Film > Pirati dei caraibi
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Autore: DarciaSama    03/05/2010    1 recensioni
Quel passero dai grandi occhi mogano era perseguitato dal ricordo di Davy Jones che affondava la sua spada nel petto di Will Turner: il dolore dipinto sul suo volto, la paura di perderlo per sempre, la voglia di vendicarlo pugnalando quell'orrendo cuore con tutta la violenza di cui era capace...nonostante fossero passati due mesi non riusciva ancora a dimenticare. Da quando era tornato a bordo della Perla Nera la sua bussola aveva cominciato a puntare una rotta diversa da quella che portava alla Fonte della Vita Eterna perché la mente del capitano Jack Sparrow volava al di là degli oceani di questo mondo per raggiungere il capitano dell'Olandese Volante.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Jack Sparrow, Will Turner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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UN VASCELLO IN BALIA DELLA TEMPESTA

 

 

Jack stava riemergendo dall'abbraccio di Morfeo e comprese, dalla sensazione di bagnato e di calore, di essersi addormentato durante il bagno.

Provò a muoversi e percepì il torpore dei suoi muscoli oltre alla loro impossibilità di muoversi, come se ci fossero dei pesi a contrastare i loro movimenti.

Aprì gli occhi e gli ci volle qualche secondo per mettere a fuoco ciò che era davanti a lui: la sua coscienza che aveva preso forma del suo tormento.

La figura si avvicinò al suo viso reggendosi sulle sponde della vasca e sostenne il suo sguardo con intensità, poi le sue labbra si dischiusero invitando il pirata ad approfittarne. Il capitano, ancora intorpidito dal sonno e incoraggiato dall'idea che fosse tutta opera della sua immaginazione, si lasciò andare all'istinto e baciò il ragazzo davanti a lui.

La dolcezza rude di quel contatto portava con sé i sapori del mare e delle cattive abitudini piratesche, gli odori del legno e della polvere da sparo e il moto ondoso dentro di loro che cominciava a far presagire l'arrivo di una tempesta.

Quando si divisero, qualcosa diceva a Jack che quel bacio era stato troppo denso di sensazioni, troppo fisico per essere solo frutto della sua immaginazione. Protese una mano verso il viso del suo compagno e, quando lo toccò, questo non svanì come in un sogno infranto, ma aveva una consistenza: era morbida pelle sotto la sua carezza.

Le sue dita lambirono le labbra del compagno, prima di riconquistarle con un fugace bacio.

 

J- Allora sei proprio tu! -

 

Sussurrò Jack con voce roca.

Will sorrise.

 

W- Cosa credevi? Che fossi un'apparizione? -

 

Il capitano della Perla mostrò i suoi denti d'oro e d'argento in un ghigno d'assenso mentre sistemava una ciocca ribelle dietro l'orecchio del ragazzo.

 

J- Come hai fatto a scoprire il mio segreto? -

 

Will gli indicò una direzione con un cenno del capo. Il capitano vide la bussola aperta sul tavolino di fianco alla vasca.

 

J- Oh, no! Lo sapevo che avrei dovuto farle fare il bagno anche a lei, così se ne stava zitta! -

 

Il pirata guardò di sottecchi il compagno con aria accigliata, come per testare che non fosse rimasto scosso dalla sua affermazione bizzarra, poi tornò a guardare di fronte a sé, immotivatamente attonito. Il giovane uomo al suo fianco si avvicinò, sfiorando la sua pelle nuda con i vestiti bagnati e gli sussurrò all'orecchio.

 

W- Mi è stato riferito che il grande capitano Jack Sparrow ha passato notti insonni perchè scosso dal nostro ultimo incontro con Davy Jones...-

 

Jack alzò lo sguardo su un punto non precisato, come se si stesse rivolgendo a un giudice seduto dietro un podio.

