, aggraziati, quasi. Sfiorò con le dita lo zaino cubico sulle sue spalle. “Trovo che siano necessarie delle riparazioni e degli interventi, se intendi portare a termine una missione con questo, Francesco del Prontopizza.”

Francesco lo guardò costernato: maledetto doppiaggio storico, gli sembrava di parlare con Omero redivivo! Lo fissò con determinazione. Non avrebbe ceduto, anche se al momento sentiva solo il bisogno di girare sui tacchi e scappare verso Rodorio il più velocemente possibile.

Il Cavaliere parve comprenderlo e gli lanciò uno sguardo che gli allentò i muscoli, infondendogli serenità e conforto, in quel bagliore aureo che irradiò dalla propria figura.

“Io sono Mu. Mu del Montone Bianco”, si presentò.

E no, non era una rosticceria.

 

Mu era tornato al Santuario per recuperare alcune cose dalla Prima Casa e poi allontanarsi di nuovo. Verso sera, per non essere visto da nessuno, se non dai pochi con cui avrebbe voluto scambiare qualche parola. Come Shaka o Aldebaran, ad esempio.

La verità era che non viveva più al Tempio da molto tempo. Erano quasi tredici anni ormai, da quando aveva compreso quello che gli altri Cavalieri, all’epoca ancora bambini, non avevano visto: che non era Shion il Sacerdote alla Tredicesima Casa, ma un usurpatore crudele.
Così si era ritirato nel Jamir, da tempo, insieme all’allievo Kiki che lo stava aspettando proprio là, sulle montagne del Tibet in quel preciso istante.

Mu non si era fatto trarre in inganno perché conosceva bene Shion, che era stato il suo Maestro. E Shion l’aveva preparato bene, nella sua infanzia, fino renderlo degno di indossare l’armatura d’oro di Aries. Molto bene. Troppo bene perché si lasciasse mettere sotto da un ragazzino qualunque: alla fine ottenne lo zaino di Francesco e si sedette tra le colonne per rafforzarlo.

A dire il vero il ragazzo aveva mosso qualche rimostranza, all’inizio:

“No guarda,” aveva iniziato Francesco “Cioè, Scusami. Nel senso. Ti ringrazio, eh? Cioè. Qualunque cosa tu voglia fare, dico. Cos’è poi che vuoi fare? No, senti. Io devo lavorare, capisci? Sei gentile…” e aveva cercato di aggirarlo.

Di aggirare il Grande Mu.

Ce l’aveva fatta, anzi, e si era appunto mosso verso l’uscita quando, semplicemente, se lo era ritrovato davanti, con quell’aria serena a metà tra Santa Maria Goretti e il Buddha, con buona pace di Shaka di Virgo.

Francesco aveva sollevato un sopracciglio e aveva fatto un salto all’indietro: come si era mosso così veloce? Era dunque quello il potere di un Cavaliere d’Oro?

“Dovrebbe essere molto più resistente”, stava dicendo intanto Aries, mentre cercava di impadronirsi dello zaino. Francesco era sgusciato immediatamente fuori dalla sua stretta, recuperandolo.

“Questo è troppo importante! Non posso cedertelo!” il giovane si era raddrizzato in tutto il suo orgoglio guerriero. Mu dell’Ariete si era aspettato forse che avrebbe ceduto quella pizza così facilmente, fallendo la propria missione?

L’altro aveva annuito grave in risposta. “Comprendo, giovane Francesco del Prontopizza. Ma come pensi di giungere fino al cospetto del Gran Sacerdote, altrimenti?”

“…salendo i gradini?”

Il ragazzo aveva cominciato a preoccuparsi. Era davvero la consegna più difficile in cui fosse incappato da quando suo padre aveva aperto l’attività a Rodorio.

“Perché questa domanda?”

Mu aveva preso tempo, dandogli le spalle, e si era voltato corrucciato verso l’uscita della Prima Casa. “Ragazzo, comprendo che il tuo coraggio ti renda pronto a considerare facile impresa quella di giungere al cospetto del Grande Sacerdote… ma non lasciare che la superbia accechi il tuo cuore. Sai bene, ne sono certo, che vi sono pericoli oltre questo ingresso che sarai chiamato ad affrontare.”

