Commenti sempre graditi <3
Con un fischio prolungato, che nonostante il suono acuto non
era possibile distinguere dai tuoni e dal rumore della pioggia battente, l’Espresso
dalla locomotiva rosso brillante sussultò in avanti e lasciò la banchina del
binario nove e tre quarti.
La mattina del Primo Settembre, che era stata inaugurata da
un cielo plumbeo e minacciava di peggiorare ulteriormente, aveva superato ogni
aspettativa. La cupola di nubi si era addensata come previsto sulla Gran
Bretagna, e senza dar torto ai diligenti meteorologi che da giorni prevedevano
abbondanti precipitazioni, si stava sfogando in un magnifico acquazzone.
In quella particolare situazione, era stata una gran
scomodità non avere il proprio camino allacciato alla Floo Network. Purtroppo
quel genere di burocrazia richiedeva tempo, specialmente se non si poteva
abbinare ai vari moduli in pergamena nomi importanti o modeste somme di denaro.
Abbonarsi alla Posta era un discorso, ma allacciare un dispositivo palesemente
magico come
Per questo motivo, il primo settembre, Harry Potter era
salito sull’autobus viola a tre piani che lo aspettava alla fine di Greenpool
Road, sotto gli occhi ignari e ciechi dei Babbani. Aveva pagato diciotto falci
per quelle trentasei miglia di viaggio, e si era seduto su quei tremendi
sgabelli infernali, che traballavano pericolosamente senza freni.
Si era poi recato direttamente al treno, caricando il baule
nel vagone deposito e tenendo con sé lo zaino, ove era piegata una divisa
scolastica.
***
Il treno sfrecciava sicuro tra la campagna. La città di
Londra era sparita da tempo all’orizzonte e le case sparute diventavano sempre
più rade. Un nuovo manto più selvaggio ricopriva i boschi circostanti. In breve
i campi arati e curati dalle macchine agricole fecero posto alle foreste di
latifoglie. Le montagne coperte di eriche e brugo non erano che macchie
indistinte, sotto la pesante coltre di pioggia. Tutto sommato, il tempo
orribile e quel tripudio di rossi e ori della vegetazione facevano un tremendo
clash da film dell’orrore, accentuato dai lampi e dal cupo rimbombo dei tuoni
che faceva sobbalzare i passeggeri e le gabbie, con tutto ciò che c’era
all’interno.
Nei corridoi gente chiassosa e rumorosa si ammassava e
arrabattava da una parte all’altra, cercando gli amici, i conoscenti, la
propria rana fuggiasca o semplicemente cercando un posto libero per sedersi. A
quanto pareva, i posti non sembravano mai essere sufficienti.
Nonostante ciò lo scompartimento in cui Harry Potter stava
seduto, era vuoto. I posti di fronte erano palesemente liberi, mentre quelli
accanto al ragazzo erano stati occupati da giornali vecchi, dai quali erano
stati ritagliati articoli e trafiletti. Recensioni scritte in olandese erano
state smembrate per fare spazio agli articoli di cronaca nera, che erano stati
impilati in un angolo vicino alla borsa. Il ritaglio in cima recava l’immagine
di una donna avvolta in scialli e merletti, con due occhiali che rendevano gli
occhi enormi e dilatati, che sorrideva svanita alla camera, le pupille un po’
vitree, mentre faceva ‘ciao’ con la manina. Sotto la foto, in caratteri neri,
c’erano la data di nascita e di morte,
seguiti da un titolo in neretto maiuscolo e densi commenti.
‘E’ scandalo in Inghilterra per
l’omicidio avvenuto qualche settimana fa. Sybil Trelawney, docente di Divinazione alla
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts…
… la donna trovata in
condizioni disperate nella sua casa a Cheeswick…
…nessuna idea su chi
possa essere l’omicida… E’ riconducibile al serial killer che negli ultimi mesi
ha ucciso uomini donne e bambini?...
…Il ministero brancola
nel buio… cosa fanno gli Auror mentre i cittadini tremano?...
…il Ministro della
Magia nonostante tutto non era disponibile per alcun commento o dichiarazione
ufficiale.’
