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Autore: Betty    13/11/2003    2 recensioni
Benji e Sharon sono entrambi belli e ricchi ma quando capiscono che vogliono stare insieme non sarà per soldi ma solo per amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

 

I due pubblicitari si alternarono nella spiegazione delle loro idee per la pubblicità del nuovo prodotto, Benji ascoltava tutto con attenzione anche se ogni tanto lo sguardo cadeva sulla donna accanto a lui. Portava un completo giacca e pantalone nero, un paio di scarpe con il tacco bassissimo sempre nere, sotto la giacca si intravedeva una camicia bianca. I capelli erano raccolti in una coda alta, in quel momento si accorse che Sharon stava indossando un paio di occhiali dalla forma rettangolare. Davvero carina anche così pensò Benji poco prima di riportare l'attenzione sull'uomo che stava parlando.

"Quindi noi puntiamo su un pubblico giovane, che cerca un mezzo per lavorare meglio, un computer completo e che possa essere utilizzato anche per lo svago." Concluse White.

Sulla sala calò il silenzio, tutti aspettavano che fosse Benji a parlare.

"Sono molto contento del vostro lavoro, mi convince. Penso che sia la pubblicità adatta per questo prodotto. Però se mi permettete vorrei anche esprimere un paio di mie idee."

"Sei tu il cliente, noi siamo qui per soddisfarti" disse Sharon.

Benji pensò subito che lei avrebbe potuto soddisfarlo senza problemi in un altro modo. Cosa vai a pensare idiota!

"Vorrei che si facesse anche un promo per una fascia d'età un po’ più, come dire… come per mia madre, che vede il computer solo come una macchina che semplifica il lavoro, non pensa che con Internet potrebbe fare acquisti on-line o cose del genere. Insomma penso che questo nuovo prototipo riesca a soddisfare sia i giovani che quelli un po’ più maturi."

"Interessante, potremmo puntare principalmente su una fascia d'età tra i venti e i quaranta, diciamo la fascia dove siamo sicuri ci siano più vendite ma cercando anche di convincere i meno giovani che questo computer è facile da usare anche per chi non lo ha mai utilizzato." Disse Sharon mentre prendeva appunti.

"Quindi approvo queste bozze che mi avete proposto, ma vi chiedo di svilupparne almeno un paio, che soddisfino le esigenze delle persone dai 50 anni in su. Sono sicuro che farete un ottimo lavoro; riuscirete in un mese a prepararmi dei video che potrei visionare?" chiese Benji alla ragazza.

"Certamente. Anzi cercheremo di accorciare i tempi in modo da anticipare il lancio del prodotto sul mercato il prima possibile. Siamo ai primi di settembre, se il prodotto venisse lanciato verso la fine di ottobre sono certa che per la fine dell'anno le vendite saranno altissime."

"Lo spero Sharon, adesso visto che abbiamo finito mi permetti di offrirti un caffè?"

"Noi andiamo, sig. Price è stato un piacere conoscerla." Disse White dando la mano a Benji subito imitato dal collega, salutarono Sharon e uscirono dalla stanza.

"Non mi hai risposto"

"Sei mio ospite, andiamo nel mio ufficio, ci faremo portare lì qualcosa." Disse la ragazza.

Sharon accompagnò il ragazzo nel suo ufficio, la grande scrivania occupava una parete al lato delle grandi vetrate, dalla parte opposta c'era un divano in pelle, una poltrona e un tavolino.

"Vuoi un caffè?" chiese Sharon

"Certo. Nero senza zucchero."

Sharon andò all'interfono e chiese a Marta di farsi portare dal bar un caffè ed un tè caldo, con qualche biscotto.

"Tu niente caffè?"

"Dopo una leggera gastrite sto cercando di smettere. Sai com'è il lavoro è duro specialmente se sei una donna."

"Non dirmi che c'è qualcuno che si fa dei problemi perché sei una donna?" chiese Benji sorpreso.

"Accomodati pure.- Sharon si sedette sulla poltrona mentre Benji si accomodò sul divano ma abbastanza vicino a lei che se avesse allungato la mano avrebbe potuto toccargli le gambe - purtroppo alcuni vecchi clienti di mio padre non vedrebbero di buon occhio il fatto che dirigo io l'azienda."

"E come hai fatto a risolvere il problema?"

"Tutti credono che io sia il braccio destro di mio padre e che sia ancora lui a sovrintendere tutto. Invece il mio vecchio si diverte a viaggiare per il mondo."

"Perché?"

"Scusa?"

"Perché devi fare in modo che sia tuo padre a prendersi il merito delle tue conquiste?"

"Benji lo sai anche tu, il mondo degli affari è spietato, con questa protezione riesco ad impormi meglio con i clienti. Diciamo che è un compromesso."

Benji si stava incuriosendo "Un compromesso? Per lavorare meglio?"