Aveva fatto una pausa: era sembrato incupito, nell’ombra del tempio, persino il lilla sereno dei suoi capelli. Francesco, che doveva solo consegnare una Quattro Stagioni e una Coca Cola, aveva passato il peso da un piede all’altro, con l’imbarazzo di chi non capisce quello che succede, ma che è troppo educato per protestare. E in quell’attimo di accettazione, aveva appoggiato sul marmo la sua scatola delle pizze.

Mu aveva sorriso e il suo sorriso aveva rasserenato la notte nel tempio. Il lilla dei suoi capelli era parso più chiaro, adesso. Aveva preso lo zaino ed era scomparso nel tenue bagliore delle sue stanze private.

 

Francesco se ne stava da qualche minuto appoggiato ad una colonna, seduto a terra, le ginocchia al petto. Era la terza volta che alzava lo sguardo verso la porta di legno oltre la quale Mu del Montone Bianco era scomparso. Sussultò quando finalmente il Cavaliere uscì e con orgoglio gli mise tra le mani ciò che gli apparteneva.

Francesco la ricevette sconvolto. “Ma tu…”

Mu annuì. C’era voluto poco. Non più di qualche colpo di martello e scalpello, una manciata di orihalcol e chissà quale altra diavoleria, ma adesso quella scatola era decisamente migliorata. Se non altro in resistenza.

“Sembra… come nuovo!” il giovane di Rodorio sentì pizzicargli gli occhi per la commozione. Nella propria mente si rivide bambino, quando per la prima volta ricevette quella scatola dalle mani di suo padre.

 

“Francesco! Francesco, vieni qui!”

“Aspetta, papà!”

“Francesco!”

“Solo un attimo!” Francesco preme due pulsanti insieme e finalmente sconfigge l’avversario sullo schermo. Mette la Playstation in pausa e raggiunge il padre di sotto. Ha appena tredici anni, l’età di tutti i veri protagonisti di Kurumada, quando il genitore gli comunica che lo vuole al proprio fianco nel servizio a domicilio della nuova pizzeria a Roma. Nessuno dei due ancora sa che presto l’attività fallirà in quella città moderna e, chissà come, finiranno entrambi in Grecia, a Rodorio.

Quello che conta è che il padre prende uno zaino di stoffa, dalla forma cubica da dietro al bancone. E’ lucido, con la scritta Prontopizza che prende tutto il campo. Profuma di nuovo.

Gonfiando il petto orgogliosamente, l’uomo lo porge al figlio, che lo prende con delicatezza, come se fosse una piccola dea in fasce appena messa in salvo.

“E’ tuo, adesso” gli viene detto. E Francesco serra le labbra con determinazione.

 

Mu sorrise, come se potesse vedere i ricordi del giovane attraverso i suoi occhi. C’è qualcosa in lui che lo spinge a credere che potrebbe davvero arrivare alle stanze del Grande Sacerdote. E allora… chi  può dirlo? Da cosa nasce sempre cosa. Era solito ripeterlo spesso, Shion.

“Ora di certo è più resistente. E il materiale con cui l’ho rafforzata sarà capace di adattarsi insieme a te alle insidie che ti attendono. Senza contare che trattiene il calore il contenuto resterà caldo. Tieni”.

Gli consegnò un involto profumato, in aggiunta. Francesco abbassò lo sguardo. Erano biscotti fatti in casa. Osservò il guerriero che glieli aveva porti.

“Avrai bisogno di qualche genere di conforto durante la tua salita” mormorò e il suo sorriso fu quasi triste, poiché conosceva i Cavalieri d’Oro che il ragazzo avrebbe dovuto affrontare.

Francesco non sapeva che quei biscotti gli avrebbero salvato la vita, qualche Tempio più in su. Ma dando ascolto al suo istinto li prese. Li ripose con cura nel suo scrigno riparato e se lo rimise sulle spalle.

“Grazie, Mu dell’Ariete”, esclamò, commosso.

“Vai, adesso, Francesco del Prontopizza. Che Athena ti protegga”.

