A presto amica mia~
-No, ragazzi mi dispisce ma mi sa che non è il caso, mi devo scrivere all’università e poi penso che mi dovrò trovare un lavoretto- risposi con tono un po’ dispiaciuto, ma non mi sembrava il caso di restare con loro senza mia sorella.
Bill abbassò lo sguardo, penso di sentì come rifiutato.
-Ragazzi davvero ci dispiace molto- ripetei andandomi a sedere al mio posto.
-Sarà per la prossima volta.- sdrammatizzò Gustav. Finimmo la colazione quasi in completo silenzio.
-Ah Bill noi alle sette abbiamo il treno per ritornare a Roma.- lo avvisai –Voi pensate di rimanere qui fino a quell’ora?- gli domandai.
-Si, non c’è problema, possiamo ripartire quando vogliamo.- mi rispose.
Ce ne restammo ancora un po’ li a parlare, poi tornammo nelle nostre camere, dandoci appuntamento per mezzogiorno nella Hall.
Arrivai nella mia camera, lanciai le chiavi sul comodino e mi stavaccai sul letto sospirando più volte.
D’un tratto la porta si aprì e Tom entrò tranquillamente come fosse camera sua.
-Ti dispiacerebbe bussare?- gli chiesi un po’ innervosita dal suo comportamento.
-Scusa, non mi andava.- mi rispose aprendo la porta finestra del balcone e accendendosi una sigaretta.
-Ma ti stò così tanto antipatico?- mi domandò.
-Si!- risposi io scherzando.
-A bhè sono contento!- disse e fece come per andare via.
-Eddai che scherzo, vieni qui!!- gli urlai e tornò indietro.
-E allora perché non ti va di venire con noi?- mi domandò, un po’ triste.
-Tom te l’ho già detto, davvero mi farebbe molto piacere rimanere con voi, ma non posso.- gli risposi.
-Vabbè come vuoi te, però magari quando veniamo a Roma ci si vede, no?- disse, con degli occhi speranzosi.
-IDEAAAAAA!!- urali d’un tratto come se avessi avuto un’illuminazione –Tom ma tu non ti sei mai chiesto perché siamo venute al concerto di Padova, quando la facevate a Roma?- gli chiesi.
-Mmm . . . no, veramente no, non ci avevo mai pensato, perché?- mi domandò incuriosito.
-Perché i biglietti per Roma erano finiti subito…quindi tu dato che sei Tom Kaulitz, ci troverai due biglietti per quel concerto, o dei pass, insomma fai come vuoi, basta che riusciamo a venire…- gli risposi emozionatissima.
-Ahahahah, ve bene, ve bene- disse ridendo.
Ci sedemmo sul balcone accendendoci un’altra sigaretta, e questa volta gli parlai io un po’ della mia vita, il tempo volò in un batter d’occhio e già era mezzogiorno, Tom tornò in camera sua per camuffarsi e poi ci rincontrammo tutti nella Hall.
-Certo che tu sei sempre in ritardo è…- disse Bill al gemello.
-Non rompere sempre- gli rispose Tom.
Uscimmo dall’Hotel e ce ne andammo a fare un po’ di shopping per la città, era incredibile quante cose Bill fosse capace di comprare; per pranzo mangiammo qualcosa in giro e per le cinque tornammo in albergo.
Tornata in camera mi feci una doccia, misi tutta la mia roba dentro la valigia e andai a bussare alla camera di Tom.
-Entrà!- urlò dall’interno.
Lo trovai come la volta scorsa a torso nudo, solo che questa volta era steso sul letto, presi la rincorsa e mi buttai sopra di lui.
-Aaaaaaaaah!!- urlò –ma sei pazza?- disse ridendo divertito.
-Questo è per quallo che mi hai fatto passare ieri notte- gli dissi sorridendo.
-aio, mi hai fatto malissimo!!- si lamentò.
-E’ solo quello che ti meriti, mio caro Tom- controbattei, non feci neanche in tempo a finire la frase che me lo ritrovai addosso, stringendomi i polsi, per non farmi muovere.
-Adesso che intendi fare ragazzina?- mi domandò con un ghigno.
-Ufff, ma che palle, non vale tu sei più forte e più grosso…vinci sempre tuu- mi lamentai.
-Vabbè va, per questa volta ti lascio- mi disse, mi liberò i polsi e si stese vicino a me.
-Grazie per oggi Tom, davvero mi sono divertita tantissimo insieme a voi- gli confessai guardandolo.
