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Autore: _layls    09/05/2010    4 recensioni
DAL CAPITOLO 4:Prima che potesse prendere una decisione senti il fiato del coetaneo farsi sempre più vicino. Sentì le sue labbra che piano si poggiarono sulle proprie, con una lentezza quasi devastante. E vinse lui.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

L’uomo fece di nuovo guizzare gli occhi sul ragazzo, poi ammise.

Aprì la porta con un movimento fluido e la richiuse dopo aver fatto passare i due ragazzi.

Era un monolocale dall’arredamento piuttosto moderno ma allo stesso tempo dava una sensazione di sporco e putrido come il resto dell’edificio.

Il proprietario fece segno ai due visitatori di sedersi su un divanetto che stava sotto ad una finestra che dava sulla strada. I due si sedettero, restando abbracciati l’un l’altra come se anche solo un minimo distacco avesse potuto causare seri danni.

L’uomo si sedette poi davanti a loro.

“Che vi serve?” esordì, la voce dura e piuttosto intimidatoria. Nel farlo guardò sua figlia negli occhi. Sapeva che era lei quella che doveva parlare.

Il ragazzo era lì solo come supporto.

“Papà, voglio che tu ti trasferisca a Toluka Lake” richiesta chiara, diretta.

Forse detta con un po’ di timore.

Continuò ad osservare sua figlia negli occhi.

Odiava vivere lontano da lei.

Ma l’errore che aveva commesso ancora gli comprimeva lo stomaco.

Si era sentito … rifiutato.

“No”

Sul viso della diciassettenne si dipinse stupore e delusione allo stesso tempo.

Non riusciva a capacitarsi di come suo padre preferisse vivere in quella topaia, da solo. Senza nemmeno l’appoggio delle sue figlie.

Lui viveva in quel minuscolo monolocale di un sobborgo Newyorkese mentre dall’altra parte degli Stati Uniti avrebbe potuto godere di lusso sfrenato e di compagnia.

Dopotutto che le aveva fatto?

Un ricordo le balzò in mente, forse la chiave per risolvere tutti quei perché.

 

“Una bambina di 10 anni si trovava in un’aula semi-circolare.

Davanti a lei un tavolo enorme. Seduta stava una signora di colore, con una veste nera ed i capelli corvini raccolti in uno chignon alto.

Mamma le aveva detto che era un giudice.

Voltò appena lo sguardo alla sua sinistra.

Ed ecco il suo amore.

Tutto ciò di cui un bambino a bisogno a quell’età. Colei che sai che non ti abbandonerà mai.

La sua mamma.

Le sorrideva serena, anche se un po’ malinconica.

Dopotutto stava aspettando una sua risposta.

E di fronte a quel sorriso lei non ebbe dubbi su quale scelta prendere.

“Io sto con la mia mamma, signora giudice” sentenziò, sicura.

Si voltò felice verso il suo papà. Era sicura che sarebbe stato fiero di lei. Come sempre.

Ma non sapeva che invece gli aveva appena spezzato il cuore.

Fece appena in tempo a vederlo alzarsi e dirigersi verso l’uscita, il volto scuro e contratto dalla delusione.

“E con questo l’udienza è chiusa” decretò la giudice, picchiando lievemente il suo martelletto nero sulla superficie di legno scuro. ,,

 

“Demi, cucciola …” Joe la liberò da quel ricordo.

Era preoccupato per lei dato che non aveva visto nessuna reazione da parte sua alla negazione del padre.

“E’ per quello che dici no?” urlò sicura all’uomo che aveva davanti, ignorando per un momento il suo ragazzo.

“A cosa ti riferisci?” mormorò lui in risposta. Era però sicuro che ci fosse arrivata.

“All’udienza di sette anni fa papà, alla mia decisione di vivere con la mamma”

Sì, aveva indovinato.

“Ci hai messo sette anni per arrivarci”

“Ma ero solo una bambina! Come puoi avercela con me per questo?”

“Mi sono sentito solo in quel momento, Demi!”

“Avevo dieci anni papà” urlò lei, con tutta la forza che aveva in corpo.

Non era assolutamente giusto, no

Non era giusto essere condannata per uno stupido errore infantile.

“Dieci o venti, mi hai fatto del male Demi”

“E non pensi al male che mi hai fatto tu? Te ne sei andato da Dallas, ti sei fatto sentire solo tramite qualche sms!”

L’ultima parte del discorso fu solo un sussurro. Il padre non seppe come rispondere, questa volta.

“Se posso permettermi, signore …” Joseph attese il permesso di poter parlare. Di fronte a nessun gesto continuò.

“Secondo me tutti gli errori vanno perdonati. Specialmente se commessi da un bambino”

“Papà, penserò io a comprarti la casa, ovvio. Starò da te tutte le notti a dormire, te lo prometto!”

Demi riacquistò un po’ di coraggio, dopo aver sentito il suo ragazzo appoggiarla.

E per completare il quadro, prese dalla borsa dei dépliant immobiliari di Los Angeles e li poggiò sul tavolino di fronte a loro.

“Papà, per favore” fu solo un singhiozzo sommesso.

Ma alle orecchie di un padre, il singhiozzo di una figlia, per quanto lieve possa essere, giunge sempre come un tuono.

Alzò appena lo sguardo su di lei, che però si era tuffata tra le braccia del suo Joseph, che non aveva atteso un attimo a stringerla a sé.

“Fammi vedere un po’ questi cosi và” disse infine, prendendo un dépliant ed incominciando a sfogliarlo.

Abbozzò poi un sorriso: “Sappi che però ho intenzione di svuotarti il conto, superstar”.

 

 

  
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