Francesco annuì, il cuore gonfio d’affetto per quell’uomo sconosciuto e pieno di determinazione per la missione che doveva compiere. Per non tardare oltre, prese a correre verso l’uscita, verso la scalinata di marmo che l’avrebbe condotto alla Seconda Casa.

Mu rimase a guardarlo finché non lo vide uscire, poi si avviò all’interno dei propri appartamenti a fare quello che doveva fare. Deciso come una roccia. Serio come un antico Maestro.

Lilla come qualcosa di molto lilla.

 

 

 

 

 

L’angolo del ProntoPizza

(anche servizio d’asporto)

 

Finalmente posso dedicarmi alle risposte! Io, Francesco, farò di tutto per non deludere le aspettative e l’entusiasmo che voi tutti avete messo nel sostenermi! Non so davvero come ringraziarvi per tanto amore! Lo ricambierò con le azioni!

Porterò questa pizza perfino scorticandomi le ginocchia! Siete con me?

Kijomi: Carissima, sono più che lusingato dall’offerta. Ma non sono solito mischiare amore e lavoro. Scusa, baby.

Beat: Grazie, bella fanciulla! Sento già il tuo cosmo dentro di me! Woooooooooh!

Night Fox: Non mi arrenderò, mia cara! Il tuo supporto mi farà giungere fino al Grande Sacerdote!

Diana924: Grazie, dolcezza! Io seguirò le ordinazioni con precisione! Alla fine la giustizia trionferà! Nessuno dei Gold Saint oserà toccare questa pizza!

Regina di Picche: Vostra Maestà, Francesco è il mio nome e lo porterò a mento alzato! Seguimi, ne vedrai delle belle!

Kiki May: Sto giusto iniziando! Se dovessi trovare Mary Sue sulla strada, spero che tu possa aiutarmi infondendomi il tuo Cosmo!

Shinji: Sarò più che lieto di conoscere questo Dylan! Ama la pizza? Preciso, inoltre, con la gentile amministratrice di questo sito che il signor Shinji non ha niente a che fare con la mia creazione: è solo interessato a me e di questo gli sono molto grato!

Renge_no_hana: Per questo complimento, a te un buono gratuito del ProntoPizza! <3

Ruri: Con tutta questa fiducia non potrebbe essere che così! Di certo andrebbe meglio se uno stambecco mi aiutasse nella salita! Ma ce la farò! Confida in me, mia cara!

Makochan: grazie infinite! Sento già il mio spirto guerrier ch’entro mi rugge! La scalata inizia!

Blackvirgo: ti ringrazio, cara, e spero che mi accompagnerai fino alle stanze più alte: il mio coraggio non vacillerà!

Kellyvideomaniacatv: Sayonara, Kelly! E grazie dell’interessamento! Sono felice di averti al mio fianco in questa impresa! Presto, in nome del ProntoPizza!

Ayako_chan: so bene che le difficoltà sul mio cammino saranno immense e spinose, ma mai mi tirerò indietro. Mi guarderò dalla Quarta Casa. Ma ora in marcia!

ArabianPhoenix: Non posso che ringraziarti dei tuoi incoraggiamenti e dei tuoi voti! Le tue parole daranno più forza al mio Cosmo!

Saorilavigne: Ah, grazie, adorabile fanciulla che nasconde le sembianze del Buddha della Sesta Casa! Seguimi nell’impresa. Ma non rubarmi la pizza!

Webmistress Erika: Sono certo che i proprietari dell’account ti abbiano già spiegato la situazione e sono certo che tutto si sistemerà nel migliore dei modi. Un ban sarebbe sgradevole e ingiusto per chi non ha commesso infrazioni! Per conciliare, sappi che offrirò una pizza e una coca anche a te, mia cara!

Keyra93: I miei ringraziamenti anche a te, che giungi adesso che riprendo il mio cammino! Come vedi, il capitolo è tutto per te!



Le autrici vorrebbero inoltre ringraziare La belle dame, il nostro Dolce Mu, per l'ispirazione al magnifico intervento di Aries. Il Mu di cui leggete è merito suo. Adoratelo liberamente!

   
 
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