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Autore: Winona Lighteyes    07/05/2010    3 recensioni
"Harry, so che è inatteso, ma pensiamo di trasferirci" disse la Zia, a bruciapelo. La mascella di Harry cadde, rotolò e non tornò più "Trasferirci? E la scuola" disse, incredulo. "Lo so, pensavamo di mandarti a Hogwarts per i NEWT.. in fondo Silente era un amico di famiglia, non sarà troppo male" Cercò di blandirlo la Zia, invogliandolo con un pezzetto di toast. Harry Potter, il bambino.. che non è sopravvissuto a nulla di fuori dal normale, si trova in breve tirato via di peso dalla sua vita. La zia Petunia e lo zio vernon, maghi di nota fama, devono trasferirsi per lavoro, e lui si trova costretto a frequentare in un'altra scuola.. accidenti! Era solo l'ultimo anno!!!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Ginny
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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And Suddenly nothing happened 3ATerzo capitolo online. Ci sto mettendo più del previsto lo so, ma la mia beta sembra essere scappata... (chi vuole rimpiazzarla mi faccia segnali di fumo XD) No scherzi a parte, eccovi il terzo capitolo, sperando di poter proseguire più speditamente.
Commenti sempre graditi <3

Con un fischio prolungato, che nonostante il suono acuto non era possibile distinguere dai tuoni e dal rumore della pioggia battente, l’Espresso dalla locomotiva rosso brillante sussultò in avanti e lasciò la banchina del binario nove e tre quarti.

 

La mattina del Primo Settembre, che era stata inaugurata da un cielo plumbeo e minacciava di peggiorare ulteriormente, aveva superato ogni aspettativa. La cupola di nubi si era addensata come previsto sulla Gran Bretagna, e senza dar torto ai diligenti meteorologi che da giorni prevedevano abbondanti precipitazioni, si stava sfogando in un magnifico acquazzone. 

In quella particolare situazione, era stata una gran scomodità non avere il proprio camino allacciato alla Floo Network. Purtroppo quel genere di burocrazia richiedeva tempo, specialmente se non si poteva abbinare ai vari moduli in pergamena nomi importanti o modeste somme di denaro. Abbonarsi alla Posta era un discorso, ma allacciare un dispositivo palesemente magico come la Floo in un ambiente suburbano molto Babbano era una procedura molto più delicata.

Per questo motivo, il primo settembre, Harry Potter era salito sull’autobus viola a tre piani che lo aspettava alla fine di Greenpool Road, sotto gli occhi ignari e ciechi dei Babbani. Aveva pagato diciotto falci per quelle trentasei miglia di viaggio, e si era seduto su quei tremendi sgabelli infernali, che traballavano pericolosamente senza freni.

Si era poi recato direttamente al treno, caricando il baule nel vagone deposito e tenendo con sé lo zaino, ove era piegata una divisa scolastica.

 

***

Il treno sfrecciava sicuro tra la campagna. La città di Londra era sparita da tempo all’orizzonte e le case sparute diventavano sempre più rade. Un nuovo manto più selvaggio ricopriva i boschi circostanti. In breve i campi arati e curati dalle macchine agricole fecero posto alle foreste di latifoglie. Le montagne coperte di eriche e brugo non erano che macchie indistinte, sotto la pesante coltre di pioggia. Tutto sommato, il tempo orribile e quel tripudio di rossi e ori della vegetazione facevano un tremendo clash da film dell’orrore, accentuato dai lampi e dal cupo rimbombo dei tuoni che faceva sobbalzare i passeggeri e le gabbie, con tutto ciò che c’era all’interno.

Nei corridoi gente chiassosa e rumorosa si ammassava e arrabattava da una parte all’altra, cercando gli amici, i conoscenti, la propria rana fuggiasca o semplicemente cercando un posto libero per sedersi. A quanto pareva, i posti non sembravano mai essere sufficienti.

Nonostante ciò lo scompartimento in cui Harry Potter stava seduto, era vuoto. I posti di fronte erano palesemente liberi, mentre quelli accanto al ragazzo erano stati occupati da giornali vecchi, dai quali erano stati ritagliati articoli e trafiletti. Recensioni scritte in olandese erano state smembrate per fare spazio agli articoli di cronaca nera, che erano stati impilati in un angolo vicino alla borsa. Il ritaglio in cima recava l’immagine di una donna avvolta in scialli e merletti, con due occhiali che rendevano gli occhi enormi e dilatati, che sorrideva svanita alla camera, le pupille un po’ vitree, mentre faceva ‘ciao’ con la manina. Sotto la foto, in caratteri neri, c’erano la data di nascita  e di morte, seguiti da un titolo in neretto maiuscolo e densi commenti.

