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Autore: xMoonyx    28/04/2010    4 recensioni
Conoscete il film Ritorno al Futuro? Bene: ora, per un momento, immaginate che il protagonista sia Harry Potter. Cosa ne è venuta fuori? Una pazzia, eh? Le pazzie hanno sempre un retrogusto adorabile...
Dal capitolo 1:
« Sicuramente ti starai chiedendo il motivo di tale visita... ebbene, Harry, ti volevo presentare un mio oggetto... o meglio, una mia invenzione...»
Sotto lo sguardo attento e sorpreso del ragazzo, Silente si voltò e afferrò da uno scaffale una lunga scopa.
« Questa...» disse mostrandola all’avido ragazzo « E’ la mia nuova invenzione, come penso... spero... tu abbia immaginato...»
« Una... scopa, signore?» osservò Harry, sicuro che quella scopa fosse normalissima.
« Non una semplice scopa, Harry...» un sorriso fiero comparve nel viso del preside che gli fece l’occhiolino « Le apparenze possono ingannare a volte...»
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Back to the future 1
 1
L'invenzione di Silente

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Harry era nella sala grande, in compagnia di Ron ed Hermione, come era solito, del resto. Stava imburrando tranquillamente una fetta di pane, quando Ron prese a parlare « Allora, Harry, oggi ricordati che dobbiamo essere alle sei nel campo di Quidditch, per l’allenamento...»
Harry sorrise, ironico « Lo so, Ron, sono io il capitano...»
Ron annuì, saggiamente « Anche io lo so, Harry, era tanto per ricordartelo...sai, sei sempre sovrappensiero, così...»
« Così hai pensato che Harry si fosse dimenticato del Quidditch, unica sua ragione di vita, vero? Oh, Harry, lascialo perdere... è scemo...» Hermione sospirò.
« Scemo? Scemo chi?» urlò Ron diventando rosso.
« Tu, Ronald! O conosci qualcun altro che si chiama Ron Weasley?»
Ron la guardò con rabbia « Stupida secchia...»
« COSA?» Hermione si alzò, il viso più rosso di un pomodoro « Cosa diavolo hai detto?»
Ron la guardò sarcastico « Ciò che ho detto... si vede che nessuno ti sopporta, sei un’insopportabile so-tutto-io... e guarda, ho fatto pure la rima...»
« RON!» Harry lo guardò scandalizzato. I due litigavano, ma non c’era da stupirsi tanto, lo facevano sempre.
« Stai zitto!» disse il rosso distrattamente, e puntò un dito contro Hermione « Tu stai sempre a dirmi quello che devo fare, sempre che ti comporti da vittima... e io cosa devo dire allora?»
Hermione si abbassò e avvicinò il viso a quello del rosso « Che non sai nulla! Tu....non puoi capire, e non mi stupisco tanto, non capisci nemmeno le cose più elementari... sei uno stupido, Ron, un superficiale, sciocco, bambino infantile!...» Harry vide gli occhi della ragazza inumidirsi, poi una lacrima scendere dalla sua guancia.
« Ragazzi!» disse ad un certo punto Harry, per spezzare il ghiaccio « Calmatevi...»
Questa volta anche la riccia si voltò verso di lui, ed entrambi gli intimarono di tacere.
« Harry ha ragione...» osservò Hermione sistemandosi i capelli « Ma tu no, Ron... ci si vede...» si voltò sui tacchi e si allontanò impettita.
Ron stava per alzarsi a seguirla, quando un affannato Colin Canon si fermò dietro la sedia del moro.
« Harry...» ansimò.
Il diretto interessato voltò il viso con calma, per squadrare il nuovo arrivato « Colin...tutto bene?»
« Mai stato meglio...» ansimò il ragazzo, sforzandosi di sorridere « Passiamo alle cose serie però...Silente ti aspetta nel suo ufficio...» così detto il ragazzino abbassò la testa e si allontanò con calma.
