Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    10/05/2010    3 recensioni
[Anime/Manga principali: Pandora Hearts, Full Metal Alchemist] [Altri anime/manga: Vampire Knight, Death Note, Vocaloid, Hellsing]
Lo Strahl★Night era uno dei più rinomati istituti di formazione vampira di tutta la nazione.
La sua fama si fondava su una secolare tradizione che vantava una ferrea istruzione, insegnanti intransigenti e inflessibili, discipline che comprendevano materie tecniche, scientifiche e liceali piuttosto difficili, che richiedevano un livello d’istruzione precedente non da poco e, ovviamente, corsi completi sulla gestione di poteri, capacità e istinto dei vampiri.
Insomma, lo Strahl★Night era l’obiettivo finale di ogni giovane vampiro con mirabili pretese lavorative per il futuro.
L’unica pecca di quell’istituto altrimenti perfetto, era la difficoltà degli esami d’ammissione: su migliaia di esaminandi, solo una ventina o meno riuscivano ad essere ammessi.
E tra i fortunati, il gentil sesso non era mai stato presente, tanto che lo Strahl★Night era da tutti considerato allo stesso livello di un istituto puramente maschile, esattamente come i suoi studenti.

Ma, quando tre vampire riescono a guadagnarsi l'ammissione, iniziano anche ad aver luogo strane apparizioni... e morti.
[Altri generi: Drammatico, Mistero]
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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7_Sospetti L’ora di Barma trascorse con una lentezza a dir poco allucinante e all’insegna del “regno del terrore” per chiunque non prestasse la sua totale ed incondizionata attenzione all’interrogazione che ben cinque poveracci stavano conducendo, tra l’altro in modo disastroso.
Barma non era molto transigente durante le prove orali: le domande erano complesse e richiedevano una proprietà di linguaggio che nessuno aveva, salvo i furbi che si esercitavano per ore, anche con l’ausilio del dizionario, a ripetere e ripetere e ripetere capitoli interi del libro di testo e ragionamenti che, nella maggioranza dei casi, neppure riuscivano a cogliere in pieno.
I cinque furono mandati a posto con un’occhiata di disgusto da parte dell’insegnante, che si premurò di elencare le lacune e addirittura gli errori dell’esposizione di ciascuno con ineccepibile cura, come se da ogni sbaglio dei suoi alunni traesse la forza per continuare a vivere e insegnare.
Sì, era evidente che provasse una soddisfazione immensa nel distruggere l’ego dei suoi poveri studenti.
Le vampire erano le uniche realmente “a loro agio”: quella parte del programma di Filosofia loro l’avevano già studiata.
Nonostante provenissero da famiglie diverse, anche se imparentate, a causa del lavoro dei loro genitori erano state affidate tutte e tre alle cure di una tutor, la quale, dopo numerosi tentativi, era riuscita a convincere il corpo docenti dello Strahl★Night a far sostenere alle “sue ragazze” l’esame d’ammissione.
- Così avrete modo di formarvi in modo più completo di quanto possa fare io - aveva spiegato loro, quando le aveva informate della cosa.
Quella parte di Filosofia che avevano già fatto, l’avevano studiata con la loro tutor, Vivianne, una vampira dalle spiccate doti intellettuali che le aveva accudite come fossero figlie sue.
- Siete qualcosa di assolutamente riprovevole. Non riuscite a mettere in fila più di due parole che abbiano tra loro un senso logico. Non riesco a pensare ad un modo abbastanza efficace e incisivo per esprimere il mio disappunto. Come potete anche solo sperare di superare il corso di Filosofia se devo anche insegnarvi a parlare correttamente? -.
Oz avrebbe voluto sprofondare dieci metri sotto terra.
Sarebbe stato molto più piacevole che sentirsi offendere in modo tanto pacato e per questo più profondo.
Insomma, non era come gli antichi oratori romani, però sapeva parlare! E come lui anche altri.
Non c’era bisogno di offendere gli studenti perché alle sue interrogazioni non riuscivano ad esprimersi secondo il suo concetto di “corretta esposizione”:  già la sua materia era complicata, poi anche lui spiegava in termini che il più delle volte dovevano segnarseli e andare a cercarli sul dizionario a fine lezione. Se poi pure pretendeva la perfezione nell’esposizione, allora era naturale non aspettarsi granché, ma lui era Rufus Barma, quindi era nella sua natura pretendere il massimo della sua perfezione, anche se impossibile da raggiungere per degli studenti.
