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Autore: keska    09/05/2010    34 recensioni
Tranquilli è a LIETO FINE!
«Perché… anche la pioggia, sai» singhiozzai «anche la pioggia tocca il mio corpo,
e scivola via, non lascia traccia… non… non lascia nessuna traccia. L’unico a lasciare una traccia sei stato tu Edward…
sono tua, sono solo tua e lo sono sempre stata…».

Fan fiction ANTI-JACOB!
E se Jacob, ricevuto l’invito di nozze non avesse avuto la stessa reazione? Se non fosse fuggito? Come si sarebbe comportato poi Edward?
Storia ambientata dopo Eclipse. Lupacchiotte, siete state avvisate, non uccidetemi poi…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Eclipse, Breaking Dawn
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CULLEN'S LOVE ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Edward

copertina

Edward

 

«Bella, amore» la richiamai dolcemente, con riluttanza.

Non ero per niente convinto di quello che avevamo deciso di fare, e tenerla addormentata fra le mie braccia, beatamente rilassata, nel più profondo dei sonni, alimentava la parte di me più incline a desistere.

Ma come avrei potuto? Non mi avrebbe mai più perdonato.

«Bella, avanti, sveglia. È ora di partire».

Mugugnò un gemito in risposta, obbligandosi ad aprire gli occhi. Mi fissò, stanca e disorientata. Evidentemente la sua forza di volontà, meglio definita come testardaggine, vinceva perfino il sonno e la stanchezza. «Che ore sono?» biascicò, e potei sentire tutti gli accenti impastati della sua voce.

«Le quattro e mezza del mattino. Devi cambiarti, gli altri arriveranno a momenti».

Vidi, attraverso le espressioni che passavano sul suo viso, la sua mente farsi più chiara e meno confusa. Fece per ribattere, ma si morse subito la lingua. Non voleva darmi nessun pretesto per farmi cambiare idea. Quasi mi scappò un sorriso alla sua espressione buffa.

«Vado a cambiarmi, allora» mormorò infine, avviandosi, gli occhi ancora non perfettamente aperti, verso il bagno.

Scossi il capo, osservandola. Non sarebbe mai cambiata. Eppure, dovevo dire che questa volta, malgrado la mia apprensione nei suoi confronti, non potevo dirle di no. La sua era stata l’idea migliore, come sempre, e malgrado non mi piacesse, dovevo riconoscerlo.

Pochi giorni prima Alice aveva avuto una visione. Kate, la figlia del professor Philip, sarebbe entrata dall’Oregon nello stato di Washington, comparendo per un po’ nella foresta di Gifford Pinchot. Sapevo quanto per Bella l’argomento fosse delicato. Solo pochi giorni prima era riuscita ad accettare la prossima dipartita del professore, a trovare una, quanto per me fastidiosa, sintonia con lui. Purtroppo, però, sapevamo perfettamente che le speranze di ritrovare Kate prima della morte del professore erano a dir poco minime. Alice non riusciva ad avere visioni che durassero più di pochi secondi. E lei era fuggevole, estremamente fuggevole. Nascondersi era il suo dono migliore.

La bella idea di mia moglie era sorta proprio in quel momento. «Edward, se ci andassi tu sentiresti i suoi pensieri!» aveva esclamato contenta. Mi ero immediatamente stupito delle sue parole. L’idea di lasciarmi, anche solo per pochi giorni, la tormentava quanto quella per me di allontanarmi da lei. In risposta alla mia espressione sbigottita, aveva chiarito ogni cosa, con il rossore sulle guance e le parole balbettate. «Io… Io… verrei con te. Insomma» aveva abbassato lo sguardo sul pancione «penso che avremmo molte più possibilità, se venissi. Kate potrebbe incuriosirsi per la presenza di un’umana fra i vampiri. Oppure, sapere che c’è un altro essere come lei» si sfiorò la pancia «potrebbe convincerla a venire fuori».

Non erano servite a nulla le mie opposizioni. Soprattutto quando la mia famiglia si era schierata dalla sua parte. «Edward» mi aveva chiamato mentalmente Alice, facendomi vedere alcuni scorci delle sue visioni. Era Bella, sorridente, spensierata, felice in mezzo al verde. «Starà bene».

Non ero riuscito a resistere quando mia moglie mi aveva preso le mani fra le sue, e guardandomi negli occhi con i suoi, grandi e lucidi, mi aveva sussurrato. «Abbiamo una vita perfetta, una famiglia perfetta. Non posso non concedere questo ultimo piacere anche a lui. Dobbiamo fare di tutto amore, ti prego».

Sospirai, finendo di sistemare ogni cosa nel grande zaino e nei vari borsoni, premurandomi di prendere ogni cosa che sarebbe potuta servire in una baita in montagna. Perché continuare con quel malumore? Mi forzai ad un sorriso. «Andiamo in gita!» aveva esclamato divertita Bella, burlandosi della mia espressione. Alice aveva ragione, si sarebbe indubbiamente divertita, ed evitarle lo stress almeno in questi ultimi mesi di gestazione era la cosa in cui mi impegnavo maggiormente.

Andai a controllare in camera, e la trovai stesa sul letto, addormentata. Era crollata dal sonno, ancora avvolta nell’asciugamano bianco. Sorrisi, prendendole i vestiti del cassettone e cominciando a vestirla. Si lamentò non più di un paio di volte, mugugnando. Non era abbastanza cosciente per protestare realmente. Feci attenzione a scegliere gli abiti più comodi, confortevoli, e adatti. Le calze elastiche, i fuseaux, la pancerina. Ero attento e controllato nei movimenti, e non volevo che il contatto con le mie mani ghiacciate contro la sua pelle calda e morbida le causasse fastidio. Ma come mi aveva più volte rammentato, per lei era il contrario. Eredità inconscia di uno dei momenti meno piacevoli della sua vita…

«Edward» sbadigliò, rendendosi conto di quello che stavo facendo. «Finisco io, non ti preoccupare» mormorò, infilandosi la maglietta, gli occhi ancora chiusi.

La aiutai comunque.

Aprii debolmente le palpebre, stropicciando gli occhi. «Stanotte è stata bravissima» biascicò orgogliosa, accarezzandosi il pancione. «Non si è agitata quasi per niente» la sua testa andò a posarsi automaticamente sul mio petto, troppo stanca per sorreggersi da sola.

