Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |      
Autore: Dj_stregatta    06/05/2010    1 recensioni
Introduzione rimossa poichè non valida.
Si prega di introdurne una che sia tale.
Ladynotorius assistente amministratrice.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cccc L’amore… un sentimento che odio follemente, come la persona che mi ha fatto provare per la prima volta questo sentimento. Per lei ho perso tutto, anche la dignità.
Vivo ogni giorno all’interno di una stanza buia, i miei polsi graffiati sono legati da delle catene arrugginite, le malattie però non le posso incontrare, non posso morire, solo soffrire ogni secondo della mia vita, anche se il mio umile corpo respira, la mia anima vaga, vaga lontano nei ricordi più piacevoli.
Non sento freddo anche se sono coperto soltanto da un paio di pantaloni strappati, l’unica cosa che posso sentire è la fame, fame di sangue.
Quanti anni saranno passati dal mio ultimo pasto?
Non ricordo più il sapore di quel liquido così delizioso…
Chissà se prima o poi potrò rivedere la luna; il sole purtroppo per me è diventato una proibizione, un castigo di Dio per le creature di Satana. Forse neanche Dio e Satana esistono. L’unica cosa che ora voglio in questo momento è morire. Non mi importa in quale modo o in che modo, anche il più bruttale di tutti va bene, ma vi prego uccidetemi… questa che sto vivendo non è una vita, ma un’agonia che dura da chissà quanto tempo.
Le mia mani, non le sento quasi più, le dita sono diventate di pietra e riesco a malapena a muoverle, sono scheletriche come il resto del mio corpo. Non le posso vedere ma le posso sentire, anche i miei occhi sono stanchi.
La mia vita, prima di questa che sto vivendo, era meravigliosa, se non fantastica… ho molti ricordi di lei.
Lasciatemi che mi presenti a voi comuni mortali che state leggendo…
Il mio nome è Laurent, e la mia età umana è di vent’anni, ho gli occhi azzurri/verdi, una pelle bianchissima, labbra sottili, capelli neri e non molto lunghi, ma lasciamo perdere il fisico, per immaginarlo prendete una persona qualunque che non mangia da chissà quanto tempo, sono tipo un cadavere in putrefazione se non fosse che sono vivo però... In verità avrei un bellissimo corpo da ragazzo, purtroppo non mi nutro da un po’, non posso cacciare se sono legato come uno schiavo. Risalgo all’era del 1700 sono sempre stato solo, i miei genitori erano stati uccisi da dei banditi quando a malapena avevo cinque anni, di loro mi ricordo poco, veramente poco, i loro visi proprio non li saprei descrivere... Ma non mi va di raccontare la mia storia... potrebbe risultare molto noiosa e fastidiosa per i lettori che stanno leggendo questo racconto.
 Non saprei cos'altro raccontare... ho soltanto una voglia di evadere da questa cella, mi ricordo che molti anni prima, lo stesso giorno in cui mi rinchiusero un anziano signore mi disse che prima o poi mi avrebbero liberato, magari quel giorno potesse essere domani, o perchè no, anche questo stesso momento. Ora però vi devo lasciare, penso che l'alba stia sorgendo e le mie palpebre si chiudono...
 
Mi svegliai da un rumore di chiavi su una serratura, non capivo bene da dove provenisse, ero ancora intontito dal sonno, quanto tempo era passato da quando mi ero addormentato, a volte perdo la cognizione del tempo e dormo anche per vari giorni di fila.
La porta  che era rimasta chiusa per moltissimo tempo si stava forse aprendo? ma chi lo stava facendo? lentamente si stava aprendo, non riuscivo a parlare, sentivo come un nodo in gola che non mi permetteva di dire nessuna parola, gemetti per un momento. Non sapevo se i miei sentimenti fossero di felicità o di paura, timore... potevo vedere una fiocca luce entrare dalle fessure, la porta si stava aprendo completamente e una sagoma, forse di un uomo, data la sua corporatura, rimase sulla soglia, non riuscivo a vedere nulla la luce mi dava fastidio non la vedevo da moltissimo tempo! Poco a poco gli riaprii.
La sagoma si avvicinò di qualche passo e con una voce bassa e deliziosa disse:
-: non preoccuparti, non sono venuto per farti del male, voglio portarti via da qui...
risposi con una voce tremante "chi sei per potermi liberare da queste catene? Sei forse Dio, Satana... oppure nessuno? Solo un sogno della mie febrille mente malata?". L'uomo si mise a ridere sottovoce e si avvicinò ancora portando le mani sulle catene, sentii che mi stava liberando. Era forse un sogno, un miracolo?
