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Autore: giulia87    12/05/2010    6 recensioni
L’Amore può nascere da un atto di violenza criminale? Può una ragazza con una vita normale, non priva di adagi e comodità innamorarsi del suo rapinatore?.. l’amore può mettere radici in tali situazioni e sostituirsi alla paura di quel momento? Forse no.. Ginevra era di questo pensiero..fino a quel giorno, almeno. Eccomi qui a scrivere una nuova fanfiction che mi è venuta in mente di getto mentre ero in pausa dallo studio. Spero vi piaccia...al dire il vero non so ancora come andra' a finire... ma il primo capitolo mi soddisfa abbastanza...commentate!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi giunta al 30esimo capitolo, come passa il tempo! E' gia trascorso un anno dalla pubblicazione del primo chappy, sono felice di notare che nonostante i mesi e i miei ritardi nell'aggiornare, la mia fanfiction continua ad essere seguita. Un grazie a tutti voi che leggete e recensite la storia di Ginevra e Julien. A presto, e come al solito, buona lettura!! capitolo

Era ormai calata la sera e stava nevicando da parecchie ore. Quando lasciammo l’ospedale ancora non avevo preso coscienza del tempo che era passato, mi guardai attorno stranita: tutti i negozi erano chiusi.

Il mio orologio da polso segnava quasi le dieci, sospirai rassegnata, avrei dato chissà cosa per poter tirare indietro le lancette. Questa volta niente e nessuno mi avrebbe risparmiato una bella strigliata d’orecchie.

Mia madre sarà preoccupatissima” esclamai “sono uscita di casa come una furia

Non dovevi metterti nei guai per causa mia

Ecco che lo stava facendo di nuovo. Sminuiva l’affetto che provavamo l’uno per l’altra. Ma perché si ostinava a non capire che per difendere il nostro amore avrei sfidato anche il mondo intero?

Mi fermai sul ciglio della strada, Julien proseguì ancora per qualche metro prima di voltarsi verso di me. Con sguardo interrogativo disse:

Cosa fai li impalata? Su muoviti, non vorrai mica perdere l’ultima corsa del tram!?!

Puntai i piedi sull’asfalto, decisa a non schiodarmi da quel marciapiedi fino a quando non gli fosse entrato in testa che il nostro legame era il più forte, il più sincero, il sentimento più puro che potesse mai esistere.

J-Julien

Lui mi guardò di nuovo e lentamente tornò sui suoi passi. Alzò le braccia al cielo come simbolo di impotenza: “E adesso cosa c’è

Il tono della sua voce crebbe repentinamente.

Ginevra andiamo a casa, non è questo il momento di discutere

Lo fissai diritto negli occhi, con aria di sfida solenne e decisa. Doveva smetterla di comportarsi come una macchina priva di emozioni, incapace di provare ed esprimere tenerezza, calore, amore.. come se dentro ci fosse solo un grande freddo.

D’improvviso una smorfia di dolore si dipinse sul suo volto. La ferita al fianco gli bruciava ancora e l’averci camminato sopra non aveva di certo aiutato.

Julien.. Julien, stai bene?” esclamai concitata.

Lui strinse gli occhi cercando di contenere il dolore, il suo viso impallidì quasi stesse trasformandosi in marmo bianco. Cercai di sorreggerlo ma Julien si scostò dolcemente e mi sorrise.

Non devi preoccuparti per me, sono un tipo che se la sa cavare!” disse.

Voleva sdrammatizzare la situazione, ma io sapevo bene che i medici avrebbero preferito trattenerlo almeno per una notte e che lui, per poter lasciare l’ospedale aveva dovuto addirittura firmare l’apposito modulo.

Sù, appoggiati a me” mormorai “ancora pochi passi e potrai riposare un po' su quella panchina

Obbedì senza protestare e allungando un braccio attorno alle mie spalle si lasciò sostenere e guidare. I suoi occhi avevano assunto uno strano riflesso, un turchese così acceso che quasi non sembrava vero. Rimanemmo in silenzio per un po' mentre  un viavai di persone si alternava sotto il nostro sguardo.  Mancava poco più di una settimana a Natale e ovunque si respirava aria di festa:  le luci colorate, gli alberi addobbati, gli striscioni illuminati.