Mentre Oz stava per collassare sotto il monotono soliloquio dell’insegnante, e come lui pure qualche altro, la campana che annunciava la fine della lezione squillò, con immenso sollievo da parte di tutti quanti, la maggior parte dei quali rivolsero a quell’oggetto molte e profonde preghiere di ringraziamento.
Barma uscì dall’aula con il suo solito portamento altezzoso, rivolgendo ai suoi studenti un ultimo “arrivederci” dalla porta.
- Finalmenteeee! - esclamò Oz.
- Io non so te, ma un giorno o l’altro quello lo faccio fuori! Non può darmi dell’ignorante e passarla liscia così!!! - ringhiò Edward.
- Fallo! - lo supplicò il Bezarius.
- Puoi scommetterci -
- Buongiorno! -.
L’insegnante dell’ora dopo entrò nell’aula e tutti quanti ritornarono ai propri posti.
Lezione di Matematica, tenuta da nientemeno che il professor Light Yagami, un altro su stampo Barma, ma che non si divertiva a distruggere l’ego delle persone, e questo senz’altro contribuiva a farlo risultare ben più gradito dell’altro.
Come al solito, indossava l’uniforme del corpo docenti, tenuta in modo impeccabile; i capelli castani pettinati e ordinati secondo il normale e lo sguardo che prometteva una lezione severa.
Sempre meglio calcoli e equazioni che cercare di capire ragionamenti filosofici: almeno in Matematica c’erano leggi che dovevi seguire sempre e comunque.
La lezione iniziò come di consueto con l’appello.
Durante questo, il docente si soffermò anch’esso pochi attimi sui nomi delle nuove studentesse, poi, una volta finito, chiese loro fino a che punto del programma erano arrivate.
Più o meno erano in concordanza con quello cui erano arrivati loro.
Mentre la lezione iniziava, Fiamma iniziò a ripensare a ciò che le era accaduto in corridoio solo un’ora addietro: il ricordo di quella donna spettrale e insozzata di sangue ancora la perseguitava.
Quegli occhi rossi erano fissati a fuoco nella sua mente, come le lacrime sanguigne che aveva improvvisamente iniziato a versare.
E... come faceva a sapere il suo nome?
Lei, ne era più che certa, quella donna non l’aveva mai vista.
Inoltre, c’era il fatto che Oz e Emily, nonostante la sconosciuta fosse dinanzi a lei, a pochi centimetri dal suo viso, loro non l’avevano vista.
Come era possibile?
Era forse stata veramente un’allucinazione?
- Signorina Drakon! Le spiacerebbe prestare un po’ della sua attenzione alla lezione?! -.
Il richiamo dell’insegnante la distrasse dalle sue preoccupazioni.
Notò che tutti quanti si erano girati a guardarla, perplessi.
Si affrettò ad assumere un’espressione meno sorpresa.
- Perché non viene a svolgere l’esercizio? - la chiamò Light.
Si alzò e attraversò l’aula a passo deciso, senza mostrare un briciolo di timore: sarebbe stata la via più breve perché tutti pensassero di poterle mettere i piedi in testa.
Arrivata alla lavagna, afferrò il gessetto che le porgeva l’insegnante e si mise tranquillamente a svolgere l’esercizio, che tra l’altro aveva già avuto modo di fare con la sua tutor.
Appena l’ebbe finito, si volse a fissare il professore, il quale guardava scioccato la lavagna: non si era neppure accorta che quello era l’esercizio che lui stava per spiegare, ma aveva saputo risolverlo brillantemente e senza fare un fiato.
Lei continuò a tacere, finché Light non comprese che stava aspettando che lui parlasse e le desse il permesso di tornare al suo banco.
- Vai a posto - disse.
Fiamma eseguì, seguita dagli sguardi di alcuni che, come il professore, si erano resi conto che l’esercizio non era ancora stato spiegato.
Se ne tornò a posto con un portamento naturale e rigido al tempo stesso che la faceva sembrare più... inavvicinabile, selvaggia.
Insomma, un elemento pericoloso.
In effetti, in parte era l’impressione che lei per prima voleva dare di sé stessa: odiava venir considerata inferiore solo per il fatto di essere una donna anche da chi non riteneva affatto superiore a lei.
E l’unico modo per potersi guadagnare del rispetto, per lei, era dimostrarsi pericolosa a tutti coloro che avrebbero voluto metterle i piedi in testa.
Pareva funzionare, o almeno, fino a quel momento aveva funzionato.
La lezione riprese tranquillamente e Fiamma si concesse un ultimo pensiero allo stranissimo e inquietante incontro della mattina, prima di rivolgere tutta la propria attenzione all’insegnante.