 

J- Calunnie! Diffamazioni! Divulgazione di... -

 

Il giovane non lo lasciò terminare. Prese il viso del pirata tra le mani.

 

W- Ho sempre odiato il tuo modo sfacciato di mentire! -

 

E senza lasciargli il tempo di respirare lo trasportò nel maremoto di un nuovo bacio.

 

La tempesta era cominciata.

 

Will si sedette sul ventre del capitano, lasciando che questi lo liberasse dai vestiti bagnati e, in seguito, si adagiò lasciando che i loro corpi aderissero l'uno all'altro. Entrambi percepivano il calore che scaturiva da quel contatto infervorando la loro passione e portando il ragazzo a voler prendere di più dal suo capitano, a voler dimostrargli i suoi sentimenti nascosti per troppo tempo dalla sua ipocrisia.

Will abbandonò la bocca del suo uomo per discendere il suo collo fino all'incavo della spalla e respirare il suo profumo intenso:la fragranza della pelle arsa dal sole dei Caraibi, l'aroma dei capelli mossi dall'aliseo, l'aulenza dell'oceano e l'essenza della pura libertà.

Riprese a percorrere il suo corpo sfiorando quella pelle ambrata con le labbra fino alla convergenza delle clavicole e, da quel punto, lasciò che la lingua uscisse a lambire l'epidermide salata dello sterno discendendo la linea dei pettorali fino a quella degli addominali, mentre una mano del giovane ripercorreva la scia umida sentendo i piccoli spasmi che scuotevano il petto del pirata.

Jack era in estasi per ciò che i suoi sensi stavano sperimentando. Non poteva far nient'altro che abbandonarsi alla lussuria e sentire ogni muscolo contrarsi al tocco di quella bocca su di sé. Sentiva il sangue confluire al centro dei suoi fianchi che si tendevano in alto, pregando Will, tra gemiti e sussulti, di liberarlo da quella tortura che lui gli provocava e che lui solo poteva sedare.

Puro piacere si propagò attraverso il suo corpo quando il giovane capitano accolse il suo membro tra le labbra calde. Tese il petto in avanti inarcando la schiena e mise una mano tra i capelli ondulati del compagno, stringendo la presa ogni volta che la sua eccitazione affondava nella bocca dell'amante.

Quando ormai Jack era al limite, Will si scostò bruscamente dal suo membro ed egli gemette per il dolore dell'insoddisfazione. Ma il ragazzo lo ignorò e alzò dolcemente il bacino del capitano dedicandosi, con la bocca, alla sua parte più remota con delicate penetrazioni e morsi. Jack dischiuse le labbra in un tacito grido rivolto al tetto ligneo. Divaricò le gambe per facilitare il compito al suo diletto e socchiuse gli occhi gemendo morbidamente quando si sentì penetrare più in profondità...ogni suo lamento mandava Will in visibilio.

Poco dopo percepì, per la seconda volta, l'algore dell'abbandono.

Will si appoggiò sull'addome del pirata, chinandosi sulla sua bocca. L'uomo, desideroso almeno di trovare soddisfazione nel bacio del suo amante, si protese in avanti, ma l'altro, divertito, si ritrasse deludendo per l'ennesima volta le speranze del capitano che lo guardò con occhi disperati e imploranti.

 

W- Non ho mai visto Jack Sparrow bramare così supplichevolmente qualcosa o qualcuno. Devo dire che tale visione mi alletta. -

 

 

J- Bastardo! -

 

Will rise e si avvicinò all'orecchio del bucaniere parlando con lascivia.

 

W- Non sai che l'attesa e la sofferenza amplificano il gaudio della gloria? -

 

E nuovamente prese possesso delle vellutate labbra del suo bel capitano, più prepotente e famelico che mai, facendolo annegare in quel denso bacio.

Ad un tratto percepì le mani del capitano scorrere dalla sua schiena fino al bacino e, con una leggere pressione sulle natiche, gli fece capire di avvicinarsi.