Ad un tratto ricordai che il ballo di fine anno  si sarebbe tenuto questo venerdì. E pensare che c’avevo fantasticato su’ tanto di quel tempo! Gli eventi che si erano succeduti come il vortice di un fiume avevano  contribuito a far passare tutto il resto quasi inosservato.

Varcare l’ingresso della sala al braccio di Julien avrebbe rappresentato una svolta cruciale. Un modo per rendere ufficiale la nostra relazione? Certo che in tre mesi ne avevamo già passate tante.

In quel momento mi sentii stringere la mano e sorridendomi la portò sul suo cuore. Un gran calore mi invase, chiusi gli occhi per assaporare ogni più piccolo gesto di quel ragazzo che aveva saputo trasformarmi in una donna capace d’amare in modo maturo e come per incanto tutte le frivolezze da teenager non ebbero più  ragione d’esistere.

Credi davvero che io meriti tutto questo?

La sua voce era un vellutato sussurro, pieno d'infinito amore.

Annuii decisa, non solo lo credevo ma ero convinta che lui fosse l’unico ragazzo per cui valesse la pena lasciare tutto. Se me l’avesse chiesto, l’avrei seguito anche all’inferno.

Io voglio che tu ti fida di me” esclamai “sono stanca di essere trattata con i guanti bianchi, desidero che tu mi renda partecipe di tutto ciò che ti circonda, perché solo così potrò far parte realmente della tua vita

Il freddo imperversava e dalle nostre bocche nuvole di fumo venivano emesse ad ogni respiro. I suoi lineamenti erano belli e fieri, era così affascinante che avrei potuto stare delle ore a guardarlo.

Non ho mai conosciuto una ragazza testarda come te” esclamò a gran voce.

Lo presi come un complimento. Nessuno mi avrebbe distolto dai miei propositi, avrei fatto di tutto per restituire a Julien la voglia di amare e di sentirsi amato.

Quindi ci rimettemmo in cammino, l’uno accanto all’altra, tenendoci teneramente per mano. Per recuperare un po’ di tempo decidemmo di prendere la metropolitana “ Métro C” direzione : Hôtel de Ville.

Tempo qualche minuto e la coincidenza per Perrache non tardò ad arrivare.  Sebbene non fosse la prima volta che mi riaccompagnava a casa, mai come ora provavo un certo disagio. Lo sfarzo, l’ostentazione del lusso , la ricercatezza dei particolari facevano di Ainay il cosiddetto quartiere dei nobili. Ci viveva tutta l’aristocrazia di Lione, che evitava così,  le zone più popolari della città.

La sua mano strinse più forte la mia, mentre avanzavamo lenti sul viale che portava alla mia casa come ad infondermi coraggio.

Me ne sarebbe servito un bel po’ per affrontare l’ira di mia madre.  Erano ore che non aveva mie notizie, praticamente da quanto ero fuggita via come se fossi stata inseguita dal diavolo in persona,  e per di più senza portare il cellulare con me.

Giunti davanti all’ingresso principale rovistai nelle tasche per cercare le chiavi, ma avevo dimenticato anche quelle. Non mi rimaneva che bussare.

Sentii qualcuno precipitarsi giù dalle scale e nell’arco di dieci secondi ci fu aperto.

Ginevra, Santo Cielo! “ gridò abbracciandomi “per fortuna sei qui…

Il suo respiro era affannato,  a momenti la sentivo anche trattenere il fiato. Lo stringermi tra le braccia non aveva cancellato la sua preoccupazione. Poi la sua espressione cambiò repentinamente, il suo corpo s’irrigidì. Mi allontanò da lei quel tanto che bastasse per assestarmi uno schiaffo che mi lasciò stordita per qualche secondo.

Non ebbi nemmeno il tempo di replicare che mi sentii stringere per un braccio ed inveirmi contro.