Quando la campanella squillò e l’insegnante si congedò dalla classe, Edward si rivolse al compagno di banco, che stava prendendo i libri per la lezione successiva.
- Ehi, Oz -
- Sì? Che c’è? - chiese il Bezarius, rivolgendo all’amico uno sguardo perplesso e incuriosito.
- Non ti sembra che Fiamma sia stranamente... distratta? Forse è solo un’impressione... ma sembra con la testa altrove... -.
Oz abbassò lo sguardo sul piano del tavolo, assorto: che stesse ancora pensando a quella cosa accaduta prima delle lezioni?
Effettivamente, gli era parsa vagamente distratta anche a lui, nonostante non le avesse prestato poi tante attenzioni.
Avrebbe dovuto parlarne con Edward? Sarebbe stata la cosa migliore, così avrebbe potuto sentire anche la sua opinione in merito.
- Può essere... - esordì il ragazzo - ... vedi, prima di venire in classe, io ed Emily siamo tornati a vedere come stava, se aveva bisogno d’aiuto, e... - s’interruppe, incerto su come procedere.
- E...? - lo incalzò l’altro.
- ... e, be’... parlava di una donna che a quanto sembrava era con lei, nonostante fosse sola nel corridoio... mi è sembrata parecchio sconvolta... - spiegò Oz.
Edward lo fissò alcuni istanti, perplesso.
- Una donna...? - chiese infine.
L’altro annuì.
- Ma lei e le sue cugine sono le uniche femmine di tutto l’istituto... -
- Sì, infatti è strano. E poi era completamente sola. Che pensi che sia? - domandò Oz.
- Mmh... non saprei... - iniziò l’altro, assorto, gli occhi del compagno fissi addosso - Potrebbe essere soltanto un’allucinazione... - azzardò.
- È quello che le ho detto anche io, ma lei sembra non esserne così convinta... - obiettò il Bezarius.
In quel momento entrò l’insegnante di Lingue, interrompendo il discorso.
- Ci penseremo più tardi - promise l’Elric, spostando poi lo sguardo sul professore.
Questo si era già sistemato dietro la cattedra e fissava la classe con sguardo serio, come suo solito.
I capelli scarmigliati e neri gli coprivano la fronte e in parte anche gli occhi, neri anch’essi, circondati da occhiaie ben evidenti; di un pallore allucinante anche per un vampiro, stava rannicchiato sulla sedia con le ginocchia ripiegate verso il petto.
Era eccentrico senz’altro, il professor Lawliet, ma era anche incredibilmente bravo nella sua materia, dannatamente: riusciva a parlare inglese, francese, tedesco e spagnolo senza sbagliare neppure una pronuncia né una parola.
Parlava spigliatamente, come fosse consuetudine, per lui, parlare in straniero.
Si soffermò ad esaminare con particolare attenzione le ragazze e le fece presentare in ciascuna lingua che conoscevano: tutte e tre in inglese, poi Fiamma in francese, Emily in spagnolo e Amethyst in tedesco.
Se non altro avrebbero potuto darsi una mano a vicenda con le lingue che mancavano loro.
Dopo Lingue fu nuovamente il turno di Letteratura.
Oz, in quelle due ore, continuò ad osservare di soppiatto Fiamma, cercando di cogliere nel suo modo di porsi o nella sua espressione un qualsivoglia cenno di cosa stesse pensando, inutilmente: il suo sguardo era impenetrabile e stava seduta compostamente, come aveva fatto nelle ore precedenti.
Niente di anomalo da poter lasciar trapelare indizi, sfortunatamente.
Avrebbe potuto continuare ad osservare quegli occhi anche tutta la notte, se voleva, ma non ne avrebbe cavato niente.
Quando la campana suonò, Edward si alzò.
Allo sguardo interrogativo del compagno, si limitò semplicemente a rispondere: - Musica -.
Quella semplice parola bastò a far alzare Oz, il quale si diresse verso il tavolo delle ragazze, le quali erano ancora sedute in mezzo agli altri alunni, che si stavano avviando alla porta.
- Che succede? - chiese Amethyst, non appena il Bezarius fu a portata d’orecchio.
- Dobbiamo andare all’aula di Musica - spiegò semplicemente il vampiro, sorridendo.
Fiamma e Emily si scambiarono un’occhiata.
- Ma non viene il professore? - domandò la rossa.
- No: per le ore di Musica le varie classi dello stesso anno vengono mescolate... e poi nell’aula ci sono gli strumenti. Non si può fare qui - spiegò Edward, sopraggiunto alle spalle di Oz.
Sul viso di Emily si dipinse istantaneamente un’espressione estatica.
- Strumenti? - chiese, in cerca di una reale conferma.
