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Autore: Naomi    05/05/2010    2 recensioni
Dopotutto è il college no?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Claire Bennet, Sylar
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO9

Peter si diresse verso Matt.

“Cosa sta succedendo?” Chiese lanciando un occhiata prima a Sylar e poi alla porta della sua camera che Claire aveva richiuso dietro di se.

“Sarai felice di sapere che Sylar starà lontano da Claire, e ho paura che sia per sempre..”

“Hai paura?” Esclamò sorpreso Peter “Matt, ti rendi conto che è una bellissima notizia? Sylar che vuole stare lontano da Claire, ricordi quello che le ha fatto vero? E ricordi il mio sogno?”

“Non eri tu a dire che Sylar fosse cambiato, Petrelli?” Chiese Matt avvicinandosi a Peter.

“Certo, ma non voglio correre rischi, Claire è tutto ciò che mi resta di Nathan!”.

Matt lo guardò con un espressione che Peter non seppe decifrare, poi si voltò e accese la piccola TV sul ripiano della cucina e si mise a guardare distrattamente le immagini di un vecchio film in bianco e nero.

Peter lo guardò ancora per un istante poi andò verso la sua camera non senza prima volgere uno sguardo a Sylar che seduto sul divano si teneva la testa fra le mani chinato su se stesso.

Quando entrò in camera sua Claire era al telefono, parlava in tono normale, sembrava tranquilla eppure da come stringeva tra le mani il cellulare Peter capì che qualcosa non andava, le si avvicinò e le si sedette accanto.

Sentì una voce femminile al telefono, formale, che le dava informazioni, orari, cosa stava succedendo?

“La ringrazio molto, allora ritirerò il biglietto direttamente li….certamente….grazie….”

“Chi era Claire?” Chiese Peter preoccupato.

“L’aeroporto”

“L’aeroporto? Perché hai chiamato l’ aeroporto Claire? Cosa succede?”

“Faccio un favore al mondo, me ne vado a Parigi!”

“Ma Claire, ho appena parlato con…” Non fece in tempo a finire la frase, Claire gli posò una mano sul braccio e gli disse:

“Peter, ricordi quando credevamo che Sylar sarebbe esploso a New York? Nathan e tua madre hanno tentato di portarmi con loro a Parigi, per proteggermi, avevano un appartamento li, un luogo sicuro pieno di amici in cui niente mi avrebbe fatto del male, bhe ho chiesto a tua madre le chiavi, me le porterà in aeroporto e andrò a stare un po’ li. Lontano da Samuel, lontano da… Gabriel, lontano dai pericoli insomma, tornerò appena le acque si saranno calmate.”

“Claire, non puoi andartene, non ora. Sei l’ unica che può salvare New York, tu e Sylar lo siete, e per quanto non voglia che voi abbiate contatti abbiamo bisogno di te, fallo per New York, non so se qualcuno riuscirà a fermare Samuel all’ infuori di te”

“Basta Peter!” Disse Claire silenziosamente ma con un tono che non ammetteva repliche o interruzioni “Smettila di fare l’ eroe, smettila di credere di poter salvare il mondo, o almeno di poter aiutare la gente a farlo perché non è così. Ci sono cose che devono accadere per forza, anche se fanno male, ora con questo non sto dicendo che devi permettere a Smuel di distruggere la città, ma non contare su di me per fermarlo; tu e Sylar potete fare quello che volete, avete Matt, Hero, mio padre e la sua amichetta dell’ agenzia, c’è anche Jessica e tanta altra gente, potete farcela senza di me. Dovete farcela senza di me, perché io parto. L’aereo è alle 4 di questo pomeriggio, prenderò un taxi per tornare al campus, fare i bagagli e andare all’ aeroporto. Ci vediamo Peter. E, fai attenzione, mi raccomando, voglio che tu sia la prima persona che vedrò al mio ritorno.”

Peter rimase in silenzio mentre Claire si prendeva la sua giacca e la borsa e si dirigeva verso la porta d’ ingresso. Sylar e Matt si voltarono per vedere cosa stesse facendo, e nessuno la fermò quando uscì richiudendo la porta d’ ingresso dietro di se. Matt aveva sentito i pensieri di Claire, troppo alti e agitati per essere nascosti, e Sylar, bhe lui aveva immaginato che qualcosa sarebbe successo, certo non si sarebbe aspettato che Claire prendesse una decisione che lui reputava così stupida, ma dopotutto, era solo una giovane ragazza che aveva avuto una difficile adolescenza, piena di tensione e paura aggiunti a tutti i normali problemi di ogni adolescente umano. Nemmeno all’ università le cose per lei si erano sistemate e lui aveva decisamente peggiorato la sua situazione con quel bacio, con la sua dannata voglia di ritrovare il vecchio Gabriel e di seppellire quel Sylar. Stupido. Avrebbe potuto perlomeno provarci da solo, senza coinvolgere nessuno, era stato egoista e ora molta gente soffriva e avrebbe sofferto solamente a causa sua.

Voleva cambiare. Era li per quello. Ma apparentemente non ce la stava facendo troppo bene.

 

Claire era all’ aeroporto, le chiavi della casa a Parigi al sicuro nella sua borsa che portava a tracolla e nella mano il passaporto con il biglietto che aveva appena ritirato, era in fila per fare il check in, aveva portato poca roba, avrebbe fatto un po di shopping a Parigi, dopotutto stava andando li per tentare di vivere una vita normale, almeno per qualche settimana, o, se fosse stato necessario, per qualche mese, e tutte le donne amano lo shopping, soprattutto se accanto alla parola shopping si trova la parola Parigi. Certo non erano cose che piacevano a lei, ma doveva almeno provarci.

Avrebbe voluto dormire lungo il viaggio, ma non ce la faceva. Il posto in prima classe era comodissimo, ma anche se la sua schiena era rilassata e per la prima volta in vita sua i piedi non le si erano gonfiati e le orecchie non si erano tappate, sentiva un vuoto nel petto, e mana mano che il tempo passava, il vuoto si faceva sempre più grande. Aveva preso la decisione giusta, aveva ragionato con la testa e non con il cuore. Aveva fatto la cosa giusta. Allora perché tutto le sembrava così terribilmente sbagliato?

Ma dopotutto essersi innamorati di Sylar era ancora più sbagliato. Era un serial killer. Non poteva essersi innamorata di lui. C’era poi il sogno di Peter che rendeva tutto più evidente, e lei era solo una studentessa del college mentre lui era un uomo adulto. Era tutto così insano e strano. Tutto terribilmente sbagliato, ma nello stesso momento terribilmente giusto.

Erano passate cinque ore e pian piano Claire cominciò ad avvertire il sonno, all’ inizio poco, come una nuvoletta che spunta in un giorno di sole, seguita però da un mucchio di nuvoloni neri che portano tempesta. Quella non fu una notte tranquilla per Claire

 

Sylar camminava nervosamente avanti e indietro nella cucina tenendo le mani conserte dietro la schiena mentre Peter era alla finestra sperando di intravedere da un momento all’ altro la sagoma di Claire uscire da un taxi ed entrare nel portone, Matt invece era seduto sul divano.

Avrebbero dovuto trovare un altro modo per fermare Samuel.

 *

*

*

Eccomi qui. Scusate il ritardo, ho avuto qualche problema, comunque spero che questo capitolo vi piaccia, e spero che commentiate.

  
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