Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: Ashbear    09/05/2010    1 recensioni
Rinoa e Squall. Una storia per tutti coloro che non avrebbero mai voluto che la storia d'amore finisse. Nella buona e nella cattiva sorte, questa storia segue i primi quattro mesi della loro relazione. È il viaggio della scoperta, il viaggio che insegna.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DANCING IN TIME
scritto da Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly e Shu
~ Capitolo III: Un tempo per ridere ~

17 marzo

La mano di Rinoa iniziò a tremare mentre si allungava solo un altro po' nelle ombre oscure. Ora era diventata una sfida personale che doveva vincere... quello la scherniva, quello seguiva ogni suo respiro come un radar. Il suo corpo cercò di respingere l'ansia che lo sopraffaceva, e si trovò quasi a iperventilare, ricordandosi di inalare l'ossigeno che la circondava nei polmoni.

Era così vicina; la vittoria poteva essere sua, se solo trovava la forza dentro di sé.

Ogni muscolo nel suo corpo le gridava di voltarsi e fuggire... fuggire molto lontano. Ma doveva resistere risolutamente; questa era la sua stanza ora, casa sua. Non poteva farsi piccola per la paura come aveva fatto per la maggior parte della vita. Ora era più grande, e una strega, aveva aiutato a salvare il mondo, per Dio... ma qui ci voleva di più. Era alla sua portata... solo ancora un po'...

Un grido echeggiò nei corridoi deserti del Garden di Balamb. Selphie era proprio fuori dalla porta della sua amica, e bussò freneticamente, temendo l'orrore che poteva trovarvi dentro. Non aveva mai udito Rinoa che gridava, in battaglia. La giovane strega di solito aveva nascosto la sua paura al gruppo, o contenuto le emozioni quasi al punto di non parlare. Era in quei momenti che potevano capire che era davvero turbata.

"Rinoa, stai bene?"

"È... aperto..." disse una voce dall'interno.

Selphie corse dentro per vedere Rinoa in piedi sul letto, con l'espressione di una bambina spaventata.

"Cosa? Cosa c'è?"

"Ragno... grosso, nero, peloso ragno." Rinoa puntò al soffitto dall'altra parte della stanza. "Stavo cercando di ucciderlo... è saltato verso di me, giuro che si è scagliato."

Selphie guardò il soffitto e poi ancora Rinoa, chiedendo con apprensione, "ora dov'è?"

"Pavimento... da qualche parte, lì," disse indicando una sedia in legno.

"Aaaah!" gridò Selphie saltando sul letto accanto all'amica. La ragazza, solitamente coraggiosa, pensò di aver visto anche lei il 'mostruoso aracnide' che si preparava a un'imboscata a sorpresa. Le due ragazze si strinsero l'una all'altra, guardando il pavimento.

"Sai, Selph... non sembra bello."

"Intendi una SeeD e una strega che si nascondono da uno scherzo della natura a otto zampe?

"Qualcosa di simile. Hai magie con te? Penso che Eden tornerebbe utile ora come ora."

"Uhm, no... mi sa che non lo sai."

"Sapere cosa?"

"Cid ha iniziato ad evitare di usare la Paramagia. Senza Norg, sono saltati fuori più dettagli sulla perdita di memoria legata ai Guardian Forces. Quindi, come regola generale, devono essere usati solo in rarissime occasioni e... oh Diablos! L'ho appena visto muoversi! È enorme! E i tuoi poteri di strega? Non puoi fare qualcosa?"

"Si direbbe di sì, ma Edea non mi ha ancora insegnato come gestire l'energia. Ma... ok, vale la pena provarci, a questo punto." Rinoa allungò una mano e chiuse gli occhi, focalizzando tutta la sua forza sulla minacciosa creatura. Un'improvvisa esplosione risuonò nella stanza, echeggiando nei corridoi vuoti del dormitorio. Entrambe si coprirono il viso, mentre dei calcinacci cadevano loro addosso, e il fumo riempiva la stava come una nebbia misteriosa.

"Merda Rinoa, non intendevo che dovessi completamente cancellarci insieme al ragno."

"Mi sa che ho un po' più energia di quanto pensavo. Ora mi ci vorrà un altro giorno intero per pulire questo posto." Rinoa sospirò sedendosi sul materasso, appoggiando i piedi nudi sul pavimento, oltre il bordo del letto. Smosse con la mano l'aria davanti al suo viso, cercando di ripulirsi i polmoni. Proprio mentre iniziava a portare il peso sui piedi, un nemico nero, e molto peloso, emerse dalle rovine di quella che una volta sembrava una sedia. "Non è morto!" Saltò di nuovo sul letto con una velocità che ricordava un fulmine, e si mise ancora in piedi con Selphie sulla coperta.

In quel momento, sentirono qualcuno che correva lungo il corridoio - il suono metallico dei passi echeggiava ad ogni movimento frettoloso. Due figure emersero dall'altro lato della porta, gesticolando per scostarsi dagli occhi le nuvole rimanenti di fumo.

"Rinoa, stai bene?" La voce di Squall era piena di preoccupazione. Entrò nella stanza, con Irvine che lo seguiva da vicino.

"Selphie, sei qui dentro?" Il commento del cecchino quasi sovrastò quello del Comandante.

Le due donne si guardarono mentre il fumo iniziava a farsi più sottile al 'loro livello'. "Uhm... stiamo bene." Fu detto all'unisono, e non vennero aggiunti ulteriori dettagli... dato che le due erano vagamente umiliate dalla verità.

"Cosa è successo, siete ferite... qualcuno vi ha attaccato?" Il primo istinto di Squall era quello di un SeeD addestrato, e ovviamente, questo significava che si aspettava un qualche evento da terremoto come un attacco da una nazione nemica, una strega malvagia, o come minimo un RubRumDragon col mal di denti...

"Stiamo bene, solo che non sapevo che i miei poteri avessero così tanto... uhm... potere."

"Sì, Rinoa e io stavamo solo... err... testando le sue capacità magiche."

"Dannazione, avreste potuto rimanere uccise! Non sapete quanto possa essere pericoloso pasticciare con un potere sconosciuto?"

"Squall..." interruppe Irvine. "Fammi fare una domanda alle ragazze." Il cowboy si portò di fronte al Comandante, guardando con sospetto le due sul letto. "Ora. La logica mi ha insegnato molto sulle donne, ma la maggior parte delle volte non le capisco comunque. Voi due potete correre a testa bassa in una battaglia anche ardua, potete uscire dalla compressione temporale indenni, ma dal modo in cui state in piedi lì sopra, e considerato che noi invece siamo qui... vado per topo."

"Ragno..." Rinoa si morse il labbro superiore, cosciente della sua debolezza, mentre si guardava i piedi. "È un ragno."

"Ma Irvine, era grande... e nero... e peloso... e ci fissava... e ha cercato di uccidere Rinoa!" lottò Selphie a difesa della loro situazione.

Irvine esaminò il pavimento, fino a che vide un aracnide nero che tentava di fuggire verso la libertà del corridoio. Fece alcuni passi avanti e lo spiaccicò sotto il peso del suo stivale. Le due ragazze si fecero piccole quando il loro nemico incontrò la sua prematura, ma ben meritata secondo loro, morte.

"Il mondo è salvo di nuovo." Irvine fece un sorrisetto levandosi il capello e inchinandosi alle due ragazze. "Sempre un piacere aiutare una donzella in difficoltà."

"Difficoltà?" La voce di Squall si alzò per la rabbia. "Difficoltà è essere inseguito da un ragno elettrico di centocinquanta metri per le strade di Dollet! O essere cacciato dall'esercito galbadiano come una preda, o... oh Dio, potrei continuare all'infinito... ma questo proprio non è difficoltà!"

