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Autore: OneNightButterfly    04/05/2010    1 recensioni
...cadere vuol dire lasciarsi andare, abbandonarsi ad una forza più forte di noi, ed è facile...basta scivolare, fino a toccare il fondo.
E, a quel punto, visto che non ci sarà nessuno ad offrirti una mano, cosa farai?
Genere: Triste, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente quei giorni in cui capita di pensare un po' troppo? Ci si ritrova a valutare la propria vita, gl'amici, gl'obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere... E poi, magicamente, ci si ritrova depressi. Sì, perchè c'è sempre qualcosa che non ci piace, nella nostra vita. Nessuno di noi può dire di essere veramente felice.
La felicità esiste, sì, ma è effimera. Bisogna godersela finchè dura e cercare di non rimpiangerla troppo una volta che se n'è andata. Funziona più o meno come un amore o un'amicizia finita, insomma.
E poi ci sono quei momenti, molti, forse troppi, nella vita di ognuno di noi, in cui non si è felici. E qui bisogna dividere l'infelicità in vari gruppi. C'è l'infelicità attutita dal sostegno di qualcuno, che può essere una familiare, un fidanzato o un amico, vicino o lontano che sia; l'infelicità resa sopportabile dall'ottimismo (ma, di quello, bisogna esserne veramente dotati) e, infine, quell'infelicità che si aggrappa ad ogni brutto momento passato e ti trascina giù, in un oblio che nessuno può capire. A sostenere quest'ultima, poi, c'è il fattore solitudine. Di solito, infatti, chi ha molte persone intorno a sè tende a provare i primi due tipi d'infelicità. Chi è solo, invece, si lascia andare all'ultimo.
E poi, arrivano delle parole di conforto dette per circostanza. "Sei tu che hai poca stima di te stesso", "Vedrai che è solo un periodo, passerà". Oppure, c'è il fuggi fuggi generale. Quelle persone che si spacciavano per "amici" fuggono, quando sentono che non possono aiutarti (che poi basterebbe un po' d'impegno) oppure che, alla fin fine, non gliene importa granchè.
Anche in questo caso, però, bisogna specificare che esistono diversi modi di fuggire. Non è necessariamente una condizione fisica, infatti. Può non essere lo sparire completamente, ma, in questa circostanza, può trasformarsi in un evitare il problema, aggirarlo parlando di cose inutili, rendendosi conto della tristezza altrui, ma facendo finta di non sentirla, evitando, quindi, di curarsene, esordendo con frasi del tipo: "Ma se tu non parli, io non posso saperlo" oppure "Beh, anch'io ho i miei problemi". E qui arriva il bello, perchè tu, nel novanta per cento dei casi, sai di che problemi si tratta. Perchè le persone sono così... A loro piace essere aiutati, sentirsi dire esattamente ciò che vogliono, nel momento e nel modo esatto in cui lo desiderano. E tu sei lì, ad aiutarli, sempre e comunque, giusto? Perchè a te piace aiutare gl'altri. Bene. Ed ora io ti domando: cosa ci guadagni? Qualsiasi cosa tu risponda, non è la verità. Non ci guadagni niente, ecco la realtà. Per quanto in cuor tuo tu possa essere convinto che gl'amici saranno sempre lì, nel momento del bisogno, una vocina dentro di te ti farà sempre dubitare. E se non dubiti allora sei un ingenuo, perchè quando ti troverai nella condizione di dover essere aiutato, vedrai che loro non saranno lì, oppure ci saranno, ma non faranno niente e pronunceranno delle frasi di circostanza o di scusa.
Dicono che ci si può rialzare anche da soli, ma non è vero. Tutti abbiamo bisogno di una mano che ci aiuti a tirarci su, perchè, evidentemente, nella caduta ci siamo fatti male. E quando nemmeno chi si definisce "amico" ti tende una mano, allora, e solo allora, capisci che devi rialzarti da solo. E, quello, probabilmente farà più male che cadere. Perchè cadere vuol dire lasciarsi andare, abbandonarsi ad una forza più forte di noi, ed è facile...basta scivolare, fino a toccare il fondo. E, a quel punto, visto che non ci sarà nessuno ad offrirti una mano, cosa farai?
  
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