Will lasciò la bocca di Jack e lo guardò: un barlume di malizia scintillò nei suoi profondi occhi scuri e un ghigno sbieco incurvava le sue labbra.

Il bucaniere attirò al suo viso i fianchi del ragazzo e prese a gustare la sua erezione con sapiente voluttà accarezzando le sue cosce umide.

William insinuò le sue dita nei dreadlocks e nelle ciocche ancora libere del suo amato, abbandonandosi al piacere che questi gli donava e gettò la chioma indietro, come un'onda che si infrange su di un vascello in balia della burrasca.

Ogni tocco del capitano sul suo basso ventre lo portava alla disfatta della ragione, a volere sempre di più, ma nella mente gli riapparve chiaro il suo obbiettivo e, facendo appello ad ogni brandello di volontà rimastagli, indusse il compagno a distogliere l'attenzione dal suo membro.

Jack lo guardò confuso, timoroso di un suo ripensamento. Dopo tutto quello che era successo in quella sala da bagno...

Ma l'ex fabbro non desiderava affatto placare la furia della loro passione. Con la mano discese lentamente tra le sue gambe e, accarezzando l'erezione insoddisfatta, indusse il capitano ad accoglierlo tra le sue cosce. Quelle dita maliziose che toccavano il suo membro si spostarono più in basso, laddove la lingua aveva già esplorato e, quando un primo dito si insinuò, birichino, nel suo accesso, il pirata trattenne il respiro, palesando la sua sofferenza. Nel momento in cui la pressione sul piccolo antro diminuì, Jack espirò; ma non trascorsero molti attimi che il giovane inserì un altro dito e rientrò nel suo intimo, inducendolo a artigliare con le dita i bordi della vasca per reprimere un piccolo grido.

Will si abbassò sull'addome dell'amato e saggiò il suo tenero ombelico con la bocca tentando di distrarre Jack dall'invadenza di un terzo dito che si faceva strada in lui.

L'uomo gettò indietro la testa, emettendo un singulto simile ad un guaito e, quando le penetrazioni continuarono, istintivamente si aggrappò alle spalle dell'altro.

Will, ritenendo che fosse sufficiente, lo liberò dall'intrusione. Si portò all'altezza del collo del suo amato e ghermì quella gola lievemente ambrata con le labbra.

Quando sfiorò la pelle appena sotto l'orecchio, Jack gemette delicatamente, porgendosi sempre più a quella bocca premurosa.

Il capitano dell'Olandese, avendo scoperto quel punto sensibile, prese a baciare e stuzzicare insistentemente quel parvo lembo di incarnato al fine di non far placare il dolce pigolare inebriante di quel passero tra le sue braccia.

Jack aveva il fiato spezzato dal giubilio che lo pervadeva aumentando la sua eccitazione e la sua sofferenza. Il bel giovane che lo sovrastava lo aveva assuefatto con i suoi baci e le sue carezze, ma ora non gli bastavano più.

Sentì qualcosa spostarsi verso i loro bacini, sfiorando i loro addomi madidi per un istante. Jack comprese che Will aveva afferrato l'erezione con una mano e ora l'accostava al suo antro.

 

W- Col vostro permesso, mio capitano... -

 

Un grido saturò l'aria della sala da bagno.

 

Il giovane aveva violato quel corpo remissivo al suo volere con un unico movimento di fianchi. Il suo torace era stato cinto da braccia forti che quasi imploravano pietà e che lo portavano a chiedersi il motivo del suo gesto indelicato.

Si strusciò contro la guancia dell'altro, come per chiedere perdono, respirando ancora una volta il profumo dei suoi capelli. Jack rispose all'effusione con quella dolcezza che di solito non mostrava apertamente , ma traspariva solo dai suoi grandi occhi bruni. Si poteva considerare perdonato?