Mamma ascoltami, ti prego” tentai di divincolarmi dalla sua presa “non avevo intenzione di farti preoccupare

Non avevi.. non volevi farmi preoccupare?” ripeté stizzita “dovevi pensarci prima di fuggire via come una forsennata

La guancia ancora mi pulsava per il colpo ricevuto,  portai istintivamente la mano dove avevo dolore. I suoi occhi erano pungenti e lampeggianti e riflettevano tutta l’apprensione di queste ore.

Abbassai lo sguardo, che figura stavo facendo con Julien??  Cosa avrebbe pensato di me? Gli sarei sembrata una bambina che per uscire doveva ancora chiedere il permesso ai propri genitori.

Ad un tratto mia madre distolse l’attenzione da me per puntarla dritto sul ragazzo alle mie spalle. La sorpresa fu tanta quando mi resi conto della confidenza che li legava. Sembrava proprio che si conoscessero da tempo.

E’ incredibile!! Come ho fatto a non capirlo prima?!?” esclamò “dovevo immaginarlo che si trattava di te.. le coincidenze erano più che lampanti!

Rimasi in silenzio, esterrefatta.  Non riuscivo a credere ai miei occhi. Come era possibile, mi chiedevo: cosa mi ero persa?  

Divenni una presenza invisibile, a nessuna delle mie domande ricevei risposta, era come se in quel momento esistessero solo loro e le proprie ragioni.

Silvie, non avevo idea che Ginevra fosse tua figlia, davvero!

Mia madre sembrava sconvolta e stordita, si passò una mano tra i capelli e prese un respiro, cercando di calmarsi.

Non voglio sentire una parola di più” esclamò “ inventare giustificazioni non servirà a niente

Mamma, ti prego ascoltami..” intervenni  amo Julien, lo amo più della mia vita,  farei di tutto per..

Santo Cielo Ginevra!!” mi interruppe lei “cosa ne vuoi sapere tu dell’amore.. hai solo diciassette anni e credimi, figliola, credimi la vita per questo ragazzo non è stata per niente facile

Lo guardai con espressione furente, mi aspettavo una sua reazione ma niente,  Julien non disse una parola.

Perché resti in silenzio?!?” gli gridai contro “avanti, diglielo.. dille che mi ami!”

Una rabbia sorda si impadronì di me. Incominciai a battere con tutta la forza che avevo i pugni sul suo petto. Volevo fargli male, fargli provare una sofferenza fisica, perché temevo che  il mio disprezzo, da solo, non sarebbe bastato a scalfire il suo cuore.

Julien mi fermò con facilità, afferrandomi per i polsi. I suoi occhi erano freddi e pungenti come il ghiaccio ma il suo sguardo tradiva un dolore profondo: sembrava distrutto.

Sorrisi nervosamente: “cos’è questo? Un altro dei tuoi stupidi tentativi per allontanarmi da te?

Ginevra cosa altro ti serve per capire che questo ragazzo non fa per te?!”esclamò mia madre.

Perché ero accecata da questo amore che credevo vero solo io?  Possibile che la nostra storia ad ogni passo in avanti ne compiva subito due indietro? Non ce la facevo più. Avevo esaurito tutte le mie energie, ero così stanca, così esausta che non riuscivo più nemmeno a piangere.

Anche Julien sembrava  visibilmente turbato, per la prima volta lo vedevo nella condizione di dover spiegare i suoi comportamenti rischiando così di perdere l’ultima opportunità di essere felice.

All’improvviso mi sentii invadere da un senso d’angoscia, le loro parole mi parvero senza significato, velocissime e incomprensibili. Divennero soffuse e lontane, continue e appena percettibili. Portai le mani alla testa, per evitare che scoppiasse: mi sembrava di vivere dentro un incubo.

Ma ai loro occhi ero tornata ad essere trasparente, ero sicura che se in quel momento la terra  mi avesse inghiottito nessuno se ne sarebbe accorto. Continuavano a parlare di me come se io non fossi presente: mia madre con i suoi discorsi assurdi  e totalmente senza senso; Julien che sembrava addirittura comprendere le ragioni che rendevano impossibile la nostra storia.