Harry sospirò, guardando l’orologio. Erano partiti solo da un’oretta
e mezzo. Normalmente questo avrebbe dovuto significare altri due tremendi
giorni di viaggio sigillati in uno scompartimento a due con una persona con la
quale spesso e volentieri non si voleva parlare, ma visto che Hogwarts non era
che a sei mere ore di viaggio, si sentiva più fortunato.
Il treno sferragliò in protesta e per un istante le luci si
spensero, per poi riaccendersi subito dopo. Fu questione di un attimo, ma in
quell’attimo la porta dello scompartimento si era aperta e richiusa con un
suono secco.
Harry
sbatté le palpebre perplesso per qualche secondo; davanti a lui una ragazza era
per terra accanto ai sedili di fronte a lui, probabilmente si era ribaltata
durante l’ultima ribellione delle carrozze alla locomotiva, e non accortasi
della sua presenza si era messa a posto e seduta, chiudendo subito gli occhi
mentre si massaggiava la tempia con una mano.
La prima cosa che saltava all’occhio era il fatto che fosse
molto bella. Lunghi capelli rossi ricadevano sulle spalle, incorniciando il
viso a cuore. Solo in seguito si notava il fisico trascurato. Gli occhi avevano
cerchi viola e profondi, la pelle era pallida e il viso smunto. Sembrava nel
complesso terribilmente fragile e stanca, come una persona che non dormiva da
mesi. I vestiti sciupati non miglioravano la situazione. Era come se si fosse
lasciata andare a un certo punto della sua vita, o fosse convalescente da una
pesante e sfiancante malattia.
La ragazza non dava segni di voler aprire gli occhi, anzi;
aveva lasciato ricadere la testa di lato, facendola appoggiare sul vetro umido
di condensa del finestrino, e aveva tutta l’aria di volersi appisolare. Da un
lato Harry non poteva biasimarla, sembrava che avesse davvero bisogno di un
paio d’ore di sonno, ma dall’altro una sottile punta d’egoismo gli diceva che
lo scompartimento era occupato, e che la giovane avrebbe almeno potuto chiedere
permesso
- Ahem – fece
quindi, fingendo un leggero colpo di tosse.
La ragazza si irrigidì per un secondo, poi aprì gli occhi
color caramello e li posò sulla fonte del rumore. Il colorito pallido del viso
s’infiammò in un istante di rosa acceso
- Oh dear – arrossì lei – Mi spiace, pensavo che lo scompartimento fosse vuoto. Non me ne sono
proprio accorta! –
- Nessun problema – rispose Harry.
- Sul serio ero
sicura che fosse vuoto. - ribadì
lei.
- Sul
serio – la scimmiottò – non è un
problema, non è che ci sia la fila per entrare qua dentro – scherzò lui,
per alleggerire.
Funzionò,
lei sorrise e si rilassò sul posto.
- Grazie.
Ginny Weasley – e gli porse la mano
- Harry Potter – fece lui, stringendogliela
La ragazza lo fisso attentamente, poi scuotendo
la testa disse – No, decisamente non ti
ho mai visto in questi sei anni –
- In
effetti escludo che tu possa avermi incrociato per strada – fece lui con una
scrollata di spalle – Mi sono trasferito
in Gran Bretagna da poco, io e la mia famiglia abitavamo nelle Netherlands fino
a qualche tempo fa -.
Ginny per un attimo rimase perplessa, poi notò
la divisa neutra, tipica degli studenti non ancora Smistati, che lui indossava.
In fondo la persona di fronte a lei sembrava decisamente troppo adulta per
essere un nuovo studente, e quel particolare completo segnalava ‘Transfer student’ da ogni parte. Non
era effettivamente la prima volta che uno studente si trasferiva per gli ultimi
anni d’istruzione, e visto che il Sorting si svolgeva in Sala Grande davanti a
un grande pubblico era soltanto logico che cravatta, stemma e tunica non
avessero ancora i bordi dei colori caratteristici della sua Casa.
Strano
che non l’avesse notato prima.
- Wow,
quindi hai vissuto in Olanda… –
- Netherlands
– corresse lui automaticamente
- Uh –
Ginny sbatté le palpebre – Netherlands.
Quindi hai frequentato una Scuola da quelle parti, immagino. Non sono
un’esperta ma mi pare che nelle zone ci siano Beauxbatons e Durmstrang…? –
- Ho
frequentato Durmstrang per qualche tempo, poi sono stato trasferito per cause
di forza maggiore alla Latvia’s Accademy for Young Magical Trainees – rispose.
