Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Oxis    09/05/2010    1 recensioni
Evelyn è sempre stata diversa. Ma non sapeva fino a che punto. La sua forza può distruggere, se usata inconsapevolmente e senza un aiuto. Luce e Buio, due mondi opposti. Per conoscerli, e conoscersi, dovrà accettare l'aiuto di una persona a cui non avrebbe mai pensato...
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il vento freddo di inverno mi sferza sul viso, infilandosi insidioso sotto l'orlo della giacca e fra le pieghe della sciarpa.

Fa freddo. Cammino spedita, stretta nel mio chiodo di pelle nera e nei jeans scuri non aderenti. Mi aggiusto la sciarpa, un regalo di mia nonna, quando era ancora in vita.

E' blu, l'unica cosa del mio abbigliamento che non sia nero.

Le vie del centro sono silenziose, la luce del primo mattino è tenue e flebile.

Nel cielo ancora scuro qualche nuvola violetta sfilacciata aleggia pigra.

In giro non c'e' un'anima, a volte sento qualche negozio incominciare a dare segni di vita.

Svolto e mi ritrovo nella stradina secondaria che porta alla fermata dell'autobus.

Una vetrina mi rimanda la mia immagine e io le rivolgo un'occhiata distratta, rallentando leggermente.

La mia pelle e' pallida, quasi bianca e le labbra sono chiare. Ho gli occhi di un colore blu opaco, con sfumature violacee, risaltati da un leggero e indistinguibile strato di matita nera.

Oltre al blu della sciarpa fanno contrasto i miei capelli rossi, ondulati che mi ricadono sulla schiena.

Nonostante tutto non mi dispiace il mio aspetto. Non che ci stia molto attenta, in realtà.

Riprendo a camminare, a testa alta, spostando lo sguardo da una vetrina all'altra.

Sono quasi arrivata alla fermata quando urto qualcosa, o meglio qualcuno.

Alzo gli occhi e vedo un ragazzo poco più alto di me.

Mi fermo e lo guardo, mentre lui sussurra uno ''scusa''.

La prima cosa che noto sono gli occhi. Verdi. Anzi non verdi, più che verdi.

Di quel colore trasparente, chiaro, in cui puoi ricordare tutta la natura.

Ha i capelli neri, leggermente lunghi. E' vestito di nero.

Ci guardiamo e lui sorride, poi riprende la sua strada.

Aggrotto la fronte e mi incammino.

Arrivo alla fermata, gremita di gente.

Riesco per pochi secondi a salire sull'autobus che si ferma proprio davanti alla mia scuola e mi sistemo la cartella fra le ginocchia.

Accanto a me un uomo con la valigetta ventiquattr'ore, il completo scuro e un'aria abbattuta.

Oggi dovra' tenere un discorso per persone che di economia non capiscono niente.

Davanti c'e' una ragazza, di qualche anno in piu' di me. Occhi truccati, giacca fucsia, capelli biondissimi.

So che ieri ha mollato il suo ragazzo, finalmenti, dopo settimane di agonia...

Sbatto gli occhi. Lo sto solo pensando.

Arrivo alla mia fermata, e l'aria gelida mi investe di nuovo mentre attraverso la strada.

Salgo rapida gli scalini del mio liceo e poco dopo entro in classe.

Alla scrivania sta gia' leggendo il giornale il prof di matematica.

Brutto, tarchiato, sempre rancoroso. Una combinazione spregevole, esattamente come lui.

- Separate i banchi, verifica a sorpresa - dice senza alzare gli occhi dalla pagina dello sport.

Sollevazione generale di protesta che dura qualche minuto, durante il quale io apro il libro e cerco di ripassare gli argomenti nuovi che non ho capito bene.

Ma in matematica non vado male.

Avverto una fitta di disperazione all'altezza dello stomaco e mi chiedo il perche', senza capirlo.

- Non ho studiato!

E' la mia compagna di banco che, terrorizzata, sfoglia le pagine come se fossero incandescenti.

Un'altra fitta, ma questa volta piu' fastidiosa che altro.

Scuoto la testa e mi concentro sul primo esercizio, ma a pochi minuti dall'inizio la testa comincia a farmi male.

Mi sento il cuore in gola e la mente annebbiata.

Cosa mi sta succedendo?

Volto la testa e vedo i miei compagni che cercano di copiare dal vicino o che si mangiano le unghie nel panico piu' totale.

Comincio a respirare piu' pesantemente.

La testa mi pulsa, il male aumenta.

Cosa succede?

Non dovrei essere ansiosa, ho studiato e comunque non mi e' mai successo di essere cosi' disperata per una verifica.

Mi alzo di scatto, senza capire altro che devo uscire di li'.

- Posso andare in bagno? - chiedo di colpo - Non sto molto... bene.

Il prof mi squadra, forse vede la mia faccia ancora piu' pallida del solito e l'espressione di una che sta per soffocare.

Sono un'alunna diligente e sto male davvero, puo' fare un'eccezione.

E infatti mi dice:

- esci pure.

Spalanco la porta e corro nei bagni. Non c'e nessuno.

All'improvviso sono calma di nuovo.

Fisso lo sguardo sulle piastrelle bianche, ansimando.

Forse sto solo sognando.

O forse no?

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Oxis