- Certamente. A Musica si fa soprattutto pratica. Principalmente ci esercitiamo nel suonare, però alcune volte il professore ci fa provare a suonare come un’orchestra, con alcuni che cantano - aggiunse Alphonse.
- Andiamo! - esclamò la vampira, alzandosi.
Fiamma sorrise, imitandola; Amethyst si alzò e si avviò verso la soglia, seguita dagli altri.
Pride attendeva fuori della porta, in disparte.
Appena gli altri furono usciti, lui si accodò al gruppo, camminando al fianco di Alphonse.
- Tu Pride che strumento suoni? - chiese Emily, entusiasta dell’imminente lezione.
Il vampiro si prese qualche istante per rifletterci, prima di rispondere: - Il flauto traverso -.
- Bello! - esclamò la biondina, sorridendo allegramente.
Oz era anche lui in estasi, ma per un motivo totalmente differente da quello della ragazza: il vederla così eccitata lo esaltava oltremodo.
Cercava di non manifestarlo in modo troppo evidente, ma per chi, come Edward, era sempre a stretto contatto con lui, era in qualche modo estremamente palese quel suo entusiasmo.
Seguiva Emily senza perderla di vista un solo istante, come se da quel contatto visivo dipendesse tutta la sua vita.
Era una maniera senz’altro particolare di mostrare interesse verso qualcuno, ma se lo rendeva felice, Edward non aveva niente in contrario: finalmente aveva trovato qualcuno con cui soddisfare le sue tendenze decisamente eterosessuali.
Avrebbe perlomeno smesso di lamentarsi sotto quel punto di vista, cosa che non gli dispiaceva affatto.
- E tu, Oz? Tu che strumento suoni? - chiese all’improvviso Emily, rivolta al biondino.
Fu senza dubbio esilarante la reazione sorpresa di quest’ultimo a quella domanda: dapprima la fissò perplesso, poi avvampò improvvisamente d’imbarazzo e tacque.
La vampira lo fissò, incuriosita da quel silenzio.
- Oz non suona - gli venne in soccorso Alphonse, ridacchiando.
- Eh? Come? - domandò lei.
- Già - confermò Edward, accompagnando l’affermazione con un cenno del capo - Lui canta -.
Oz arrossì ancora di più sentendo l’attenzione della vampira puntata su di sé.
- Davvero? - chiese.
Lui annuì, puntando gli occhi un po’ ovunque, tranne che su di lei.
- Be’, ma è bello! - esclamò Emily.
- Lui fa parte del coro insieme con qualche altro - continuò Pride.
- Invece noialtri suoniamo e basta, ma non siamo niente di eccezionale... tranne Pride. Lui fa scintille al flauto traverso, eh? - esclamò Edward, ammiccando in direzione dell’altro, il quale si affrettò a distogliere gli occhi.
- Comunque vi troverete bene: il professore non è severo - riprese Alphonse.
- Menomale: qui non siamo tutti geni musicali... - esclamò Fiamma, a disagio.
- Voi due che cosa sapete suonare? - chiese Edward.
- Io suono il pianoforte a coda - disse la rossa.
- La viola - aggiunse Amethyst.
- Siamo arrivati - esclamò Pride, fermandosi in mezzo al corridoio, dinanzi ad una porta, che tra l’altro era già aperta.
Dall’interno proveniva un confuso chiacchiericcio, segno che gli altri studenti erano già arrivati.
Entrarono: gli alunni erano sparsi qua e là per l’aula, raggruppati a chiacchierare fra i vari strumenti, che Emily si prese cura di esaminare con entusiasmo.
Alla loro entrata, tuttavia, seguì un silenzio di tomba, mentre tutti gli occhi si puntavano sulle tre vampire.
Almeno in quel frangente, Emily parve non curarsene minimamente, troppo occupata a contemplare gli strumenti musicali per pensare a qualsiasi altra cosa.
L’occhiataccia che rivolse Fiamma alla platea bastò a far riprendere le ciarle.
- Noi che facciamo? Il professore dovrà assegnarci gli strumenti, suppongo... - esclamò, rivolta ad Alphonse.
- Ah, be’... suppongo di sì... credo... - rispose lui, colto di sorpresa dalla domanda.
- Ehi, Oz! -.
Un sopravvenuto si fermò vicino al gruppetto, salutando il Bezarius con un cenno della mano.
- Ah, Kaito! - replicò l’altro, sorridendogli.
Il vampiro aveva corti capelli blu e iridi del medesimo colore.
- Immagino siate le tre ragazze arrivate ieri... piacere, Kaito Shion - si presentò, sorridendo alle vampire.
