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Autore: vulneraria    09/05/2010    4 recensioni
Allora, lo so, ho già due ff in corso, ma quest'idea mi allettava. Hugo Weasley non ha amici, ma nel momento in cui ammette di essere solo tutto cambierà. Il prologo è molto corto per scelta personale. Spero che vi piaccia anche se magari è una stupidaggine. Un bacio, Vulneraria
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Hugo Weasley, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo: il problema


Mio fratello era triste.

Lo vedevo.

Aveva iniziato da poco il suo primo anno ad Hogwarts, io ero al terzo.

Pensai che probabilmente sentisse la mancanza di mamma e papà, lui si lasciò consolare, ma evitò tassativamente di raccontarmi i suoi problemi e mi congedò bruscamente.

Era la seconda settimana di settembre, era naturale, la cosa più logica che si potesse pensare.

Poi però, mi detti della stupida.

Non era mai stato un “mammone” e, anche se non aveva mai rifiutato qualche coccola o abbraccio, era impossibile che il vero problema fosse questo: nemmeno io ero così depressa appena avevo iniziato Hogwarts.

Il problema era un altro.

Doveva essere un altro.

Stetti un po' a pensare, poi la risposta arrivò.

Gli amici.

Mio fratello non aveva amici.

Stava sempre con Al, anche se era Serpeverde, con Lily, o con me.

Non lo avevo mai visto con altre persone.

Non ci potevo credere.

Hugo era sempre stato un bambino solare e simpatico, pasticcione.

Un adorabile pasticcione.

Spesso mi aveva fatto arrabbiare, ma avevamo sempre fatto pace con un pacchetto di Cioccorane preso di nascosto dalla dispensa.

Come poteva non avere nemmeno un amico?

Quello, rimaneva per me un mistero.


La sera, dopo cena, lo trovai in Sala Comune e mi sedetti accanto a lui.

Non sapevo cosa dire, così stetti a contemplare le fiamme del caminetto in attesa che lui parlasse.

Passò un tempo indefinibile: avevo già deciso di andarmene, quando finalmente si sfogò.

Sono solo” disse semplicemente.

Sospirai. Avevo indovinato.

Rimasi con lui per un po', pensai a come aiutarlo.

Gli misi una mano su una spalla, e lui mi abbracciò.

Non sapevo, però, che si era già aiutato da solo.



  
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