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Autore: xMoonyx    05/05/2010    3 recensioni
Conoscete il film Ritorno al Futuro? Bene: ora, per un momento, immaginate che il protagonista sia Harry Potter. Cosa ne è venuta fuori? Una pazzia, eh? Le pazzie hanno sempre un retrogusto adorabile...
Dal capitolo 1:
« Sicuramente ti starai chiedendo il motivo di tale visita... ebbene, Harry, ti volevo presentare un mio oggetto... o meglio, una mia invenzione...»
Sotto lo sguardo attento e sorpreso del ragazzo, Silente si voltò e afferrò da uno scaffale una lunga scopa.
« Questa...» disse mostrandola all’avido ragazzo « E’ la mia nuova invenzione, come penso... spero... tu abbia immaginato...»
« Una... scopa, signore?» osservò Harry, sicuro che quella scopa fosse normalissima.
« Non una semplice scopa, Harry...» un sorriso fiero comparve nel viso del preside che gli fece l’occhiolino « Le apparenze possono ingannare a volte...»
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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back to the future 2
 2
LUI e' l'assassino
 

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Harry era lì, immobile, con la bacchetta in mano, ma senza poterla muovere.
Non poteva crederci... Non poteva essere successo davvero...
Fino a qualche ora prima era in compagnia della sua ragazza e dei suoi migliori amici, e adesso, fissava Silente e Draco sbigottito... Era successo tutto così in fretta, che sembrava un sogno. Lui e Silente erano riusciti a prendere e distruggere l’Horcrux e non appena erano tornati, dopo essere stati traditi, avevano scoperto il Marchio Nero sopra la torre di Astronomia. Terrorizzati, pensando che qualcuno potesse essere morto, si erano affannati a tornare a scuola, e qui, invece di Voldemort, avevano trovato i Mangiamorte, e, cosa che Harry pensava ma che, nonostante tutto, gli risultava incredibile, Draco era tra loro!
Se solo avesse potuto muoversi lo avrebbe stupidamente scambiato per un sogno, bastava battere le palpebre per farlo svanire. Eppure non poteva battere le palpebre, al dire il vero non poteva muovere nessun muscolo. Solo gli occhi, ma non la bocca che ora formava una grossa O.
Era in quella posizione da quando osservava Silente da sotto il mantello dell’invisibilità,
La cosa più assurda poi, era che quell’incantesimo glielo aveva lanciato proprio Silente... forse per metterlo in salvo, ma così si stava letteralmente suicidando.
Harry continuò a fissare la scena cercando di divincolarsi, ma senza successo.
Il battito aumentò, nel petto... beh, almeno il cuore e i polmoni non erano bloccati! Buon segno...
E anche le orecchie gli funzionavano ancora.
« Draco, tu non sei un assassino...»
Harry volse gli occhi verso Silente, preoccupato. Ma come poteva essere così ingenuo, quel vecchio preside? L’aveva sempre venerato come un dio, per la sua bontà, però adesso era troppo.
Aveva notato quel comportamento ingenuo del preside quando gli aveva parlato di Piton, ma il Preside continuava a difenderlo: che ingiustizia! E adesso, Silente si stava letteralmente uccidendo con le sue stesse mani.
Draco, quel ragazzo pallido e biondo con la faccia da angelo non si sarebbe fatto certo tanti scrupoli per ucciderlo! Non ci avrebbe pensato due volte e poi si sarebbe messo a ridere, come minimo. Non era un bravo ragazzo, su questo erano d’accordo, no?
Vide, con una sorpresa mista a perplessità, Draco ansimare e indietreggiare impercettibilmente.
« Non sei un assassino...» ripeté Silente, a braccia aperte, come se volesse abbracciarlo.
Draco si fece coraggio e con uno sforzo immenso puntò la bacchetta contro il vecchio preside.
« Io posso aiutarti...»
Harry voleva muoversi, per salvare il suo preside. Perché Silente aveva l’abitudine di risolvere i problemi con i discorsi e non con la forza?
Beh, a volte aveva ragione, ma...
I pensieri di Harry furono interrotti dalla voce rotta di Draco, che lo sorprese molto.
« Nessuno può aiutarmi!»
Era sottile e tremula, come se lui si stesse trattenendo dal piangere.