Passo pochissimo tempo finche non cadetti contro al petto dello strano tipo, costatando anche che era un uomo. Mi sorresse con le sue braccia e allontanandomi per pochi secondi mi diede un delicato bacio sulla fronte in modo amichevole, o quasi. E mi coprii con il suo giaccone di pelle pesante e lungo fino a terra.
Mi portò fuori dalla squallida cella in cui ero stato rinchiuso per anni mi voltai solo un attimo per osservarla per l’ultima volta, avevo paura del mondo esterno e rimasi vicinissimo a lui, anche perchè non riuscivo bene a reggermi in piedi, ogni muscolo del mio corpo mi doleva in una maniera impressionante era strano per uno della mia specie provare questo tipo di dolore. Mi ritrovai in un mondo non più mio, mi guardai in giro, era diverso dal 1700, le città erano illuminate, la gente che passava a qualche metro di distanza portava degli abiti strani, anche i vari tagli di capelli, il cielo era limpidissimo, le stelle erano bellissime.
Anche gli strani mezzi che correvano erano fantastici... anche se emanavano un’odore tremendo, ma era ugualmente tutto così fantastico.
La persona che era accanto a me era un uomo stupendo, aveva i capelli corti, ingelati all'indietro, un corpo fantastico, un viso delineato, e una bocca sottile, tipo la mia, una fronte levigata, priva di rughe, delle nere sopracciglia alte e diritte. La pelle chiara... forse era un'altro della mia specie... chissà... Notò subito che lo stavo guardando e mi abbozzò un sorriso e si mise a parlarmi
"non mi sono ancora presentato, scusa la mia scortesia, mi chiamo Sifrit, nome strano, vero? il tuo Laurent, giusto?".

Avevo un pò di timore a parlargli e risposi soltanto con un cenno della testa. Lui si mise di fronte a me e appoggiò le sue labbra sulle mie, erano fredde come il ghiaccio, ma allo stesso tempo erano calde d'amore. Mi prese per una mano, appena vidi i miei polsi graffiati e il tutto il resto scheletrico mi vergognai e ritrassi il braccio indietro. Sifrit mi guardò stupefatto e mi cinse un braccio intorno alle spalle e mi condusse in mezzo alla folla, ma sembrava che loro non ci vedessero, che tipo di magia usava? Sifrit aveva uno sguardo serio, concentrato, rabbrividii nel vederlo così, non mi fidavo molto di lui, ma non riuscivo a fuggire.
In pochi secondi ci ritrovammo davanti a un castello, era ricoperto di edera, dalle gigantesche finestre in stile gotico, come lo era il castello, filtrava una leggera luce, non riuscivo a percepire nientr'altro. Sifrit mi invitò a proseguire, ma dubitavo di lui. La sua espressione calma e dolce nel volto non cambiò anche quando indietreggiai di qualche passo da lui, era convinto che lo seguissi ovunque andasse.
"hai paura? Perchè? Seguimi, ti prego..." disse e allungò un braccio verso di me, la sua mano mi invitava a seguirlo, ma non ricambiai il suo gesto e incominciai a ruggire mostrandogli i canini e imbronciai lo sguardo guardandolo in cagnesco.

Sifrit sospirò e si avvicinò a me con una camminata decisa, ma non sembrava arrabbiato e mi prese la mano portandomi anche contro la mia volontà all'interno del castello. Le porte si aprirono da sole, l'interno, anche se per ora mi trovavo soltanto all'ingresso, era arredato in stile medioevale - gotico, con grandi candelabri che pendevano dal soffitto altri invece erano attaccati alle pareti, armature d'acciaio lucenti messe in alcuni angoli della stanza, lunghissimi tappeti rossi con sotilissime linee dorate ai lati percorrevano le scale e varie stanze del castello, tende bianchissime e ricamate con decori molto strani, quadri giganteschi, il pavimento era di marmo, anche lo scorimano delle scale erano decorate in modo strano. Era tutto stranissimo per me.
Le porte si chiusero e dal loro rumore portai lo sguardo su Sifrit, ero stupefatto dalla bellezza di quel posto così strano, lui mi guidò su per le scale e mi portò nella sua stanza da letto, i corridoi erano lunghissimi, colmi di quadri e finestre giganti con le tende ai lati che lasciavano passare la fiocca luce della luna.
