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Autore: Betty    13/11/2003    2 recensioni
Benji e Sharon sono entrambi belli e ricchi ma quando capiscono che vogliono stare insieme non sarà per soldi ma solo per amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

Sharon guidava con calma nel traffico della grande metropoli, accanto a lei sedeva Benji e neanche per un attimo aveva smesso di osservarla.

"Se vai avanti così mi consumi!" esclamò la ragazza.

"Cosa?"

"Mi stai fissando da quando siamo partiti. Mi sento un po’ in imbarazzo!"

"Non dovresti, mi piace guardarti."

Era tutto così semplice, troppo semplice. Non illuderti, non puoi permetterti di soffrire. Pensò la ragazza.

Benji vide che Sharon si stava dirigendo verso un quartiere residenziale della capitale inglese, si fermò davanti ad una villetta bianca, circondata da un bel giardino.

"Eccoci!" disse Sharon mentre prendeva il telecomando del cancello.

"Vivi qui da sola?"

"Perché, non venirmi a dire che tu vivi in un monolocale"

"Colpito e affondato!"

La ragazza parcheggiò l'auto in un garage sotterraneo, dove c'era parcheggiata anche una jeep, o meglio un bel freelander della Land Rover.

"Ti tratti bene! Questo è uno dei modelli più costosi"

"E' un regalo di mio padre." Disse con voce piatta la ragazza.

"Non mi sembri molto entusiasta."

"L'unica cosa che sa fare, è fare regali alle sue figlie per fargli vedere quanto le ama. Avrei preferito di più un abbraccio."

"Mi sono ripromesso che se mai avrò dei figli, cercherò di fargli sentire il mio amore per loro. E' brutto sentirsi abbandonati."

"Adesso basta con le paranoie. Cosa ti cucino?" chiese Sharon con un sorriso.

"Non dirmi che sai cucinare?"

"Invece ti sorprenderò! Mi sono impegnata e ho imparato da sola!"

"Il tuo piatto forte?" chiese Benji.

"Faccio un sugo che è la fine del mondo. Adoro la cucina italiana."

"Allora mi faresti un bel piatto di pasta con il tuo sugo?"

"Certo. Fortunatamente l'altro giorno ne ho preparato in quantità industriale." Disse Sharon mentre iniziava a salire verso l'appartamento, Benji si ritrovò in un corridoio che portava a destra ad un ampio salotto, seguì Sharon che si dirigeva verso la stanza che aveva appena intravisto.

"Vuoi fare un giro turistico?"

"Voglio proprio vedere il castello di una contessa."

"Non prendermi in giro. Comunque questo e il salotto, di qui c'è la cucina che poi si collega con la sala da pranzo come il salotto. Invece da questa parte - Sharon si diresse verso il corridoio da dove erano arrivati - ci sono 3 stanze, due per gli ospiti e ogni stanza ha il bagno, oltre al bagno che da sul corridoio, invece quest'ultima è la mia camera."

Benji osservò la stanza di un tenue azzurro, al centro della stanza c'era un grande letto a baldacchino, tutto in ferro battuto. Il ragazzo non si accorse che aveva stretto a sé Sharon, solo quando sentì la sua mano sulla guancia abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi della ragazza.

La baciò con passione, mentre le sue mani iniziarono ad accarezzare il collo, via via scendendo verso il seno, i vestiti di entrambi in pochi attimi erano per terra.

Benji sollevò la ragazza tra le braccia e la depose sul letto, indossava reggiseno e mutandine rosa, che contrastavo con la pelle abbronzata.

"Sei bellissima" le disse mentre le mani accarezzavano il seno, Sharon si sollevò leggermente e tolse il reggiseno ormai fastidioso, Benji invece le tolse le mutandine.

I baci di Sharon erano come fuoco sulla pelle del ragazzo che non riusciva più ad aspettare, si tolse i boxer e le si mise sopra.

Sharon baciò quelle labbra così sensuali e allargò un po’ di più le gambe, lo voleva come non le era mai successo.

Benji non aspettò oltre e la penetrò, iniziarono a muoversi beandosi della loro nudità, quando l'orgasmo colse Sharon, la ragazza si strinse di più a lui, poco dopo Benji la seguì.

Giacevano l'uno tra le braccia dell'altro appagati, Benji si era appisolato e Sharon lo guardava.

Sembra un bambino, così tenero. È stato magnifico non avrei mai pensato che poter amare fisicamente così. Sharon, è solo sesso, del sano e puro sesso. Bhe puro mica tanto. Diciamo che mi ha appagata, come non aveva mai fatto nessuno.

Sharon si alzò dal letto ed indossò velocemente una vecchia tuta, non riusciva a stare lì con lui a riposare, era meglio mettersi a lavorare un po’ in cucina.