- Fa parte del coro, insieme a Oz - spiegò Edward.
- Piacere mio, Emily - si presentò la biondina.
Anche le altre due si presentarono, ma in modo molto più stringato: non avevano in simpatia le presentazioni articolate.
- Ragazzi, coraggio, andate ai vostri posti -.
L’insegnante entrò in quel momento e tutti eseguirono, lasciando Emily, Fiamma e Amethyst da sole vicino alla porta.
Il professore aveva i capelli viola e lunghi fino alla vita, tenuti raccolti da una coda alta fermata con un fermaglio decorato con un paio di bacchette legate da una catenella.
Sotto l’occhio destro aveva tatuata una fiammata verticale viola che gli arrivava fino allo zigomo; gli occhi erano di un viola intenso, più scuro di quello dei capelli.
Era oltretutto muscoloso, come ben mostrava l’uniforme del corpo docenti.
- Voi suppongo che siate le tre nuove alunne. Io sono Gakupo Kamui, il docente di Musica del vostro corso - si presentò, in tono educato e formale.
Le tre si presentarono a loro volta, quindi il professore s’informò delle loro conoscenze musicali, per poi assegnare a ciascuna uno strumento e un posto nella classe: Amethyst andò nel gruppo delle viole, Fiamma fu messa al pianoforte a coda, che fino a quel momento non era stato ancora assegnato a nessuno, Emily, invece, fu messa tra i violinisti.
L’ora passò velocemente e, prima di quanto ciascuno si aspettasse, la campanella che ne annunciava la fine squillò.
Emily fu l’ultima ad uscire dall’aula, a malincuore.
- Uffa...! Perché la lezione è già finita? Non è giusto! -
- Dai, Lily non fare così. Non hai fame? - esclamò Fiamma, sorridendole.
Era solita chiamare la cugina Lily solo quando era particolarmente di buon umore, cosa che non accadeva esattamente tutti i giorni.
- Io volevo suonare ancora! - continuò Emily, infantilmente imbronciata.
Oz s’incantò ad osservarla: con quell’espressione era carina oltre ogni dire.
- Non preoccuparti per questo - soggiunse Alphonse, alle spalle del Bezarius - L’aula di Musica è accessibile anche fuori l’orario di lezione. Diversi alunni più grandi la usano dopo la cena, prima del coprifuoco - spiegò.
- Davvero? -
- Sì, certo -
- Evviva! Allora potrò tornare più tardi! -.
Con quel clima d’allegrezza che vigeva tra di loro, il gruppetto si mosse compatto verso la mensa, chiacchierando con leggerezza del più e del meno.
In mensa si ricongiunsero con Gilbert e Vincent, assieme ai quali consumarono la cena.
Quando arrivò il momento di far ritorno al dormitorio, di comune accordo decisero di andare tutti assieme.
- Allora, Emily, quando hai intenzione di andare all’aula di Musica? - chiese Alphonse all’improvviso, mentre attraversavano un corridoio praticamente deserto.
- Già, devo andare! - esclamò la biondina, fermandosi - Quanto manca all’alba? - domandò poi.
- Non così poco, vai - la rassicurò Fiamma.
- Allora, ci si vede! -.
Si volse e corse via allegramente.
- Si vede proprio che le piace tanto suonare... - commentò Alphonse, sorridendo.
- È cresciuta in mezzo alla musica - replicò pacatamente Fiamma.
- Forza, andiamo - esortò Gilbert.
Fu nell’attimo in cui si volsero che l’acuto grido di panico della biondina li raggiunse, spezzando la quiete che vigeva nel corridoio.
- È Emily...! - gridò la rossa, voltandosi.
Amethyst era già corsa dietro alla cugina, al seguito, pochi istanti dopo, il resto del gruppo.
La videro ferma all’imboccatura di un andito più stretto, secondario, impassibile come sempre.
- Amethyst, che è...? - fece per chiedere Edward, ma quando tutti giunsero alle spalle della vampira dallo sguardo di ghiaccio, compresero perfettamente perché si fosse fermata lì.





Angolino autrice
Finalmente dopo tanto tempo riesco a trovare il tempo per aggiornare questa fic.
Chiedo sinceramente venia ai lettori per la lunga attesa, sperando che non vogliate linciarmi ^^''

Per chi non lo sapesse (e suppongo siate in tanti), Kaito e Gakupo fanno parte dei Vocaloid. Chi sia interessato, può andare a cercare in Internet.

Ringrazio Sachi Mitsuki per la recensione dello scorso capitolo e quanti seguono semplicemente.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
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