Scuotendo la testa il Comandante andò verso il muro, incrociando entrambe le braccia sul petto. Tutti potevano capire che non trovava comica la situazione, e aveva bisogno di un attimo per mettere a posto i pensieri. Irvine si avvicinò al letto, offrendo le braccia a Selphie in una specie di gesto romantico. Lei alzò gli occhi al cielo, e Rinoa cercò di non ridere dei suoi amici. Alla fine, il cowboy vinse la battaglia. Selphie lo afferrò al collo, saltando tra le sue braccia come se avesse liberato la principessa dal drago col respiro di fuoco delle favole. Lui la strinse con entrambi le mani, uscendo per lasciare gli altri due soli.

"Uhm... Squall... credo che dire 'mi dispiace' sia un buon modo per iniziare."

Sorrise sperando che lui le rispondesse; ma lui non disse nulla. Aveva ancora le braccia incrociate sul petto, un piede appoggiato al muro.

"Lo so, Squall, lo so... è da immaturi aver paura di un ragno. MI stava fissando, tutti quelli occhi... centinaia di migliaia di piccoli occhietti tondi che spiavano ogni mia mossa. Ho cercato di ucciderlo con, err... mezzi normali, ma ho finito per cadere dalla sedia mentre si lanciava verso la mia giugulare."

Rinoa guardò verso la finestra mentre Squall taceva ancora; i suoi occhi sembravano giudicarla. "Ok, ok lo so," iniziò lei, sgridandosi, non proprio sicura se sentiva più imbarazzo o più vergogna per le sue azioni. "Avrei potuto ferire me stessa, o peggio ancora Selphie. Ho violato almeno cinque regole del Garden, e non ho nemmeno iniziato ufficialmente a lavorare. Se vuoi che me ne vada, o vuoi ridurmi lo stipendio... lo capisco. Pagherò i danni di tasca mia. Non lo so... io... non... merda, mi dispiace."

Quando si voltò di nuovo a guardarlo, lui aveva una mano sulla fronte, lo sguardo diretto al pavimento. Non poteva più vedergli gli occhi, solo il guanto di pelle che gli nascondeva gran parte del viso. La parte che non era coperta dalla mano era nascosta da lunghe ciocche di capelli. Il tacco dello stivale rimaneva contro il muro e l'altro braccio era intorno all'addome, stretto in un pugno. Vide che il suo corpo iniziava a tremare, e sapeva di essere lei la causa per cui lui era così arrabbiato... così deluso da lei. Era furioso e non sopportava nemmeno di guardarla. E poi successe: pensò che la sua mente le stesse giocando uno scherzo.

Stava ridendo. Squall Leonhart stava effettivamente ridendo.

Per un secondo rimane confusa da quello sviluppo. Stava ridendo perché era così infuriato che nessun'altra emozione veniva alla luce? Lui si spinse via dal muro con il piede, camminando verso il letto. Il suo viso rimaneva ancora nascosto, e il suono della sua risata muta era l'unico della stanza. Ora si teneva davanti alla bocca in maniera evidente anche il secondo pugno, cercando di nascondere il suo divertimento. Alla fine alzò lo sguardo su lei, e lei poté notare le lacrime che gli si raccoglievano agli angoli degli occhi.

"Squall?" Ora come ora, non era sicura di cosa fare... tutto questo era semplicemente... strano.

"Rinoa," disse cercando di suonare severo, anche se non poteva impedire alla risata di farsi sentire, "ragni?"

"Non... non mi piacciono."

"Ho notato. Quindi era... un grosso ragno?"

"Sì... enorme." La voce di lei era monotona; non sapeva dove stava andando a finire questa conversazione.

"Ok, fammi capire bene. Ero nel mio ufficio, ho ricevuto una chiamata che era stato udito un grido dall'ala degli impiegati, non ho nemmeno messo giù perché sono corso fuori, mi sono precipitato per tre rampe di scale, ho preso Irvine come supporto, ho sentito una forte esplosione dall'estremità del corridoio, e poi ho scoperto che il colpevole era un 'enorme' ragno."

"Sì, questo più o meno riassume tutto... sei arrabbiato?"

"Dovrei, se non fosse che è così dannatamente divertente. L'hai chiamato 'cattivo' mentre cercavi di spazzarlo via dalla faccia della terra?"

Per la prima volta la tensione di lei diminuì, e si mise entrambe le mani sui fianchi. Sorrise innocente. "Leonhart, mi stai prendendo in giro?"

"Beh, non sono io quello in piedi sul letto, o no?" Le offrì una mano sola; non il gesto più vistoso di Irvine, ma era comunque un inizio. Lei la accettò, e saltò giù dal conforto del materasso sulla superficie del pavimento. Lui cercò di riprendere fiato. "Quindi, signorina Heartilly, devo fare istanza per una nuova sedia per te? Questa cosa di far esplodere mobili - non diventerà un'abitudine, vero?" Squall abbassò la mano lungo il fianco, lasciando che le sue dita guantate rimanessero intrecciate a quelle nude di lei.

"No, no... e una nuova sedia sarebbe fantastica. Credo di dover essere grata che non fosse il portatile."

"Sì, ti dovresti arrangiare per quello."

"Squall, mi dispiace davvero, non volevo essere una scocciatura."

"Non puoi evitarlo," disse lui, come un dato di fatto. "Ma non lo cambierei per nulla al mondo. Ho fiducia che se 'quello' avesse davvero attaccato, avresti potuto combattere da sola con coraggio."

"Non combatto bene da sola, ricordi?" Gli sorrise, mettendogli il braccio libero intorno al collo.

"Grazie."

Lei piegò leggermente la testa di lato, confusa, guardandolo negli occhi. "Grazie per cosa?"

"Per avermi fatto ridere... non ricordo di aver mai riso."

"Bene," disse baciandolo velocemente sulle labbra. Lui non ricambiò il gesto, ma non le impedì di farlo.

Lui guardò fuori nella hall e si separò da lei. Era come se si fosse appena accorto di quanto fossero vicini i loro corpi. "Rinoa, non sembrerebbe una buona cosa, se qualcuno passasse di qui. Devo tornare a lavoro, comunque."

Lei annuì la sua comprensione mentre lui si voltava e usciva. A Rinoa non interessava che se ne fosse andato bruscamente - lo capiva. Buttando fuori l'aria, chiuso gli occhi, ringraziando il cielo di averle dato questa possibilità. Come ci si doveva sentire ad avere diciotto anni e non avere mai riso? Con la maggior parte delle persone non avrebbe preso la confessione alla lettera, ma con lui... sapeva che era serissimo. Pensare di essere la fonte di questo prezioso dono, la sua risata... su di lei e una delle sue stupide fobie. Sorridendo aprì gli occhi, guardando polvere e calcinacci sparsi nella stanza... ora, questo disastro era tutt'altra storia.

*~*~*~*~*

Selphie quasi saltellò nella sala dei ricevimenti. Facendo un passo indietro, si assicurò che gli ultimi ritocchi alle decorazioni fossero perfetti. Era riuscita a trasformare una sala bellissima e maestosa in qualcosa che ricordava più un nightclub dei quartieri bassi di Deling City. C'era un tempo e uno spazio per l'eleganza, e c'era un tempo e uno spazio in cui potessero ballare tutta la notte e basta, comportandosi dai giovani adulti che erano; e questo era il secondo caso.

Alzò lo sguardo sentendo numerose voci che entravano nella stanza: Irvine entrò - no, entrò incedendo impettito - seguito da tre giovani ragazze. Non le sembravano familiari, e non credeva che fossero studenti attuali del Garden. Le guardò con attenzione, cercando di non mostrarsi troppo preoccupata, dato che il cowboy sembrava aver messo su la sua maschera 'macho' per l'occasione.

"Ora, ragazze, questa è Selphie Tilmitt. È la persona che ha organizzato l'intera serata. Io avevo solo l'incarico di colossale responsabilità di assumere un gruppo musicale."