-Ti potresti divertire così tutti i giorni se solo venissi con noi- mi rispose.
-Oh mio dio Tom, ma quante volte te lo devo dire che non posso?- gli domandai un po’ annoiata, -guarda sa che diapice anche a me- aggiunsi dispiaciuta.
-Ok ok basta! Non te lo dico più, tanto orami ho completamente perso le speranze.- mi disse.
-Tu pensa a trovarci un modo per venire a Roma…- gli ricordai.
-Ci provo, ma non ci saranno problemi!- mi ripose e mi abbracciò teneramente.
-Ti voglio bene Jess- mi sussurrò all’orecchio.
-Anche io Tom, anche io- lo tranquillizzai e per la prima volta gli stampai un bacio sulla guancia.
-Addirittura! Mi devo preoccupare?- mi domandò divertito riferendosi al bacio.
-No no, tranquillo, guarda te l’ho concesso solo perché me ne sto per andare.- gli risposi sorridendo.
-Infatti è ora che vado, tra un po’ arriva il taxi e voglio salutare per bene anche gli altri.- aggiunsi.
-Ambè infatti mi sembrava strano, dai allora che ti accompagno di sotto- mi disse, così uscimmo dalla sua stanza, andammo nella mia a prendere la mia valigia e poi nella Hall dove c’erano gli altri che stavano parlando.
-Eccoli làà.- disse Georg vedendoci arrivare.
-Finalmente!!- esclamò Sofy, -dai che rischiamo di perdere il terno- aggiunse,
Silenzio.
-Bhè ragazzi, grazie di tutto! Davvero siamo state proprio bene insieme a voi e grazie, grazie davvero!- dissi.
-Grazie a voi che ci avete fatto compagnia, anche se per poco, comunque ci riveremo presto!- mi rispose Bill, che mi venne incontro, mi abbracciò forte a se e mi diede due baci sulle guance, e la stessa cosa fecero Gustav e Georg, anche Sofy li salutò e andò verso il taxi.
Io e Tom eravamo rimasti un po’ indietro ancora a salutarci.
-Tom devo proprio andare adesso!- gli dissi.
-Lo so, brutta stronza!- mi rispose, guardandolo verso il basso.
-Oh mio dio, che palle che sei. Ma insomma non sei tu quella a cui non interessa niente delle ragazze? Alle fine io sono una come tutte le altre, no, anzi non abbiamo neanche scopato quindi proprio non ti dovrebbe interessare niente di me…- gli dissi alzando un po’ il tono di voce; non riuscivo proprio a capirlo.
-E’ per questo jess, sono riuscito a passare del tempo insieme a una ragazza senza scoparci e nonostante questo mi sono trovato benissimo con te e mi sono divertito da morire, non so da quanto tempo era che non mi capitava una cosa del genere…- mi rispose guardandomi negli occhi.
-Io pensavo che stava nascendo una bella amicizia o una roba così, mi veniva così normale parlarti di me…- disse, continuando a parlare.
-STOP! Tom fermati un’attimo! Ascolta per me è stato uguale, e anche per me stava nascendo una bellissima amicizia, e non sai quanto mi sarebbe piaciuto rimanere con te, ma non posso, però tra due settimane ci rivediamo, ok?- dissi cercando di tranquillizzarlo, lo abbracciai e gli diedi un altro bacio sulla guancia.
-Jess MUOVITI!- mi urlò mia sorella da dentro il taxi.
-Eccomi!- le urlai anche io, in risposta.
-Devo assolutamente andare adesso!.- gli ripetei, -dammi il tuo cellulare un momento.- gli dissi, velocissima, me lo porse e composi velocissimamente il mio numero di cellulare e lo salvai.
-Chiamami quando vuoi!- gli dissi, mi abbraccio e baciò un’ultima volta e poi corsi verso il taxi, che partì subito verso la stazione.
Faci in tempo a rilassarmi sul sedile di pelle nero, che sentii il cellulare vibrare:
-A presto amica mia!-
Eccovi il quinto capitolo, ragazzi i lettori stanno diminuendo, se la storia non vi piace, ditemelo senza alcun problema, che lascio perdere. E fatemi sapere che ne pansate ok?
Comunque grazie come sempre a tutti quelli che leggono.
Soprattutto a:
- Jiada95: scusa se sono un po’ in ritardo, spero ti piaccia, fammi sapere che ne pensi. Grazie mille, un bacio ;)