Harry lo osservò con una strana espressione, guardandolo da una nuova luce... forse non era poi tanto cattivo, e soprattutto... forse c’era ancora una possibilità per Silente.
E quando questa seconda opinione cominciava a diventare reale, la situazione cambiò.
Harry sentì dei passi nelle scale e vide giungere Piton, il mantello frusciante e la bacchetta tesa davanti a sé.
« Che succede qui?»
Silente lo osservò con espressione implorante, e con lo stesso tono di voce sussurrò.
« Severus...»
A quel sussurro il cuore di Harry mancò di un battito... Silente non aveva mai parlato con quel tono così terrorizzato... forse si era reso conto di chi era veramente Severus Piton. Poi con un groppo alla gola si accorse che non c’era tempo per avere rancore nei confronti del vecchio preside che forse non avrebbe più rivisto...
  No, no, Harry, pensa positivo, forse Piton non è come credi...
Certo, difendiamo pure Piton!
  Eppure Draco si è rivelato diverso...
Draco e Piton non sono la stessa persona...
Harry interruppe il suo flusso di pensieri per stare più attento alla scena... o per cercare di muoversi nel caso il Preside decidesse di far svanire l’incantesimo.
Piton puntò i suoi freddi occhi su Silente e lo incenerì con lo sguardo.
Se gli sguardi potessero uccidere... Silente sarebbe già morto e sepolto... e anche io dato quante volte Piton mi fissa così.
Forse però, aveva ancora un barlume di speranza...
« Severus, ti prego...»
Ancora quella voce, quell’espressione implorante... non poteva sopportarlo!
Notò brillare gli occhi di Piton, che evidentemente bruciava ed era accecato dall’odio e aveva puntato la bacchetta su Silente con precisione e decisione.
« Avada Kedavra!»
NO!
Il cuore di Harry mancò moltissimi battiti per poi accelerare di colpo. Cominciò a vederci offuscato e impallidì ancora di più.
Silente aveva ragione... non era Draco l’assassino, no... Piton, LUI era l’assassino.
Gli venne da svenire dal forte shock, e quindi decise di non pensare più a quella scena, ma all’odio, alla rabbia e alla frustrazione che provava in quel momento.
Cercò di risvegliarsi e scosse la testa...
Solo in quel momento si accorse di potersi muovere, e dapprima ne fu sollevato, ma poi gli venne un sospetto. Un sospetto orribile, non voleva pensarci.
Alzò lo sguardo: Draco era ancora là, immobile, terrorizzato. Piton osservava Silente cadere dalla torre di astronomia con una strana espressione, forse di pura follia omicida.
Harry voleva urlare come un forsennato, buttarsi su Piton e ucciderlo a forza di pugni. Ma non poteva buttare al vento la vita che Silente gli aveva salvato sacrificandosi.
Così corse, cercando di non fare rumore, verso il bordo della torre, si affacciò e... vide Silente a terra, immobile.
NO, NO, NO! AAAAAAARRRRRRGGGGGHHH
Harry si voltò con un odio disumano e vide l’orlo del mantello di Piton scomparire nelle scale.
Si lanciò in una folle corsa nel tentativo di prenderlo... ormai gli importava solo quello, prenderlo, ucciderlo...
Non riuscì nemmeno lui a rendersi conto di quanto correva, ma pure che perse il mantello dell’invisibilità, nella corsa.
Attraversò la scuola nella quale si svolgeva una vera e propria guerra, con la bacchetta puntata contro Piton, che però era ancora troppo lontano...
Come poteva raggiungerlo?
Finì contro qualcuno, che scostò brutalmente.
« HARRY!» strillò Hermione, appoggiandosi a Ron: ecco chi era quel qualcuno...
Non si curò di loro, perché era accecato dall’odio e voleva solo vendicarsi.
Piton aveva rallentato il passo per dare l’ordine a qualche altro mangiamorte, contro il quale stava combattendo Hagrid, che aveva cominciato ad urlare.
Harry volse lo sguardo verso la capanna del mezzo-gigante che era... in fiamme.
Il suo cuore accelerò il battito e Harry la corsa.
« FERMATI, CODARDO!»
Al diavolo l’educazione!
Piton si voltò verso di lui e mostrò i denti « Potter...»
« Almeno abbi il coraggio di restare...»
Piton gli lanciò uno sguardo di fuoco « Vattene Potter!»
« NO!» Harry si fermò e puntò la bacchetta contro Piton « Non faccio come te! Stupefic