Sorridendo con cortesia, Selphie fece un gesto in direzione delle donne. "Ciao, voi siete qui per la festa?"

"No," le disse Irvine facendo l'occhiolino. "Selph, loro sono le Akimbo, il gruppo."

"Ovviamente, un gruppo sole donne... avrei dovuto prevederlo." Non voleva davvero dirlo ad alta voce, ma in un modo o nell'altro le era sfuggito e basta. "Vi potete cambiare nello spogliatoio femminile - prima porta a sinistra, dopo quelle porte doppie."

Quando le tre se ne andarono per prepararsi al concerto, Selphie sorrise feroce ad Irvine. Non riusciva a capire bene cosa fosse, sembrava quasi gelosia... ma si rifiutava di ammetterlo. Più o meno in quel momento, udirono alcuni 'tump' sul pavimento di marmo. Entrambi si voltarono in tempo per vedere Zell che completava una serie di capriole all'indietro, seguite da un finale perfetto. Dietro di lui, stava entrando Rinoa, con un regalo in mano e scuotendo la testa per l'esperto di arti marziali.

"Non si direbbe che sta per compiere diciannove anni, vero? Non posso credere che ha un anno più di me."

"Beh sì, ma almeno non fa esplodere mobili da ufficio quando un piccolo insetto gli cammina sul pavimento," rispose Irvine stuzzicandola.

Selphie gli diede una gomitata nello stomaco, scordandosi di tutte le formalità della cortesia. "Per prima cosa, Irvine, era grosso. Secondo, un ragno non è un insetto! Terzo, Rinoa e io andiamo ad assicurarci che il cibo sia pronto... voi due iniziate a salutare gli invitati o quel che è. Di' solo alla tua 'banda' di cominciare pure a riscaldarsi quando sono pronte, 'k?"

Rinoa allungò il regalo a Irvine, e poi fu quasi trascinata fuori dalla stanza, con Selphie che la tirava con forza per il polso. Quando uscirono nel corridoio verso le cucine, la ragazza si fermò all'improvviso.

"Rinoa, come si fa a sapere se si è innamorati?"

Questo colse la ragazza un po' alla sprovvista. Non si aspettava questa domanda, soprattutto così diretta. Non era sicura di come rispondere; forse era diverso per ogni persona, forse non c'era una risposta che potesse dare alla sua amica.

"Irvine?" chiese Rinoa, anche se non ce n'era bisogno.

Selphie annuì, comportandosi come se stesse guardando il corridoio, assicurandosi che erano ancora sole. "Voglio dire, so che gli voglio bene... ma a volte è proprio... come lo sapevi per Seifer?"

Rinoa raggelò, e dimenticò di respirare per un momento. Non era che avesse pensato a lui negli ultimi mesi, a parte i pensieri di passaggio che si chiedevano se stava bene. Era ancora un argomento che la turbava. Credeva, nella sua mente, di aver cancellato alcuni ricordi. Stava cercando di capire come spiegare la loro relazione di quell'estate, e non sembrare stupida nel farlo.

"Uhm... beh..." Poi capì, nell'esitazione, la risposta su cui aveva riflettuto mesi prima lei stessa. "Sai, al Garden di Galbadia, quando mi hai chiesto se Seifer era il mio ragazzo e io ho detto proprio non lo so... forse lo amavo... beh, sai cosa... se dovevo 'pensarci' allora non era amore. Gli volevo bene, come ho detto prima... era sicuro di sé e mi faceva sentire come potessi avere la meglio sul mondo intero. Rimpiango quell'estate? No, non proprio... perché quella sicurezza mi ha dato il coraggio di lavorare con i Gufi del Bosco, e non stare seduta ad aspettare pigramente come le altre fazioni. Grazie a quella sicurezza, ho incontrato Squall. Non devo 'pensare', per Squall; lo 'so' e questa è la differenza."

Mise una mano sulla spalla di Selphie e guardò l'amica negli occhi. "Selphie, non devi chiedermelo. Lo sai già. Forse la tua domanda non è 'lo amo?', ma viene più dalla paura perché lo ami."

"È solo che è... beh, è un tale dongiovanni. Non lo so. A volte penso di poterlo sopportare, altre volte... mi scoccia."

Ridacchiando appena, Rinoa comprese anche troppo bene. "Beh, tu sai già se puoi sopportarlo. Solo non aspettarti che cambi. Voglio dire, a un certo punto metterà la testa a posto, ma sarà sempre così... è il motivo per cui ti sei innamorata di lui. Alla fine lui non farebbe nulla che ti ferisse. Penso che non rischierebbe mai il tuo amore per qualcosa di così passeggero. Credi in lui, credi in te stessa."

"Rin." Selphie cercò di impedire alle lacrime di cadere. "Mi mancherai. Non è giusto che tu sei appena tornata e io devo partire per Trabia. Non fraintendermi, voglio andare a aiutarli con la ricostruzione... ma vorrei solo che fosse tra un mese, circa."

"Ho sentito del progetto, e penso che sia grandioso. So anche che Irvine ha rinunciato alla possibilità di fare l'esame pratico SeeD per venire là con te. E questo la dice lunga sul suo carattere. E poi, hey, sarò qui quando tornerai... non pensare che me ne vada di nuovo."

Toccò a Selphie ridere. "Non sono Squall."

"Grazie a Dio, a malapena me la cavo con uno, due sarebbe... spaventoso."

*~*~*~*~*

Le due ragazze continuarono a camminare dalla porta sul retro fino a quando raggiunsero la cucina. La maggior parte dello staff si era già ritirato per la notte, a parte alcuni lavoratori sparsi assunti per preparare da mangiare per la festa. L'aroma di panini che aleggiava era travolgente, perché i vassoi erano pieni di combinazioni di 'panini' diverse più di quanto un umano potesse immaginare.

"Selphie, non sarai seria... quei vassoi non sono tutti di panini, vero?"

"Beh no, non tutti... alcuni sono salse per i panini."

"So che a lui piacciono, ma, uhm... questa non è un po' troppo?"

"Sì, penso di sì... ma dato che questa è la prima festa che facciamo da un po', volevo che uscissero tutte." La vivace ragazza si avvicinò, indicando felice alcune delle sue creazioni preferite. "Abbiamo... panini al manzo, panini al tacchino, panini al Chocobo, panini al mais, bocconcini, bocconcini al mais, e ovviamente, panini al tofu - in versione bocconcino e normale - per gli invitati vegetariani."

"Wow... è... uhm... carino," disse Rinoa cercando di controllare le risate. "Non sapevo che ci fossero così tante varietà di panini. Ho vissuto una vita ritirata, eh?"

"Nah, devi solo essere educata alle cose 'più eleganti' della vita," scherzò Selphie mentre andava verso il capo cuoco, iniziando a frugare nella sua borsetta. "Hey, quanto vi dobbiamo per il catering?"

Rinoa si sentì in colpa per non essersi offerta di dare la sua parte, prima. La negligenza non era stata intenzionale; era solo che, tornando, non aveva mai pensato alle spese della serata. Ovviamente, aveva senso che la festa non fosse legata al Garden, quindi gli amici di Zell si sarebbero divisi le spese.

"Selphie, per favore... lascia che partecipi anch'io," disse con tono di scuse.

"Rinoa, Selphie... non dovete nemmeno un guil," rispose una voce, mentre una figura magra entrava nella cucina. "L'intera spesa è stata pagata, insieme al gruppo, alle decorazioni, e per quanto posso capire, anche una buona dose di alcolici."

"Quistis?" chiese Selphie, completamente meravigliata. "Non hai pagato tutto tu, vero? Prenderemo piccole donazioni all'ingresso per diminuire i costi. Tutto questo deve essere costato migliaia di guil."

