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Autore: b r i c i o l a    11/05/2010    11 recensioni
[Dalla Shot]
Arrenditi, diceva la sua espressione.
Amami, i suoi occhi.
E lei scelse gli occhi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Strange Love'
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The Ferret and the Half-Blood

La musica aveva sempre avuto lo straordinario potere di riuscire a calmarla, facendo sì che nella sua testa non passasse altro.

Era la sua canzone preferita che ascoltava ogni volta che litigava con uno dei suoi migliori amici.

Era la sua canzone preferita che ascoltava ogni volta che tornava in camera dopo un loro incontro.

“Mezzosangue”

Avrebbe voluto della musica da ascoltare anche in quel momento.

Si sentiva così triste, così distrutta. E non voleva ascoltarlo. Non in quel momento.

“Mezzosangue guardami!”

Fece finta di non averlo sentito. Forse si sarebbe volatilizzato. Forse sarebbe andato via lasciandola.

Ma il problema era che lei non voleva essere lasciata da lui.

Era iniziato tutto per sbaglio. In un modo così assurdo.

Tanto da sembrare impossibile.

Erano in punizione quel giorno. Per la prima volta in sette anni, Hermione Jean Granger era in punizione, assieme al suo peggior nemico di sempre, Draco Lucius Malfoy.

Avevano litigato nel corridoio del settimo piano, lanciandosi incantesimi di disarmo e di attacco.

La professoressa McGranitt era stata richiamata da Gazza e li aveva subito messi a pulire i trofei dell’intera Hogwarts.

Stranamente erano riusciti a non insultarsi per un’intera serata.

Avevano parlato, un po’ delle loro vite, un po’ dei loro sogni.

E Hermione aveva conosciuto un nuovo Draco, molto diverso da quello che camminava per i corridoi con il solo scopo di insultarla.

Avevano iniziato a vedersi nella Stanza delle Necessità, dapprima per continuare a parlare, ma successivamente l’attrazione si era fatta più potente, tanto da togliere il fiato.

E lei si era innamorata.

“Mezzosangue è già abbastanza difficile …”

Erano sdraiati su quell’enorme letto bianco, vicini eppure così lontani.

“Hermione non mi fare questo …”

Forse anche lui stava soffrendo per davvero. Forse non erano tutte menzogne quelle che uscivano dalla sua bocca. Forse … erano troppo quei forse.

“Non potremmo mai essere davvero felici. Nessuno dei tuoi mi accetterebbe e nessuno dei miei lo farebbe con te. Litigheremmo in continuazione … dopotutto lo facciamo anche adesso”

Si stava arrampicando sugli specchi.

A lei non importava nulla di ciò che pensavano gli altri. Lei voleva solo stare con lui.

“So cosa stai pensando: cosa te ne frega degli altri? L’importante siamo noi. No, piccola, non è così. Ho imparato a conoscerti e so che se c’è una cosa che ti fa star male è la delusione sul volto dei tuoi amici. A Potter e Weasel verrebbe un infarto!”

Aveva ragione. Era inutile negarlo, aveva maledettamente ragione.

Le facevano male persino le occhiate sospettose che Harry le lanciava ogni volta che tornava dalla Stanza delle Necessità. Avrebbe voluto metterli al corrente di ciò che stava facendo.

“Non mi arrendo” sussurrò, piantando i suoi occhi in quelli di Draco.

“Devi” rispose lui, accarezzandole la guancia con l’indice.

Ci stava male anche lui.

Hermione era la cosa più bella che gli fosse mai capitata in tutti quegli anni.

E doversene separare era orribile.

Sentiva già lo squarcio nel petto.

Ad un tratto lei si alzò, raccattando i suoi vestiti per la stanza. Aveva uno sguardo fiero e determinato in volto, ma gli occhi erano lucidi e la sua voglia di piangere si vedeva a miglia di distanza.

Si vestì in fretta e lo squarcio nel petto di Draco era sempre più doloroso.

Una volta sulla porta, la Gryffindor si girò a guardarlo.

“Io non mi arrendo”

E se ne andò, lasciandolo solo.

Con quel suo squarcio.

 

Ronald e Harry l’aspettavano in pigiama, nella Sala Comune di Griffyndor. Stavano giocando una partita a scacchi, annoiati. Sbadigliavano in continuazione e Ginny era già caduta tra le braccia di Morfeo, appoggiata sulla spalle di Harry.

Vederli insieme, così teneri e innamorati, le fece venir voglia di far uscire tutte quelle lacrime che si teneva dentro.