 

E’ scandalo in Inghilterra per l’omicidio avvenuto qualche settimana fa.  Sybil Trelawney, docente di Divinazione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts…

… la donna trovata in condizioni disperate nella sua casa a Cheeswick…

…nessuna idea su chi possa essere l’omicida… E’ riconducibile al serial killer che negli ultimi mesi ha ucciso uomini donne e bambini?...

…Il ministero brancola nel buio… cosa fanno gli Auror mentre i cittadini tremano?...

…il Ministro della Magia nonostante tutto non era disponibile per alcun commento o dichiarazione ufficiale.

 

Harry sospirò, guardando l’orologio. Erano partiti solo da un’oretta e mezzo. Normalmente questo avrebbe dovuto significare altri due tremendi giorni di viaggio sigillati in uno scompartimento a due con una persona con la quale spesso e volentieri non si voleva parlare, ma visto che Hogwarts non era che a sei mere ore di viaggio, si sentiva più fortunato.

Il treno sferragliò in protesta e per un istante le luci si spensero, per poi riaccendersi subito dopo. Fu questione di un attimo, ma in quell’attimo la porta dello scompartimento si era aperta e richiusa con un suono secco.

Harry sbatté le palpebre perplesso per qualche secondo; davanti a lui una ragazza era per terra accanto ai sedili di fronte a lui, probabilmente si era ribaltata durante l’ultima ribellione delle carrozze alla locomotiva, e non accortasi della sua presenza si era messa a posto e seduta, chiudendo subito gli occhi mentre si massaggiava la tempia con una mano.

La prima cosa che saltava all’occhio era il fatto che fosse molto bella. Lunghi capelli rossi ricadevano sulle spalle, incorniciando il viso a cuore. Solo in seguito si notava il fisico trascurato. Gli occhi avevano cerchi viola e profondi, la pelle era pallida e il viso smunto. Sembrava nel complesso terribilmente fragile e stanca, come una persona che non dormiva da mesi. I vestiti sciupati non miglioravano la situazione. Era come se si fosse lasciata andare a un certo punto della sua vita, o fosse convalescente da una pesante e sfiancante malattia.  

La ragazza non dava segni di voler aprire gli occhi, anzi; aveva lasciato ricadere la testa di lato, facendola appoggiare sul vetro umido di condensa del finestrino, e aveva tutta l’aria di volersi appisolare. Da un lato Harry non poteva biasimarla, sembrava che avesse davvero bisogno di un paio d’ore di sonno, ma dall’altro una sottile punta d’egoismo gli diceva che lo scompartimento era occupato, e che la giovane avrebbe almeno potuto chiedere permesso

- Ahem – fece quindi, fingendo un leggero colpo di tosse.

La ragazza si irrigidì per un secondo, poi aprì gli occhi color caramello e li posò sulla fonte del rumore. Il colorito pallido del viso s’infiammò in un istante di rosa acceso

- Oh dear –  arrossì lei – Mi spiace, pensavo che lo scompartimento fosse vuoto. Non me ne sono proprio accorta! –

- Nessun problema – rispose Harry.

- Sul serio ero sicura che fosse vuoto. -  ribadì lei.

         - Sul serio – la scimmiottò – non è un problema, non è che ci sia la fila per entrare qua dentro – scherzò lui, per alleggerire.

Funzionò, lei sorrise e si rilassò sul posto.

         - Grazie. Ginny Weasley – e gli porse la mano

         - Harry Potter – fece lui, stringendogliela

 

 

La ragazza lo fisso attentamente, poi scuotendo la testa disse – No, decisamente non ti ho mai visto in questi sei anni –

- In effetti escludo che tu possa avermi incrociato per strada – fece lui con una scrollata di spalle – Mi sono trasferito in Gran Bretagna da poco, io e la mia famiglia abitavamo nelle Netherlands fino a qualche tempo fa -.

 

Ginny per un attimo rimase perplessa, poi notò la divisa neutra, tipica degli studenti non ancora Smistati, che lui indossava. In fondo la persona di fronte a lei sembrava decisamente troppo adulta per essere un nuovo studente, e quel particolare completo segnalava ‘Transfer student’ da ogni parte. Non era effettivamente la prima volta che uno studente si trasferiva per gli ultimi anni d’istruzione, e visto che il Sorting si svolgeva in Sala Grande davanti a un grande pubblico era soltanto logico che cravatta, stemma e tunica non avessero ancora i bordi dei colori caratteristici della sua Casa.