Le baciai il capo, accarezzandola. «In teoria sarebbe ancora notte».

«Mmm» non rispose, stanca.

Non avevo nessuna intenzione di uccidere il suo entusiasmo, ma ero piuttosto preoccupato di quello che sarebbe stato. In fondo, sapevamo con un certo margine di sicurezza che Kate aveva buone intenzioni, non voleva far del male a nessuno. Per lei, eravamo noi i predatori da cui nascondersi. La maggior parte della mia inquietudine risiedeva nel viaggio stesso. Per una donna in stato avanzato di gravidanza non era affatto consigliabile intraprendere un viaggio di tale durata, così faticoso. E ci saremmo ritrovati ben presto isolati, lontani da un ospedale, se malauguratamente fosse accaduto qualcosa. Per questo motivo avevo perentoriamente preteso la presenza di Carlisle.

Sistemai le ultime cose, aiutando Bella a fare lo stesso. Per un po’, la stanchezza scomparve scacciata dall’entusiasmo per il viaggio, e la vidi scorazzare qua e là trasportando oggetti che avrebbe voluto portare. Quando ritenne di aver finito, la stavo osservando a braccia conserte sullo stipite della porta.

«Sicuro che non abbiamo dimenticato nulla?» chiese, nella voce una macchia d’ansia.

Sorrisi. Era così umana a volte. «Non dimenticheremo nostro figlio a casa come in uno stupido film».

I suoi occhi furono per un attimo angosciati, poi portò le mani alla pancia, rilassandosi.

Trattenni a stento una risata. Quello, rivelava quanto la sua mente fosse ancora annebbiata. Era così dolcemente assurda.

«Dovremmo andare» le rammentai, appena in tempo prima che mi ammonisse. «Gli altri ci stanno aspettando qui fuori».

Corse immediatamente a prendere il suo giaccone, e non persi tempo per recuperare tutti i nostri bagagli. Il resto della mia famiglia aspettava all’esterno, ancora indaffarata con le ultime cose.

Il cielo era ancora scuro, ma la luce cominciava a filtrare attraverso i rami della foresta. Era l’aurora.

«Metti tutto nella Volvo, Edward, la Mercedes di Carlisle è piena di bagagli» mi guidò Emmett. Si stava chiedendo come fosse possibile che un’umana necessitasse di meno valigie di una vampira. Non aveva fatto i conti con la personalità di Alice e Rosalie.

Quando l’odore di Bella arrivò chiaro e distinto mi voltai verso l’ingresso di casa. Oscillava sulle gambe, la schiena inarcata, procedendo in quegli ultimi passi. Si fermò, le mani sul pancione, indecisa su come affrontare i pochi gradini che la separavano da me. I miei familiari la salutarono cortesemente. Rispose, e dopo aver trovato il coraggio fece per muovere un passo in direzione delle scale.

Andai ad aiutarla, mettendole discretamente un braccio intorno al busto.

«Grazie» biascicò, lasciandosi trascinare verso l’esterno, verso l’aria frizzante ed estremamente umida della prima mattina. L’euforia era scomparsa quasi del tutto, scalzata da una più pressante stanchezza, tanto che non protestò neppure quando la sollevai di peso adagiandola sul sedile posteriore della Volvo, il capo sulle mie gambe.

 

Bella

 

Mugolai, infastidita, rigirandomi su un lato. Ben presto più di un fastidio si fece sentire. Ci saremmo dovuti fermare spesso, temevo. Essere l’unica umana ed avere certi bisogni, amplificati dalla fase terminale della gravidanza, era a dir poco imbarazzante. Sbadigliai, riaprendo gli occhi.

Edward mi fissava con un piccolo sorriso.

Mi tirai a sedere con difficoltà, aiutata dalle sue braccia. Cercai di sistemarmi i capelli, dovevano essere pessimi. Provai a schiarirmi la gola, imbarazzata, prima di parlare. Edward continuava a guardarmi con serenità. Jasper guidava fluidamente e neppure troppo velocemente per gli standard dei Cullen. L’unica decisamente più attiva dell’abitacolo era Alice. Mi fissava con un gran sorrisone.

Sbirciai fuori dai finestrini, tentando invano di intuire la nostra posizione.

«Siamo in viaggio da appena un’ora e mezza, il viaggio durerà ancora un bel po’» fece Edward intuendo i miei pensieri. Mi strinse a lui, facendo posare la testa sulla sua spalla. «Se vuoi puoi tornare a dormire, sono appena le sette».

Scossi il capo, sentendo il mio volto bollire dal caldo. Ero imbarazzata. Prima che Edward potesse intuire il mio stato mi fiondai sulle sue labbra, lasciando che mi accarezzasse il viso. Era dolce e delicato, ma anche tanto preso dal bacio. Adoravo quando mi faceva sentire così. Quando mi dimostrava quanto mi volesse.

Ci dedicammo un lungo e sincero sorriso. Avevo gli occhi lucidi e il battito accelerato. Quando eravamo a casa, un po’ per gli impegni, un po’ per i miei crucci, per il mio umore variabile, non avevamo l’occasione di dedicarci certi momenti solo per noi. Non quanto volessi.

«Sei felice?» sussurrai, sfiorandogli il naso col mio. Mi sentivo una ragazzina.

«Certo» mi regalò il suo meraviglioso sorriso obliquo. «Deduco dai tuoi occhi che lo sei anche tu» sghignazzò. Si, una ragazzina non sarebbe stata mai euforica quanto me. Dovevo avere gli occhi lucidi dall’eccitazione.

«Jasper, fermati alla prossima stazione di servizio».

Jasper fece un cenno di assenso al fratello, tranquillo.

Mi sentii lievemente a disagio. Dopotutto, ero l’unica umana in un viaggio con sette vampiri, fermarsi ad una stazione di servizio aveva uno scopo utile solo per me. Ma, nonostante l’imbarazzo, non potei controbattere alle parole di Edward. Mi limitai a nascondere il volto rosso fra le pieghe della mia camicia, e sentire Alice ridere senza ritegno.