"No. Per lavorare come dico io. Senza che nessuno mi critichi per le mie idee. A suo tempo mio padre è stato un innovatore in questo campo, adesso è il mio turno ma sono una donna e ho bisogno di più tempo per essere accettata."

"Da quanto tempo dirigi l'azienda?"

"Da tre anni ormai. Pensa proprio oggi sono riuscita a convincere mia sorella ad aiutarmi in questo lavoro."

Sentirono bussare, Marta entrò con un vassoio, Sharon le andò incontro prese il vassoio e disse alla donna. "Annulla tutti i miei appuntamenti per questo pomeriggio."

Marta annuì e sorrise, anche lei sarebbe stata volentieri un paio di ore con quel bell'uomo.

Sharon posò tutto sul tavolino e per un attimo il suo sguardo incrociò quello di Benji, erano così vicini che se si fosse allungata un poco avrebbe potuto baciarlo.

Si riscosse dai suoi pensieri e si risedette al suo posto.

"E tu? Da quanto tempo tuo padre ti ha incastrato?"

Benji sorrise: "Se devo dire la verità, mio padre è stato molto astuto. All'inizio mi aveva chiesto di dargli una mano perché lui si sentiva poco bene. Con il passare del tempo mi sono ritrovato a gestire tutto. E se devo dire la verità non mi dispiace, anche se ogni tanto è stressante, tra il calcio e gli affari certi periodi alla sera sono distrutto."

"Mia sorella è una grande appassionata di calcio, mi ha detto che sei candidato al pallone d'oro."

"Nuovamente." Disse Benji con amarezza.

"Ho toccato un tasto dolente?"

"Purtroppo è da quando gioco che sono candidato al pallone d'oro ma non l'ho mai vinto. Ormai non ci spero più."

"Non dirmi che il grande Benji Price si arrende così facilmente." Disse Sharon.

"No, non ti preoccupare. E che sono arrivato ad un punto che il calcio non è più la componente fondamentale della mia vita. Persino Holly lo ha capito prima di me!"

Sharon inarcò un sopracciglio, cercando di capire chi fosse questo Holly, però non fece domande a Benji.

"E tu? Sei tutta lavoro?" chiese il ragazzo.

"Diciamo che la mia vita privata equivale a zero."

"Non hai tempo?"

"Il tempo lo troverei se la persona vale. Ma non ho ancora trovato nessuno."

Sharon non poteva credere che stava parlando ad un perfetto sconosciuto della sua vita privata, ma che vita privata, lei era solo lavoro.

"Sharon? C'è qualcosa che non va?"

"No. E che stavo pensando che sono tre anni che non mi faccio una vacanza. Vivo solo per il lavoro."

Benji osservò la ragazza e la sua mano si alzò per andare a posarsi sulla guancia di Sharon in una timida carezza. Lei non si mosse, continuava a guardarlo non riusciva a staccare il suo sguardo da quello del ragazzo. Benji si avvicinò lentamente e la baciò, era un bacio dolce ma poco dopo si trasformò in un bacio appassionato. Le loro lingue si incontrarono in una danza frenetica ed antica e quando si staccarono respiravano entrambi affannosamente.

"Io.. non ho saputo resistere, sei così bella!"

Sharon rimase di sasso per quella confessione; la trovava bella pensò.

"Lo volevo anch'io" disse dopo qualche istante e non stava mentendo.

Benji si chinò su di lei e la baciò ancora, le sue mani si fecero strada attraverso la giacca, slacciarono i bottoni uno ad uno; la sua mano si poso su un seno, gli stava in una mano.

"Perfetto" esclamò Benji staccandosi dalla bocca della ragazza.

"Cosa?"

"Il tuo seno è perfetto, tu sei perfetta."

Sharon accarezzò il volto del ragazzo, seguì con le dita la mascella, le sopracciglia scure, la linea del naso. Voleva imprimerlo nella mente, voleva ricordarlo.

Lo squillo del telefono ruppe l'incanto, Sharon scosse la testa e come un automa andò a rispondere.

"Dimmi Marta"

"… "

"Dì a mia madre che sono con un cliente e che fra poco esco."

"…"

"Ascoltala un po’ che si lamenta e poi dille che hai una telefonata sull'altra linea. Come al solito. Marta un'ultima cosa, sto uscendo veramente. Per oggi ho finito."

Sharon attaccò e si rivolse all'uomo che le si era affiancato "Che ne dici di una cena a lume di candela a casa mia?" non era mai stata così sfacciata con un uomo, ma doveva ammettere che per Benji ne valeva la pena.

"Dico che è un'ottima idea"

 

Ringrazio le persone che mi hanno recensito e che mi hanno dato dei suggerimenti per migliorarmi Grazie scandros, dopotutto le recensioni servono soprattutto a questo.

 

 

 

 

  
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