« Ho sentito bene?» intervenne il rosso « Silente vuole parlare con te?»
Harry lo fissò, comprensivo « Beh, non è la prima volta che lo fa... tu aspettami qui...ah, e se vedi Hermione... o meglio, se riesci a parlarle... dille dove sono, intesi?»
« Ma perché...?»
« E’ la mia migliore amica e voglio che lo sappia... non penso che sia  una cosa tanto difficile, Ron....»
Il rosso lo fulminò con lo sguardo « No, a meno che tu pensi, come una certa persona di mia conoscenza, che io sia uno stupido, superficiale, sciocco, bambino infantile...»
Harry alzò gli occhi al cielo e si avviò a grandi falcate verso l’uscita della sala grande.
Era contento, in un certo senso, di allontanarsi da Ron. Era certo il suo migliore amico, ma a volte si rendeva davvero insopportabile, soprattutto quando si trattava di Hermione.
Senza rendersene conto, troppo preso dalle sue riflessioni, si accorse di trovarsi in quella specie di ascensore a forma di grifone, diretto nello studio del preside.
Bussò alla porta, e dopo aver avuto la risposta del preside, varcò la soglia con circospezione.
« Harry! Eccoti, pensavo che il povero Colin avesse avuto un colpo di asma prima di compiere la sua missione...» disse il preside con un sorriso, incrociando le dita.
« Buonasera, signore...»
« Accomodati, Harry...» con un cenno del capo e senza abbandonare mai il suo sorriso smagliante indicò la sedia di fronte alla sua scrivania.
« Grazie...» Harry si sedette e fissò Silente nei suoi grandi occhi azzurri.
« Sicuramente ti starai chiedendo il motivo di tale visita... ebbene, Harry, ti volevo presentare un mio oggetto... o meglio, una mia invenzione...» Sotto lo sguardo attento e sorpreso del ragazzo, Silente si voltò e afferrò da uno scaffale una lunga scopa.
« Questa...» disse mostrandola all’avido ragazzo « E’ la mia nuova invenzione, come penso... spero... tu abbia immaginato...»
« Una... scopa, signore?» osservò Harry, sicuro che quella scopa fosse normalissima.
« Non una semplice scopa, Harry...» un sorriso fiero comparve nel viso del preside che gli fece l’occhiolino « Le apparenze possono ingannare a volte...»
« Non sa quanto ha ragione...» osservò Harry convinto, pensando ai suoi due amici, che nonostante litigare per loro fosse un’abitudine, si volevano bene.
Posò lo sguardo sul legno scuro della scopa... sopra vi era inciso in oro un nome, “Timebolt”.
Chissà che significa... e cosa fa...
Silente lo osservò sempre con quel sorriso ampio sul viso e posò lo sguardo sulla scopa « Immagino ti stia chiedendo quali prodigi è in grado di fare questa... scopa. Innanzitutto, Harry, voglio che tu sappia che questa non è una scopa normale... no, non mi interrompere, ti spiego...» si affrettò ad aggiungere notando la bocca semi aperta del ragazzo che la richiuse di scatto, imbarazzato « Stavo dicendo...questa scopa è magica, come d’altronde tutte le cose che ti circondando, ma un diverso tipo di magia...» sospirò e poggiò le mani sulla liscia superficie della scopa, accarezzandola « E’ in grado di... viaggiare nel tempo»
No, non poteva essere.
Non era possibile.
No, no, no.
Aveva sentito male... oh sì, aveva proprio sentito male, che cosa assurda.
« Cosa?!?!»
« Ti sorprende? Strano...» il preside lo osservò in diagonale, con quel suo solito atteggiamento ironico. « Con la GiraTempo non hai fatto molta resistenza...»
Il bambino sopravvissuto annuì con un’espressione indecifrabile, battendo le palpebre e guardando qualcosa di indistinto tra i ciuffi cespugliosi della lunga barba argentata di Silente.
« Harry?»