Benji si svegliò e sentì subito un profumino che invadeva tutta la casa, Sharon non era accanto a lui, guardò l'orologio sul comodino le 19.30, aveva dormito un bel po’. Sorrise ripensando che in quel momento avrebbe dovuto essere in aeroporto, solo, ad aspettare un volo, invece era lì a casa di una delle donne più affascinati con cui aveva avuto a che fare.

Potrei anche innamorarmi di lei. Pensò all'improvviso. Decise di alzarsi, mise boxer e pantaloni, la camicia bianca, ormai stropicciata indossata fuori dai pantaloni, tirò indietro le maniche e allacciò solo qualche bottone.

Si diresse verso la cucina e la vide tra pentole e vapore, indossava una tuta blu, sembrava vecchia, i capelli erano raccolti in una treccia ma qualche ciuffetto le solleticava il collo.

Le andò dietro e la abbracciò, si sentì felice, no, era qualcosa di più.

"Dormiglione, finalmente ti sei svegliato!"

"Sai com'è ormai come dice mia madre sono vecchio e il mio fisico ha bisogno di riposo!" scherzò Benji.

"Allora tra un po’ ti porto all'ospizio. Assaggia" gli disse mentre gli porgeva un cucchiaio di legno.

"Ottimo!"

Sharon sorrise contenta, Benji la fece girare e la baciò dolcemente a fior di labbra.

"C'è qualcosa che non va?" chiese la ragazza mentre osservava gli occhi dell'uomo farsi tristi.

"Devo tornare in Giappone, dei miei amici si sposano. A dire la verità avrei dovuto partire alle 8 di questa sera."

La delusione che il ragazzo lesse negli occhi di Sharon gli fece stringere il cuore.

"Vieni con me!" disse all'improvviso, sorprendendosi di se stesso.

"Cosa?"

"Verresti con me in Giappone."

"Non lo so. Non posso lasciare tutto così all'improvviso, ho delle responsabilità e poi ci conosciamo da meno di una settimana."

Benji rifletté un attimo poi disse: "Hai ragione forse corro un po’ troppo, però mi sento uno stronzo a lasciarti domani dopo quello che è successo."

"Perché ti fai tutti questi scrupoli. Non scappo, se vorrai tornare da me, lo sai dove trovarmi." Disse Sharon triste.

"Io non ti considero un passatempo, io vorrei che tu facessi parte della mia vita. Lo so che è presto dirlo ma voglio rivederti."

"Non so cosa dirti" Digli di sì stupida. Digli che da quando lo hai conosciuto non puoi fare a meno di pensare a lui. Digli che non vorresti mai lasciarlo solo.. i pensieri di Sharon non andavano di pari passo con la sua bocca che restava chiusa.

"Pensaci, ti prego. Non voglio metterti fretta." Benji la abbracciò e Sharon si sentì così al sicuro nelle sue braccia.

"Sharon, forse è meglio se guardi il mangiare non vorrei che si bruciasse"

"Oh diavolo! Hai ragione!" la ragazza si staccò dall'abbraccio e si rimise al lavoro.

"Sei una cuoca eccezionale!"

"E tu sei un adulatore." Sharon si alzò per sparecchiare e Benji la aiutò, in pochi minuti tutto fu riposto nella lavastoviglie.

Benji si sorprese quando Sharon lo baciò, non voglio pensare a domani, adesso tu sei qui con me ed è questo che conta. Pensò la ragazza.

Lo squillo del telefono lì interruppe, Sharon seppur a malincuore si stacco dal ragazzo.

"Pronto."

"Sono Liz, è successo una cosa a papà!" disse la voce dall'altra parte dell'apparecchio.

"Calmati, cos'è successo a papà!"

"E' stato male al ristorante, è svenuto. Forse è un infarto, noi stiamo andando in ospedale."

"Lo state portando voi?"

"No! Abbiamo chiamato un'ambulanza! Adesso muovi il sedere e raggiungici."

"Arrivo!" disse Sharon poi attaccò.

"Cos'è successo?" chiese Benji preoccupato.

"Mio padre è stato male, pensano che sia un infarto." Rispose la ragazza mentre correva in camera a cambiarsi.

"Ti accompagno" le disse Benji seguendola.

"No, vado da sola"

"Non era un'offerta. È meglio se guido io, tu potresti provocare qualche incidente."

"Vuoi proprio che mia madre ci creda fidanzati?" chiese Sharon sorridendo nonostante la tensione.

"A me non darebbe fastidio. Adesso andiamo." Disse Benji prendendola per mano e scendendo nel garage. Qualche minuto dopo l'Audi nera si dirigeva verso l'ospedale.

 

 

 

 

 

 

 

  
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