Appena scesa dall’auto ispirai a pieni polmoni l’aria pulita. La Mercedes scura si fermò appena dopo di noi. Rosalie trascinò Emmett in un piccolo negozietto del complesso, e Esme e Carlisle si offrirono di prendermi la colazione. Sapevo che tutti lo stavano facendo per non farmi sembrare che mi stessero solo aspettando. Come se anche loro avessero qualcosa da fare.

«Vuoi che ti accompagni?», mi chiese apprensivamente Edward, dopo avermi scortata fino ai bagni. «Può venire Alice, se vuoi».

«Devo giusto dare una ritoccata al trucco» fece al volo lei. «Andiamo, Bella, non vorrai perderti» scherzò, scimmiottando il fratello.

Sbocconcellonai un cornetto al cioccolato, lasciando il resto della colazione intatto. Solitamente, ero abituata a mangiare ad un orario più tardo. Inoltre la novità del viaggio e l’alzataccia mi avevano un po’ chiuso lo stomaco.

Non pensavo di essere ancora stanca, ma evidentemente mi sbagliavo, perché non appena rientrai in macchina, sui sedili morbidi e con la testa sulle gambe di Edward, non addormentarsi fu impossibile. Tuttavia, appena mezz’ora dopo, mi svegliai, accaldata e infastidita.

«Chi ha dato il premesso ad Alice di guidare?» mugugnai, gli occhi ancora chiusi.

Sentii un piccolo ringhio, e la piacevole risata di Jasper invase l’abitacolo.

Aprii gli occhi, liberandomi immediatamente della coperta che Edward mi aveva messo addosso. Sospirai, accarezzando il pancione.

Mi tirò sulle sue gambe, facendomi sedere con il viso rivolto verso il suo. «Si è agitata molto».

Come se non la sentissi. Presi dei respiri profondi, tentando di racimolare tutta la calma che mi serviva e acquietare la piccola. Il pancione era a stretto contatto con il corpo fresco di Edward, e lo stava massaggiando sui lati con le mani. Posai la testa sul suo petto, lasciandomi beatamente cullare.

I miei occhi incrociarono il verde che sfrecciava fulmineo all’esterno. «Alice, rallenta, ti prego».

Una mano di Edward si spostò ad accarezzarmi la schiena. «Fa’ come ti dice».

Sentii delle lievi proteste, ma con mio gran sollievo la macchina rallentò di un po’. Alice aveva una guida a dir poco spericolata.

Non smise di borbottare su quanto dovesse andare lenta, così, facendo la seconda sosta decidemmo di cambiare auto e di andare con Carlisle e Esme sulla Mercedes. Lui aveva una guida molto più fluida e tranquilla. Ringraziai il cielo di trovarmi, anche solo per dieci minuti, con i piedi su un suolo fisso.

«Ti stai divertendo cara?» chiese dolcemente Esme, «la bambina è tranquilla?».

Sorrisi senza pensarci. Era sempre così affettuosa. «Si. Si è solo agitata un po’ per il caldo, prima. Ora è tutto passato». Sospirai, sfregando la fronte sul braccio di Edward in cerca di sollievo.

«Tutto bene?».

Annuii, sorridendo. «Mi sento la testa un po’ leggera. Dormire in auto mi fa sempre questo effetto. Mi sento scombussolata».

Gli occhi di Carlisle mi osservarono dallo specchietto retrovisore. «Possiamo fermarci ancora se vuoi, non c’è problema, non abbiamo fretta».

«No, no, va bene così. Prima arriviamo meglio è». I motivi della mia fretta erano due. Agognavo ad un letto o un divano comodo, e… la vera causa che mi aveva spinto ad intraprendere questo viaggio era pressante nella mia mente. Ritrovare Kate. Ritrovarla prima che fosse troppo tardi.

«Alice ha avuto delle visioni di alcuni luoghi che conosco» fece Carlisle, attirando nuovamente la mia attenzione. «La cosa si svolgerà così: dobbiamo farci vedere il più possibile mentre ci comportiamo come umani, e soprattutto in tua presenza. Appena arriveremo al margine attraverseremo la foresta fino alla baita».

Edward guardava il padre. Vidi le sue labbra muoversi velocemente e sussurrare qualcosa di ineffabile.

Il padre rispose risoluto. «Quaranta chilometri. Potremmo farne tre quarti con l’auto. Per il resto dovremmo proseguire a piedi».

L’espressione di Edward si fece sinceramente perplessa e preoccupata. «Dieci chilometri a piedi?». Sentii la sua mano stringersi intorno al mio fianco.

Radici, tronchi, terreno sconnesso, equilibrio precario peggiorato dal pancione. Prevedevo l’inferno.

«Non li deve percorrere tutti a piedi» ci rassicurò Carlisle «Bella, basta che tu faccia i primi tre, se te la senti. Jasper ritiene che sarebbe un buon modo per farla incuriosire e venire allo scoperto, e soprattutto giustificare normalmente la nostra presenza. Pensa che ci possano essere umani nei paraggi. Ma se non vuoi, sicuramente non ne risentirà più di tanto, troveremo il modo di…».

«No, no, va bene». Mi sollevai leggermente dalla presa di Edward in cui ero stretta. «Non c’è problema. L’importate è ritrovare Kate, davvero. E poi, non vedo l’ora di sgranchirmi le gambe e rimettere i piedi a terra» sospirai.

Dopo due ore di macchina, all’ora di pranzo, ci fermammo per una lunga pausa. Avevo la nausea a causa del tempo trascorso nell’auto.

«Sicura di non voler mangiare?».

Gemetti, gli occhi chiusi, la testa abbandonata sulle sue gambe. Non volevo che si pentisse di aver acconsentito al mio piano. Eppure, non potevo mentire davanti all’evidenza dei fatti. «Ora ho la nausea…» ammisi quindi.

Sospirò. «Aspettiamo», disse, e non aggiunse nulla di quello che mi sarei aspettato.

«Non sembri arrabbiato» constatai in un sussurro, saggiando le sue reazioni.

«Dovrei?» chiese. Era forse ironia quella che percepivo?