Entrammo nella stanza.
Era la stanza più bella di tutta l'abitazione, c'erano un paio di finestre con tende nere e di stoffa pesante con dei decori in argento, per ora erano portate ai lati, il letto invece era gigantesco ed a baldacchino, con delle coperte viola di raso lucente, le tende erano bianche, quasi trasparenti, di fronte al letto invece c'era un cammino decorato di marmo nero e grigio, con dei piccoli bracieri che bruciavano fili di incenso, ai lati apparivano delle piccole teste di drago, il pavimento era di rosso scuro, come le pareti.
Sul lato destro del cammino invece c'era una sedia, con lo schienale decorato e al centro invece c'era una piccola statua di un diavolo, con le ali da pipistrello aperte come lo bocca che rideva malignamente e la lingua a punta penzolante, gli occhi invece sembravano che ti potessero osservare, l'essere era seduto a quattro zampe, un pò mi spaventava però allo stesso momento mi piaceva, era curioso. Sifrit intanto mi fece sedere sull'estremità del letto e mi spinse con una mano appoggiata sul petto a distendermi, non opposi resistenza, lui si mise sopra di me e avvicinò il suo viso al mio, sorridendo dolcemente, le punte dei nostri nasi si sfiorarono e infine avvicinandosi ancora di più mi diede un bacio passionale sulle labbra, all'improvviso la mia bocca si riempì del suo sangue, era delizioso e caldo, chiusi gli occhi e assaporai quel liquido che stava ridando splendore al mio corpo scheletrico.
Portai le mie braccia intorno a lui e lo abbracciai stretto a me, infilò cautamente e fluidamente le dita tra i miei capelli, le sue dita fredde mi accarezzarono le guance pensai che sarebbe durato in eterno, emisi dei gemiti di piacere anche quando portò la sua mano sulle cosce e passò lentamente tra le gambe. Provai quell'estasi moltissime volte, fino a quando Sifrit non si alzò da me, " non corriamo troppo in fretta su queste cose... avremmo molto tempo da trascorrere insieme..." disse sussurrandomi nell'orecchio.
Mi portò nella stanza accanto, era il bagno.
Era una stanza normale, ma era bianca, quasi luccicante ai miei occhi, notai che c'era una vasca da bagno. Era tutto arredato in stile molto occidentale e classico, mi piaceva... notai anche uno splendido specchio gigante, occupava quasi tutta una parete, era decorato in maniera stupenda.
Da uno sgabuzzino prese alcuni asciugamani e li appoggiò sui bordi della vasca e chiuse la porta dietro di se lasciandomi da solo, ma prima mi diede un’altro delicato bacio sulle labbra e se ne andò, la stanza era stupenda, non vedevo l’ora di farmi un buon bagno e aprii i rubinetti della vasca aspettando che si riempisse, nel frattempo mi sedetti sul bordo con le gambe accavallate e le braccia sopra di esse. Mi sembrava un sogno che tutto questo potesse succedere a me, ma c’era qualcosa in Sifrit che non mi convinceva molto.
C’era come qualcosa in lui che mi terrorizzava, ma in fin dei conti è stato lui a salvarmi dalla prigionia,no? E poi lo conoscevo talmente poco che di certo mi sbagliavo.
La vasca era abbastanza piena d’acqua e mi immersi all’interno, era da moltissimo tempo che non mi lavavo, avvertii un senso veramente di piacere. L’acqua sembrava portarmi via con se in un sonno profondo, ma appena pensavo a Sifrit e alla prigione mi veniva un’angoscia tremenda e così decisi di alzarmi dalla vasca, presi l’asciugamano e me lo legai in vita uscendo dalla stanza e cercai quella del vampiro il quale sicuramente mi avrebbe dato qualcosa da vestire, lo trovai poco dopo seduto sulla poltrona nella sala da pranzo, non ero nelle condizioni più adatte nel presentarmi davanti a lui, ma Sifrit si sollevò dalla poltrona e si avvicinò a me prendendomi la mano e mi guardò con uno sguardo meravigliato, non so cosa poteva trovarci di tanto interessante in un corpo così magro e scheletrico anche se mi ero ripreso un po’ dall’ultima volta grazie al suo sangue,
“ Laurent, oh mio dolcissimo vampiro… non devi temermi… ti giuro che non avrei il coraggio di farti nessun male!” disse con una voce rassicurante, mentre mi guardava abbassavo lo sguardo, mi dava fastidio che uno mi squadrasse dalla testa ai piedi con tanta naturalezza e disinvoltura, però non avevo il coraggio di dirgli nulla, mi limitavo soltanto a guardare altrove con un leggero imbarazzo, “Immagino che ti serva dei vestiti!” continuò il vampiro, gli risposi però soltanto con un minimo cenno del capo, Sifrit però non se la prese e mi condusse al piano superiore nella sua stanza da letto, prendendomi sempre per mano.