Una seconda spinta permise a Will di entrare completamente nel corpo del suo prediletto che si irrigidì, affondando le unghie nella schiena a cui era aggrappato.

Il pirata sentiva il fuoco bruciargli dentro ogni volta che il suo amante entrava in lui, infliggendogli sofferenza fusa ad ebbrezza... erano ormai molti anni che il suo fisico non si piegava a quel modo di fare l'amore.

Le labbra di Jack furono catturate nuovamente da quella bocca febbricitante, desiderosa di trovare sollievo al suo appetito. Il furore che il ragazzo usava nel cibarsi di lui lo invase e, preso dall'impeto, gli cinse la vita con le gambe, mentre il compagno affondava ancora una volta nel suo intimo.

I loro corpi si univano e si dividevano e si ricongiungevano al ritmo di una silenziosa ballata, come le nere nubi che si addensano nel cielo, sospinte dai venti.

Il dolore causato dalla penetrazione andava attenuandosi, permettendo a Jack di sentire le dita dell'amante accarezzare la sua erezione con la delicatezza che si usa a un bocciolo di rosa. Will diminuì lo spazio di tempo tra il battere e il levare delle intrusione, appoggiandosi con la fronte sull'incavo della spalla del suo capitano per dare maggior vigore alle spinte. Sentiva il dolce respiro accelerato di quello splendido passero scivolare sul suo collo e, alle volte, quel lieve soffio portava con sé un delizioso gemito che era sfuggito al suo controllo. Eccitato dal suo tentativo di controllarsi e dalla sua completa passività, Will desiderò vedere Jack completamente disinibito, preda dei suoi sensi, fino a cancellare la sua ragione e ridursi a pura sensualità.

Il giovane capitano rallentò esasperatamente il ritmo del suo bacino, uscendo quasi completamente e insinuandosi fino in fondo a quel corpo rovente.

Jack strinse Will a sé con tutte le sue forze: quell'improvviso cambiamento lo stava facendo annegare nel mare dell'insania. Ma non ebbe il tempo di abituarcisi che il ritmo mutò di nuovo.

Will lo violò, ancora e ancora, sempre più veloce, fino a che ottenne ciò che desiderava: indurre quel passero a cantare solo per lui.

Era appagante sentire gemere così languidamente capitan Jack Sparrow svestito di ogni inibizione e privato di ogni brano di razionalità.

L'uomo, reso bramoso da quel gioco impudico, prese il volto del ragazzo tra le mani e di nuovo si unì con lui nel trasporto di un bacio lascivo e divorante che possedeva il ritmo travolgente dei loro corpi, tesi nel culmine della tormenta.

Will, come l'oceano che si abbatte contro la scogliera, si liberò, con un ultimo affondo, in quel luogo di meravigliosa perdizione, mentre Jack, con un delicato lamento sussurrato all'orecchio del compagno, si lasciò andare alla violenza del piacere che si irradiò in lui simile ad un veliero in balia del maremoto.

 

La quiete dopo la tempesta.

 

La beatitudine si impossessò delle loro membra sfinite e Will si posò sul petto del capitano avvolgendogli il torace in un caldo abbraccio mentre questi prese a giocare distrattamente con i suoi capelli madidi.

 

W- Non avrei mai creduto di fare una cosa del genere, prima d'ora...

 

Proruppe Will, spezzando il pigro silenzio che si era venuto a creare.

Jack sorrise.

 

J- Nemmeno io avrei mai creduto che saresti riuscito a fare una cosa del genere...

 

W- E dire che ero venuto solo per ringraziarti di avermi salvato la vita.

 

A quell'affermazione, gli occhi di Jack si offuscarono.

 

J- Non ti ho salvato, Will. Non sono riuscito a evitare di condannarti su una nave a raccogliere morte per l'eternità. Ti ho diviso da Elizabeth e il tuo cuore non batte più nel tuo corpo, ma tra ferro battuto e legno intarsiato. Come puoi sostenere che ti abbia salvato la vita?-

 

il capitano dell'Olandese Volante sospirò e, alzandosi sui gomiti, piantò i suoi occhi in quelli dell'uomo.