Mi arrischiai ad aprire le palpebre. Si, il suo viso, al contrario rispetto al mio, stava sorridendo. Ero stasa su una panca, all’aperto. Sospirai. «Mi dispiace» biascicai «mi sono stancata tanto e sono passate appena poche ore. Me l’avevi detto che sarebbe stato faticoso…».

Inaspettatamente sentii le sue labbra sulla mia fronte. «Non importa, Bella».

Riaprii gli occhi, osservando le ciocche ramate ondeggiare vicine al mio viso. «Non importa?».

Scosse lentamente il capo, e vederlo muoversi mi causò una nuova ondata di vertigini. Meglio tenere gli occhi chiusi. «Ogni giorno che passa mi ritengo l’uomo più fortunato di questa terra, per averti sposato. Il mio pensiero di diventare padre era per me come il desiderio per un uomo di diventare immortale, semplicemente impossibile e irraggiungibile» fece, amaramente sarcastico. «Eppure, tu hai permesso che si realizzasse. E mi hai reso l’uomo più felice al mondo. Perdonami, se il mio animo non è così puro, generoso, così sentibile come il tuo, ma l’ho capito».

Ero disorientata e commossa. Il lieve appannamento mi impediva di osservare perfettamente i suoi occhi, luminosi e chiari.

«Ho capito. Per me perdere te o nostra figlia sarebbe una sofferenza atroce. E non giustifico Philip con questo, perché lui e sua moglie hanno fatto delle cose orribili. Perché, nonostante tutto, non vuole ancora renderci partecipi di tutto quello che sa» strinse la mascella «ma credo che mai nessun uomo dovrebbe essere privato dell’amore dei suoi affetti più cari. E, Kate, è innocente. É giusto che ritrovi suo padre».

«Oh, Edward» sussurrai. Ero commossa. Sinceramente commossa della fiducia che mi accorgevo mio marito riponeva in me. Per l’ammirazione con cui mi osservava, per l’amore cieco con cui acconsentiva ad ogni mia richiesta. «Ti amo tanto».

«Non sai quanto ti adori, con tutto me stesso». Sorrise.

Mi sollevai dalle sue gambe, e mi aiutò con gentilezza, sostenendomi. La testa girava ancora un po’.

«Ti vanno dei cracker?».

Lo fissai sorpresa. «Hai portato i cracker?».

Ridacchiò leggermente, meravigliosamente su quel viso d’angelo. «Credi forse che non avessi previsto tutto questo?».

Lo abbracciai stretto, baciandogli le labbra. Avrebbe fatto ogni cosa, per me. «Grazie».

Il viaggio proseguì per altre due ore e mezza. Finché fossi rimasta in auto, la nausea non sarebbe ritornata. Avevo paura del dopo. Cercai di distrarmi, ascoltando il cd che Esme aveva inserito. Non era molto il nostro genere, quello che io e Edward ascoltavamo solitamente, ma era divertente. Divertente vederla canticchiare, un sorriso ricambiato rivolto al marito.

Addentrandoci nella foresta ebbi l’occasione di osservare attentamente l’ambiente circostante. Non che sperassi di trovarci qualcosa che non potesse scorgere la vista di un vampiro, certo, ma in ogni caso non intendevo desistere. Chiesi più volte a Edward se percepisse qualcosa.

«No, ancora nulla, mi dispiace».

Quando ci fermammo, nel cuore del verde, godetti placidamente del venticello fresco che mi sfiorava il viso mentre Edward scaricava i bagagli dall’auto.

Ero attenta ad ogni movimento, attenta ad ogni radice, e al contempo tentavo di osservare ogni cosa attorno a me, nella speranza di distinguere due occhi turchesi simili a quelli del professore. Edward mi aiutava in ogni passo, sorreggendomi tempestivamente per la schiena.

Passai velocemente da avere i muscoli intorpiditi per la lunga permanenza in auto, ad averli infiammati per il cammino.

«Vuoi che ci fermiamo un po’?». Mi strinse per il busto, sostenendomi.

Scossi il capo in segno di diniego. Gli altri erano già molto più avanti rispetto a noi, non mi andava di farli aspettare ancora. Sentii una fitta di pochi secondi alla testa. Ci mancava solo quello.

«Okay, fermiamoci un po’» risposi riluttante all’occhiata perplessa di mio marito.

Sospirai, lasciandomi andare su un tronco di un albero caduto. Edward mi accarezzò la schiena, massaggiandomi lì dove ero indolenzita.

Il resto dei Cullen era seduto davanti a me, apparentemente preso da chissà quali importanti chiacchiere, godendo del momento di ristoro.

Sospirai. «Mi dispiace…». Non riuscii a finire la frase che fui investita di parole che sminuivano l’attesa, volte a confortarmi e non farmi sentire a disagio.

Rosalie si materializzò al mio fianco. «Non ti preoccupare cara, è normale che tu abbia bisogno di un po’ di riposo».

«Non essere in pena, noi ti capiamo» aggiunse Alice, procedendo nella mia direzione alla stessa velocità.

«Ragazze» sussurrai sconcertata, guardandomi velocemente intorno.

Jasper si avvicinò a piccoli passi, con calma. «Se vi fate vedere il brillante piano di Bella va a rotoli. Così la fate spaventare» mormorò a bassa voce, circospetto.

Rosalie sbuffò. «Mi pare improbabile che si faccia vedere. Per me è tempo sprecato».

«Rosalie» la riprese Edward, dietro di me. Posò le mani sulle mie spalle, accarezzandomi.

Gli occhi sinceri della vampira si posarono nei miei. «Ho solo detto la verità, non era mia intenzione ferirti».

Scossi il capo, serena. «No, davvero» sorrisi, abbassando gli occhi sul fogliame e sul muschio verde. «So che non ci sono molte possibilità. Ma voglio provare lo stesso… Tentar non nuoce» abbozzai, risollevando lo sguardo.

Mi sorrisero. «No, certo» rispose Esme.

«Quanto tempo dobbiamo stare qui?» chiese Emmett, osservandosi intorno. «Non potremmo… non so… mettere una specie di trappola? Un’esca?».

«Non stiamo parlando di un’animale, Emmett» lo rimbeccò Alice.

Sbuffò, seccato. «Mi sembra la caccia al topo…».