Strano che non l’avesse notato prima.

- Wow, quindi hai vissuto in Olanda…

- Netherlands – corresse lui automaticamente

- Uh – Ginny sbatté le palpebre – Netherlands. Quindi hai frequentato una Scuola da quelle parti, immagino. Non sono un’esperta ma mi pare che nelle zone ci siano Beauxbatons e Durmstrang…? –

- Ho frequentato Durmstrang per qualche tempo, poi sono stato trasferito per cause di forza maggiore alla Latvia’s Accademy for Young Magical Trainees – rispose.

 

Ginevra lo fissò confusa. Era piuttosto sicura che non esistesse una Scuola del genere, altrimenti ne avrebbe sentito parlare almeno una volta. Subito pensò che il ragazzo la volesse prendere in giro, ma non c’era traccia d’ironia nei suoi occhi verdi. ‘Be’, non sarebbe tanto strano se fosse stato Homeschooled e finga di aver frequentato un’Accademia per non dare l’idea sbagliata’ si disse tra sé. Era noto che alcuni Purosangue venissero educati in casa da Tutori Privati, e forse questo nuovo arrivato non voleva alienarsi da subito potenziali amicizie ammettendo che i parenti non ritenevano soddisfacente l’educazione pubblica. Vero, Hogwarts aveva tra gli insegnanti migliori del Regno Unito, ma era in voga tra le Antiche e Nobili Famiglie il pensiero che i Nati Babbani che frequentavano abbassassero gli standard. Cosa non vera ovviamente.

 

Si ridestò dai suoi pensieri; magari aveva solo capito male il nome, in fondo questo ragazzo aveva un accento tedesco piuttosto marcato nonostante la parlata fosse fluente. Decise comunque di lasciar correre, non aveva intenzione di fare gaffe nel caso avesse capito bene la pronuncia.

 

- Certo, capisco. Hai già un’idea della Casa in cui vorresti finire? – chiese.

- Sinceramente no, ma in fondo non si sa finché non si arriva sul posto, giusto? – rispose lui.

         - Giusto. La mia famiglia è stata tutta nel Grifondoro, quindi immagina la sorpresa quando sono finita a Corvonero. Questo non vuol dire che io sia una secchiona! – Aveva aggiunto precipitosamente – Mio fratello pensava che sarei finita a Serpeverde… Per un po’ di tempo ne sono stata convinta anch’io…-

 

         Harry sollevò le sopracciglia – Scusa, ma cosa ci sarebbe di male nel finire a Serpeverde?

 

         Ginny arrossì – Be’, niente… E’ solo che molti maghi Oscuri della storia erano Serpeverde, e alla Casa è rimasto un po’ impresso il pregiudizio. Da piccola pensavo che fosse il male incarnato, la cosa peggiore che potesse capitarmi –

         - Ah. Pregiudizio rampaging nella scuola? – chiese Harry.

         - Molto. E tutto si riflette nella vita reale. Puoi star certo che se una persona finisce a Serpeverde, tutta la sua vita ne risentirà, dal mondo del lavoro alla morte. –

         - Sembra si parli di una malattia contagiosa –

         - Yes, potremmo dire così – sorrise lei.

         - Scommetto che i Serpeverde ne sono entusiasti – suppose Harry

         - Da morireconfermò ironica.

 

In quell’istante un chiacchiericcio sommesso sorse da poco lontano, e una ragazza con la divisa bordata di blu, evidentemente appartenente a Corvonero, fissò dritto nel loro compartimento sorridendo svanita, aprì la porta e senza chiedere il permesso entrò seguita da un’altra ragazza.

La prima aveva i capelli biondo sporco e gli occhi grigi, sporgenti, ed aveva un’aria talmente trasognata che avrebbe fatto concorrenza ad una veggente oppiomane, nonostante sembrasse piuttosto lucida. Non c’era niente di normale in lei, dalla borsa a penzoloni sulla spalla agli orecchini fatti con ravanelli. Portava in mano occhiali multicolore e una copia del Cavillo.

         La seconda aveva capelli chiarissimi, quasi bianchi, e occhi verdi. Aveva un aspetto compito e professionale dietro gli occhiali squadrati, e sembrava molto più interessata a Ginevra di quanto lo fosse l’altra, che dopo qualche secondo aveva già perso qualsiasi interesse per la compagna e scrutava assorta i giornali impilati sulla poltroncina.