"Di sicuro sì, ma non ne ho pagato nemmeno uno, io."

"Beh, allora chi?" La domanda di Rinoa era anche al primo posto nella mente di Selphie.

"Non lo so," rispose sincera l'insegnante. "Sono andata a pagare l'agenzia di noleggio per il palco... mi hanno informato che il conto è già stato pagato per intero. Tutto è già stato pagato, per quanto ne so."

"Wow, forse Zell ha un fan-club di cui non sappiamo nulla." Rinoa si avvicinò a un tavolo metallico per le preparazioni dei cibi, con le amiche che la seguivano da vicino.

Quistis sospirò, appoggiandosi al bancone. "Può prendersi il mio, è più che irritante. Penso che i Fan di Zell sarebbero un bel gruppo."

"Non sarebbero i Fan di Dincht?" chiese Selphie infilandosi un mini panino al mais in bocca.

"Chi lo sa, ma qualsiasi cosa sarebbe meglio che avere a che fare con l'idiozia che tocca a me. Giuro, l'altro giorno, stavano facendo un'asta per un vecchio maglione macchiato di spaghetti che ho buttato via. L'ultima volta che ho controllato, era arrivato su internet a settantacinque guil."

"Potresti avere un buon secondo reddito, così," la stuzzicò Rinoa, prendendo un mini panino al tofu. Lo fissò un secondo prima di metterselo in bocca. Dopo alcuni morsi, fece una smorfia afferrandosi la gola. Non aveva affatto il sapore di panino, per lei - l'etichetta pubblicitaria si sbagliava di grosso, tristemente. "Acqua... mi serve acqua..."

Selphie corse al frigorifero, e aprendolo prese una bottiglietta di birra. Aprendola con facilità, la allungò a Rinoa che ne prese velocemente un sorso. "Oh Dio," disse nauseata, "questa è anche peggio del panino al tofu... ed è tutt'altro che acqua."

"Oh, volevo solo che vivessi un po'! Non hai mai bevuto una birra?" chiese Selphie, alzando un sopracciglio in direzione della ragazza.

"Uhm... no, penso proprio di no. Ho bevuto un bicchiere di vino in alcune occasioni, ma mai più di questo. A Deling e Timber l'età legale per bere è ventuno anni."(1)

Quistis rise, aprendosi una birra che aveva preso dal frigorifero. "A Balamb è solo diciotto. Penso che sia perché manca di divertimento - e pescare e giocare a Triple Triad diverte solo fino a un certo punto. Anche io odiavo il sapore, ma fidati di me, ci si abitua. Ho semplicemente imparato che se volevo stare al passo coi ragazzi, dovevo comportarmi come uno di loro, ogni tanto."

"Giusto," disse Rinoa mentre faceva girare in tondo il liquido schiumoso nella bottiglia. "Come se qualcuno potesse pensare a te come a 'una dei ragazzi'. Fidati di me, Quistis... è l'ultima cosa che pensano." Bevve un altro sorso, ancora con una smorfia. "Bleah! Come fate voi due a farlo?"

"Così," rispose Selphie, prendendosi una bottiglia. Ne bevve velocemente metà. "Non chiedere... se pensi che Balamb sia brutta... aspetta di essere bloccata nei deserti ghiacciati di Trabia... fidati, questa roba sembra una manna dal cielo quando sei sepolta sotto una tundra di neve gelata."

Rinoa provò con un altro sorso, pulendosi la bocca col dorso della mano. "È solo che ho mai pensato a voi due che bevete alcolici. Non so, è che sembrava... beh, forse del vino rosso per Quistis, e un cocktail tropicale con l'ombrellino per Selphie. Ma birra? Penso che ci sia molto che non so di voi due."

"Sì," rispose Quistis, quasi bisbigliando. "Rinoa, hai visto com'era la prima volta che sei arrivata qui. Così tante regole e divieti, l'alcol sembrava l'unico vizio che ci lasciavano... con moderazione, ovvio. Forse era qualcosa per allentare la tensione. Non è che avessimo molto per cui vivere a parte la SeeD; di questo si sono assicurati. In più avere a che fare con Squall e Seifer... era quasi un requisito per lo staff."

"Sapete, lui beveva," affermò Rinoa, ancora ipnotizzata dalla tinta color rame della bottiglia.

"Chi?" Quistis non era sicura di chi stesse parlando Rinoa.

"Oh... scusate... parlavate di Seifer, prima. Ricordo solo che quando avevo sedici anni, lui beveva. Credo che per me fosse come se stesse sfidando una qualche specie di autorità, infrangendo regole di cui io potevo solo sognare. Lo faceva sembrare più grande... non so."

L'insegnante si sentì immediatamente protettiva; non era nemmeno sicura del perché. Ma la persona a cui Squall teneva così tanto ora stava parlando di qualcun altro. Lottò contro il buon senso, o meglio, parlò dal cuore di 'sorella' piuttosto che da quello di amica interessata.

"È finita con lui, vero, Rinoa?"

Rinoa non aveva voluto dire nulla di particolare, con la sua frase, e il fatto che l'insegnante le facesse una domanda così diretta la colse di sorpresa. Guardò la donna bionda, che non riusciva a mascherare la preoccupazione sul suo viso. La giovane strega mise la bottiglia sul bancone prima di rispondere, "Quistis, so a cosa stai pensando. Mi dispiace, non intendevo in quel senso... Selphie mi ha chiesto di lui poco fa. Se vuoi sapere la verità... vorrò sempre bene a Seifer. Se lo vedessi in strada, parte di me vorrebbe correre da lui e pregarlo di dirmi perché ha fatto quel che ha fatto. E l'altra parte di me vorrebbe dargli un calcio nelle palle e ridere."

Selphie alzò energicamente la mano. "Io scelgo la seconda!"

Quistis guardò Rinoa. "Uhm... tesoro, quanta birra hai bevuto?"

Lei fece un gesto, ignorando il commento, e continuò, "comunque, ricorderò sempre Seifer, è il mio passato. Ma non è mai stato amore... forse dovevo passarci per sapere cos'è l'amore vero. Questa volta lo so."

"Ooooh, ami Squall!" sbottò Selphie apertamente davanti a svariate impiegate della mensa.

La ragazza bruna cercò immediatamente di coprire la bocca dell'amica, ricordando all'improvviso i giorni della pre-adolescenza. "Zitta, Selphie!" la pregò, non desiderando altro che rannicchiarsi sotto la tavola di metallo fino a quando tutti fossero usciti. Non che fosse imbarazzata per quello che sentiva per Squall. Era più il fatto che sentiva che, quando lui l'avesse scoperto, sarebbe stato in un'atmosfera più dignitosa e romantica rispetto a una conversazione casuale in cucina mentre si beveva birra. O, ovviamente, c'era sempre la possibilità orribile che Squall lo sentisse dall'impiegata della mensa, mentre gli serviva un piatto di patate lesse. "Hey, vuole ancora un po' di salsa? A proposito ho sentito Rinoa dire che la ama. Congratulazioni! Le serve un cucchiaio per le patate, Comandante?"

Si fece tesa alla completa ridicolaggine del pensiero. "Selphie... per favore? Non voglio che senta nulla da qualcun altro, glielo devo."

"Dai Selphie, lasceremo che lo capiscano a modo loro," aggiunse Quistis con il suo solito atteggiamento professionale; sempre la voce della ragione. "E se non lo capiscono presto, possiamo convincere Nida ad annunciarlo con una comunicazione interna, o anche peggio, posso scriverlo nella chat dei fan di Trepe."

Rinoa alzò gli occhi al cielo, bevendo un altro sorso. "Prima di tutto, non è divertente... secondo, la chat dei Fan di Trepe... stai scherzando vero?"

"Sfortunatamente, esiste, e fidati, non vuoi sapere cosa succede là dentro."