Carlisle diradò la questione. «Organizzeremo dei piccoli turni, uscendo a gruppi. L’importante» abbassò il tono già modesto della voce «l’importante, è che riusciamo per quanto possibile a farla entrare in contatto con Bella».

Jasper annuì. «Pensiamo che possa avvertire la presenza della bambina. Ma non si deve spaventare per noi, questo è importante».

«Non ci tratterremo più di quindici giorni, comunque», fece, alzandosi, Carlisle. Tese la mano alla moglie in un puro gesto cavalleresco, invitandola a fare lo stesso.

«Quindici giorni?» chiese curioso Emmett.

Carlisle annuì, nello stesso istante in cui le braccia di Edward smisero di massaggiarmi, avvolgendosi a me. Mi osservò. «Non possiamo rischiare che per Bella diventi troppo tardi».

Sospirai, posando una mano in grembo.

Ci rimettemmo a camminare dopo un po’. Fermarsi era stato necessario, eppure faceva sembrare quel che rimaneva del percorso un ostacolo insormontabile.

Sbattei le palpebre.

Sentivo una strana eppur conosciuta sensazione crescere dentro di me. «Edward, per favore» biascicai. Avevo serrato le mani in due pugni.

Mi imposi di parlare lentamente. «Prendi le mani, per favore».

Non aspettò un secondo di più e fece come gli dicevo, fissandomi trepidante, ansioso. Presi profondi respiri, scacciando quella sensazione e calmando la bambina. Jasper fu il primo ad avvicinarsi, in un solo secondo. Posò il palmo aperto sulla pancia, e dopo pochi istanti sentii la calma invadere anche me.

«Ho sentito il suo potere» sussurrai, lasciandomi cadere col viso sul petto di Edward. Le mie mani erano ancora strette nelle sue. «L’ho sentito arrivare».

Non disse nulla. Mi fissò, in apprensione.

«Non mi sono agitata» mi giustificai frettolosamente, provando ad intuire i suoi pensieri.

«No, ha ragione» confermò Jasper «è stata la bambina».

Edward mi lasciò andare le mani e mi accarezzò i capelli. «Va tutto bene, adesso?». Il resto dei Cullen ci aveva raggiunti e ci fissavano, silenziosi.

Annuii, ancora un po’ scossa. «Ho avuto paura di farti male. Era forte».

Continuò ad accarezzarmi, rassicurandomi. «Va tutto bene, non mi avresti fatto male».

«Pensi che la bambina sia sviluppando coscienza di sé?» chiese Carlisle, sia a Jasper che a Edward.

«Può darsi» fece Jasper. Era perplesso. «Tu non hai sentito nulla di strano?».

Edward strinse le labbra, meditabondo. Lo stava fissando negli occhi. Scosse lentamente la testa. «No, nulla».

Insistette per farmi portare da lui per il resto del percorso. Aveva paura che fossi tanto stanca da non poter far fronte neppure alla bambina. Non potei dirgli di no. Avevo i muscoli intorpiditi e la schiena a pezzi. Avevo già fatto abbastanza quel giorno.

Non ricordo quasi nulla di quello che avvenne dopo. Quasi certamente, quella sera crollai nel sonno fra le braccia di Edward. Nella baita faceva molto freddo. Nulla a che vedere con la casa di Forks con i riscaldamenti al massimo.

A risvegliarmi, quindi, fu proprio il crepitio del fuoco. C’era un camino nella camera dal letto. L’ambiente era caldo, i colori scuri, le pareti con le travi a vivo. In un angolo c’era una porta, che istintivamente identificai come quella del bagno.

Provai consciamente un senso di disagio. Quella stanza somigliava troppo ad un’altra baita in montagna, intrisa di ricordi più che spiacevoli.

«Ti sei svegliata» la voce soffice e cristallina mi arrivò all’orecchio destro.

Mi voltai. Vederlo così, appena sveglia, era meraviglioso. Sorrisi, rannicchiandomi su me stessa e stringendomi a lui.

«Fa freddo, ti raffredderai».

Scossi il capo sul suo petto. «No, sto bene». Avevo un pigiama di flanella, e oltre al piumone, ero avvolta in una spessa coperta. Ero fin troppo calda.

Mi accorsi di non avere ancora una perfetta percezione dello spazio e del tempo. Mi sollevai seduta. «Credo… che ore sono?».

Edward ripeté il mio movimento. «É mattina. Dovrebbero essere circa le otto».

Sbadigliai, lasciandomi andare su di lui. «Dove sono gli altri?».

«Tutti in giro. Hanno organizzato dei gruppetti».

Annuii, voltandomi per baciargli il petto. Aveva una maglietta morbida, piuttosto leggera. Stregata dal suo aroma allontanai leggermente il colletto tondo per poter baciare la sua pelle nuda. «Mi piace l’odore della tua pelle» confessai imbarazzata.

Mi sollevò per i fianchi, facendomi sedere su di lui. Mi lasciò baci lievi sulla fronte, la tempia, il mento, le labbra. «Sei stanca?» soffiò lieve sul mio viso, accarezzandomi i capelli.

Scossi il capo, la mente confusa dalla vicinanza. «La testa non gira più. Tutto bene… credo» biascicai, mentre le labbra vagavano sul mio collo.

Le mani scesero dai fianchi alla cosce, stringendomi dolcemente. Le mie braccia erano strette in una presa ferrea attorno al suo collo.

Si assicurò di stringere bene la coperta attorno a me, mentre mi spogliava. «Sotto le coperte?».

Mugolai, baciandogli il collo. Ansimavo. «Non credo che potrei sentire freddo».

Quando facevamo l’amore, soprattutto negli ultimi tempi, era delicatissimo. A causa dell’ingombro del pancione i miei movimenti erano limitati. Ma lui, lui era davvero tanto tenero. Mi accarezzava continuamente, venerando ogni rotondità del mio corpo. Mi faceva sentire bella, amata. Era dolce, molto dolce.

Mi strinse di più a sé, baciandomi la spalla. La mia schiena era contro il suo petto. «Stai bene?».

Sorrisi, beata, profondamente appagata. «Meravigliosamente».

Le sua mani si strinsero sul pancione, accarezzandolo.

Fremetti al suo tocco gelido. «Non vedo l’ora di vedervi» mormorai, chiudendo gli occhi e immaginando.