Ginevra lo fissò confusa. Era piuttosto sicura
che non esistesse una Scuola del genere, altrimenti ne avrebbe sentito parlare
almeno una volta. Subito pensò che il ragazzo la volesse prendere in giro, ma
non c’era traccia d’ironia nei suoi occhi verdi. ‘Be’, non sarebbe tanto strano se fosse stato Homeschooled e finga di
aver frequentato un’Accademia per non dare l’idea sbagliata’ si disse tra
sé. Era noto che alcuni Purosangue venissero educati in casa da Tutori Privati,
e forse questo nuovo arrivato non voleva alienarsi da subito potenziali
amicizie ammettendo che i parenti non ritenevano soddisfacente l’educazione
pubblica. Vero, Hogwarts aveva tra gli insegnanti migliori del Regno Unito, ma
era in voga tra le Antiche e Nobili Famiglie il pensiero che i Nati Babbani che
frequentavano abbassassero gli standard. Cosa non vera ovviamente.
Si ridestò dai suoi pensieri; magari aveva solo
capito male il nome, in fondo questo ragazzo aveva un accento tedesco piuttosto
marcato nonostante la parlata fosse fluente. Decise comunque di lasciar
correre, non aveva intenzione di fare gaffe nel caso avesse capito bene la
pronuncia.
- Certo,
capisco. Hai già un’idea della Casa in cui vorresti finire? – chiese.
-
Sinceramente no, ma in fondo non si sa finché non si arriva sul posto, giusto?
–
rispose lui.
-
Giusto. La mia famiglia è stata tutta
nel Grifondoro, quindi immagina la sorpresa quando sono finita a Corvonero.
Questo non vuol dire che io sia una secchiona! – Aveva aggiunto
precipitosamente – Mio fratello pensava
che sarei finita a Serpeverde… Per un po’ di tempo ne sono stata convinta
anch’io…-
Harry sollevò le sopracciglia – Scusa, ma cosa ci sarebbe di male nel
finire a Serpeverde? –
Ginny arrossì – Be’, niente… E’ solo che molti maghi Oscuri della storia erano
Serpeverde, e alla Casa è rimasto un po’ impresso il pregiudizio. Da piccola
pensavo che fosse il male incarnato, la cosa peggiore che potesse capitarmi –
- Ah.
Pregiudizio rampaging nella scuola? – chiese Harry.
- Molto. E tutto si riflette nella vita reale. Puoi star
certo che se una persona finisce a Serpeverde, tutta la sua vita ne risentirà,
dal mondo del lavoro alla morte. –
- Sembra si parli di una malattia contagiosa –
- Yes, potremmo dire così – sorrise lei.
- Scommetto
che i Serpeverde ne sono entusiasti – suppose Harry
- Da morire – confermò ironica.
In
quell’istante un chiacchiericcio sommesso sorse da poco lontano, e una ragazza
con la divisa bordata di blu, evidentemente appartenente a Corvonero, fissò
dritto nel loro compartimento sorridendo svanita, aprì la porta e senza
chiedere il permesso entrò seguita da un’altra ragazza.
La prima aveva i capelli biondo sporco e gli occhi grigi,
sporgenti, ed aveva un’aria talmente trasognata che avrebbe fatto concorrenza
ad una veggente oppiomane, nonostante sembrasse piuttosto lucida. Non c’era niente
di normale in lei, dalla borsa a penzoloni sulla spalla agli orecchini fatti
con ravanelli. Portava in mano occhiali multicolore e una copia del Cavillo.
La seconda aveva capelli chiarissimi,
quasi bianchi, e occhi verdi. Aveva un aspetto compito e professionale dietro
gli occhiali squadrati, e sembrava molto più interessata a Ginevra di quanto lo
fosse l’altra, che dopo qualche secondo aveva già perso qualsiasi interesse per
la compagna e scrutava assorta i giornali impilati sulla poltroncina.
Le si sedette accanto e le chiese
domande preoccupate a ripetizione, con il rischio di sembrare una madre o una
fidanzata iperprotettiva, e non si rilassò finché Ginny non le assicurò più
volte di stare bene. Questo confermò le teorie sulla malattia stancante che il
ragazzo aveva fatto qualche momento prima, ma visto che non erano assolutamente
affari suoi Harry non fece alcun commento a riguardo.