"Un attimo, un attimo!" esclamò Selphie, mettendo la sua bottiglia vuota sul bancone senza troppa gentilezza. "Come fai a sapere cosa succede là dentro? Io ho provato ad entrare, ma credo che sia solo per gli iscritti..."

"Uhm... sì... beh, per 'motivi di ricerca' mi sono fatta un nickname." L'insegnante nascose il viso per la vergogna. "Chiamami 'frustalabene', membro della chat numero 427. Senti, è che è strano... dovevo sapere."

Le altre due ragazze quasi si rotolavano sul pavimento per le risate. Rinoa si teneva la pancia, mentre iniziavano a scenderle lacrime, e boccheggiò, "frusta... bene... oh mio Dio."

Selphie allungò un altro drink alla ragazza, a malapena in grado di mantenersi sana. "Quistis, come hai potuto? Non ho mai saputo che eri tu!"

"Eh?" La bionda era quasi in lacrime. "Tu cosa, intendi...?"

"Diamine sì! Anche io dovevo sapere, piacere di conoscerti... 'iltrepenatore' al tuo servizio. Come pensi che sapessi che era solo per iscritti?"

Le tre ora ridevano più che istericamente, ed erano arrivate al punto in cui non si riesce a smettere di ridere... anche delle cose più comiche, dato che sembrano avere un doppio senso.

"Signorina," interruppe uno dei cuochi, rivolgendosi a Selphie, "dove vuole che metta i panini?"

Beh, si può immaginarono cosa pensarono nelle loro condizioni. Selphie quasi si strozzò con la birra, cercando di riprendere fiato. "Ah... portateli alla festa... sono sicura che gli invitati sapranno cosa farci."

"Beh... forse la metà," disse l'insegnante. "Sfortunatamente quella metà o ha la ragazza... o ha il ragazzo."

"Oh Hyne," sbottò Rinoa, "pensavo che noi dovessimo essere quelle dignitose."

"Sì, beh... ci meritiamo una pausa," ribatté Selphie. "Faremo meglio a tornare alla festa... per vedere se qualcuno dei ragazzi sta mangiando i mini panini."

"Eh?" chiesero le altre due, il loro divertimento che non svaniva.

"È una cosa psicologica dei maschi, fidatevi. In qualche modo si sentono inferiori... di solito li servivamo a Trabia, e poi ridevano dei maschi che li mangiavano."

Quistis alzò la bottiglia verso le altre due. "Questo è per l'aver imparato di più sui maschi... e altro."

"E per aver sperimentato la vita per la prima volta, con una nuova prospettiva," aggiunse Selphie sollevando la sua birra.

"E questo per i nuovi inizi con gli amici e la famiglia." Rinoa terminò il brindisi, e le tre fecero tintinnare insieme le loro bottiglie.

*~*~*~*~*

Vagabondò tra la folla. Anche se il Comandante si trovava tra cento persone, sentiva la stessa solitudine di quando si era perso durante la compressione temporale. In qualche modo, queste riunioni non erano mai diventate più semplici per lui, e cercò disperatamente i suoi amici, una in particolare. La musica alta contribuiva solo ad irritarlo di più, mentre cercava un viso familiare in quella giungla di attività. Se era possibile, si sentiva anche più a disagio qui che al suo ballo di promozione. Quello almeno manteneva una dignità apparente... questa era follia casuale.

Se non fosse stato considerato inappropriato, avrebbe ruggito alla massa di umanità che occupava la pista da ballo. Non che qualcuno l'avrebbe davvero 'sentito' se l'avesse fatto; i bassi della musica si rendevano sicuri di questo. Una mano lo afferrò alla spalla, e lui quasi si voltò a staccare a morsi la testa del temerario, quando vide l'esperto di arti marziali che lo guardava.

"Bella festa, eh? Passato un po' da quando il Garden ne ha vista una così."

Le parole 'bella' e 'festa' sono un ossimoro insieme, rifletté lui. E sarei dannato se lo sapessi, avrei evitato questi eventi come Leviathan evita Quetzal. Si trovò a gridare sopra la musica, "non saprei... mai stato a una."

"Dai, Irvine ha un tavolo vicino al cibo." Il Comandante seguì Zell attraverso la calca, arrivando infine a un tavolo sul fondo della stanza. Era meno rumoroso, dato che poteva quasi sentirsi mentre si lamentava.

"Hey Squall, come va?" La domanda del cowboy fu praticamente non sentita.

"Bene," rispose senza nemmeno guardare chi parlava, tirando una sedia al tavolo.

"E il lavoro?" chiese Zell cercando di iniziare una specie di conversazione.

"Bene." Non aveva tolto gli occhi dalla folla, esaminando l'orizzonte affollato alla ricerca di qualcuno. Gli altri due uomini si scambiarono un'occhiata di chi la sa lunga, cercando di divertirsi un po' alle spalle del Comandante.

Irvine bevve un sorso di birra. "Ho sentito che il tuo lavoro richiede che indossi un grosso costume rosa da Archeosaurus e tacchi alti, come ti fa sentire questo?"

"Bene."

Zell rise del suo amico, e senza farsi vedere mimò con la bocca a Irvine, "Guarda questa."

"Hey, dov'è Rinoa?"

"Rinoa?" chiese il Comandante, voltandosi verso l'esperto di arti marziali. "Dovrebbe essere qui."

"Tieni, mi sa che ne hai più bisogno di me."

Irvine allungò una birra a Squall. Il Comandante dapprima la osservò sospettoso e poi chiese a Zell, "hey, pensavo avessi detto che non ci sarebbero stati alcolici?" Non che gli importasse, doveva solo seguire le formalità della cosa. Di fatto, la domanda non era nemmeno uscita del tutto dalla sua bocca che aveva già bevuto il primo sorso.

"Beh... non pensavo che ce ne sarebbero stati. Ma sembra che alcuni abbiano portato le loro scorte, e altri hanno regalato qualche barile e svariate bottiglie. Non preoccuparti, non ci sfuggirà di mano."

Proprio in quel momento Squall sentì una sensazione fredda e appiccicosa sul braccio nudo. Abbassò immediatamente lo sguardo, e vide il riflesso vetroso delle luci in due occhi marrone scuro.

"Heylà, Angelo." Squall era sorpreso dalla gioia che sentiva nel vedere la cagnetta pelosa. Abbassandosi, le diede una breve grattatina sul ciuffo di pelo dietro al collo.

"Guarda Zell, è arrivata la tua compagna," scherzò Irvine mentre si abbassava per dare al cane un po' d'attenzione.

"Ah-ah, molto divertente. Seriamente, devo andare a socializzare un po', non voglio rimanere troppo nello stesso posto. Devo essere socievole... e devo andare a vedere se quella figa della batterista ha il ragazzo."

"E la tua 'amica' della biblioteca?" chiese Squall, di nuovo sorpreso dalle parole che gli uscivano dalla bocca. Nella sua testa, sentiva echeggiare la voce di Cid che diceva "mi fa piacere che tu stia migliorando con le cortesie, continua così un po' e potrebbero finire per piacerti."

"È venuta qui con qualcuno. Non so, pensavo che ci fosse qualcosa tra noi. Non rinuncio, ma non intendo passare la serata senza un appuntamento. Fidatevi, se continua così... Angelo potrebbe iniziare a sembrarmi carina."

I due decisero che era meglio non rispondere, dato che il commento era così aperto. E dopo tutto era il suo compleanno, così, Irvine soprattutto, tennero per sé le battute intelligenti. Zell sparì nella folla che riempiva la pista da ballo. Quella sera non c'era la gente sparpagliata che Squall ricordava dal suo primo ballo con lei, e non ci pensava nemmeno a infilarsi tra quella folla.

"Signore, come sta?" gridò forte una voce sopra il rumore delle persone.