«Vederci?».

Annuii, gli occhi ancora chiusi, serena. «Vedere te, e la nostra bambina fra le tue braccia. Sarà bellissima. Voi sarete bellissimi».

Posò il volto nell’incavo del mio collo, e le mie mani andarono automaticamente ad accarezzargli i capelli. «Non vedo l’ora di tenerla in braccio». Sembrava rilassato, e… sollevato, anche.

Mi voltai, facendo coincidere le nostre labbra e baciandolo, ancora.

«Dobbiamo andare. Fa’ colazione, e poi potremmo cominciare a fare qualche piccola ricerca. Gli altri stanno arrivando».

Sul mio viso comparve una smorfia. Portai una mano alla fronte, evidentemente il mal di testa non era passato. Era di nuovo una fitta.

A Edward non sfuggì. «Tutto bene?».

Sorrisi, annuii. Era già completamente passato. «Solo un lieve mal di testa. Andiamo».

 

 

 

Ciao a tutti. :)

So che questo capitolo può esservi sembrato strano, visto che gli ultimi in confronto sono stati decisamente più movimentati.

Beh, ho pensato che vi potesse servire immagazzinare questa calma per il futuro. Quindi, anche se potrebbe sembrare il contrario, questo capitolo ha per me un ruolo importantissimo.

 

Ci sono disseminati degli indizi, qui e là, e sono sicura che li avrete compresi. Io ho già iniziato a preparare i vestiti dal mio armadio e i biglietti per la partenza.

 

Bene, dicevamo. Capitolo tranquillo, amore reciproco. Non c’è molto da dire. ^^

Forse però era un po’ che non mi concentravo sui piccioncini :D

 

Boh, basta. Riaffermo che Twitter mi accoglie, con notizie su aggiornamenti e quant’altro, con il nick @keska92, che tra l’altro rimanda direttamente al blog qui sotto citato.

 

Bene. Mi eclisso.

Un bacio a tutte, tutti!

 

PS. Ringrazio ancora, un’ultima volta, chi avesse espresso la propria preferenza per Philip! Grazie. :*

 

PPS. Nessuno mi uccida per il ritardo (a buon intenditor…)

 

(fatto da Elena- Lena89)

 

«--BLoG!!!--»

 

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ale03 Grazie tesoro! Grazie di continuare a commentare e leggere questa storia nonostante tutto il tempo che è passato! So che qualcuno dev’essersi stancato, non lo biasimo! :P ma ormai siamo alle battute finali, è giusto così. Sono contenta che tu abbia potuto apprezzare la sensibilità di Bella, l’amore e la dedizione reciproca che c’è fra la fantastica coppia. Grazie, tesoro, grazie di tutto. :)

manuelitas Ehh, beh, penso che forse piangerò anch’io! Non farmi pensare alla fine, mi viene il magone! Spero che il capitolo abbia soddisfatto le aspettative. Avevo detto amore e dolcezza, ci volevo mettere qualcosa che non c’entrava poi tanto, così ho cambiato la mia idea originale, spero, conservando però l’idea del sentimento. Lo so, la vita del professore non è stata delle più rosee. Volevo solo inserire un po’ di realismo in questa storia, visto che ne scarseggia… non che mi dispiaccia tanto. Diciamo, che questa è la storia che scrivo per immaginare e sognare. Non chiedo di meglio. Le sorprese ci saranno, anche piuttosto concentrate! Direi che saranno sei capitoli di fuoco! :P Spero che la risoluzione di questa storia sia all’altezza di ogni fantastica lettrice che fino ad ora mi ha seguito. Grazie.

AriRock Ohhh! Non mi aspettavo un’altra dose di complimenti del genere! Figurati, per me è stato un vero piacere, come lo è sempre per recensioni così belle, rispondere alla tua. Spero davvero di riuscire, come dici, a continuare questa storia al meglio! Già, è lunghissima! E se ritornassi indietro di sicuro non riuscirei a farla così lunga! Ma, d’altronde, è anche questo che la caratterizza. La lunghezza infinita. Questa storia mi è servita per crescere. Sono sicura, ora, di poter scrivere altro in maniera molto più consapevole. Grazie, grazie, grazie ancora! Sei stata un vero tesoro! (Ho letto le tue recensione negli altri capitoli, scusa se non l’ho fatto prima, ma ti voglio ringraziare anche per quelle! Grazie mille!)

Noemix Beh, sono contenta che ci siano diversi livelli di apprezzamento per il professore! É giusto così, è giusto che ad alcuni piaccia, ad altri meno, mi fa piacere la cosa ancor di più! :D Gli interrogativi sono davvero tanti, direi! Vi ho fatte stancare, eh?! :P beh, giuro che la verità di tutto è sul serio vicinissima, non dovrai attendere molto altro! Promesso.

DarkViolet92 Ciao! :D Dunque. Non è che Edward voglia far fare un cesareo a Bella. L’epidurale è un tipo di anestesia utilizzata in un parto Cesareo, è vero, ma si usa anche durante la fase terminale del travaglio per un parto naturale, come anestetico. Passa l’ago, l’anestetico va in circolo, il dolore va via :P dura solo pochi secondi, e fanno l’anestesia per l’anestesia, figurati! ^^ É normale che Edward voglia preservare del dolore a Bella. :D Grazie tesoro per la recensione. :) A presto. 

congy Ciao Federica! Beh, si, molte mamme si pongono il problema dell’epidurale, ma di solito le altre, seppur forse con paura, vogliono farla! Ma Bella (e noi ne sappia qualcosa) è stoica – nel senso lato del termine – e inoltre, piuttosto che entrare in contatto con un ago qualsiasi, patirebbe qualunque dolore, direi. Cosa c’entrano i licantropi con la bambina?! É qui è che sta il grandissimo mistero! E chi lo sa?! :P Forse io. Ma credo che bisogna attendere ancora. :P Non molto ahahahah. Penso che alla fine sarete sconvolte. Uahuahuah! Grazie mia carissima, a presto! ;)

patu4ever Tesoro. Hai una comprensione della natura umana molto vasta e matura per la tua età. Si, in realtà niente è perfetto, per questo adoriamo leggere ciò che, come noi, non lo è. Davvero grazie, ancora, perché i tuoi complimenti per il mio personaggio sono stati meravigliosi e graditissimi. Non credo di meritare tanto. Ma mi fa infinitamente felice riceverli perché ci tengo infinitamente al professore. É un personaggio mio, completamente mio, quindi la responsabilità completa delle sue azioni ricade su di me. Quindi, mio tesoro, grazie. Grazie gioia. :*

SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate Ahahah, ma no, no, non vuol dire affatto che lo scorso fosse l’ultimo capitolo con il professore. Volevi togliertelo dalle scatole?! Ahahah. No, no, non ho forse detto, in un tempo lontano, che ogni cosa era collegata? É collegata? Mmm, no. :P Quindi, aspettati di tutto, dai prossimi capitoli e dal futuro. Anche se saranno gli ultimi ti posso garantire, comunque, che saranno davvero molto intensi. Spero saranno di tuo gradimento carissima! Un bacione-one-one. :*

Wind Ahahahah, beh, capisco. :P Meglio così, meglio che ci sia qualcuno che ancora odia il professore. ù.ù il mondo è bello perché è vario, d’altronde, no?! Non ti preoccupare, che prima della fine ti faccio prendere un bel colpo (ma anche due o tre). Ahahah, ebbene si, ho concentrato gli infarti (nonché la mia sadicità) tutti alla fine! u.u Aspettati di TUTTO. u.u

Sognatrice85 É vero, Edward è perfetto come sempre. D’altronde, è un vampiro. In questo capitolo, se possibile, lo trovo ancora più dolce, visto che lo ritroviamo ad agire, e parlare, direttamente. Ho voluto rendere il professore molto umano. So che non l’ho fatto per gli altri personaggi, che d’altronde erano vampiri, ma avendone completa fantasia e padronanza, ho potuto inventare di tutto, su di lui. :) Grazie, quindi. Un bacio. :*

KStewLover Ciao Cristina! :D Non ti preoccupare, ti perdono volentierissimo, soprattutto dopo questa bellissima recensione! Lo so, Alice si trasformerà in una spiritata-assatanata della bambina, con un sorriso-paralisi facciale costante, praticamente. Sono contenta che tu abbia carpito gli elementi di Bella e Edward che volevo mettere in risalto nello scorso capitolo. La sensibilità estrema di lei, l’amore e la devozione verso la moglie, di lui. Beh, poi, in questo ho lasciato un po’ di spazio solo per il loro amore. :) Grazie mille per tutto!!! :*

asialea Ciao! Grazie mille! Non puoi immaginare quanto tu mi faccia felice! Lo so, questa storia rimarrà nel mio cuore quanto nel vostro. Ma deve finire anche questa, no? Spero che tutto quello che mi sono inventata per questi ultimi capitoli non ti deluda! Davvero, a volte la mia fantasia è esagerata. Spero vada tutto bene, sento già l’ansia. :S

Tatydanza Ahahah, si, è vero! Per questo non dovresti mai smettere di fare ipotesi. E poi, ti ricordo, non ho mai detto, né si, né no. :) Solo che devo essere reticente, altrimenti ti indirizzo troppo sul futuro, svelandoti la trama. Grazie di recensire, sempre e comunque. So che può essere un periodo con tanti impegni, sono contenta che tu lo faccia comunque. Grazie.

Ros_Ros Oh, cielo! *.* Grazie! Non pensavo di poter far piangere qualcuno! Anche se, confesso, io  stessa mi sono commossa scrivendo. Ma, beh, questo è un altro paio di maniche, visto che scrivendo le emozioni derivano direttamente dal cuore. Sono davvero felicissima di aver rivalutato ai tuoi occhi la figura del prof! Ci tenevo tanto.

Lau_twilight  Oh! Grazie! Si, devo confessare che io stessa prova immensa stima per il mio personaggio del professore. Insomma, questa storia ha fatto un po’ il suo corso, e guardandola per intero direi che l’apprezzo tantissimo, ma diciamo pure che non sia proprio oggettivamente… “perfetta”. Ahahah, anzi. Però mi è servita tanto come “palestra”, per crescere e migliorare. Ecco, il professore si inserisce in tutto questo. É un mio nuovo, uno dei tanti, esperimenti. Direi che le atroci attese e i confusi misteri, hanno fatto il loro corso. Ebbene si, la verità è vicina. ;) Grazie, ancora, carissima. Per tutto. :*

Luna Renesmee Lilian Cullen Certo, certo, fammi sapere se creerai un indirizzo msn. :) Mi farebbe molto piacere parlare con te, di sicuro. In effetti questa storia del computer è un problema. I miei sanno che scrivo, e lo vanno pure a dire in giro, pensa te! É proprio una cosa assurda. Mi fanno sentire in imbarazzo. Sono davvero contenta che il professore ti piaccia! Ho voluto dedicargli un capitolo, lo so, sta prendendo una spazio determinante nella storia, ma sentivo di avere il bisogno di dargli quel ruolo. Mi piace esaltare le sensazioni, gli istinti più immediati, e di sicuro mi sono lasciata andare nello scorso capitolo, in questo senso. Non lo facevo da un po’. :) Grazie di ogni parola! Con affetto e sincera gratitudine. :*

elysa 172 Carissima! ^^ Si! Il professore, anche lui, è umano! Uahahahah! :P Ovviamente, Alice non sarebbe tale se non fosse un po’ festaiola. Serve un po’ della sua energia. E in questo capitolo ho voluto far tornare in campo i Cullen, visto che li avevo trascurati! :D Grazie, grazie, grazie, dolcissima, come sempre.

ste87 Ahahah, e beh, ma la fine ci sarà lo stesso, volenti o nolenti! C’è sempre una fine. u.u E io mi ci sto inesorabilmente avvicinando, con questa storia. :P Grazie per la recensione ;)

chi61 Tesoro! Aspetto le tue recensioni come un’osai nel deserto. Le adoro. Innanzitutto, grazie, perché mi fai sentire lusingata, e fai tantissimo bene al mio ego. Grazie. Sono contenta di riuscire ancora ad emozionare ed emozionarti. Sono stupita dalla tua sensibilità capace di cogliere gli elementi essenziali e più importanti del capitolo. Credo, si, che presto scopriremo anche noi le conseguenze del dialogo fra il professore e Bella. Tutte le frasi a metà, i significati celati, verranno svelati. Spero che alla fine questo capitolo sia venuto abbastanza tranquillo, come avevo in mente. Ovviamente, se ho avvisato che ci sarebbe stato un capitolo tranquillo, è perché è un episodio isolato a cui seguirà nuovamente la normalità. Il problema è: qual è la normalità per me? La cosa dovrebbe fare paura…