Sorrise invece all’altra ragazza,
salutandola.
- Hello,
Luna –
- Hello
a te, Harry Potter – rispose lei con la sua aura di perpetuo stordimento – I tuoi zii sono citati ancora a pagina sei
– disse senza fermarsi – Mio padre dice
che non vede l’ora di rivederli per Natale, a proposito – disse poi
serissima, come se il commitment fosse un messaggio importantissimo o un invito
formale.
Harry sorrise ampiamente, come se gli improvvisi
mood swing di Luna fossero una cosa del tutto normale, - Riferirò il messaggio –
Questo
sembrò appagare l’amica, che si tuffò soddisfatta nella rivista.
-
Ahem – fece Ginny, che non aveva perso lo scambio di battute – Vi conoscete? –
-
Ya – rispose Luna da sotto il
giornaletto – I suoi lavorano per
Scamander e papà li ha intervistati un sacco di volte. Dice sempre che le menti
geniali di chi ha scoperto i Ricciocorni sono a rischio a causa dei
Gorgosprizzi, pertanto ci tiene a tenerli sempre sotto controllo - aggiunse.
-
Sì certo, Luna, come dimenticare il problema dei Gorgo… er? – rispose
seriamente l’altra ragazza – Gorgoschizzi?
–
- Sprizzi
– la corresse Harry, mentre Luna alzava gli occhi sull’amica
- Visto
Chantal? Hanno preso anche te… vuoi indossare per un po’ i miei Spettrocoli? -
-
Nooo – si riprese subito la ragazza, impallidendo – Sto bene così Luna, sul serio. – Luna non se la prese a male, e
indossati i buffi occhiali multicolore si immerse nella lettura.
Ginny si schiarì la gola con un deciso hem hem, - Allora, Harry, lei è Chantal Malkin. Chantal, lui è Harry Potter, si è
appena trasferito qui e… - Notò che Harry aveva alzato un sopracciglio – Sì… Giusto, scusa, non è carino da parte
mia parlare al posto tuo – sorrise mesta a mo’ di scuse.
- Molto
piacere – disse lui stringendo la mano di Chantal
- Likewise – sorrise lei.
Qualche ora dopo, sotto la pioggia battente, il
treno arrivò al capolinea, con un fuggi-fuggi di studenti che cercavano
disperatamente di ripararsi.
Le
ragazze si diressero di corsa alle Carrozze, Ginny che salutava debolmente con
la mano mentre si allontanava; Harry seguì gli studenti del primo anno come da
regolamento.
Notò con
sorpresa di non essere l’unico più grande, ce n’erano altri più alti della
media statura di un undicenne, che sembravano seccati di non potersi riparare
almeno quanto lui, in mezzo alla massa di bambini nervosi. Erano saliti con
crescente irritazione su barchette pericolanti, e stavano percorrendo il Lago
che circondava il castello con una lentezza esasperante, mentre l’acqua
minacciava di affogarli da due fronti.
- Welcome
to the Good Ship Misery – commentò sarcastica una voce dietro di lui. Era stata una
ragazza a parlare, probabilmente poco più piccola di lui. Aveva uno sguardo
castano molto ironico, ma era troppo buio per distinguere la concreta sfumatura
dei capelli, troppo bagnati sotto il diluvio. Era vestita anche lei in divisa
neutra.
- Don
Bluth? – chiese lui, sorpreso. Non era una citazione nota a tutti.
- Ya
– rispose lei – Battuta caustica in
situazione bagnata, magari mi asciugo. ‘liz’ Richardson, the Misery’s all yours
– continuò poi, concludendo la citazione con una smorfia mentre gli
stringeva la mano.
- Sperando
solo di non fare la fine dei protagonisti – borbottò Harry.
Ma
in lontananza si intravedeva già il Castello.
Bagnati, seccati e preoccupati, la fila
incessante di studenti percorse i corridoi seguendo un Gazza sconvolto, al solo
pensiero di dover sistemare tutto.
Gli studenti del primo anno fissarono attoniti
gli studenti più grandi, che con la bacchetta avevano aspirato l’acqua dai
vestiti e dai capelli.
- Bene
– una strega vestita di verde con un cappello a punta li accolse – Benvenuti a Hogwarts! –
- Joy –