Lui sospirò. Non che non fosse felice di vedere ancora Zone e Watts, solo non erano la persona che stava cercando. E ora come ora, essere chiamato 'signore' era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.

"È bello rivedervi," disse diplomatico ai due uomini.

"Altrettanto, signore," rispose Watts.

"Allora, dov'è la nostra principessa?" Il leader dei Gufi si guardò intorno nella stanza.

Rinoa! voleva urlare. Si chiama Rinoa. Squall si chiese perché il termine 'principessa' lo disturbasse all'improvviso mentre prima non ci aveva nemmeno pensato. Ok, non era proprio tutta la verità, ci aveva pensato, ai tempi, solo non in modo esattamente lusinghiero nei confronti di Rinoa. Ma quello era prima che imparasse a conoscerla - 'principessa' no, 'salvatrice' dall'autodistruzione sì. Il termine sembrava degradare e basta tutto ciò che lei aveva ottenuto, secondo lui.

"L'ultima volta che l'ho vista, Selphie la stava trascinando," disse Irvine dopo la momentanea ritirata di Squall nel suo 'posto speciale', come il gruppo era arrivato a definire le sue lunghe pause di silenzio.

"Che fate qui?" Il Comandante si chiese se suonava troppo brusca, ma comunque, non era dell'umore migliore in quel momento. Questa 'cosa del socializzare' era parecchio sopravvalutata, proprio come aveva imparato poco prima sull'arte della conversazione.

"Portiamo Angelo al Garden, signore. La principessa voleva aspettare un giorno o due... per sistemarsi nella sua stanza."

Un altro sorso di birra permise a Squall di non commentare l'abuso del maledetto termine.

"Allora Squall, hai già incontrato suo padre, e ascoltato la predica?"

"Il re?" Merda, l'aveva detto a voce alta, vero? Ok, poteva superarlo e sperava che non avessero notato il sarcasmo... e quale predica? "Ho incontrato Caraway."

"Bello vedere che ne sei uscito indenne. Dovresti sentire qualche storia dell'orrore."

"Cosa gli state dicendo?" chiese qualcuno da dietro. Era strano il modo in cui il suo corpo si sentiva improvvisamente a suo agio solo sentendo la voce di lei. Voleva guardarla, ma non voleva che sembrasse che la stava 'guardando'. Non ebbe mai la possibilità di capirlo, dato che sentì la lieve pressione delle mani di qualcuno sulle spalle. La cosa successiva che seppe era che lei si era chinata verso di lui, mettendogli entrambe le mani sul collo. Lei intrecciò le proprie mani posandogliele appena sul petto. Abbassandosi gli sussurrò "hey tu," all'orecchio. Lui sentì il suo inebriante respiro caldo, mescolato all'aroma chiaro di alcol, che gli giocava sulla pelle.

"Hey," disse lui con voce roca, cercando di comportarsi normalmente, indifferente come sempre. Devo respirare, inalare... esalare.

"Niente, principessa, chiedevamo solo se ha già incontrato il Colonnello," rispose infine Watts.

Lei alzò un sopracciglio, ancora in piedi dietro a Squall. "Sì, lo ha incontrato. E ragazzi, chiamatemi solo Rinoa qui, per favore?"

Ah-ah, evvai! Squall dovette veramente sforzarsi di tenere a bada il sorriso che gli si formava sulle labbra.

"Ciao di nuovo," disse Quistis agli invitati, svoltando l'angolo. Emerse anche una figura piccola ma vivace, che corse velocemente verso il tavolo e alla compagna a quattro zampe seduta obbediente lì accanto.

"Angelo!" gridò Selphie, quasi attaccando la cagnetta con una sovrabbondante doccia d'amore. "Mi sei mancata piccola!"

"Yo! Zone... Watts... sono contento che siate venuti! Avete già mangiato qualcosa? C'è un rinfresco a tutti gli effetti di panini, laggiù."

Zone si mise una mano sulla pancia. "No, non penso di riuscire a mangiare adesso. Il viaggio in macchina mi ha messo ko, penso che andrò al bagno."

Che shock...

Squall si tenne il commento per sé, cercando disperatamente di continuare ad allenare i polmoni a inalare correttamente l'ossigeno. Rinoa rimase in piedi dietro di lui con le braccia che riposavano teneramente sul suo corpo. Questo era il più lungo contatto fisico che aveva avuto con Rinoa dalla Lagunarock. Cercò di non muoversi, per la paura che la gente potesse accorgersene, e soprattutto per paura che lei si ritraesse. Inspira... espira... dannazione... non sembrare spaventato.

Watts guardò le tavole coperte di cibo. "Non so se devo... oh, un attimo! Ci sono i bocconcini... devo mangiarne qualcuno!"

Fu una frase che mandò nuovamente le tre ragazze in un'isterica risata di massa. Quistis cercò di rimanere solenne, ma mise in fretta la faccia sul tavolo, nascondendo il viso contro le braccia. I lunghi capelli biondi nascondevano le lacrime che le scendevano dagli occhi. Selphie era già in terra a coccolare Angelo, e cadde letteralmente sul sedere ridendo. Rinoa lasciò la presa su Squall e si inginocchiò veloce sul pavimento vicino a Selphie. Non riusciva ad alzare gli occhi, entrambe le braccia incrociate sulla pancia, cercando di mantenere il minimo di compostezza che le rimaneva.

"Che... che hanno?" Zell bevve un sorso del suo drink, comportandosi come se non ci fosse nulla di strano.

"Non ne ho idea." Squall fissò la testa di Rinoa; i capelli le scendevano ora dolcemente sul viso.

"Ragazze, volete condividere?"

"No Irvine, no davvero. Solo... roba da ragazze," disse Quistis tra le risate, facendo un gesto con la mano.

"Sì certo, poi... farai esplodere la tavola," disse Squall continuando a guardare Rinoa per terra.

Lei alzò lo sguardo e lui si rese conto che la vedeva in viso per la prima volta. I suoi lineamenti erano sottolineati dalle luci, gli occhi brillavano per le lacrime.

"Mi offendo." Guardandolo di traverso, cercò di sembrare ferita dalla battuta, ma fallì miseramente... ridendo di più e basta per il tentativo.

"Sì, ho dovuto salvare le gentili fanciulle dalle grinfie malvagie... 'otto' grinfie malvagie del più spaventoso, peloso, e ora più piatto ragno del mondo."

"Quindi l'hai ucciso? Che ti aveva mai fatto?" chiese Quistis, alzando un sopracciglio alla battuta del cowboy.

"Beh, forse se avesse pagato un po' d'affitto avremmo potuto fare un accordo," aggiunse Rinoa, rialzandosi.

"Tu non paghi l'affitto!" Selphie si alzò finalmente dal pavimento.

"Stavo pensando di ordinare una replica in miniatura del Lionheart, così la prossima volta potrò difendere l'onore della mia strega come un vero cavaliere." Il commento monotono di Squall fece ridere tutti, compresa Rinoa, che di solito non trovava nulla da ridere nell'argomento.

"Non te ne servirebbero otto? Magari per metterle sulle dita?" Irvine bevve un altro sorso di birra, mentre Selphie si avvicinava al suo lato del tavolo. Sedendosi in braccio al cecchino, gli prese la bottiglia dalle mani e ne bevve un lungo sorso.

Il Comandante ci pensò per un momento, prima di guardare la donna in piedi proprio accanto a lui. "Sarebbero novantasei colpi vibranti, scusa Rinoa ma ti devi arrangiare."

"E dicono che la cavalleria sia morta," protestò la strega, mettendosi le mani sui fianchi fingendo rabbia.

"Non morta, solo sospesa per un po', nascosta sotto una montagna di scartoffie. Quando troverò i formulari corretti, li riempirò in tripla copia, li farò timbrare, e incaricherò un messaggero certificato di consegnarli."

