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Autore: hotaru    09/05/2010    3 recensioni
Non appena Trisha Elric vide il proprio figlio maggiore e la nipote della vicina uscire dal pozzo, per un istante le sembrarono due spiritelli vissuti là sotto per secoli.
Pieni di terra rossa e polvere di cemento, puzzavano di sangue e... urina?
Terza classificata a "A Contest for Faber" indetto da RoyxEd 4Ever
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1- Lenzuola nella polvere
Il cuore nel pozzo


Lenzuola nella polvere  

"Il cuore rallenta la testa cammina,
in quel pozzo di piscio e cemento,
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento."

Fabrizio De André, "Khorakhané"


Lasciò l'auto un po' distante, per avere l'opportunità di camminare. I pochi alberi che c'erano si diradavano a vista d'occhio, un passo dopo l'altro.
Quella strada l'aveva sempre fatta di corsa, o comunque a passo accelerato quando il sole picchiava forte, eppure in quel momento si ritrovò inconsciamente a rallentare.
Forse per godersela dopo tutto quel tempo; forse perché in fondo non aveva poi così fretta di arrivare.
Fatto sta che il vento lo accolse prima ancora di vedere il campo; sempre quel vento forte e dispettoso che infilava la polvere negli occhi e nelle orecchie. Un vento che spazzava via le nuvole e qualunque accenno di pioggia, tanto da rendere quel posto semi-desertico. Eppure fu quasi contento di sentirlo, lo avvertì come un vecchio compagno sempre in vena di scherzi.
E quando arrivò e vide una coda di cavallo fin troppo familiare seduta sulla terra rossa, gli sembrò che non fossero affatto passati vent'anni.
- Ingegner Rockbell... - proferì rispettosamente.
Winry si voltò. Lui le si sedette accanto, incurante della polvere, mentre la donna sorrideva.
- Quando ho visto il nome "dottor Elric" tra i membri della commissione, ho faticato a credere che fossi tu. Non pensavo che alla fine saresti diventato un cane delle multinazionali. Non eri tu l'idealista? -.
- Non è una multinazionale, si tratta solo di una società piuttosto importante – le rispose lui – E poi non stiamo per sfruttare alcuna popolazione indifesa: il terreno è stato regolarmente comprato e ormai nei dintorni non abita più nessuno. Non ci vedo niente di male -.
Eppure perché sentiva di continuo quel fastidioso pizzicore in fondo alla gola, come se il vento vi avesse depositato per intero la polvere di quel posto?
Winry sorrise, tornando a guardare il campo che ardeva nel sole.
- Una volta ne avresti detto peste e corna, invece -.