Lanciai un grido di dolore mentre lo stomaco scoppiava, gli occhi si annebbiavano e il cuore agonizzava. Volevo non sentire oltre, volevo non vedere oltre.

Mi rifugiai nella mia camera e inginocchiandomi ai piedi del letto cominciai a piangere senza riuscire a fermarmi. Avevo perso il controllo di me stessa, il mio corpo non rispondeva più alla mia mente, sebbene mi ordinassi di non versare una sola lacrima, la disperazione si era impossessata di me. Completamente.

Non so per quanto tempo rimasi seduta a singhiozzare, gli occhi mi bruciavano d’angustia e di rabbia. Avrei voluto essere assorbita dall’oscurità che mi circondava, riuscire a non provare niente, ad annullarmi totalmente per non pensare, per non soffrire.

Il bussare alla mia porta mi fece trasalire. Non volevo ascoltare nessuno e soprattutto non volevo parlare con nessuno.

Ginevra.. Ginevra apri!

Mi gettai sul letto , nascondendo il viso nel cuscino, trattenni il respiro e chiusi la bocca, serrando con forza le labbra  nel vano tentativo di soffocare i gemiti che uscivano dal mio petto.

Ginevra!!

Il tono di mia madre si fece più insistente. La maniglia si abbassò ma la porta era chiusa a chiave.  Scossi la testa e dissi: “Basta!Ti prego lasciami in pace

La mia sembrava più una supplica, non avevo nemmeno la forza di litigare.  Due incerti passi per obbedirle e lo scatto della serratura le fece capire che la porta si sarebbe aperta dall’esterno.

Senza proferir parola, tornai a sedere su una seggiola,  nella penombra della mia stanza.

Ginevra, figliola.. ascoltami

Senza distogliere lo sguardo da un punto immaginario della parete la pregai di non rimproverarmi, la giornata si era conclusa nel peggiore dei modi e mi aveva riservato solo delusione e tanta amarezza.

Capisco il tuo sconforto ma non dimenticare che ti voglio bene, e che ho detto quelle cose solo per evitarti sofferenze future

Parlava di Julien come se fosse la persona peggiore di questo mondo eppure sembrava nutrisse un affetto sincero nei suoi confronti.

Ma non avevo capito niente..

Mi volsi verso di lei stupita da quella frase, erano ancora molte le cose che non comprendevo.

Conosco Julien da qualche anno.. la nostra associazione gli è stata vicino durante la degenza di sua madre, assicurandogli una presenza amichevole e fornendogli sostegno economico e sanitario

Mi asciugai le lacrime dagli occhi arrossati. A quel punto iniziai a calmarmi, lo sgomento che mi faceva pulsare la testa cambiò in uno strano stordimento: “Io lo amo” fu tutto quello che riuscii a dire.

Mia madre accolse la mia dichiarazione con un sorriso che non mi aspettavo, aveva osteggiato la nostra storia con tutte le sue forze e ora mi offriva quest’ amnistia insperata.

Si vede” esclamò.

Peccato che lui non provi lo stesso per me ” mormorai “per quanto sia sicura del nostro amore, sono altrettanto consapevole che i suoi sentimenti non saranno mai forti quanto i miei

Ti sbagli” intervenne lei “se avessi ascoltato con quanto ardore descriveva il legame che vi unisce non parleresti cosi

Caddi letteralmente dalle nuvole, sembrava essersi dimenticata della paternale elargita solo qualche minuto fa. Cosa era successo in quel frangente?

Ammetto di aver reagito in maniera sproporzionata, di essermi fatta condizionare dalla situazione, ma le parole di Julien mi hanno fatto riflettere, non avrebbe esitato a sacrificare il proprio amore per un senso di dovere o di protezione nei tuoi confronti

Sorrisi sarcastica, ormai non faceva più notizia il suo spirito di rinuncia.  In questi mesi avevo avuto più di una dimostrazione della sua scala dei valori e per quanto desiderassi il contrario non potevo che  prendere atto di essere sul gradino più basso delle sue priorità.