"Oh Squall," lo stuzzicò Rinoa avvicinandosi, mettendogli le braccia maliziosamente intorno al corpo. "Sai quanto mi piace quando parli tutto così 'comandante'; mi devi ancora quella lezione sulla storia della junction."

"Beh, ti posso offrire la vera storia della SeeD, adesso," replicò lui accigliandosi. "In più, se sei brava, ti leggerò i rapporti delle spese degli ultimi sei mesi."

"Sai davvero come far passare a una ragazza momenti meravigliosi, Squall," disse lei, seducente. Allungando una mano, tirò la testa di lui verso di sé con una semplice tocco della mano, fino a quando furono occhi negli occhi. Per un breve secondo, lei vide un'emozione profonda che ricambiava il suo sguardo e si scavava un sentiero nella sua mano. Poi venne rimpiazzata da uno sguardo di paura infantile, come se una riservatezza che lo spaventava e che era rimasta chiusa dentro fosse riuscita a venire in superficie.

Lui scostò le braccia di Rinoa, non con forza, ma mandandole un sicuro messaggio silenzioso. Il suo cuore aveva per un momento smesso di battere, solo pochi secondi prima, solo per riprendere ora al doppio della velocità.

"Ho appena ricordato una cosa," annunciò Squall alzandosi. "Tornerò tra poco." Annuì appena, prima di voltarsi e andarsene senza un'altra parola.

Nel suo cuore, Rinoa voleva rincorrerlo, sentendo la colpa di averlo spinto di nuovo nella sua solitudine. Non era stato intenzionale, a volte le azioni di lui erano imprevedibili, proprio come erano sempre state. Si era sentita più rilassata dopo i due drink, non ubriaca, ma l'alcol aveva annebbiato un po' del suo buon senso. Certo, lui si sarebbe sentito a disagio con i loro amici che li guardavano. Si sentiva a disagio anche se non c'erano loro a guardare. Era stata tutta presa dal momento, e ora lui ne avrebbe pagato lo scotto. Invece di avere una notte per comportarsi come un adolescente spensierato, ora lui stava correndo di nuovo nel suo mondo militare... un ovile sicuro, per lui. In quel mondo, sapeva sempre cosa fare... o almeno si comportava come se lo sapesse.

Si sedette lentamente sulla sedia che lui aveva appena abbandonato, sentendo il vuoto nel calore della seduta. Il posto in cui lui sarebbe stato, se non fosse stato per lei. "Stupida, stupida, stupida..." si sgridò ad alta voce, mettendo i gomiti sul tavolo e nascondendo il viso tra le mani.

"Rinoa, non ti rimproverare per questo... tornerà. Conosco Squall... dagli solo un po' di tempo. E un consiglio da parte mia, se vuoi sentirlo: non cambiare niente di quello che stai facendo. È quello che lo attirato a te come prima cosa; sii te stessa e basta con lui. Presto imparerà ad essere a suo agio con la persona che sei, proprio come lo farà con se stesso."

"Grazie." Rinoa guardò la donna sull'altro lato del tavolo. "Solo che a volte non penso, volevo solo... oh, non importa."

"Hey," disse una donna con un drink in mano, attorcigliando alcune ciocche di capelli con l'altra. Aveva meravigliosi capelli castani pettinati in una coda morbida, e indossava un vestito color zaffiro molto aderente che enfatizzava ogni curva del suo corpo. "Sai dov'è andato Squall?"

"Squall?" ripeté Rinoa, non proprio sicura del perché sentisse una fitta di gelosia, ma questa donna era meravigliosa... era solo una reazione naturale.

"Sì, ho bisogno di parlargli."

Certo, parlare... questa l'ho già sentita. E ovviamente per parlare è necessario indossare un reggiseno push-up e dieci centimetri di tacchi a spillo. Rinoa rimase in silenzio, tranne che nella sua mente.

"Sono Quistis Trepe, insegno qui; forse posso aiutarti io."

"No, è personale."

Ovvio che lo è, ma dobbiamo definire personale e professionale, cara... se vieni 'pagata', è professionale.

"Oh, uhm... penso che sia andato nel suo ufficio."

Quistis! Non l'hai detto sul serio... Le due ragazze si scambiarono uno sguardo, e Rinoa poteva vedere che l'insegnante si sentiva in colpa, come se avesse tradito una confidenza sacra.

"OK, andrò a controllare là."

Prima passi sul mio cadavere... signorina 'non-esiste-che-quelle-siano-naturali'. Di solito Rinoa non era tipo da sentirsi insicura, o vagamente gelosa, ma forse l'alcol stava prendendo il sopravvento sul suo carattere naturale. Si alzò, mostrando un sorriso falso all'estranea. "Sono la sua ragazza, e se è personale... forse posso aiutarti."

"Non sapevo che avesse una ragazza," replicò la donna, guardando Rinoa con quella che sembrò un briciolo di sospensione. "Assicurati solo che riceva questo, e digli che lo chiamerò più tardi." Allungò una busta a Rinoa, timbrata con la scritta 'confidenziale'. "E signorina, è personale... spero che capisca quella parola."

Capisci questo! Rinoa pensò alcune frasi scelte, e nessuna era troppo lusinghiera.

"Oh, e dica a Squall che è stato uno sballo." La donna fece un sorrisetto all'ultima frase, si voltò e uscì. Rinoa rimase stupefatta mentre guardava la donna e le sue gambe 'deve-essere-liposuzione' che se ne andava. Infine, doveva dire qualcosa per rompere il silenzio. "Avete visto che gonna corta? Chi indosserebbe una gonna del genere a una festa SeeD?"

Selphie, Zell e Quistis trovarono molta ironia nella frase. Guardarono il comportamento della loro amica, solitamente composta, che mostrava un lato diverso. "Non so... forse lo stesso tipo di persona che ha paura dei ragni," disse l'esperto di arti marziali, facendo uno scherzoso occhiolino all'amica.

"Oh, come mi ferisce," replicò sarcastica. "Quello era diverso, io ero... err... uhm... beh, era diverso!"

"Wow, avete visto quanto era corta la sua gonna?" disse infine Irvine. Gli altri quattro lo guardarono increduli.

"Dove sei stato, Irvy?" domandò Selphie, ancora seduta in braccio al cecchino.

Rinoa guardò la busta gialla che teneva in mano. Se solo avesse avuto la vista a raggi x... ma in ogni caso, non avrebbe fatto una cosa simile a Squall. Si fidava di lui. Eppure era curiosa; non era il solito tipo di persona con cui lui faceva affari, soprattutto se classificati 'di natura personale'.

"Hey, ragazzi, vado a fare un giro."

*~*~*~*~*

Era andata al suo ufficio, solo per scoprire che la porta era chiusa a chiave e non filtrava luce da sotto la porta. Rinoa era anche andata verso il dormitorio dei SeeD, e aveva bussato alla porta del Comandante, senza ricevere risposta. Sospirando per un po' di frustrazione, immaginò che fosse meglio tornare alla festa. Nella hall c'erano pochi studenti; alcuni andavano al Centro Addestramento, altri che camminavano tra la festa e le proprie stanze. Aveva ancora la busta saldamente in mano, e la curiosità cominciava ad avere la meglio.

Gettandosi i capelli dietro le spalle, svoltò l'angolo verso l'entrata principale del salone dei ricevimenti. Fu sorpresa quando una mano le afferrò il braccio da dietro, cogliendola di sorpresa. Velocemente si voltò mentre la figura iniziava a trascinarla in un angolo remoto. Anche se una volta voltatasi, non sentì più il desiderio di combattere il suo assalitore.

"Squall? Cosa stai facendo?"

Di nuovo, lui non le rispose; ora erano in piedi proprio dentro il guardaroba. Fortunatamente per quella sera era rimasto inutilizzato, dato che non si trattava di un evento ufficiale del Garden.