Non appena il ritratto della Signora Grassa si chiuse alle sue spalle, i suoi due migliori amici si girarono a guardarla, sorridenti.

“Mione!” esclamò Harry, sorridendo apertamente.

“Vieni a sederti!” disse invece Ronald, battendo la mano sullo spazio vuoto accanto a lui.

Fu tentata di andare a far parte di quell’idillio, ma il suo cuore non glielo permetteva.

“Scusate, sono stanca” sussurrò, dirigendosi verso il suo dormitorio.

Non ebbe il coraggio di girarsi e vedere le loro espressioni.

Sapeva cosa ci avrebbe trovato.

E non era pronta.

Non in quel momento.

Non dopo quello che le era successo.

 

Aveva gli occhi gonfi e arrossati, quando quella mattina si alzò dal suo letto. Ringraziò il cielo che fosse domenica, perché altrimenti sarebbe stata costretta ad assentarsi dalle lezioni.

Forse le era venuta la febbre, perché sentiva la fronte abbastanza calda.

Tremando si alzò, per andare a sciacquarsi il viso. L’acqua fredda le avrebbe fatto bene.

Una volta finito di lavarsi afferrò un paio di jeans scuri e una maglietta nera dall’armadio, ma sentendo freddo prese anche una felpa grigia abbastanza pesante.

Tremava e non riusciva a smettere.

Scese in sala Comune, trovando la sua migliore amica ad aspettarla.

“Herm! Scusa per ieri … ma ero stanchissima!” disse, correndo ad abbracciarla.

Se avesse potuto scegliere una sorella, avrebbe scelto senz’altro lei.

“Tranquilla, anche io ero stanchissima e sono subito andata a letto”

Il Castello sembrava esser diventato un altro quella notte. Tutto era di un’orrenda tonalità di grigio, che le faceva gelare il sangue nelle vene.

Ma quel grigio veniva dai suoi occhi.

In Sala Grande ogni studente appartenente ad una delle quattro Case, era seduto al proprio tavolo, scherzando e ridendo con i propri amici.

Eppure lei vi leggeva della malinconia in ogni gesto.

In ogni sguardo.

“Buongiorno ragazze!”

Harry si sbracciò dal suo posto al tavolo dei Griffyndor, attirando l’attenzione di una buona parte della Sala. Da perfetto timido qual’era, arrossì di botto, abbozzando sul suo viso un piccolo sorriso di scuse.

Ginny sembrò sciogliersi a quella vista e, lasciando sola la sua amica, corse dal suo innamorato, gettandogli le braccia al collo e stringendolo in un abbraccio soffocante.

Hermione sentì il cuore fermarsi nel petto.

Tutto attorno a lei era saturo d’amore.

Gli Slytherin si misero a fischiare dal loro posto e alcuni finsero addirittura di vomitare.

Tranne lui.

Hermione lo cercò con lo sguardo, trovandolo fisso nel suo.

Crack.

Arrenditi, diceva la sua espressione.

Amami, i suoi occhi.

E lei scelse gli occhi.

 

Nessuno sembrò farci caso.

Erano tutti impegnati a salutarsi per l’ultima volta sulla banchina del treno.

I genitori cercavano di tirarli via, chi sorridendo, chi sbattendo impaziente il piede a terra.

Ma nessuno di quei ragazzi voleva andare via.

Era passato un altro anno, e con esso era arrivato il tempo di lasciare la scuola, per alcuni studenti.

Griffyndor, Hufflepuff, Ravenclaw e Slytherin.

Ognuno di loro, chi con un leggero cenno del capo, chi con un abbracciò, si salutarono.

Ma nessuno fece caso a loro due.

Camminavano a testa alta, sorridenti, gli sguardi innamorati che si cercavano.

Le mani intrecciate.

Griffyndor e Slytherin.

Hermione e Draco.

La Mezzosangue e il Furetto più famosi di Hogwarts.

 

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M Y  S P A C E

E rieccumi!! A meno di quattro giorni riposto … mmm .. piccolo record!

Allora, chi mi conosce sa senz’altro che io amo questi due.

Ho iniziato ad amarli più o meno in questo periodo due anni fa.

Allora frequentavo EFP solo come utente non loggato.

Se adesso c’ una pazza in più che scrive Dramioni, vi tocca ringraziare piperina e la sua Feelings’ Slave – Debito d’Amore. Adoro quella storia!

Mmm … che altro dire: mi piace particolarmente questa. È nata così … non avendo greco da fare!

Alla prossima!

P.S. Recensite!!!!

E piovescappa~

 

 

   
 
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