Io torno in soggiorno, tuo padre dovrebbe rincasare a momenti”esclamò mia madre volgendosi verso la porta “se ti venisse voglia di ascoltare le sue ragioni, sappi che in corridoio c’è un ragazzo che non aspetta altro

Mi guardai allo specchio. Sentii un magone in gola. Qualche lacrima cominciò a scendermi sulle guancie, mentre il cuore mi batteva forte. Pian piano mi feci coraggio e a piccoli passi  avanzai oltre la soglia pronta ad incrociare i suoi occhi ancora una volta.

Ciao” disse quando gli fui di fronte.

C-ciao” balbettai io.

Avrei voluto gridargli contro tutto il mio disprezzo, rinfacciargli tutte le menzogne a cui avevo creduto e invece bastò un suo sguardo per farmi desistere, un solo attimo affinché i nostri cuori sconfiggessero il dolore che portavano dentro. I suoi occhi impenetrabili ma allo stesso tempo così espressivi e profondi mi fissavano silenziosi.

Sono riuscito a deluderti di nuovo” esclamò .

Purtroppo era vero, la sua arrendevolezza aveva lasciato in me un grande sconforto, era come se rinunciando a combattere per il nostro amore mi avesse condannato ad una vita priva di sogni, vuota di qualsiasi emozione.

Come resistere alla tentazione di saltargli al collo e di baciarlo con tutta la passione che avevo dentro? Mi morsi il labbro per impedirmi di cedere a quel’impulso irrefrenabile, ma questa volta fu lui a venirmi incontro, a mozzarmi il fiato al contatto con il suo corpo caldo, statuario, perfetto.

Feci un profondo respiro e l’aria mi sembrò avere il suo odore, così inebriante, così dolce per i miei sensi. Portò le sue labbra ad un soffio dalle mie ed io non potei resistere oltre, lo baciai con passione, incurante di tutto, dimenticai il luogo, il tempo, la ragione. Ricordai solo che mi amava, che mi voleva, che ero sua.



 ilovedward_90: voila, ecco il nuovo capitolo... chiedo scusa per l'enorme ritardo, ultimamente ho poco tempo per aggiornare ma spero che continuerai a seguire la mia storia. Ci tengo tanto.

Devilgirl89: ciao domyyyyyy che bello risentirti :) Ti ringrazio per la stima che dimostri nei miei confronti. I tuoi complimenti mi lusingano. Che ne pensi di questo nuovo capitolo? Ti piace? Se hai qualche accorgimento o qualche critica da fare non esitare a pormela, sai quanto ci tenga al tuo parere. Mi raccomando fammi sapere. Un bacio Giulia.

 Miki 91: uuu con il ritardo con cui posto mi sa che sono in debito di tutta la storia, altro che 10 capitoli! Come va? Scusa per non aver postato prima ma spero che continuerai a leggere la mia fanfiction, sai che ci tengo tanto alle tue recenzioni.

 lucyette: ecco che finalmente ho aggiornato! Che te ne pare? Per farmi perdonare questo chappy e' leggermente più lungo del solito. Sai scrivendolo di volta in volta, accade che ci siano dei momenti di stand-by ma spero che da ora in poi riesca a postare con più celerita'! Mi raccomando continua a seguirmi e a spronarmi con le tue recensioni.

 vanessaacullen_: sono felice di averti tra le mie lettrici, mi fa piacere scoprire che anche a storia gia' inoltrata c'è qualcuno che non esita a leggere i capitoli e a postare le sue recensioni. Ora spero di non deludere le tue aspettative, Aspetto con ansia il tuo parere su questo nuovo capitolo. A presto.

 memols: finalmente sono riuscita ad accontertarti, seppur con notevole ritardo ecco aggiornata la mia storia. Ti piace? Che ne pensi? Fammi sapere. Ciaoooo
  
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