"Scusa," sussurrò quasi lui per rimpianto, incapace di guardarla direttamente negli occhi.

"Scusa per cosa?" chiese lei, le dita di lui ancora strette intorno al braccio.

"Per essere andato via."

Lei scosse la testa, imbarazzata per un attimo. "Squall... scusami tu... non avrei dovuto comportarmi così davanti ai tuoi amici, sono solo stata presa dal momento."

"Non scusarti mai per essere te stessa," disse lui, trovando la forza di guardarla negli occhi.

"...Nemmeno tu," rispose con esitazione, trovando sempre più difficile respirare.

Casualmente, lui notò la busta che lei teneva in mano, mentre distoglieva lo sguardo da quello ipnotizzante di lei. "Dove hai preso questo?"

Lei voleva dire quello che pensava davvero, ma era ancora molto inappropriato in quella circostanza. "L'ha lasciato una donna. Stavo giusto cercando di trovarti."

"Ha detto qualcosa?"

Rinoa si morse di nuovo la lingua per i commenti che avrebbe voluto dire. Rispose semplicemente, "solo che era personale."

"Bene." Squall le prese la busta di mano e la infilò nella tasca della giacca. Tornò a guardarla e vide un'espressione insicura poco familiare sul suo viso. "Niente, non ha detto niente?"

"No, niente." Rinoa distolse il viso, imbarazzata dal fatto di sapere che la stava leggendo.

"È molto brava nel suo lavoro."

"È... carino." Rinoa cercò di pensare a una cosa diplomatica e gentile da dire. Si appoggiò al muro, contando su di esso per il sostegno.

Lui non poté evitare di iniziare a ridere di nuovo, per la seconda volta quel giorno - la seconda volta di tutta la vita. "Rinoa, sai tenere un segreto?" La curiosità la stava uccidendo, e mosse la testa per guardarlo, esaminando ogni lineamento preciso. "Suo fratello lavora a Balamb... fa il disinfestatore. L'ho assunto come favore personale per me, per disinfestare dagli insetti alcuni posti. La tua stanza, la mia stanza e il mio ufficio, e l'ufficio di Cid... giusto in caso qualche sgradito 'malvagio a otto zampe' riuscisse a entrare... non vorrei che tu avessi un'altra esperienza traumatica al Garden, e aver bisogno di terapia vita natural durante... altre scartoffie."

"Ma..." provò a dire lei, ma lui le mise gentilmente un dito sulla bocca.

"Sssh... è mio dovere come cavaliere salvarti sia da un RubRumDragon che da un ragno peloso. In più, onestamente, non sono esattamente eccitato da quelle cose nemmeno io, ma questo rimane fra me e te. Anche se io non brucerei tutto il Garden per liberarmi di uno di loro. Se stai pensando a qualsiasi altra cosa si sia riferita... le ho chiesto di farmi un altro favore, ma questo è il 'nostro' segreto. Non ho comprato niente per il compleanno di Zell... ho pensato che potevo almeno pagare la festa. Le ho detto che se avesse pagato i conti con i miei soldi, sarebbe potuta rimanere e godersi la festa. Ha messo tutte le ricevute in una busta, per me."

"Sei stato... tu?" I suoi occhi castani si spalancarono per lo shock, stupita dal suo gesto poco caratteristico ma sollecito.

"Nessuno lo sa... o lo saprà mai, ricordi? O andrò al negozio a comprare un cucciolo di tarantola. Non posso permettere che la gente sappia che sono davvero gentile."

"I tuoi segreti sono al sicuro con me, cattivone mio."

"Ora, quello che avrei dovuto fare un'ora fa."

Si avvicinò di più, mentre il corpo di lei era ancora premuto contro il muro. Mettendole in braccio intorno alla vita, la tirò leggermente a sé, lontana dal suo sostegno. Portò la fronte a toccare quella di lei, guardandola dritto negli occhi. In qualche modo la paura che aveva sentito prima era ancora lì, ma quando erano soli poteva contenere quell'emozione abbastanza a lungo da poter agire su una sensazione più profonda e istintiva.

"Respira," sussurrò. Non era sicuro se fosse per beneficio di lei o per il proprio, ma in qualche modo non aveva importanza mentre chiudeva la distanza tra loro. Tirando il suo corpo a sé, cedette ai suoi istinti.

Rinoa infilò le braccia sotto la sua giacca, sentendo il cotone morbido che le danzava sulle punte delle dita. Il suo tocco era così inebriante, così dolce, eppure allo stesso tempo così pieno di passione. Poteva sentire l'amarezza dell'alcol che aleggiava ancora sulle sue labbra, e il suono del suo respiro affrettato. Non si era mai permesso di essere così libero con lei, e accettò il dono con saggio rispetto.

Sentì qualcuno che le strofinava la gamba, e sfortunatamente non era Squall. Facendo un gesto con la mano, cercò di allontanare il cane, ma il tentativo sembrò vano. Senza avvertimento, il cane iniziò ad abbaiare forte, e mai nella sua vita Rinoa desiderò così tanto avere una museruola come quel giorno.

Lentamente lui si ritrasse, anche se il suo corpo protestava urlando, consapevole che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a vedere cosa fosse quella confusione. E proprio come aveva immaginato, Quistis e Selphie arrivarono di corsa con espressione preoccupata.

"Et tu(2), Angelo?" Rinoa guardò di traverso la sua 'non tanto amata al momento' amica.

"Uhm..." Selphie cercò di non ridacchiare. "Eravamo solo preoccupate per Rinoa."

"Ma vediamo che è in mani 'molto capaci'," aggiunse Quistis con un tocco di sarcasmo. Nascondendo quanto era divertita, si mise la mano sulla bocca per coprire le risate.

"Mamma mia, è tutto quello che fate voi due?" sbottò Selphie, probabilmente sempre grazie all'aiuto dell'alcol. Non un commento che avrebbe normalmente fatto - almeno ad alta voce - sul suo Comandante.

"Magari," borbottò Rinoa sottovoce, con quanta voce bastava perché Squall sentisse.

"Dai," disse lui prendendola per mano con un sorriso che solo lei poteva vedere. "Stasera non è per noi, comunque. In più sta venendo fame anche a me."

Uscirono dal guardaroba, seguiti dalle due ragazze che ridevano ancora, e dalla cagnetta mandata alla ricerca della sua padrona. Selphie guardò Quistis, indicando il Comandante. Veloce, gli corse accanto, gettandogli scherzosamente un braccio sul fianco libero.

"Hey Squall, tu cosa ne pensi dei mini panini?"

*

Note al testo
(1) Età legale per bere: abbiamo tradotto così l'espressione inglese drinking age, che si riferisce all'età minima in cui, in una nazione, è possibile acquistare alcolici. L'età varia di paese in paese; trovate a questa pagina di Wikipedia un prospetto delle varie età legali per bere nel mondo.
(2) Et tu: non è un errore di ortografia^^ Si tratta di un'espressione latina, e si dice che sia ciò che ha pronunciato Giulio Cesare quando si accorse di essere pugnalato, durante la congiura, anche dal figlio Bruto. L'espressione ricorre spesso in Ashbear, in contesti scherzosi, e sta a significare, anche nel linguaggio comune, lo stupore per il tradimento da chi meno lo si aspetterebbe.

*****
Nota dell'autrice: nessun ragno è stato ferito nella realizzazione di questo capitolo. Anzi, l'aracnide è qui seduto tutto carino sulla mia se... ragno? Marito, figli, chiunque... aiuto, sono intrappolata!

Nota delle traduttrici: capitolo reinserito il 2 giugno 2010 perchè mancavano le note interne (sì, me ne sono scordata come una pirla, chiedo venia XD). Vi ricordo come sempre la newsletter e che ogni commento verrà tradotto & inoltrato ad Ashbear. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Ashbear