Due ragazzini all'incirca della stessa età si erano ormai stancati dell'ennesima partita a tris disputata tracciando le linee nella polvere.
- Uffaaa... e come al solito Winry non è ancora arrivata. Pensare che poi si arrabbia se cominciamo a giocare senza di lei – si lamentò uno dei due.
- Magari sta finendo di aiutare sua nonna, per questo è in ritardo – ipotizzò l'altro.
- Sì, ma avrebbe potuto dircelo – ribatté il primo, per poi lanciare un'occhiata verso il campo ed esclamare: - Dai Al, ti sfido! -.
- Non so se è una buona idea... - fece Al, dubbioso - Ricordi come si è arrabbiata l'ultima volta? -.
- Peggio per lei, doveva arrivare puntuale – ribatté l'altro con una scrollata di spalle.
Poi si alzò e, battendo le mani sul didietro per togliere la polvere, si diresse verso l'unica opera umana che si innalzasse in quel luogo.
Un vecchio pozzo in cemento di cui non si conosceva né il costruttore né il possibile uso. Da che tutti ricordavano, era sempre stato secco, come se il vento che soffiava impietoso si fosse portato via ogni traccia d'acqua.
In ogni caso, come qualunque bambino degno di questo nome, i due avevano trovato il sistema di giocarvici, in qualche modo.
Perciò non appena lo raggiunsero, Al seguendo incerto quello che era suo fratello, salirono sulla vera (¹) e si abbassarono i pantaloni.
- L'ultima volta hai vinto tu, ma stavolta non ci riuscirai – lo avvertì Ed – Ho bevuto un sacco prima di venire qui, ho una riserva infinita -.
Senza troppo entusiasmo Al lo imitò, ed entrambi iniziarono a fare la pipì.
Il "gioco" consisteva nel far cadere l'urina nella bocca del pozzo; il getto più alto avrebbe decretato il vincitore.  
Avevano appena iniziato, quando una voce fin troppo nota li fece sobbalzare e rischiare di cadere dentro.
- Adesso basta! La volete piantare? Non avete un minimo di pudore! Un giorno prenderò un cane, e vi giuro che vi farò azzannare da lui! -.
Ora, per quanto la voce di quella ragazzina bionda e decisa fosse fin troppo minacciosa, entrambi sapevano che non si sarebbe avvicinata finché non si fossero risistemati i vestiti. Tuttavia l'idea che prima o poi avrebbe davvero potuto fare ciò che andava sbraitando, rossa in viso, li convinse a tirare finalmente su mutande e pantaloni.
- Vedi di arrivare puntuale, la prossima volta – ribadì Ed, saltando giù dal muretto che delimitava il pozzo.
- Vedi di diventare civile prima dei vent'anni – ribatté lei.
Il ragazzino sghignazzò.
- Entro i vent'anni? Bene, vuol dire che ho ancora un mucchio di tempo. Quindi non c'è alcuna fretta! -.


- Non capisco perché te la prendi tanto – stava dicendo lo stesso Ed, nello stesso posto, vent'anni dopo – Insomma, non è neanche vivo! Non c'è nemmeno un albero! -.
- Ci credo – rispose Winry, tranquilla - I pochi fili d'erba che c'erano li hai ammazzati a forza di pisciarci sopra -.
Una risata, dietro di loro, li fece voltare.
- Toh! Ecco l'altro dottor Elric – esclamò la donna con un sorriso.
- Mi sembra così strano rivedervi qui – disse lui, prendendo posto accanto a Winry.
La visione di quei tre adulti seduti per terra, incuranti della polvere rossa che si sarebbe inesorabilmente attaccata ai loro pantaloni, era quantomeno bizzarra.
Ma nessuno li avrebbe visti, perché non c'era nessuno nel raggio di qualche chilometro.


C'era tanto di quel vento che una volta si erano portati dietro un lenzuolo e, correndo giù da un brullo pendio, erano riusciti praticamente a planare per qualche metro.
Era stata di Winry l'idea: all'inizio Ed era stato piuttosto scettico, ma lei aveva insistito che, data la forza del vento e il loro peso di ragazzini, ci sarebbe potuta riuscire.
E ce l'aveva fatta.
- Wow! Funziona! - gridò Al entusiasta, mentre Ed le corse incontro chiedendo:
- Posso provare?
- Solo se ammetti che sono un genio – fece lei con sufficienza.
- Sì, sì, sei un genio. Dai, adesso fammi provare! - agguantò il lenzuolo e raggiunse in fretta la cima di quella specie di collinetta, iniziando e correre e "prendendo il volo", se così si può dire.
- Anch'io, anch'io! - gridò Al, facendosi passare quel grande pezzo di stoffa che ai loro occhi aveva del miracoloso.
Quando giunse la sera, il lenzuolo aveva ormai perso il candore originale e sembrava ricamato di terra rossiccia. Un risultato piuttosto artistico, a dire il vero, che tuttavia la nonna di Winry non ritenne tale.
E lo espresse in modo tanto chiaro che alla fine nessuno dei tre provò più a sgraffignare un lenzuolo; anche se quel pomeriggio passato a planare assunse, nel ricordo, delle connotazioni quasi mitiche.