La voce del preside gli giunse come una sveglia alle due di notte. Si riscosse dallo shock e lo fissò battendo le palpebre « Mi... mi scusi...»
« Harry...» ripeté il vecchio preside « Qualcuno ha utilizzato su di te un incantesimo di confusione?»
Harry lo fissò sorpreso « No, ma... ma come? Io no... Non capisco... come si..?»
« Come sia possibile?» lo riprese Silente, con un ampio sorriso « Oh, Harry, niente è impossibile... il meccanismo è semplice... quando supera una certa velocità viaggia nel tempo...»
Harry lo osservò ancora confuso « Qual è il limite di velocità? Insomma... in una scopa è difficile precisarlo...»
Silente annuì, serio « Certo... ottima osservazione, Harry. Oh sì... credo di averlo prefissato, emh...» parve frugarsi nella mente alla ricerca dell’informazione, che dopo circa un minuto buono trovò « Oh sì, ci sono... cent’ottanta all’ora...»
Perfetto. Ci voleva solo questa.
« Emh.. magnifico!» Harry si sforzò di sorridere all’indirizzo del preside. Chissà come sarà uscita falsa la mia voce... Silente se ne sarà accorto?
Il vecchio preside, tuttavia, insisteva ad osservarlo dalla sedia dietro la scrivania, rilassato, sorridente, con le dita incrociate e l’espressione da angelo.
Harry abbassò lo sguardo e tossicchiò per spezzare quel silenzio imbarazzato.
« Pensò che questa informazione potesse esserti utile... non saprei, per ogni evenienza, non si sa mai...»
Harry annuì « Bene»
« Già... puoi andare, Harry. Con te credo di aver finito...»
« Bene» ripeté Harry, alzandosi meccanicamente.
« Oh, un ultima cosa...»
Harry si voltò verso il viso sorridente del preside, con la mano appoggiata alla maniglia.
« Sì, signore?»
Il preside rispose mettendosi un dito affusolato sulle labbra.
Harry capì al volo l’allusione « Oh sìsì...» lo rassicurò « Senz’altro signore...»
Silente gli strizzò l’occhio, con fare complice « Nemmeno al signor Weasley e alla signorina Granger...»
« Certo, signore» insisté Harry, uscendo e richiudendosi la porta alle spalle.
Wow... davvero una giornata strana....
Si diresse verso la sala grande, incontrando per strada Ginny che sorrideva radiosa.
« Harry!»
« Eih, Ginny!» prima che potesse mettere insieme la frase “come va?” la ragazza gli aveva gettato le braccia al collo e lo aveva baciato a fior di labbra.
« A cosa è dato tutto questo entusiasmo?»
Ginny sorrise, radiosa « Non lo so... è a giornata. Ho come uno strano presentimento, quindi mi andava di stare un po’ con te... sempre che a te non dispiaccia...» mise il broncio.
« Stai scherzando?» la riprese Harry tenendola per i fianchi e abbracciandola dolcemente « Certo che non mi dispiace!»
Ginny sorrise di nuovo e con un dolce bacio sulla guancia corse via.
« Mah...?»
« Alle sei, Harry...in cortile...»
Alle sei... gli venne in mente Silente. Dovevano distruggere un Horcrux...
« Mi dispiace... ma oggi non posso. Né prima né dopo né tantomeno alle sei... mi dispiace davvero... facciamo domani?»
La ragazza sospirò infastidita e annuì. Poi sorrise di nuovo.
« Va bene, Potter...» il cognome era il modo dolce di chiamarlo “amore” « Prima il dovere, giusto?»
Harry sospirò. Già, lavorare per Silente cominciava a diventare seccante... e stancante. Ma ne valeva la pena, per la sua stessa sopravvivenza...


TO BE CONTINUED...


 Next->"LUI è l’assassino"
« Non sei un assassino...» ripeté Silente, a braccia aperte, come se volesse abbracciarlo.
Draco si fece coraggio e con uno sforzo immenso puntò la bacchetta contro il vecchio preside.
« Io posso aiutarti...»


   
 
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