Nessie93 Ah, beh, si, la mia fantasia più che illimitata direi che è spropositata! Proprio esagerata, ecco! Diciamo che ho messo in mezzo fin troppe cose, in questa storia! :P Ma, in ogni caso, per la cosa più importante, lo so che è assurdo da dire, non ci ho messo della mia fantasia. Ho solo preso in prestito qualcosa dalla Meyer! :P Pensaci che ci arrivi :D

ledyang Ahahahah, si, mooolto presto! Beh, spero che ti sia piaciuto! In fondo, non è super-dolce?! :P Mi spiace, ma più tranquillo di così, non so proprio farmelo venire, sai?! Orami, credo di averci preso la mano a farli un po’ più movimentati! :P 

Struppi Si! *.* In realtà, il professore racchiude un tenerissimo cuore al caramello! Chi l’avrebbe mai detto, eh?! :D Beh, Edward è tenerissimo! Mi perdo a contemplarlo anch’io! Questo capitolo, infatti, l’ho voluto dedicare proprio alla sua dolcezza! Spero ti sia piaciuto! ^^ Un bacio, a presto. :)

Dreamerchan Ohh! Si, direi che la penso esattamente come te. Primo, non esiste il buono e il cattivo, ma tutto è molto, troppo, relativo. Secondo, non spetta a nessun uomo giudicare l’altro. Non bisogna, mai, giudicare nessuno. La vita è un bene così prezioso che solo chi la conduce può decidere come viverla. La storia mancherà anche a me, credo. :) me ne farò una ragione ;)

Lizzie95 eheheh, che ne dici, la quiete prima della tempesta? :P Chissà… :P Sono contenta di essere riuscita a farti piacere il professore alla fine. Direi che non è stata un’impresa semplice, farvelo prima amare e poi rivalutare… ahahahah… Ma la sono scelta solo questa strada, direi. Beh, ogni cosa ha una fine. E anche se ho ancora miliardi, te lo garantisco, di idee per questa storia, sento ora il bisogno di “staccare”. Di scegliere le idee migliori, le più attinenti, di concludere tutto al meglio delle mia potenzialità, e di “crescere”. Per crescere e maturare come scrittrice ho bisogno di scrivere qualcos’altro, qualcosa di più mio. Non credo che per questo dovrò per forza trattare di temi più impegnati, o con termini più aulici. Vuol dire conservare la dolcezza, il romanticismo, l’amore, la passione, che credo mi accompagneranno per sempre, ma formularli personalmente e consapevolmente. :) Scusa se ti ho annoiata! A presto, lo prometto. Francesca. :*

titty88 Ohhh! *.* E io non posso fare a meno di ringraziarti ogni volta per tutti questi complimenti! Anche a me non piacciono le cose che finiscono, ma temo che ogni cosa debba farlo, purtroppo! ^^ Mi inventerò qualcos’altro, non temere :P

silvia16595 Ciao mia Silvietta! :* Hai dato un’occhiata a “Once upon a time in Forks”?! Io penso che sia davvero stupenda! *.* La adoro! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! Si, fra un po’ arriverà il pargoletto, ma non correre sai?! I due piccioncini devono ancora affrontare di tutto. E con “di tutto”, intendo proprio TUTTO! Ahahahah, sono certa che dovrò cambiare residenza! Ahahahah… Un bacio tesoro. :) A presto, eh?! :***

LudoCullen96 Bene, grazie! :D Sono contenta che il professore ti sia finalmente simpatico! :P certo, la strada per farvelo piacere è stata davvero lunga, eh?! :P Così stai iniziando a leggere “Once upon a time in Forks”?! Io penso sinceramente che sia stupenda. Ogni volta che leggo un capitolo mi emoziono, piango, mi sento completamente partecipe dei sentimenti di Bella. É una storia meravigliosa, davvero. :)

Ely_11 Ohh! Grazie! *.* Sono contenta di essere riuscita a commuoverti! Ho pensato che un dialogo fra il professore e Bella, una pacificazione, la comprensione dei limiti umani e del bene e del male presenti in ogni uomo, ho pensato che dovessero venire fuori. Ci è voluto un capitolo, ma ne è valsa la pena :)

KatyCullen Certo! E ci saranno un paio di capitoli dopo la sua nascita, in cui mi dedicherò completamente a loro. E poi, concluderò, come si deve, la storia. Sono contenta che il professore sia entrato anche solo per un po’ nella tue grazie. :) Grazie della recensione! Grazie! *.*

ANNALISACULLEN Ciao carissima! Grazie, ti sono infinitamente grata, per tutte le tue parole. Lo so che quasi settanta capitoli sono davvero tanti per una storia del genere, ma sapere che c’è ancora qualcuno che continua ad emozionarsi per questa storia mi riempie il cuore di gioia. Dentro di me, ho dedicato un po’ di spazio anche al professore. Mi pareva giusto. :) Ma ora, meglio ritornare ai Cullen. Entrambe le storie si chiuderanno presto.

frafru Grazie! Due volte grazie, allora. Grazie per aver apprezzato così tanto il capitolo, in particolare per aver rivalutato la figura del professore. Mi è molto caro. Mi rendo conto che ha molti il personaggio potrebbe risultare marginale e irrilevante, ma io ne percepisco tutta l’emozione, perché lui è proprio “mio”, quindi, qualunque cosa sia e faccia, non posso fare a meno di comprenderlo nella sua psiche e nella sua interezza. Grazie anche, per avermi fatto evidente la questione delle “dispersioni”! Senza il tuo consiglio non sarei mai riuscita a ridimensionare il fenomeno. Mi sto  impegnando per non commettere nient’altro del genere. :) Spero di riuscirci! A presto, mia carissima. Un bacio. :*

 

   
 
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