- Ve la ricordate quella volta del lenzuolo? - chiese Al rompendo il silenzio, perso nei ricordi.
- La volta della mia idea del lenzuolo? - gli ricordò Winry.
- Non ti ripeteremo più che sei un genio, se è questo che speri – disse Ed – Oltretutto non credo che funzionerebbe ancora, visto il nostro peso attuale -.
- Forse il tuo peso attuale, io non sono aumentata poi molto – precisò la donna.
Ed represse a malapena una risata, camuffandola in uno sbuffo.
- Sì, come no -.
- Ehi! - ringhiò lei.
- Cambiando discorso, Al, cos'è che si farebbe se l'estrazione non risultasse abbastanza remunerativa? - chiese Ed, fingendo di ignorare Winry.
- L'intero affare passerebbe nelle mani di un'altra società che si occupa di energie rinnovabili – rispose il fratello – Verrebbero eretti dei generatori eolici: visto l'isolamento di questo posto, non si disturberebbe nessuno -.
- Capisco -.
- Beh, direi che rimanendo qui non risolveremo niente – intervenne Winry, per poi rivolgersi a Ed – Tu devi prendere qualche campione, giusto? -.
Lui annuì, e dal pendio su cui si trovavano si avvicinarono al campo vero e proprio. L'unica cosa che si innalzava da quella superficie piatta era un muretto in cemento sistemato a cerchio, che sapevano nascondere un buco profondo qualche metro.
- Pensare che abbiamo rischiato di lasciarci la pelle, qui dentro – commentò Ed – Forse è un bene che lo eliminino una volta per tutte -.
- Veramente – precisò Winry, scambiando un'occhiata con Al – L'unico che si è fatto male là sotto sei stato tu -.


Una sera, verso cena, la ragazzina era tornata al campo perché convinta di aver perso qualcosa. Quel pomeriggio si era messa in tasca un bullone che le serviva per sistemare una bici, e una volta tornata a casa non l'aveva più trovato. Era perciò sgattaiolata fuori senza dir niente a nessuno e lo stava ora cercando intorno al pozzo, quando udì un guaito.
Un guaito?
Esterrefatta, si guardò intorno: non c'erano che sterpi, e non notò alcuna ombra in movimento che ricordasse anche solo vagamente un cane.
Lo udì di nuovo.
E allora, incredula, si sporse sulla vera del pozzo, cercando di scrutarne il fondo.
Lo udì di nuovo.



(¹) Vera: nome del parapetto che solitamente circonda un pozzo




Primo capitolo della storia con cui mi sono classificata terza al concorso "A Contest for Faber" indetto da RoyxEd 4Ever.
Ne sono veramente contenta, anche perché mi sono iscritta al concorso in extremis, scrivendo per una settimana i vari pezzi della storia che mi venivano in mente su dei fogli, per poi riunirli su Word una volta tornata a casa. Un po' come i pezzi di un puzzle...
Dovevamo ispirarci ad alcuni versi di Fabrizio De André, senza però utilizzare l'intera canzone da cui erano presi. Io ho scelto quelli che ho riportato all'inizio, anche se poi la canzone "Khorakhané" parla degli zingari, mentre questa storia è completamente diversa.
Vi consiglio comunque di ascoltarla, soprattutto la parte finale. Io l'ho fatto scrivendo questa fic, cercando di non ascoltare le parole ma basandomi sulle sensazioni date dalla musica, e mi piacerebbe sapere se riscontrate un qualche collegamento tra le due.
Detto questo ringrazio la giudice e faccio i miei complimenti alla seconda e prima classificate, in particolare a DarkRose86!
È stato proprio un bel contest, mi sono divertita a trattare per l'ennesima volta il rapporto tra Ed, Al e Winry. Quando scrivo una fic su "Full Metal Alchemist", mi ritrovo sempre lì. Ma ogni volta c'è qualcosa di nuovo da dire, secondo me.
 
   
 
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