Piton bloccò l’incantesimo di Harry che rimbalzò. Il ragazzo lo evitò e puntò con foga la bacchetta contro Piton.
« Stupeficium!»
Piton evitò l’incantesimo e lo guardò con rabbia « Vattene Potter! Non ho intenzione di combattere con te!»
«  E perché?» Harry era accecato dall’odio, in quel momento non gli importava un fico secco se stava minacciando un Mangiamorte molto pericoloso, che per di più, provava un odio innato per lui « Non ne hai il coraggio?»
« Basta così!» ruggì Piton puntando la bacchetta contro il petto di Harry « IO.. NON SONO... UN CODARDO!»
Stava ansimando, respirava appena, come se dicesse quelle parole con tanta enfasi che gli toglieva il respiro.
Harry lo scostò con rabbia e gli puntò la bacchetta sotto il mento « Certo che lo sei...stupefic-»
« STUPEFICIUM!»
Harry percepì una contrazione e poi venne sbalzato a qualche metro di distanza, atterrando pesantemente a terra.
« Io non sono un codardo...» ripeté Piton, col fiatone «E ringrazia i tuoi occhi, Potter, se oggi sei ancora vivo...»
Harry ringhiò dal dolore ma si rialzò subito... tardi, però, per raggiungere Piton che aveva ripreso a correre.
Come poteva raggiungerlo velocemente?
Gli venne in mente la sua scopa, ma subito dopo un’altra... la scopa del tempo di Silente... era la più veloce che avesse mai conosciuto, bastava non farla arrivare al massimo della velocità, e sarebbe andato tutto liscio... Com’è che si chiamava? In mente gli venne l’immagine della scopa con un nome scritto in oro.
« Accio Timebolt!»
Si sentì un fruscio nell’aria, e due secondi dopo Harry si accorse di avere in mano la bellissima scopa di Silente. Era scura, lunga e lucida, e il nome in oro luccicava alla luce del fuoco della casa di Hagrid.
Con un salto si issò su di essa, e puntò lo sguardo davanti a sé.
« Preparati, professore...» sussurrò con odio, mentre la scopa partiva sfrecciando come un missile.
Gli era sempre piaciuta la sensazione del vento sul viso e sui capelli, ma da quella scopa era diecimila volte meglio che dalla sua Firebolt.
Harry portò la mano alla tasca dei pantaloni e ne estrasse in fretta la bacchetta, urlando un incantesimo dopo l’altro, mancando però sempre il suo bersaglio mobile. Doveva prenderlo... si appiattì sulla scopa accelerando sempre di più e andò più in alto con la scopa per prendere meglio la mira.
Qualcosa colpì il mantello di Piton che andò in fiamme. L’uomo si voltò con circospezione e osservò se ci fosse qualcuno dietro di lui, senza vedere nessuno.
« Eih, quassù!»
Piton alzò lo sguardo sorpreso e impallidì, come se non fosse bianco abbastanza, vedendo Harry sulla scopa che gli lanciava un incantesimo.
« Pietrificus Totalis!»
Piton ebbe il tempo di accorgersi di quello che stava succedendo, quando si ritrovò a terra, immobile.
Harry lo aveva in pugno, bastava colpirlo una volta sola...
Però voleva prendere bene la mira, quindi si abbassò, sempre più veloce... troppo veloce.
Si accorse troppo tardi del suo errore, troppo tardi perché la scopa era diventata incandescente e sempre più luminosa...
OH NO!
Harry cercò di frenare ma ormai era troppo tardi... la scopa non si fermava, non poteva fermarsi.
NON ADESSO.
« AAAARRRRRGGGGHHHH»
Piton lo osservò scandalizzato, cercando di muoversi... e ci riuscì perché l’incantesimo terminava se la persona che l’aveva lanciato non c’era...ed Harry era sparito, proprio in quel momento.
Si rialzò in piedi e osservò il cielo dal quale appariva come una scia di fuoco, dove prima era passata quella strana scopa di Harry... che era di Silente. Ricordò quando Silente gli aveva spiegato i prodigi di quella scopa, e un presentimento gli giunse nella mente.
Ancora più scandalizzato fece disegnare alla sua bocca una O perfetta, scosse la testa incredulo, mettendosi le mani sui capelli e lasciandosi cadere in ginocchio sull’erba.


TO BE CONTINUED...

Next->"Sconosciuto"
Si alzò a sedere.

Dov’era Piton? Dov’era Hagrid con la sua capanna in fiamme? Insomma... dove diamine erano tutti?




 

   
 
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