Mi fece accomodare sopra al letto e poi mi porse dei vestiti abbastanza comodi per non dire stupendi, erano cuciti con delle stoffe morbide, quelle vesti sembravano cuciti apposta per me, mi stavano d’incanto mentre li indossavo, era un classico abito gessato con pantaloni e giacca neri con una semplice camicia bianca. Vidi che Sifrit mi guardava con uno sguardo penetrante, come se volesse dirmi qualcosa, ma non riuscivo a capire bene le sue intenzioni.
Si sedette accanto a me e mi prese le mani per portarle vicino alle sue labbra per baciarle, al solo tocco di quelle labbra sulle mani provai un’eccitazione incredibile, ma frenavo con tutto me stesso i miei istinti più perversi, il vampiro poi mi mise una mano dietro la testa e mi fece avvicinare a lui e posò le sue labbra sulle mie dandomi un bacio passionale, l’altra mano poi si spostò sul mio ventre che fu accarezzato delicatamente, non riuscivo più a resistere a quei tocchi così eccitanti e mi lasciai trasportare dal momento, qualcosa in me stava cambiando, i miei artigli improvvisamente si allungarono, come per i capelli, non capivo minimamente cosa mi stesse succedendo e cercai quindi di allontanare Sifrit da me, lui non oppose resistenza e mi guardò con ammirazione e curiosità.
“ ti prego non guardami Sifrit!” dissi con una voce supplichevole e tremante “allora è vera la leggenda del demone incarnato in un corpo di un vampiro…” ribadì il vampiro.
Non potevo credere alle parole di Sifrit, come poteva conoscere il mio segreto?! La trasformazione si concluse in pochi istanti, i capelli, gli artigli e le zanne si allungarono ed i miei occhi diventarono come quelli di un felino, lo potevo capire perché la mia immagine si rifletteva sullo specchio davanti a me, Sifrit però non provava nessun disgusto per me, anzi sembrava ammaliato, stregato e mi accarezzò il viso per poi continuare da dove si era fermato, volevo porgli moltissime domande, e prima o poi l’avrei fatto, ma non ora, il momento era troppo intimo per farlo, Sifrit si mise sopra di me baciandomi tutto il corpo, misi le braccia intorno al suo collo e con le unghie gli graffiai tutta la schiena, il sangue scendeva a piccole gocce sopra le lenzuola, ma leccai le unghie per poterlo assaporare.
La notte stava per finire, ma il vampiro non mi lasciava un attimo di respiro, con una mano mi teneva da dietro il collo, l’unica cosa che potevo fare era gemere dal piacere e graffiargli il corpo assaporando così anche il suo sangue.
Il vampiro bramava come un ossesso il mio corpo, non che la cosa mi dispiacesse, anzi, le sue mani si muovevano delicatamente sul mio corpo, iniziavo ad acquisire più fiducia in lui, ma il corpo che toccava non era il mio, ma quello di un demone! Detesto questo corpo, perché doveva capitare a me? Forse Sifrit sapeva darmi qualche risposta.
A un’ora prima delle prime luci dell’alba Sifrit iniziava poco a poco a smettere, anche perché iniziavo a sentire la stanchezza, volevo riposare finalmente in un letto.
Il vampiro probabilmente capì il mio gesto, ma non mi sentivo di deluderlo, “ mio unico amore riposa, le notti saranno infinite per noi… ma c’è qualcos’altro che non va, vero? disse sedendosi nell’altro lato del letto.
“esatto, odio che tu mi veda con questo corpo, ora capisco perché sono stato rinchiuso, ma non voglio più ritornare in quel posto!!! Ti prego aiutami!” risposi con il cuore in gola aggrappandomi a lui su un braccio. Sifrit sorrise così dolcemente da farmi abbozzare un sorriso anche a me, “tranquillo non ti porterò più in quel posto… qualcosa probabilmente potrò fare.. tu ora riposa… non temere… ma ricorda che sei stupendo anche in questa forma!” ribadì dandomi un soffice bacio sulle labbra
.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Dj_stregatta