 

W-Era per questo che non dormivi? Perché ti sentivi in colpa? E di cosa? Del fatto che ora sono qui con te? Che non sono morto ma, anzi, sono immortale? Dov'è andato a finire il leggendario Jack Sparrow che io conoscevo?-

 

Jack distolse lo sguardo. Non poteva soffrire quella iridi che lo indagavano nel profondo.

 

W- Jack, credimi! Non hai niente di cui pentirti! -

 

Il giovane lo vide rabbrividire. Chissà da quanto tempo era immerso in quella vasca... gli scostò una ciocca dal viso e gli posò un bacio sulla fronte.

 

W- Ora è meglio se usciamo dall'acqua, stai cominciando a tremare...

 

Mentre stava per scavalcare la sponda della vasca, il braccio di Will venne afferrato da una mano forte...Jack lo stava trattenendo guardandolo con l'ostinazione di un bambino.

 

J- Sul serio va bene così? Un eternità su una nave collezionando anime e sopravvivendo alla tua donna e ai tuoi futuri figli? -

 

W- Se tu diventassi immortale come tu sogni e se ci fosse sempre un posto per me sulla Perla, allora potrei sopportare tutto questo, bramando il giorno in cui le nostre rotte si incroceranno di nuovo.

 

In quel momento il broncio di Jack si trasformò in un bellissimo sorriso.

 

J- Allora cercherò quella dannata Fonte della Vita Eterna in tutti i Sette Mari! Dovessi riportare Calypso in forma umana! -

 

Improvvisamente, la porta della sala da bagno si spalancò.

 

G- Signorino Willia... -

 

Gibbs si bloccò sulla soglia.

 

G- Scusate, Capitano! Volvevo solo accertarmi delle condizioni del Signorino William. Non pensavo che... -

 

J- Razza di idiota! Vattene immediatamente o questa sera ti ritroverai a cenare con gli squali! -

 

G – Chiedo scusa capitano, volevo solo avvisarvi che i vostri equipaggi vi stanno aspettando sul ponte di prua. -

 

Con questa ultima affermazione mastro Gibbs, visibilmente imbarazzato, uscì dalla stanza con un profondo inchino.

 

 

---------------

 

 

Quando i due capitani fecero il loro ingresso dalla scaletta di sottocoperta, un giubilio di bucanieri brandenti spade e tricorni li accolse con canti pirateschi.

Si mescolarono alla folla, salutando i conoscenti e accettando volentieri boccali di rum che gli venivano offerti.

 

Will stava intrattenendo una conversazione con Barbossa e un uomo del suo equipaggio, quando il suo sguardo si posò su Jack che discorreva amabilmente con suo padre vicino alla paratia di dritta. Sputafuoco Bill guardava nella sua direzione e gli sorrise compiaciuto, poi anche Jack si voltò a guardarlo. Dopo un veloce congedo con Bill Turner, il suo capitano venne verso di lui.

 

J- Mi rammarica dovervi rubare il mio eunuco preferito, ma dobbiamo parlare di...affari! -

 

Gesticolando vistosamente, Jack portò Will lontano dalla ressa. Lo prese per le spalle e gli piantò quei grandi occhi scuri nei suoi.

 

J- Vorresti rimanere a festeggiare con noi stanotte, su qualche isola? -

 

Il giovane Turner lo guardò confuso.

 

W- Ma Jack! Lo sai che non posso scendere a terra se non dopo dieci anni di mare aperto. Sono sceso a terra solo due mesi fa! -

 

Ma negli occhi del capitano della Perla si era acceso un barlume di malizia.

 

J- Oh! Diciamo che Calypso ha un conto in sospeso con me e mi deve un favore... -

 



  
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