         Le si sedette accanto e le chiese domande preoccupate a ripetizione, con il rischio di sembrare una madre o una fidanzata iperprotettiva, e non si rilassò finché Ginny non le assicurò più volte di stare bene. Questo confermò le teorie sulla malattia stancante che il ragazzo aveva fatto qualche momento prima, ma visto che non erano assolutamente affari suoi Harry non fece alcun commento a riguardo.

        

         Sorrise invece all’altra ragazza, salutandola.

         - Hello, Luna –

         - Hello a te, Harry Potter – rispose lei con la sua aura di perpetuo stordimento – I tuoi zii sono citati ancora a pagina sei – disse senza fermarsi – Mio padre dice che non vede l’ora di rivederli per Natale, a proposito – disse poi serissima, come se il commitment fosse un messaggio importantissimo o un invito formale.

Harry sorrise ampiamente, come se gli improvvisi mood swing di Luna fossero una cosa del tutto normale, - Riferirò il messaggio

Questo sembrò appagare l’amica, che si tuffò soddisfatta nella rivista.

 

         - Ahem – fece Ginny, che non aveva perso lo scambio di battute – Vi conoscete?

         - Ya – rispose Luna da sotto il giornaletto – I suoi lavorano per Scamander e papà li ha intervistati un sacco di volte. Dice sempre che le menti geniali di chi ha scoperto i Ricciocorni sono a rischio a causa dei Gorgosprizzi, pertanto ci tiene a tenerli sempre sotto controllo -  aggiunse.

         - Sì certo, Luna, come dimenticare il problema dei Gorgo… er? – rispose seriamente l’altra ragazza – Gorgoschizzi?

         - Sprizzi – la corresse Harry, mentre Luna alzava gli occhi sull’amica

         - Visto Chantal? Hanno preso anche te… vuoi indossare per un po’ i miei Spettrocoli? -  

         - Nooo – si riprese subito la ragazza, impallidendo – Sto bene così Luna, sul serio. – Luna non se la prese a male, e indossati i buffi occhiali multicolore si immerse nella lettura.

         Ginny si schiarì la gola con un deciso hem hem, - Allora, Harry, lei è Chantal Malkin. Chantal, lui è Harry Potter, si è appena trasferito qui e… - Notò che Harry aveva alzato un sopracciglio – Sì… Giusto, scusa, non è carino da parte mia parlare al posto tuo – sorrise mesta a mo’ di scuse.

         - Molto piacere – disse lui stringendo la mano di Chantal

         - Likewise – sorrise lei.

 

Qualche ora dopo, sotto la pioggia battente, il treno arrivò al capolinea, con un fuggi-fuggi di studenti che cercavano disperatamente di ripararsi.

Le ragazze si diressero di corsa alle Carrozze, Ginny che salutava debolmente con la mano mentre si allontanava; Harry seguì gli studenti del primo anno come da regolamento.

 

 Notò con sorpresa di non essere l’unico più grande, ce n’erano altri più alti della media statura di un undicenne, che sembravano seccati di non potersi riparare almeno quanto lui, in mezzo alla massa di bambini nervosi. Erano saliti con crescente irritazione su barchette pericolanti, e stavano percorrendo il Lago che circondava il castello con una lentezza esasperante, mentre l’acqua minacciava di affogarli da due fronti.

 

- Welcome to the Good Ship Misery – commentò sarcastica una voce dietro di lui. Era stata una ragazza a parlare, probabilmente poco più piccola di lui. Aveva uno sguardo castano molto ironico, ma era troppo buio per distinguere la concreta sfumatura dei capelli, troppo bagnati sotto il diluvio. Era vestita anche lei in divisa neutra.

 

- Don Bluth? – chiese lui, sorpreso. Non era una citazione nota a tutti.

 

- Ya – rispose lei – Battuta caustica in situazione bagnata, magari mi asciugo. ‘liz’ Richardson, the Misery’s all yours – continuò poi, concludendo la citazione con una smorfia mentre gli stringeva la mano.

- Sperando solo di non fare la fine dei protagonisti – borbottò Harry.

Ma in lontananza si intravedeva già il Castello.

 

Bagnati, seccati e preoccupati, la fila incessante di studenti percorse i corridoi seguendo un Gazza sconvolto, al solo pensiero di dover sistemare tutto.

 

Gli studenti del primo anno fissarono attoniti gli studenti più grandi, che con la bacchetta avevano aspirato l’acqua dai vestiti e dai capelli.

 

- Bene – una strega vestita di verde con un cappello a punta li accolse – Benvenuti a Hogwarts!

 

- Joy

        

 

 


  
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